elyxyz – Folium rosae
1) Ortografia |
L’ortografia è curatissima e denota grande competenza e attenzione, come nella grafia di parole non di uso comune come ‘redingote’.
Ci sono due imperfezioni, una riguardo alla punteggiatura e l’altra all’uso delle maiuscole.
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Ho rilevato due virgole di troppo qui:
“Ma chissà come, le parole di Axel, e quel suo comportamento di due mesi addietro, le tornarono…”.
Poiché sia le parole che il comportamento sono soggetti grammaticali del verbo che hai giustamente messo al plurale, devi togliere le virgole dopo ‘Axel’ e dopo ‘addietro’, perché non si può mettere mai la virgola tra il soggetto e il suo verbo, a meno che non ci sia di mezzo una proposizione incidentale che funziona come qualcosa tra parentesi.
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L’altro errore che ho riscontrato è l’utilizzo della lettera maiuscola nei verbi dichiarativi seguenti ai discorsi diretti, come ad esempio:
“«Non lo farò, Axel, stai tranquillo». Precisò, rassicurante.”
In questo caso ‘precisò’ va con la lettera minuscola perché segue direttamente le parole pronunciate, che divengono il complemento oggetto del verbo; difatti poi agisci correttamente in altri passaggi, come ad esempio:
“«Ti andrebbe di fare merenda con me?», propose, stimando quanto fosse vuoto quel pancino.”
Va benissimo invece mettere la maiuscola quando al discorso diretto segue un verbo non obbligatoriamente collegato e dunque un verbo non dichiarativo; spero di essermi spiegata bene, perché in questi casi la questione maiuscole/minuscole non è di semplice catalogazione.
9 punti
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2) Sintassi |
La sintassi è secondo me perfettamente equilibrata: ci sono periodi più ariosi nelle sequenze descrittive, soprattutto all’inizio, e periodi invece più secchi e paratattici nelle sequenze dialogiche dove serri il ritmo tra una battuta e l’altra; una tua cifra peculiare è la dipendenza dei participi da parole non subito riconoscibili, come ad esempio nella frase iniziale:
“Il palazzo della Reggenza di Aldenor era immerso nel pigro silenzio del tardo pomeriggio, sonnacchioso e indolente, accompagnato dal frinire delle prime, temerarie cicale che cadenzavano il passare delle ore col loro frenetico, parossistico stridio.”
Ci ho messo un po’, a capire che ‘accompagnato’ non era riferito al palazzo, soggetto logico e grammaticale, ma quando ho visto che ripetevi questa tecnica in tutta la one-shot ho compreso che era una tua caratteristica; all’inizio è un po’ destabilizzante, ma col tempo diventa piacevole e crea un effetto matrioska che ho sicuramente apprezzato.
Un unico momento mi è risultato sgradito: “Stabilì”, frammisto ai pensieri di Axel. Si capisce benissimo che sono le sue riflessioni, che è appunto qualcosa che lui ha stabilito, e interrompere così il fluire delle sue elucubrazioni può dispiacere al lettore, perché spezza la sintassi. Se levi il verbo non togli nulla alla comprensione, ma guadagni in scorrevolezza.
10 punti
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3) Lessico |
Il lessico è ricercato ma non ostentato; difatti spazi da vocaboli alti come ‘frinire’ a scelte colloquiali eppure molto vivide come ‘zazzera’ (che ho adorato, insieme alla scelta di fornire Axel di riccioli, come modo per descrivere l’inestricabile groviglio di capelli che in effetti hanno i bambini e che magari può lisciarsi in età adulta). Ho due riserve:
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l’utilizzo dei pronomi ‘ella’ ed ‘egli’, che è grammaticalmente corretto ma caduto totalmente in disuso e dunque a tratti stonato in un testo moderno; per quanto io ami un certo gusto antiquario, questa è una delle svolte della lingua italiana che non si può ignorare; a volte puoi semplicemente omettere il soggetto, per sfuggire al problema, altre puoi tranquillamente usare ‘lui’ e ‘lei’ che oggi vanno bene anche per il soggetto;
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l’uso frequente di diminutivi e vezzeggiativi, come ‘manine’ e ‘piedini’, riesce all’inizio ad intenerire molto, soprattutto perché è bello sovrapporre l’immagine di questo Axel a quello che conosciamo da adulto; però secondo me hai ecceduto un poco, protraendolo così a lungo da trascendere la tenerezza e sfiorare il troppo dolce; io ne toglierei qualcuno, mica tutti, ma cinque o sei possono tranquillamente ritornare alla loro forma base alleggerendo il lessico.
9 punti
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4) Altre regole grammaticali |
Questa narrazione è davvero molto curata e poetica, perciò ho sentito come un pugno in un occhio l’errore che ho trovato qui:
“Dalla sorpresa egli scattò all’indietro e per poco non atterrò sul sederino, se la presa salda del Lord Cancelliere di Aldenor non l’avesse salvato da un penoso capitombolo.”
Il verbo corretto è obbligatoriamente ‘per poco non sarebbe atterrato sul sederino’, perché è parte di un periodo ipotetico che poi prosegui giustamente col congiuntivo. La mia ipotesi, vista la tua attenzione e conoscenza in tutti gli altri punti, è che tu abbia scritto dapprima solo la prima parte della frase, che, se chiusa dopo la parola ‘sederino’, andava benissimo col passato remoto, e tu abbia aggiunto in un secondo momento l’altra parte del periodo ipotetico dimenticando di cambiare tempo e modo verbale della proposizione precedente.
Ci sono poi alcune piccolezze che ti segnalo comunque.
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Usi spesso ‘quasi che’, ma in molti casi basta ‘quasi’, come ad esempio in “…sinuose dita impalpabili, quasi che fossero state candide vele di un antico galeone…”; il ‘quasi che’ è sempre di uso più anticheggiante e oggi desueto, non è comunque un errore, sia chiaro.
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Ci sono due passaggi con frasi di uso comune che hai modificato leggermente, ma potrebbe essere una scelta voluta: “il segno di croce” al posto di ‘il segno della croce’ e “forma di petalo di rosa” al posto di ‘forma a petalo di rosa’.
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Ad un certo punto usi un trapassato laddove andava il passato remoto; anche qui, non è un errore vero e proprio: “il principino si era ritrovato a sorreggere” invece di ‘il principino si ritrovò a sorreggere’.
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Infine, non sapevo dove metterti quest’osservazione che però non è una correzione: non ho capito se sia stata volontaria la ripetizione di una stessa frase iniziale, “Lady Margaret Carlton Weiss riposava, adagiata…” dopo qualche riga della prima scena e all’inizio della seconda.
9 punti
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5) Regole narrative |
Ottima scansione delle scene, equilibrio delle sequenze, sviluppo della trama; la focalizzazione è perlopiù interna fissa su Lady Margaret, ma nel finale entriamo nella testa di Axel. Non è un vero e proprio scarto, si tratta solo di un paio di pensieri che paiono più ricordarti da una voce narrante, tuttavia la cosa risulta imperfetta alla luce delle regole narrative; è anche vero che l’autrice per prima spesso varia in questo modo e che le regole narrativa vanno dopotutto plasmate a proprio utilizzo, tuttavia devo tenerne conto in una valutazione che sia il più possibile scrupolosa e oggettiva. Mi ritrovo insomma davanti ad una scelta stilistica che personalmente trovo vincente ma che a livello esclusivamente oggettivo devo segnalare come non ortodossa.
9 punti
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6) Personaggi |
La caratterizzazione dei personaggi è splendida. I due personaggi su cui accentri l’attenzione del lettore sono Lady Margaret ed Axel ed hanno ciascuno un loro approfondimento che non sbatti in faccia al lettore con una descrizione iniziale, ma che lasci gocciolare dalla pagina riga dopo riga. Così impariamo a conoscerli nei gesti e nelle parole e nelle paure, in maniera naturale. Se di Lady Margaret conosciamo meglio i pensieri, essendo nel suo punto di vista, di Axel ce li possiamo comunque immaginare dalla dovizia di particolari con cui hai arricchito i suo comportamenti. Il marito, che in questo caso è un personaggio secondario, compare poco ma con un’aria talmente paterna e orgogliosa da intenerire ed Eloise, che pure è quasi solo una comparsa, centra su di sé la luce del finale.
10 punti
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7) Contestualizzazione |
Pur nella brevità della narrazione il contesto assume forma davanti ai nostri occhi, dalle cicale alle tende alla chaise longue. Non facciamo in tempo ad uscire nel resto del mondo creato dall’autrice, perciò non posso darti il massimo, ma ho totale fiducia nel fatto che l’avresti reso con cura e verosimiglianza secondo quell’ambientazione medievale che è propria di questo universo. Non c’è nessun oggetto stridente, nessun pensiero fuori luogo, nessun gesto che non paia appartenere alle creazioni di Virginia.
9 punti
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8) Sviluppo del tema |
Il tema è presente sotto forma di voglia e di idea, l’idea della rosa che Axel associa ad Eloise e che poi compare sulla pelle della neonata come un marchio nei pensieri della madre. La trovata è originale e funge un po’ da filo in grado di cucire insieme passato e futuro, di associare l’immagine di questa Eloise con quella che comanderà i demoni e di questo Axel con quello che lo saprà fin dall’inizio. Resta però leggermente in disparte rispetto a tutto il resto, tanto che la narrazione starebbe tranquillamente in piedi anche da sola, dal momento che è incentrata principalmente su questa inspiegabile e tanto affascinante attrazione di Axel già per il pancione, per cui il tema non è in effetti stato del tutto sfruttato.
7 punti
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9) Effetto ottico |
Quasi perfetto: impaginato benissimo, giustificato, con tutti i rientri all’inizio dei vari paragrafi, con un ottimo equilibrio tra corsivo e scrittura normale e con la scelta di accentrare alcuni passaggi all’inizio e alla fine che ho adorato. Ottimo anche il titolo, così proposto con due semplici ma aggraziati segni. Eppure, siccome sono tremenda, ti segnalo un unico capoverso che ha perso per sbaglio il rientro, ma che ovviamente non va ad inficiare il punteggio:
“Le leggende antiche avevano sempre sussurrato questo – tra le nebbie dei gelidi inverni accanto a focolari spenti, in refoli di respiro condensato che avviluppavano il cuore –, avevano bisbigliato di persone segnate sin dalla nascita; parlavano di Prescelti destinati a grandi cose e, al contempo, a grandi sofferenze.
Del resto, al mondo non erano mai esistite le rose senza spine.”
10 punti
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10) Gradimento personale |
Credo di essermi innamorata più di questo Axel bambino che di quello adulto, che, da quando ha iniziato a parlare, ha iniziato anche a dire sciocchezze. E l’immagine di Eloise posta tra le sue braccia, che mi aveva già conquistata nei libri, qui assume una tenerezza inconsueta alla saga e perciò ancora più preziosa, pur già odorosa di quel qualcosa di tetro che interverrà nelle loro esistenze. Insomma, l’ho trovata una lettura meravigliosa e mi ha convinta appieno.
10 punti
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Totale: 92/100
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