Recensioni per
The Destiny of a Knight
di GioTanner

Questa storia ha ottenuto 192 recensioni.
Positive : 192
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/12/15, ore 10:32

Mi sono rimessa in pari!
Non ci credo!

Yatta!!

Inizio col dirti che se Marie può sembrare un po' troppo invadente in questo capitolo (salva un santo d'Oro. Il suo maestro. Shu, non ne stai uscendo benissimo, amore. Sappilo!), mi piace da matti vedere come abbia smesso i panni della donzelletta piagnona (e aveva ragione Shura a considerarla ancora una ragazza e non un Santo di Athena) per diventare una donna. E una tosta, per lo più. Complimenti davvero. C'è da dire che una singola maturazione te la dà solo il battesimo del fuoco; e affrontare il battesimo del fuoco (senza doppi sensi) con uno come DM accanto, beh, fa la differenza.

Possiamo dire che se Shura è stato un padre, per lei, DM è stato una sorta di primo uomo. Non in senso sentimentale; ma è stato il suo esempio, sono state le sue parole a rendere Marie più adulta. L'ha fatta diventare grande lui. E quindi sì, ha ragione Shura a pensare che qualcosa s'è spezzato: Marie è diventata grande. Non lo chiama più 'maestro' perché lei sarà sempre la sua allieva, d'accordo; ma adesso sono compagni. Non pari grado, questo no. Ma adesso anche lei è svezzata e non più la ragazzina che lui ha addestrato.
Ed è umanissimo vedere questi sentimenti in Shura. Umano perché tutti, prima o poi, alleviamo qualcuno. E questo qualcuno, sempre prima o poi, abbandona il nido e diventa grande. E, paradosslamente, proprio quando dovremmo sentirci in un certo qual modo sollevati perché ok, ho fatto quel che c'era da fare e questa persona sa camminare con le proprie gambe, è proprio allora che ci sentiamo inutili, stanchi, svuotati. E vorremmo che quella persona restasse ancora con noi.

DM è meraviglioso, ma che te lo dico a fare?
Mi pare che il concetto io te l'abbia enucleato a sufficienza e non voglio ridurmi ad una specie di disco rotto su due gambe. Però, confesso, qui mi sono schizzate le ovaie è schizzato il cuore in gola. Chapeau.

Recensore Master
18/12/15, ore 09:12

Che belle le righe sull'eroe e sul sopravvissuto!
Intendiamoci, mi è piaciuto tutto il cpaitolo, ma quelle righe! Leggendo quelle righe la mia testa andava su e giù. E mi dicevo "Sì, è così". Quoto ogni singola parola.
L'eroe, in un certo senso, va a morire in guerra. L'eroe è coui che da prova di coraggio ed abnegazione. L'eroe fa cose impossibili; lasciandoci le penne, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Il sopravvissuto, no.
Il sopravvissuto, il reduce, è colui che la guerra ha masticato e poi sputato. Ha frollato il suo spirito nemmeno fosse un bel pezzo di manzo da mettere in pentola (un po' come faceva Rocky Balboa tirando di boxe contro i quarti di bue nella macelleria) e lo ha lasciato lì. A strisciare.

Ora, io sto coi reduci. Sempre e comunque.
Sì, l'eroe è l'esempio, quello da additare e da tenere a mente quando le cose non vanno bene. Che farebbe Orazio Coclite in questa situazione? La risposta scontatissima è "creperebbe portandosi appresso i nemici". E così via. Ma il reduce è il vero vincitore. Quello troppo indigesto perché la guerra se lo portasse via. Certo, poi resta spezzato, un essere che si trascina e che non trova un posto nel mondo perché il suo posto, il suo ruolo, era quello di schiattare in battaglia; ma chi è riuscito a battere la guerra, è proprio lui. E se come diceva qualcuno qualche capitolo fa, non è detto che il destino sia sempre piacevole, nemmeno il vivere lo è. Ma si è vivi. Ed è a questa enorme realtà, sottile quanto un capello d'angelo, che gli esseri umani si aggrappano con tutte le loro forze. Con buona pace delle forbici di Atropo.

Recensore Master
18/12/15, ore 08:42

Mano a mano che leggevo questo capitolo mi è nata in cuore una domanda: Death Mask è ancora scapolo? No, perché se così fosse consideralo prenotato!

Dico sul serio. Il tuo Death Mask mi piace da pazzi. E senza la ua risata diabbbbbolica. Freddo, lucido, strafottente, scanzonato; ma anche un guerriero, uno che sa di sangue e polvere.
Grazie a Dio!
Davvero, hai dato cervello e spessore ad un personaggio troppo a lungo massacrato dal suo autore e dal fandom a ruota. Perché ha ragione lui quando intima a Marie di calmarsi, o la manderà a farsi un giro nella Valle dell'Ade. Ha ragione lui, sì. Occorre tenere i nervi saldi. Capisco che lei sia impazzita vedendo il suo maestro fare quella fine (e qui non è che la situazione sia più rosea, sappilo!!); ma se davvero onora il suo maestro, allora non deve comportarsi da femminuccia, ma da guerriero. E avere fiducia in lui. È il detentore di Excalibur, la Spada per eccellenza. E vuoi che non riesca ad avere ragione di quattro fiamme?
Uno orgoglioso come Shura?

Certo, nei panni di Marie non è facile. Affatto. Non è facile vedere - ed accettare - che anche colui che consideri come un padre - e nella mente delle persone un padre è qualcosa di molto simile ad un dio - piegare la testa. Non è facile perché ti fa crollare delle certezze che costituiscono, in parte, la tua realtà. E poi, ricordiamolo: Marie era pronta a combattere ed orgogliosa di poterlo fare al suo fianco. Era pronta a morire pur di fargli vedere il proprio valore. E se lui avesse conservato di lei un buon ricordo, beh, questo sarebbe stato più che sufficiente per Marie. Ora consideriamo tutto questo ed immaginiamo che la persona per cui sei anche disposta a farti ammazzare muoia davanti ai tuoi occhi.
Il minimo che tu possa provare è avere il cervello in pappa! Il minimo!
Per fortuna che con lei c'è Cancer!
A tal proposito.
Credo che qui: «DeathMask di Cancer, carogna che da sempre perseguita i suoi intenti più abietti. » il verbo debba essere perseguire, non perseguitare. Altrimenti mi trasformi DM in una sorta di Inquisitore contro se stesso... e poi è Saga quello bipolare...

Recensore Master
18/12/15, ore 08:08

Finalemente!
È proprio il caso di dirlo!
Sono arrivati i Santi di Bronzo (a due a due come suore e carabinieri)!
Certo, la battaglia ha lasciato sul terreno due illustri combattenti, due pezzi da novanta. Kanon, da una parte, e Aiolia, dall'altra.

Ancora non riesce ad entrarmi in testa perché Atropo voglia le teste dei Santi rinnegati, quelli che Ade resuscito per una manciata di ore. Capisco che nell'ottica di Atropo, ad Ade era concesso fare e disfare a proprio piacimento (e se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, quella non era vita.), ma se un uomo non può sfuggire al proprio destino, non può farlo nessun uomo, nemmeno quelli che sono implosi davanti al Muro del Pianto. Shaka, se è per questo, muore durante l'assedio di Ade al Santuario. Quindi, a rigor di logica, anche la sua dovrebbbe essere una testa da collezionare e mettere sulla mensola del camino.

Veniamo al capitolo.
La povera Marie mi fa una pena immensa. Non solo perché se io, al posto suo, mi fossi trovata il cadavere di Aiolia steso a terra sarei svenuta senza passare dal via, ma perché si trova coinvolta in una situazione spinosissima. Saga che piange suo fratello. Non è mai bello capitare per caso in un momento così intimo nella vita di una persona. Ci si sente sempre di troppo, perché la morte è una faccenda privata. Sì, tutti noi sentiamo il bisogno di voler dire addio ad una persona che abbiamo conosciuto e amato da viva. È un modo per mettere un punto e voltare pagina, una mera formalità a ben vedere. Però è necessaria. Anche se fa male. Non partecipare ai funerali di una persona che abbiamo conosciuto non ce la mantiene viva, ma la catapulta in una specie di limbo in cui non è più né viva, né morta.
Ma in questo momento, quando ancora mi pare di percepire i brandelli del cosmo di Kanon dileguarsi nell'aria come la nebbia al mattino, in questo momento il dolore è tutto di Saga. Tutto suo. Solo suo.
E mi spiace, perché è come se i due fratelli potessero e dovessero in qualche modo riconciliarsi, ma solo con la morte di Kanon sono riusciti davvero a capirsi.

Altro modo di capirsi è quello che hanno (avevano?) Aiolos e Aiolia.
Quel "Lui non me l'avrebbe permesso" che pronuncia Aiolos stanco e ferito è commovente. Commovente perché ci ricorda come noi dobbiamo in un certo senso continuare ad essere quelli che chi non c'è più conosceva. Quante volte ci dicono "Su, non piangere, nonna non vorrebbe vederti così" e noi pensiamo che sia solo un modo per indorarci la pillola ed imbrigliare il nostro dolore?
Capiamoci, lo è. Lo è eccome, ché ad un certo punto uno deve anche raccogliere i cocci ed andare avanti; ma hanno ragione quando ci ricordano di dover continuare ad essere le persone che chi non c'è più ha conosciuto e amato. E se non vogliamo farlo per noi,s arà bene farlo per rispettare chi non c'è più.

Ora ci aspetta la scena madre per cui hai messo il turbo. Sono arrivati alla Decima Casa. Poveretti loro!

Recensore Master
18/12/15, ore 07:46

Ok.
Qui scricchiola un po' tutto l'impianto, sono sincera. E no, la colpa non è da attribuirsi alla prematura dipartita di Aiolia.

Scricchiola un po' perché se è vero che Atropo l'ha presa un filo sul sul personale (ma appena appena, eh!), Athena dal canto suo, non è meno infantile di lei.
Mi spiego.
Atropo si lamenta del fatto che i Santi di Athena, morti e schiattati, siano tornati in vita come se nulla fosse, bypassando (oddio. Oddio, l'ho scritto. La prossima volta tagliami le mani, per piacere) lei, le sue funzioni ed i suoi poteri. Quindi li vuole morti e invia loro i suoi guerrieri.

E Athena che risponde?
"Sì, ma la guerra contro Saga non era prevista!".
No?
Sicura?
Certo che era prevista. E anche se si fosse trattato di un incidente di percorso che non avevi preventivato, è successo, Athena. Non puoi dire "Non vale!" come se qualcuno che sta sotto sbirciasse mentre gli altri si nascondono!

Lachesi e Cloto, poi. Non pensavano cosa? Li hanno spediti in guerra, li hanno, mica al picnic domenicale della parrocchia! Capisco che non siano riuscite a sottrarsi al potere dell'Implacabile. Lo cpaisco perfettamente. Ma dire "Ma non me l'aspettavo mica", non so, dona un aspetto infantile anche a loro due.

La più coerente è proprio Atropo. Atropo che vuole quelle teste infilzate su una picca e le vuole adesso. Non capisco perché snobbi Shaka, Doko, Milo e Aiolos. In fondo, sono morti e risorti anche loro. Ma in tutto questo teatrino di sangue e violenza (ché questo è la guerra: un teatrino mascherato con nobili ideali), lei va avanti per la sua strada. Non tentenna. Mai.

Mi è piaciuto il succo del discorso del Leone: il destino non può essere capriccioso. O meglio, lo è, ma visto dal punto di vista umano (scusa il bisticcio), ché noi mortali non riusciamo a comprendere perché accadano certe cose. Ma il Destino non può pestare i piedi come un bambino capriccioso a cui han negato l'ennesimo palloncino. È come se Aiolia dicesse, implicitamente, che la loro anomalia è giustificata in un certo senso proprio perché è successa. È diventata destino. Anche se al Destino la cosa non sta bene.

Recensore Master
18/12/15, ore 07:26

Sono in lutto.
La morte di Kanon è stata un colpo basso. Capisco che qualche perdita doveva pur esserci, anche nelle schiere di Athena, e capisco pure che un doppione di Saga possa diventare un peso ingombrante (perché è questo che è Kanon, alla fine; quando non è più un Marine è una fotocopia del fratello).
Però mi dispiace un sacco lo stesso.
Ho apprezzato il discorso che ha portato il minore a chiedere al maggiore di lasciarlo combattere. Kanon sapeva. Nella mia testa, sì, Kanon sapeva che non ci sarebbe stato ritorno da quella battaglia, che si sarebbe portato appresso il nemico così come aveva fatto all'Inferno. Solo che stavolta ci sarebbe stata l'armatura di Gemini fino alla fine.

Niente.
Mi dispiace tanto perché Kanon è un personaggio sottovalutato, a mio avviso; non da te nello specifico, ma dal fandom. Come se non ci possano essere tutti due i Gemelli in campo, ma solo l'uno o l'altro. Un po' come il sole e la luna in cielo.

Recensore Master
17/12/15, ore 12:08

Non sono malvagi.

Ah, beh.
Allora cambia tutto.

Capisco quello che vuole dire Mu, che forse c'è speranza di far cpaire loro che stanno dalla parte sbagliata. Ma un nemico sta sempre dalla parte sbagliata, da qualunque schieramento lo si guardi. O non lo chiameremmo nemico, bensì amico.

Io sto con Cancer e non con la pietà di Mu. Quel nemico che non è malvagio vuole la mia testa. Questo non significa che io debba porgergli il collo a cuore leggero! Vuole la mia testa? Perfetto. Possiamo parlarne. Na ricorderei a Mu che quei guerrieri, alla fin fine, stanno marciando contro Athena. E che questo solo è un motivo più che sufficiente per volere che si tolgano dai piedi. Ora.

Ma stai a vedere che alla fine è proprio Mask il Santo più santo?

Comunque, adesso tocca a Saga. Cavoli vostri, cocchi. Intanto aspettiamo che arrivino anche i Santi di Bronzo. Mi chiedo che fine abbiano fatto Shaina e Marin (sì, non mollo. Mi chiedo come mai loro due non siano al Santuario...). Spero di vedere al più presto gli artigli del Cobra in azione (sì, anche se un cobra non dovrebbe avere gli artigli, a meno di non essere saltato fuori da un qualche fantasioso bestiario medievale...)!!

Recensore Master
17/12/15, ore 11:52

Elikonis come il monte Elicona.
Elikonis che ha un suo onore da difendere - o forse è il terrore di sapere che Atropo gli avrebbe dispensato una fine ben più terribile e tremenda di quella che gli si prospettava davanti?
Elikonis che, come una montagna, non cede. E allora Mask fa quello che deve fare. Prende la sua anima e la getta con le sue mani nella Bocca dell'Ade. Senza provare gioia in questo. È il suo dovere. Niente di personale.

Mi è piaciuta questa redenzione del Cancro. E quanto ho goduto nel vedere quella nebbiolina violacea condensarsi sul suo dito indice ed avvolgere il nemico. Immaginati un grosso e pasciuto gatto soriano che si è appena pappato un uccellino bello sostanzioso.
SLURP!, disse la vegetariana.

Mi è piaciuta perché lo hai mantenuto fedele a se stesso, solo smussandone parti del carattere, quelle che erano sbagliate e che andavano limate per farlo appartenere alla schiera di Athena. Sempre borderline, sia chiaro. Ma con i piedi dalla parte giusta.

Marie sta imparando cosa significhi essere un Santo. L'armatura la sta aiutando, perché, non dimentichiamocelo, loro non sono solo della ferraglia decorata, ma hanno un'anima. O qualcosa di molto simile. Magari, se questa benedetta ragazza evitasse di abbandonarla ovunque sarebbe meglio (mi stai dicendo che Marie aveva lasciato la propria armatura nell'arena?! Cavolo, che pazienza che ha l'armatura della Bussola. Io l'avrei lasciata congelare ancora un altro po'!).

Anche io credo che se la Morte (Ade) sia morto, non così valga per la morte in quanto tale. Possono crollare ideali e concetti, ma la legge di natura, quella, non muore mai.

Recensore Master
17/12/15, ore 11:37

La battuta sul tom tom mi ha fatto morire!
Non so in che anno si ambienti questo racconto, ma rende perfettamente l'idea. Secondo me, se lui le avesse chiesto "Ehi, marmocchia, hai perso la bussola?!" sarebbe andato bene lo stesso, ma mi ha fatto sorriedere immaginarmi Mask, in auto, a controllare lo schermo del navigatore quando non trova più il segnale e ti indica un percorso in cielo (Tra tre nuvole svoltare a sinistra).

Ed ecco che attaccano, e, come avevo supposto, Atropo ha aizzato le due sorelle minori contro Atena. C'era da immaginrselo, dopo tutto. Lei è quella che recide il filo. Le altre due filano e dipanano, quindi non cambia poi molto avere altre spolette in grembo. Quella a cui la faccenda brucia è lei, Atropo. Alla quale non va affatto a genio il dover riprendere in mano le forbici un'altra volta e rifare un lavoro già finito. C'è da capirla, poveretta!

Mu alla prima Casa. Non c'è segno di nessun altro Santo. E se nella serie classica questo si imputava all'eliminazione di quasi tutti i Santi d'Argento ad opera di quelli di Bronzo, qui posso solo supporre che sia un ordine dato da Athena: chioudetevi in casa e guai a voi se vi azzardate a ficcare il naso fuori dalla porta.

Mu tira fuori le unghie e i denti, ma anche lui è uno solo contro cinque. I nemici hanno dalla loro parte il numero, un rapporto schiacciante, alla fine. E sì, hai fatto bene ad inserire quella battuta. Mu si fida di Aldebaran. Perché è un suo compagno. E quando combatti, devi fidarti di chi sta al tuo fianco, così come lui fa lo stesso con te.

Recensore Master
17/12/15, ore 11:19

È funesto a chi nasce il dì Natale. diceva Giacomo Leopardi, altro Cancro di tutto rispetto. L'uomo dimentica di morire ogni giorno, piano piano, inesorabilmente. E dimentica anche che se muore è perché il Destino l'ha deciso. Quindi, qualcuno che decreta quando, dove e come moriremo, alla fine, c'è. Però, un conto è sapere questo particolare e relegerlo in fondo all'anima, in una qualche nicchia recondita ed impolverata. Un altro è trovarsi faccia a faccia con qualcuno di fisico - e non un'entità atsratta, in cui si può credere o no - che ti dice "Cocco, ho deciso che devi schiattare".
perché sotto sotto Mask sapeva che prima o poi sarebbe morto di nuovo. Athena non ha dato loro una vita eterna, ma ha dato loro una seconda possibilità. Che prima o poi si esaurirà, volente o nolente. Ma è il sentirselo dire che fa male. È quello che fa ribellare l'essere umano, che qualcuno ti ricordi che la tua cambiale sta scadendo e che è ora di pagarla.

Ma anche no!

Ed è umanissimo questo suo voler vivere a tutti i costi, lui che forse meno di altri meritava una seconda possibilità.
Ma è umanissima anche Marie, nonostante io cominci seriamente ad abbisognare di leggere un capitolo senza che questa benedetta ragazza non inciampi in qualcuno di dorato. Dico davvero. Capisco che lei è il filtro attraverso il quale noi lettori entriamo nella storia; ma trovarselo sempre davanti, 'sto filtro, non mi permette di dimenticarmi di lei e di vivere questo racconto a trecentosessanta gradi. È come se ci fosse sempre qualcuno che mi ricorda che "Ehi, guarda che è una fanfiction, né?".

Tornando a Marie, non trovo che sia banale o poco nobile il suo desiderio di voler vivere. Affatto. Quella sua affermazione mi ricorda un altro "Voglio vivere!" carico di una potenza devastante. Quello che grida Nico Robin in ONEPIECE quando Rufy e gli altri vanno a salvarla dal suo destino infame, destino a cui lei stessa ha deciso di piegarsi perché stanca di scappare. Ci ho rivisto moltissimo Nico Robin in questa volontà di Marie, volontà porta quasi come un sussurro, una confidenza mentre il sole sorge ed illumina una nuova battaglia, e quindi ancora più preziosa.

Recensore Master
17/12/15, ore 10:55

Provò a parlare, ma prima di completare il nome della ragazza si fermò: non c'era bisogno di parole, non in quella circostanza almeno. Lui che di parole era sempre stato avaro, poiché per Shura ciò che contava davvero erano i fatti; il restante gli era sempre sembrato superfluo.

YEAH!
Certo, poi me lo fai piangere, ma il succo è questo: YEAH!

Sì al pudore di Shura. Perché ci sono momenti in cui le parole sono vane, momenti in cui le parole non servono, non sono necessarie e possono fare solo male (cit.).
Confesso, avrei preferito vedere i suoi occhi luccicare, piuttosto che vederlo piangere, ma Saint Seiya è una storia in cui quasi tutti, ogni due per tre, aprono le cateratte e vai con un bel pianto liberatorio.

Adoro il tuo Mask. Sempre col sorriso sforntato ad incurvargli le labbra, sempre strafottente e spavaldo pure quando è coperto di sangue dalla testa ai piedi (e scommetto che sorridere in quel momento deve fare un male cane). Mask di cui Shura ancora non si fida, ma di cui s'è fidato durante l'assedio portato dai cinque Bronzetti. O forse non si fida di lui proprio per quello che è successo quel giorno?

Quello di abbandonare l'armatura ovunque capita sta diventando un vizio vero e proprio. Marie, cosa dobbiamo fare con questa benedetta armatura? Cucirtela addosso?!

Recensore Master
17/12/15, ore 10:38

Aldone, caro...
Ma secondo te chi mai vorrebbe impressionare un'allieva fresca fresca d'investitura?
Tenerone, lui. Semplice e buono. Forse un po' frescone, ma una roccia su cui contare (anche perché come tira gli schiaffoni lui...).

Aiolos è ingenuo. Sissignore. Per morire com'è morto doveva essere sicuramente meno sveglio... oddio, non tanto sveglio, ma meno preparato di Saga (che avrà pianificato tutto quanto da tempo, prima di accoppare Sion e pugnalare la culla dove riposava Athena), questo sì.
Aiolos mi ha sempre dato l'idea di una persona di cuore, uno di quelli che ci mette l'anima e anche qualcosa in più, se deve dare una mano.

Sono contenta che siano tornati i tre guerrieri dalla Sicilia, così scopriremo anche com'è andata a finire la loro battaglia contro le tre Moire.
Sono, però, dubbiosa circa la non presenza in scena - quasi assenza, oserei dire - di altri guerrieri all'interno del Santuario.
Dove sono tutti gli altri?
Perché la notizia non si è sparsa in giro?
Voglio dire, si mandano due Santi d'Oro in missione, mica uno. E anche quando questo avviene, la notizia passa di bocca in bocca. Figuriamoci quando due Santi sono inviati in missione, poi altri due e poi viene indetto un Chrysos Synagein in fretta e furia. Insomma, mi aspetterei una maggiore agitazione e fermento tra i quattro rocchi del Santuraio. No?

P.S.: Fish NO. Tutto, ma Fish (e Sagitter) no.

Recensore Master
17/12/15, ore 10:23

Mi scuserai, ma qui di caramellato ci vedo solo Shura.

Non lo so. Dico davvero. Una persona rigida ed inflessibile (mi spezzo ma non mi piego) poco ce la vedo avvezza a slanci di tenerezza nei confronti di qualcuno che lui deve forgiare ad essere un guerriero. Già nel primo capitolo mi era sembrato stonato quel "furfante" con cui apostrofa Marie, ma mi ero detta che forse era giustificato da una sorta di conoscenza tra i due.
Sinceramente, da quel che ne sappiamo del Santuario - che non è l'asilo di quartiere o il club dei boyscout - si tratta di un ambiente duro e spietato e. Se Shura - mister orgoglio su due gambe - avesse beccato la propria allieva a dare corpo a simili pensieri (giustificati, capiamoci, ché il dubbio è proprio delle persone intelligenti) non credo sarebbe stato così tenero con lei. Non contesto gli slanci di tenerezza, ché nessuno ha il cuore indurito troppo a lungo, e la quotidianità ti ammorbidisce, volente o nolente; ma è la naturalezza con cui questi avvengono. Di solito, chi non è abituato ad un certo tipo di slancio, risulta sempre molto ingessato e rigido quando lo compie. Il sorriso di chi non sorride mai non è aperto, ma appena abbozzato.

Per il resto, concordo sul vedere il tuo mentore come un padre. Ci sta. Ci sta tutto, altroché! Perché un padre non è solo chi ti fa uscire dal proprio seme, ma chi ti cresce, ti indica la strada e ti aiuta a rialzarti quando cadi. Anche solo standoti vicino.

Concordo anche sulla visione di Aphrodite. Lui è uno di quelli che ne esce malissimo dal trattamento Kurumada (e ultimamente parla con le piante manco fosse Luca Sardella!), uno dei tanti appena abbozzati perché serviva a fare numero, ed uno diventato avversario di Andromeda a due puntate dalla fine dello scontro del Santuario. Poveraccio. Per me c'è altro oltre a quei capelli dal colore impossibile e alle ciglia nerissime. Un Santo vanesio, sicuramente. Arrogante, barocco ed impossibile. Ma anche terribile come soltanto le rose e il veleno sanno essere.

Recensore Master
17/12/15, ore 09:50

Nah, il capitolo non è fiacco. Occorre anche fermarsi a riprendere fiato, di tanto in tanto, e riorganizzare le idee.
Come adesso.

Saori è umanissima nell'aver voluto far tornare indietro i suoi santi (ovviamente quelli più fighi); ma fintanto che un uomo è vivo, lo sono anche i suoi doveri. E se un fabbro deve riprendere in mano il martello, o un maestro sgolarsi di nuovo affinché i suoi alunni mandino a memoria rosa, rosae, il destino di un guerriero è, ahimé, quello di dover tornare a combattere.
Che credevano, che Athena li avrebbe tenuti al Santuario come tante belle statuine di porcellana?
Sì, e io sono un cavallo alato!

Mi fa sorridere amaramente vedere come le speranze di Athena si abbattano contro la cruda realtà. Ananke. Necessità, per questo ha riportato in vita i suoi guerrieri. Ma Ananke pretende anche. E nemmeno gli dei combattono contro Ananke (Simonide).
Ananke chiama tutti a compiere il proprio destino, siano essi mortali o divinità dal cuore grande. O favolosi guerrieri dagli occhi azzurri.

Quanto mi è piaciuto il tuo Milo, la sua vena polemica e combattiva. Crepare di nuovo? ma nemmeno per sogno! Lui non si arrenderà- Lui è pronto a combattere per il suo diritto ad essere vivo. Con le unghie e coi denti.

Recensore Master
17/12/15, ore 09:43

Mah.
Io non mi sento affatto di considerare Saga e soci con le Surplice addosso come dei viventi. Ma anche no. Sono spettri, fantasmi, zombie o poco più, tant'è che al primo raggio di sole svaniscono nemmeno fossero fatti di polvere. No, no, non c'è paragone con l'essere resuscitati per davvero, avere una vita che può spezzarsi di nuovo per davvero, avere un futuro che vada oltre dodici ore di buio.

Nossignore, non è il discorso 'in guerra e in amore è tutto concesso', quanto che quello che ha fatto Ade non è stato resuscitare degli uomini, ma dare tridimensionalità alle loro anime e spedirli in battaglia come carne da cannone.

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