Mi piace moltissimo sia formalmente che concettualmente..
si apprezza e non stona (mentre forse in alcune delle altre poesie un pochino si, ma non in modo particolare) l'uso della spezzatura versale, che in tal caso amplifica e sottolinea l'enfasi dell'argomento!
Comunque la raccolta di per se l'ho trovata molto interessante e continuerò a seguirla, good ;)

Sembra interessante come prefazione :).
Mi piacciono molto le parole che hai usato. l'effetto cupo che ottengono, è molto bello.
Sono curiosa di leggere gli altri capitoli perché non si capisce molto da questi pochi versi ;)!
Al prossimo capitolo.
Kaika

Indubbiamente - e non sto esagerando - questa è la poesia più bella che abbia mai letto.
E' toccante, pregna della dolorosa impazienza di Euridice di mettere fine all'inganno perpetrato nei confronti dell'amato.
Il suo richiamo, che io immagino pieno di sofferenza, è reale, forse l'unica cosa ancora viva in lei.
Sai, il primo mito che lessi fu proprio quello di Orfeo ed Euridice. Al tempo ammirai l'amore sconfinato di Orfeo, ma qui, in questa poesia, ho finalmente compreso che il vero coraggio fu quello di Euridice, capace di mutilare i suoi sentimenti e il suo stesso animo pur di salvare chi gli sta più a cuore, sotto lo sguardo implacabile degli Dei degli Inferi.

Cavolo! Devo dire che il tuo modo di trasmettere emozioni è semplicemente perfetto.
Non so perché, eppure mi ricordi tantissimo Poe.
Nelle tue poesie si cela molto, le allegorie riescono a fendere il mero significato delle parole, rendendole vive.
Questa, in particolare, a mio parere trasporta in un buio cieco ma al contempo tumultuoso, trapassato dalle lente gocce di sangue che descrivi così bene, simbolo di una disperazione e di una tristezza profonde, senza fine.
In definitiva... Scrivi di più, ti prego!

Leggi la risposta dell'autore

Allora.... questa è la poesia che mi ha colpito di più. Innanzitutto il tema: l'impossibilità di rivivere un amore perduto... e ovviamente l'ineluttabilità della morte. Sembra che la morte vinca sull'amore.
Anche la cura stilistica è notevole, poichè i numerosi enjambement marcano lo scorrere del tempo e quindi lo stato d'animo di Euridice, la sua ansia ed il non poter più aspettare di vedere i sogni infranti dell'amante. L'epiteto "degli occhi che non vedono Sole" inoltre riesce a trasmettere una vera e propria visione della scena.
Ma ciò che preferisco è la fine:

"Perchè mai nessun conforto
troverai tentando di abbracciare
quel soffio che sembra il mio corpo.

Perciò ti chiamo, Orfeo, voltati."

Lei è ormai consapevole di non essere più la stessa... di essere soltanto un fantoccio della donna che lui realmente ama. Ed è qua che si arriva alla consapevolezza che benchè leì continuerà a dimorare nell'oltretomba, mentre Orfeo vivrà, lei lo amerà per sempre, attraverso la speranza che lui possa vivere senza più rimpianti. Negando sè stessa in favore dell'uomo che ama. Insomma, complimenti. Mi sto dilungando troppo XD Baci da Kla!