S t u p e n d a!
Ho già letto qualcosa di tuo e mi ha accattivato immediatamente il tuo stile, il tuo modo di creare i personaggi e tessere la trama, ma devo dire che con questa one-shot hai superato te stessa. In un racconto di un solo capitolo sei riuscita a concentrare tutto quello che è necessario sapere sui protagonisti in modo semplice e naturale, senza ricorrere a un mucchio di informazioni: non ci sono descrizioni-lista, qui Gioia, Anna, Pietro, Paolo e Luca si fanno conoscere da sé, con le loro parole. Credo che il punto forte siano i dialoghi, sin dalle prime battute ho colto un tono fresco, ironico, spassoso, e devo farti i miei complimenti perché è difficile sceneggiare una commedia in questo modo. Il dialogo che ho amato di più, però, è quello finale. Giuro, l'ho trovato geniale, perfetto, una sequenza indimenticabile e che rientra in una delle più belle che io abbia mai letto. Non trovo le parole adatte per lodarla in modo adeguato, va al di là di qualsiasi cliché e forse è proprio così sorprendente perché non ha niente di "già visto". Gioia è un personaggio divertentissimo, in tutti i suoi tragi-comici momenti: dalla sua balorda preghiera interrotta da Giosuè alla scoperta della "situazione coniugale" di Pietro. Quando continuava a chiamare Dana Svetlana e derivanti mi ha fatto morire dalle risate! I suoi amici Anna e Luca, anche se non hanno molto spazio sulla scena, sono azzeccati e decisamente simpatici e allo stesso modo Paolo. Un prete come Pietro, giovane, alto, biondo, bellissimo, levissimo e purissimo non l'ho mai visto - sarà che in chiesa ci vado solo ai matrimoni, ovvero una volta ogni due anni? -, ma il mondo è grande, non si sa mai.
Originale e deliziosa, complimentissimi ancora (anche se rischio di ripetermi, ma quando sono contenta divento così)!
Saluti, Ilaria. |