Recensioni per
Come Santiago ebbe a che fare con gli Italiani
di Dragana

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Questo dunque è per te il pornazzo.
Ok.
Fin’ora i soli pornazzi che mi erano capitati si potevano riassumere con ‘Piegare A, aprire B, girare C, inserire D, via andante con brio...’
Lieta di sapere che ci sono porno di altro genere. Un genere così tanto diverso che… finisce persino per piacermi. A me. Che di solito trovo le storie erotiche un buon incentivo al sonno. E’ tutto dire.

Ah, Maria, Maria, Maria...

Sai cosa? Trovo che questa storia sia un bellissimo spaccato sui vampiri. E’ che io non ho una grande passione per i vampiri, ma non tanto per loro, poveri. E’ per come sono quasi sempre trattati. A me dei vampiri come metafora del male a cui l’uomo cede, o come figure neoromantiche e goticheggianti, non frega un’emerita cippa. Anzi no, mi fanno regalmente girare le suddette. E neppure commento le società più o meno segrete di cacciatori di mostri. Magari pure affiliate alla chiesa, con paramenti e ammenicoli sacri.
A parte la completa mancanza di originalità, in queste storie il vampiro è usato come scusa per mettere in luce determinati aspetti dell’uomo o per inserire umani su cui sono puntati i riflettori. Come individuo a sé, non esiste. Ho sempre avuto antipatia fobia per storie che alla fine parlano di umani, quando i protagonisti dovrebbero essere tutt’altro, ma adesso il fastidio sta diventando una fobia intollerante. E qui non parlo solo di vampiri, ma di qualsiasi essere che subisce un simile abuso.
Ecceppalle, gente. Se voglio comuni esseri umani, mi guardo i vicini di casa o qualche reality. Se cerco una storia di vampiri, o sui SUV (che comunque sono ambulanze ^O^), voglio che sia incentrata sui vampiri, o sui SUV, e che gli esseri umani, al massimo, siano presenti come portata.
Poi odio il soprannaturale. Tanto. E anche il trascendentale. Presente la faccenda sangue/vita? Ecco, quella. Oh, insomma, il sangue non è né più né meno ‘vita’ di una fetta di lombata. O di un’arancia. Ma nessuno si mette a fare sbrodolamenti spirituali su una cotoletta.
Quindi, che vado a cercare vampiri a fare? E chi li cerca? Più che altro, ci inciampo sopra, anche perché ultimamente è difficile schivarli. Sono peggio della rucola, li mettono pure sulla pizza.
Dei vampiri mi piace una cosa. L’idea di predatori intelligenti, mimetici e specializzati. Quello che non trovo praticamente mai. La cosa buffa è che i vampiri della Meyer, sbrilluccichi e lagne Edwardiane a parte, hanno il potenziale per interessarmi molto più di quanto non mi interessino quelli classici, o quelli stile Anne Rice. In effetti, interessarmi di meno sarebbe difficile. Peccato che poi la Sig.ra Meyer si è arenata su matrimoni da provincia, ma il materiale di partenza c’è e ci sono pure autori iperdotati che lo sanno far fruttare. Sì, parlo proprio con te, non fare finta di niente.
Vero che, se fossero esseri veri, così come sono i vampiri sarebbero insensati. A parte il nutrirsi solo di sangue, che è piuttosto assurdo. Una volta catturata una preda, quindi superata la parte pericolosa e faticosa, si ne tiene una parte minima, quella meno energetica, e butta via il resto? Non sarebbero arrivati alla terza generazione, così. Ma facciamo finta che, per qualche ragione, si siano dovuti adattare solo alla dieta liquida. Il mondo è vasto e strano. Di cose anche più bizzarramente demenziali ne sono successe.
Però predatori di esseri umani hanno poca necessità di avere un simile armamentario fisico naturale come quello dei vampiri in generale e quelli della Meyer nello specifico. Non serve essere loro così veloci, così forti, con sensi così sviluppati per catturare esseri fisicamente molto mediocri. Capirei se fossero regolari cacciatori di grizzly o squali bianchi o tirannosauri, ma non di umani. Semmai, per tenere testa all’umanità serve il cervello. Quella dei vampiri si potrebbe definire eccesso di capacità, con un punto debole davvero ridicolo. Sensibilità al fuoco, praticamente la prima cosa a cui un essere umano va a pensare. Ma se sono così devono avere subito una selezione in tal senso e una selezione veramente dura. Personalmente, sono dell’idea che una buona parte di colpa l’abbiano i cari vecchi licantropi. Quelli di Caius, non i cuccioloni di Forks. Il resto lo hanno fatto loro stessi e sono entrati in un loop evolutivo. Più diventano forti, più la selezione è dura, più si rafforzano.
Poi, per forza devono essere pochi e sparpagliati. Semplice costante di distribuzione ecologica. Una delle cose sensate di Twilight (non so se la Meyer ci ha pensato o ci ha azzeccato per caso) è che le loro comunità più grandi contano al massimo un pugno di individui. Solo che così fanno in fretta ad esaurire gli spazi disponibili, che devono essere molto contesi. Poi per loro non è difficile ottenere un esercito. Mica come la povera umanità, che deve inventarsi religioni e filosofie, per far sì che le masse cerchino di scannarsi a vicenda. A un vampiro arrivista basta qualche morso e ha un esercito di teste di cazzo a disposizione.
Quelli che superano la fase della testa di cazzo e raggiungono un ragionevole livello di autocontrollo, probabilmente vagano e si guardano intorno per cercare un posto dove vivere, o un territorio loro, o si uniscono a un gruppo già stabile, o il gruppo stabile lo fanno fuori e gli portano via la casa. Una razza di Gandhi, insomma.
Mi piace ^O^
E qui arrivano i Volturi, che usano un esercito specializzato, piuttosto che un branco di imbecilli senza controllo. Beh, c’è una ragione per cui sono al comando e non credo che abbiano trovato il posto nell’ovetto pasquale. E loro vanno a modificare il comportamento classico dei vampiri, è inevitabile. Niente più branchi in perpetuo, aperto, cataclismatico conflitto. Diventa più una faccenda di sottigliezza che di muscoli.
Anche la tolleranza dei Volturi nei confronti di soggetti devianti è interessante. Intendo il gruppo di Carlisle e gruppi analoghi. Sono sicura che sia un esperimento di Aro, che lascia sviluppare stirpi di vampiri differenti, un po’ come un biologo alleva ceppi batterici mutanti.
Non so perché, ma non ho la pretesa che la mia infima e immatura mente possa comprendere un essere simile. Qualsiasi cosa io sia in grado di immaginare, lui ne può immaginare migliaia di altre ^____^
Magari li tiene come serbatoio di possibilità. In fin dei conti, la variabilità è utile per il successo evolutivo. Oppure solo per curiosità, in fondo non credo che Alec sia l’eccezione in un gruppo simile ^___^
Aro, è questo il gioco a cui stai giocando, vero? Non basta semplicemente ottenere una statica sicurezza e punto. Mi piacerebbe vedere fino a che punto e con quali conseguenze tra, non so, qualche altra decina di migliaia di anni.
A proposito dei Tre Altissimi et Nobilissimi Signori.
Io amo Caius. Il tuo Caius, almeno. Quello degli altri non so, ma il tuo lo adoro. Grazie grazie grazie per dare vita a un soldato e un generale come si deve. Non un pazzo sanguinario e psicotico, non una bestia che pensa solo a distruggere chiunque e comunque. Lo so, l’ho già detto, ma è una cosa a cui tengo molto.
E Marcus che fa? Marcus lascia la scelta ad altri. Per la prima volta, mi è veramente piaciuto, che dei tre è quello che mi lascia più fredda. Con il suo modo di far decidere alla stessa vittima il suo destino.

Mi accorgo che questo non è un commento. E’ che sono partita da Maria e il suo esercito, ho lasciato andare a briglie sciolte l’immaginazione e questo è il risultato. Mi spiace se non era la reazione che volevi ottenere, però tieni conto che per me il pregio più grande è essere capace di far pensare ^____^
E il pornazzo? Beh, per la cronaca, è pure uno dei racconti più eccitanti che ho letto e la cosa bella è che ottieni il risultato lasciando solo intuire.

‘Piegare A, aprire B, girare C, inserire D, via andante con brio...’

Ma anche no, grazie.
Maria e Santiago sono davvero una coppia al calor bianco. Purtroppo, i film natalizi con il loro doppiaggio mi hanno rovinato la suggestione. Adesso, più che al Mariachi, mi vengono in mente El Gato e Kitty ^____^

Recensore Junior

Per prima cosa, io adoro il tuo Santiago. Sarà perché davanti a tutto ciò che riguarda la Spagna o/e il Sud America la mia faccia diventa più o meno così (*.*), ma questo Santiago me lo porterei a casa (forse no, visto che potrebbe divorarmi, ma infondo se fosse vegetariano non avrebbe lo stesso fascino...). 
Maria, poi, è un personaggio che mi è sempre piaciuto, nonostante la Meyer le dedichi qualche pagina (che novità!).
Lei e Santiago sono una coppia-non-coppia eccezionale. "Coppia-non-coppia" perché io non ce li vedrei mai come una vera coppia, di quelle fondate su una base di "sani principi". Voglio dire, c'è attrazione tra i due, passione, e anche amore, ma amore profano, profanissimo (suona davvero male.)
Il titolo del contest, "Rosso con Classe", è proprio adatto a questa storia. Sei riuscita a raccontare un episodio che in molti casi finisce per risultare solo come un sanissima scopata tra tombamici, raccontata anche in modo squallido, con... classe. Tanto di cappello, insomma. 
Tanti complimenti per questa storia, che non è da meno rispetto alle altre :)
Baci,

Kymera Winter

P.S.: Se leggendo il commento qui sopra ti sei chiesta "ma questa ce li ha diciotto anni?", beh, no, mi manca ancora qualche anno. Ma visto che sono cresciuta in una famiglia dalla "mente aperta", nessuno mi ha detto niente quando ho cliccato nella casella "Sì" per mettere la dichiarazione di maggiore età... *corre a nascondersi*. 
(Recensione modificata il 08/10/2011 - 11:56 pm)
(Recensione modificata il 08/10/2011 - 11:56 pm)

Recensore Junior

Devo ammettere che leggere questa storia ha fatto nascere in me due emozioni molto contrastanti.
Stavo lì, tutta tranquilla che controllavo gli aggiornamenti dei miei pochi preferiti, quando l'occhietto mi è saltato sul titolo di questa fic che capeggiava l'elenco. Mi sono sfregata le mani e ho detto "Wa! Non solo Dragana ha aggiornato di nuovo, ma è addirittura una storia su Santiago!!". Sai già quanto ammiri il modo in cui scrivi dei personaggi secondari della saga ed ero davvero curiosa di scoprire come avessi trattato anche questo vampiro e come, secondo te, si fosse unito alla schiera dei Volturi. Inutile dire che non mi ero minimamente immaginato niente di tutto questo.
Come già detto sopra, ho cliccato il link della storia direttamente dall'elenco dei preferiti e, di conseguenza, non ho letto né trama, né avvertimenti, né personaggi. E' stata una grandissima sorpresa ritrovare Maria. Mi sono fermata sul suo nome, terribilmente stupita, chiedendomi come tu avessi messo insieme questi due vampiri e cosa potevano mai avere a che fare l'uno con l'altra... e con i Volturi, ovviamente! Naturalmente, l'unica cosa da fare era continuare a leggere.
Così, presa da un'emozione che si faceva a ogni riga più grande, ho volato tra le tue parole e mi sono ritrovata proprio lì, davanti a quel falò, a guardarli come fossero la cosa più bella al mondo.
Non sprecherò parole sul tuo stile di scrittura - che trovo sempre impeccabile e incalzante - perché c'è già chi l'ha fatto prima di me e in modo egregio. Mi limiterò semplicemente a commentare ciò che io ho letto.
Rendere Santiago un mariachi è stato un vero lampo di genio, nemmeno per l'originalità dell'idea, quanto per il fatto che tu sia riuscita, con una sola parola, a dare anima e corpo a quel vampiro. Tutto sé stesso è concentrato lì e non serve altro.
Maria è Maria, punto. E' trasgressione, è peccato, è vizio; demonio a cui è impossibile sfuggire. Mi è sembrato di vederli, quegli occhi, mentre a loro volta fissavano Santiago e annullavano ogni sua volontà, costringedolo a fare tutto il contrario di ciò che la razionalità poteva suggerirgli. Condizione che daltronde rimarrà la stessa, anche quando i due si saranno separati.
Mi è piaciuta molto la scelta di tenere lontano la loro storia dalla guerra per i territori. Il modo in cui quei due vivono, quasi confinati in loro stessi, ha persino un che di romantico!
L'eros è palpabile e nonostante le scene siano davvero molto forti, non c'è niente che le involgarisce. E' un crescendo di sensazioni talmente concrete che ti da' l'impressione di essere reale spettatore di ciò che sta accadendo.
I Volturi, poi!!! Mi unisco agli tutti i commenti che hanno fatto gli altri su di loro e inneggio un "Osanna" a Marcus che, nonostante lo stato d'apatia a cui lo ha costretto la Meyer, tira fuori una perla di cattiveria davvero sublime! Non oso immaginare cosa avesse mai potuto sentenziare se fosse stato nel pieno del suo sé stesso!!
Giuro che quando sono arrivata a quel punto finale ero completamente ubriaca di meraviglia e ammirazione...
Ma torniamo per un attimo alla frase che ha aperto la mia recensione. Ti ho detto che questa storia ha suscito in me due emozioni contrastanti e se ho reso un'idea di quale potesse essere la prima, non mi resta che rivelarti quale sia stata la seconda... Invidia.
Ebbene sì: non immagini quanto sono stata schifosamente invidiosa di questa fic!  Per un bel po' di tempo sono stata quasi l'unica custode di quella creatura con gli occhi del Diavolo e, nonostante abbia sempre ricercato e incoraggiato a scrivere di lei, leggere questo storia mi ha quasi atterrita! Ho scritto abbastanza su di Maria, ma mai niente che potesse essere minimamente paragonabile a questo. Non posso far altro che farti i miei più vivi complimenti e soprattutto ringraziarti per aver dedicato questo piccolo capolavoro proprio a me!
Spero davvero di leggere altro di tuo su Maria ma anche su questo Santiago che fa tanto caliente!! (Sai che mi ho pensato a Penelope Cruz e Javier Bardem quando ho voluto dare un volto a questi due nella tua storia? sarà che sono così caldi come coppia XD).
Ancora complimenti, alla prossima!!!
Kiss!

Recensore Veterano

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia nasce nel segno del rosso: dall'arsura del messico alle fiamme danzanti che scandiscono la narrazione, all'incontro tra i due protagonisti.
Siamo in Twilight, ma lontani da Forks o da Volterra. Dragana ha scelto, come suo uso, due personaggi secondari è li ha tratteggiati tra le fiamme del falò e le guerre fra bande in Messico.
Conquista già dall'incipit: un mariachi che accende una catasta di corpi, una donna che lo guarda "con gli occhi del diavolo", e una delle migliori citazioni che abbia mai letto qui si EFP:
-Maria.-
Non lo chiese. Sapeva chi era.
-Così sia-, rispose lei.
Perfetta per il personaggio, incastrata tra il ricordo religioso e una canzone di Davide van de Sfroos, racchiude già tutti i temi della storia: sangue, fuoco, canzoni e passione.
La fanfiction alterna la narrazione del primo incontro alla storia più vasta dei due personaggi, portando avanti in parallelo i crescendo delle due trame, fino alla risoluzione finale: chi si avvicina troppo al fuoco (e al diavolo) si brucia.
Il resto è da leggere.

Recensore Veterano

Ciao,
comincio dalla fine: ho adorato Banderas nella trilogia! Prima lo consideravo ok dopo el mariachi giuro che sbavavo per lui! Per cui se Santiago gli assomigli mandamelo pure per posta che lo prendo in casa volentieri ;)
Hai coraggio di lamentarti di non saper scrivere nulla di "rosso"? In questa storia c'è più peperoncino che in un ristorante messicano (giusto per rimanere in tema). Trovo molto più hot le scene in corsivo di tantissime storie abbia mai letto prima! Bravissima!
Santiago ora non può più lamentarsi: forse solo Aro in persona ha avuto più spazio di lui! E che storia. Un mariachi che segue gli occhi di un Diavolo ma con una sua dignità! Niente neonati, eserciti o territori aveva deciso e così è. Poi per i suoi occhi resta "invischiato" con gli Italiani, ma questa è un'altra storia. Perché un uomo (o vampiro) con gli attributi non lascia la "sua" donna nei guai. Anche a costo della vita.
Sei, inoltre, estremamente brava a evocare immagini forti con le tue parole. Mi spiego meglio: ti giuro che la scena di Santiago che vede i suoi arti staccati insieme alla sua chitarra l'ho "vista" (e ho provato una sorta di dolore profondo). Per fortuna Felix e Demetri sono "... uomini veri, quelli che hanno i coglioni, anche loro amavano combattere, le donne, e le belle storie" per cui non lo bruciano ma lo portano a Volterra. Qui c'è un'altra prova della tua bravura: i tre sono prefetti! Il migliore in assoluto è certamente Marcus: aria annoiata un corno! Tira fuori una sentenza che è diabolicamante perfetta! Ho paura di sapere cosa combinerà quando gli sarà passata la malinconia acuta!!
Un'ultima cosa: geniale la costruzione della storia. Santiago parla spagnolo per cui in Messico ci sta bene; Maria bazzica quelle parti impossibile che non si siano mai trovati; Jasper che sente parlare dei Volturi da lui (chissà perché di buon umore...). Insomma un incastro perfetto. I miei più sentiti complimenti. Un terzo posto assai meritato. Bravissima.
Finisco la recensione solo perché ormai ho terminato i possibili complimenti ma se te ne vengono in mente altri aggiungili mentalmente perché è come se li avessi fatti (che frase incomprensibile lo sò).

Buona serata e mille bacioni

Francesca

Recensore Junior

Uhm. Vediamo di metterla giù che si capisca. Allora.
Le storie che scrivi mi ricordano le fiabe che leggevo da bambina. Ovviamente non nel senso che sono infantili, ma nell'altro. Il senso del fascino che i libri esercitano sui bambini, quello che tu leggi e non sei più nella cameretta ma da un'altra parte. Questi personaggi indipendenti, che vengono a farti visita per raccontarti una cosa ma, mi spiace, hanno anche altro da fare,,. che meraviglia. Tu puoi leggere e sapere fino a un certo punto, ma non tutto, perché c'è così tanto da raccontare che una one-shot sola non ti basta. La verità è che non basterebbe nemmeno una long fiction, su Santiago, o un romanzo da mille pagine. È il bello dei personaggi ben caratterizzati, che assomigliano le persone. Hanno una vita per i cazzi loro e non hanno tempo da perdere con te, lettore, che finisci di leggere e chiedi "ancora! ancora! ha conosciuto gli italiani, e poi? e poi cosa?". Questa sensazione di vita e di dinamismo, dietro il velo delle parole, è qualcosa di impagabile, sul serio. C'è poco da fare. Te lo avevo già detto per la lettera di Aro a Sulpicia, ma questi personaggi sono una roba allucinante. Tridimensionale è dir poco, sul serio.

Recensore Master

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
PAIRING

Dragana è stata penalizzata nel contest perché non ha accettato la coppia predefinita ma ha creato un proprio pairing. Non possiamo che esserne felici, perché il risultato di questa scelta è una storia appassionante, pirotecnica e godibilissima. Se togliessimo dalla storia i riferimenti alla saga di Twilight, con poche piccolissime modifiche la storia funzionerebbe comunque: leggere di questa coppia è appassionante a prescindere dall'universo in cui si muove. Dragana, in realtà, ha creato due OC.

GRAMMATICA

• Un errore di battitura o di distrazione, non so; che il “capace” si riferisca agli occhi o a “quelle”, in ogni caso andava al plurale.

occhi di una donna di quelle capace di dannarti l’anima.

• Qui un piccolo pasticcio di punteggiatura, secondo me. Pare che entrambe le versioni siano corrette, mi riferisco a mettere il puntino dentro o fuori dalle lineette; però dovresti decidere che versione ti piace di più e attenerti a quella.

Sono piccoli e indisciplinati-. Sorrise. –Erano.-

• Qui manca qualcosa: manca un “di”

ma non si era mai reso conto esattamente di quanto.


IC e/o CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI

Una delle passioni dell'autrice è dare corpo e storia a personaggi che nell’opera di base sono spesso solo dei nomi. Nel caso di Santiago, il nome dà qualche indizio in più: sarà per forza spagnolo o di origini sudamericane. Dragana però ha aggiunto qualcosa di speciale allo sfruttamento logico dell’indizio fornito dalla Meyer: Santiago è un mariachi, e un mariachi ha delle caratteristiche che stanno bene, benissimo a un vampiro, oppure un vampiro ha delle caratteristiche che stanno bene, benissimo a un mariachi. Il sangue e la sete di sangue richiamano il rosso e la passione:

"Voce e chitarra, e poi cuore e anima per comporre le canzoni. Sangue da bere, donne da amare, battaglie da combattere."

"Santiago non voleva eserciti, territori, scontri; voleva viaggiare per il Paese, suonare la sua chitarra, anche combattere se capitava, perché gli uomini devono avere i coglioni, ma essere liberi come il vento. Era sopravvissuto perché era scaltro, veloce, combatteva bene ed era il miglior mariachi del Messico."

Ecco come è stato creato Santiago, il vampiro sudamericano. Alla povera Maria, in effetti, pur con i suoi occhi del diavolo e tutto quanto, non rimane nient’altro da dire se non “Così sia”.
Personalmente adoro questo mariachi che fa esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare. Che ogni volta che sa perfettamente che la cosa giusta sarebbe andarsene, alla fine resta a fianco di Maria. Che crede come nel Vangelo che un uomo deve avere i coglioni e basta; il machismo reso simpatico. Adorabile, addirittura.

Questa qui sotto invece è Maria. Stesso metodo: poche parole e nasce un personaggio. In teoria potrebbe presentarsi la difficoltà di restare IC, visto che su Maria la Meyer ci dice qualcosetta di più di quanto non faccia per Santiago. Oltre ad un nome, Maria ha uno straccio di storia. Zia Steph però si premura solo di dirci che lei è la cattivona che manipola il povero piccolo Jasper, avida di potere e territori, lasciando a Dragana che se la cava molto meglio il compito di dare spessore al personaggio, pur restando perfettamente IC. L'autrice trasforma Maria in un personaggio-persona che fa ribollire il sangue a qualsiasi uomo le posi gli occhi addosso, dandole passione, motivazioni, carnalità e lussuria.

"E Maria si mise a ballare.
Attorno al fuoco in cui ardevano i corpi dei suoi compagni, lei ballava. Non smetteva mai di fissarlo con i suoi occhi del diavolo, mentre muoveva fianchi, braccia, i capelli neri come una carezza sul seno a malapena contenuto dal corsetto.
La gonna color ruggine (color sangue rappreso) le danzava intorno alle gambe, lei la tirava su, mostrando i polpacci, le ginocchia. Aveva cicatrici sugli avambracci. E aveva una cicatrice sul seno e una sul collo, che più che ricordi di battaglia sembravano morsi di amanti.
E ballava, attorno ai suoi compagni che ardevano."

Altro intervento su un personaggio: eccoti sistemato in quattro e quattr’otto anche Jasper. Che sarà sì, certamente, un superfichissimo Cullen; ma aveva diciassette anni, santiddio, al tempo in cui fu creato e magari era anche vergine. Che poteva essere in mano a una come Maria, se non un cucciolo?

"Aveva parlato con il suo cucciolo, un gringo dai capelli biondi."

E infatti che poteva mai fare, il cucciolo?

"Il gringo aveva annuito, aveva ascoltato i suoi racconti, lo aveva perfino ringraziato, poi era tornato da lei. Quella donna l’aveva fottuto. Quella donna aveva occhi capaci di consumarti l’anima. Occhi come quelli del diavolo."

Ed ecco il dulcis in fundo:

"Ma anche le guardie dei Volturi erano uomini. E come tutti gli uomini veri, quelli che hanno i coglioni, anche loro amavano combattere, le donne, e le belle storie.
Strapparono gambe e braccia a Santiago e, invece di ucciderlo, lo portarono a Volterra."

…arrivano i Volturi, e di nuovo invece che essere una fotografia in bianco e nero o peggio dei cattivi da operetta sono personaggi veri, vivi, 3D, non bellimbusti vestiti di nero da horror per adolescenti. L’ultima parte della storia, quella del processo, esula dal tema del contest, ma qui in sede di segnalazione si può dire che è godibilissima, divertente e in linea col canon dei Volturi: ma quello di Dragana, che è infinitamente più esigente, complesso e appassionante di quello della Meyer.

LA PRIMA VOLTA

La prima volta c’è tutta. E’ “solo” la prima volta di loro due insieme, perché credo che Maria sia vergine solo nelle orecchie, come si suol dire, e lui è un vero mariachi: ma ragazzi, che Prima Volta! Dragana ha vinto il premio Eros -approfitto della segnalazione per specificarlo- perché tutta la sua storia trasuda erotismo, passione, calore. La temperatura è altissima, e non solo perché Maria balla con la gonna alzata attorno al fuoco dove bruciano i suoi ex compagni. Sono i personaggi e l'attrazione tra loro ad essere bollenti, anche quando non si toccano.

TRAMA E STILE

Ho adorato tutto. Dragana è una prestigiatrice delle parole; ci fa veramente quello che vuole e questa volta è diventata Santiago parlando in terza persona, col tono pacato e ironico, che sdrammatizza, che vedo particolarmente adatto al personaggio del messicano mariachi.
Il pregio più grande che io vedo in questa storia è l’aver scelto la nota giusta, anzi il giusto accordo, per far "parlare" Santiago.

"Sarebbe stato meglio smettere di suonare. Guardarla andarsene, o provare a ucciderla. Sarebbe stata la scelta meno pericolosa.
Quindi Santiago continuò a suonare."

ANGOLINO DELLA ROMPICOGLIONI

Qui secondo me un piccolissimo inciampo sul punto di vista:

"Lei lo abbracciò, lo baciò, gli sussurrò parole che aveva sperato di sentirsi dire per ogni giorno in cui erano stati insieme, gliele disse tutte insieme, in pochi istanti.
-Mi stai dicendo che mi ami?-, domandò."

Sembra che sia Maria a dire “Mi stai dicendo che mi ami?”, invece è Santiago. Ma giusto per farti le pulci, eh.

Qualche piccola correzione:

E così Santiago aveva affrontato gli italiani.
Aveva permesso a Maria di riuscire a scappare

E così Santiago aveva affrontato gli Italiani = la maiuscola lasciala che ci sta proprio bene, e poi l’hai già messa…
Aveva permesso a Maria di riuscire a scappare = pesantino, basta dire “Aveva permesso a Maria di scappare”, se guardi ci sta bene lo stesso e il significato non cambia, ma è leggero e scorrevole.

PER CONCLUDERE

Una storia appassionante, scritta bene, colorata, vivace, piena di humour e di gioia di vivere. Due personaggi che bucano il foglio. I personaggi secondari che fanno degna cornice. Per tutte queste ragioni, ritengo che questa storia possa essere un fiore all'occhiello del sito.

Recensore Master

Un’entrata in scena spettacolare, non c’è che dire. Santiago ne sarà contento. Felix un po’ meno. Dice che tutti scopano tranne lui. Anzi, pure lui, ma con un maschio. Perciò dice che devi sbrigarti a rimediare. *indica Felix, poi Renata. Ammicca in direzione di Dragana*
Tornando serie. Anche in questo caso, quanta ansia, quanti problemi ti sei fatta! E invece sei stata in grado di scrivere un piccolo capolavoro!
Sono qui che scrivo complimenti e li cancello subito dopo, perché mi sembrano talmente banali da non essere degni di essere inviati. Come è accaduto con la storia di Erica, ho adorato tutto di questa ff: la scena lemon, in particolare, è sensuale e assolutamente adatta a una vampira come Maria (che, a proposito, mi ha ricordato tantissimo la Carmen del video che mi avevi linkato). Ho trovato macabra ed erotica al tempo stesso l’immagine di lei che balla intorno al fuoco in cui bruciano i suoi compagni, seguendo il suono della chitarra di Santiago.
E Santiago. Un mariachi intrigante e affascinante. Che sa ammaliare con la sua musica, ma che si lascia ammaliare a sua volta dal Diavolo.
È da una vita che devo vedere la trilogia di Rodriguez, ma ogni volta, per un motivo o per un altro, non ci riesco. Devo trovare il modo di reperirli (tra l’altro mi pare che in uno dei tre film ci sia pure Depp, sbaglio?).
E infine… Marcus che propone di bruciare braccia e chitarra di Santiago e di rispedire il suddetto mutilato in Messico per lasciarlo al suo destino è veramente… WOW!! Finalmente un Marcus che si comporta come un vampiro/padrone del mondo degno di questo nome.
Ci sarebbero tante cose da dire, ma sono troppo su di giri.
Bravissima. Bravissima, davvero.
Terzo posto e “miglior rosso con classe” meritatissimi!
Baci, vannagio
(Recensione modificata il 28/08/2011 - 03:59 pm)

Recensore Veterano

Ciao.
Questa storia mi ha davvero affascinata! Non ho mai letto niente di simile, che riguardasse Maria e Santiago insieme. Il secondo viene solo accennato alla fine di Breaking Dawn, in un elenco anonimo, lontano dalla narrazione della vicenda amorosa dei due protagonisti.
La tua storia rispecchia appieno il carattere da "diavolessa" che dovrebbe avere Maria. Di Santiago, per l'appunto, si conosce solo il nome, ma per come l'hai descritto tu, devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Probabilmente questa storia potrebbe far parte benissimo del libro, proprio come la vera storia di Santiago prima del suo ingresso a far parte della guardia dei Volturi.
Mi è rimasto impresso questo loro rapporto. Vi è sia l'amore che la passione, mescolati e alternati tra quei baci, morsi, e tocchi infuocati di cui tu hai parlato.
Santiago è stato costretto a far parte dei Volturi, si è ritrovato a combattere una guerra non sua, accecato dallo sguardo di quel "diavolo" dai capelli neri, e adesso, al cospetto degli Italiani, si ritroverà a combatterne altre, stavolta per l'eternità, senza via di scampo. E ciò che più mi ha incantato di questo personaggio, è stato il suo orgoglio, il suo dimostrarsi uomo anche in situazioni davvero pericolose. Ma per Maria lo avrebbe fatto, ancora ed ancora, se avesse vissuto altre mille vite, non avrebbe cambiato niente del suo passato.
Perché conoscere Maria non è stato solo il suo più grande errore, ma anche il suo più grande desiderio. Non s'incontra tutti i giorni una donna che balla al ritmo della sua chitarra, dinnanzi alla crudeltà di Santiago. Davanti al corpo dei suoi soldati, lei ballava allegramente, senza pensieri, senza paura. Era una donna che non temeva nulla, se non i Volturi.
Sapeva in cuor suo che Santiago non era stupido, che aveva talento nel combattimento, ma sapeva anche che lui era uno spirito libero, che adorava viaggiare e suonare la sua preziosa chitarra.
Ogni volta che facevano l'amore, ciò che importava più di ogni altra cosa, era che la sua chitarra rimanesse intatta, indenne alla sua struggente passione.
La chitarra, almeno quella, doveva rimanere impassibile di fronte agli occhi di quel diavolo tentatore, solo lui doveva cadere nella sua rete.
Bene, dopo questa lunga digressione, sei libera di lanciarmi pomodori o altro per averti annoiato con le mie parole.
Altra parte del racconto che mi ha colpito, è stata quella in cui Caius afferma che Demetri e Felix hanno elogiato le doti combattive di Santiago, e hanno riconosciuto in lui un valido compagno, tanto da non desiderare la sua morte, come avrebbero dovuto donargli.
Ti faccio i miei complimenti per il tuo modo di scrivere, bello, semplice, ma con un tocco di sottile eleganza, che permea tutto il racconto.
In poche parole questa shot mi ha davvero "incantata", proprio come la musica di Santiago ha incantato Maria.
A presto.

Recensore Veterano

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
I protagonisti Santiago e Maria, trattati in maniera del tutto superficiale dall’autrice della Saga di Twilight, Stephenie Meyer, si configurano in questa storia come del tutto originali.
L'autrice ha infatti dato loro un passato, un presente e un futuro, collocandoli nel tempo e nello spazio, caratterizzandoli con poche semplici parole e tramite tante azioni.
Lei, un diavolo tentatore. Lui un mariachi fiero di esserlo. Uno che per salvare la sua chitarra si sarebbe fatto uccidere – o sarebbe entrato nella Guardia dei Volturi.
Un’ultima nota positiva sono proprio loro, i Volturi. Siamo abituati a vederli come i cattivi della situazione, per via della storia “originale”. Il problema vero è che mettendoci nei loro panni non possiamo non vedere che agiscono solo nel nome dell’ordine e della segretezza. Non sono i cattivi collezionisti di poteri – o forse Aro un po’ lo è – che la Meyer vorrebbe che vedessimo: essi agiscono nel nome della salvaguardia della specie. E comunque in questa storia agiscono come dei governanti severi e poco inclini alla misericordia: le parole di Caius offrono una scelta a Santiago, ma di fatto non gliela offrono. E lui potrebbe sopravvivere a tutto, ma non alla distruzione della sua chitarra, e l'autrice lo fa capire bene nel corso della storia.
La conclusione è vera, ma non del tutto: Santiago infatti finisce a Volterra per colpa di una donna, ma se rimane con i Volturi la colpa è di una chitarra!

Dal punto di vista grammaticale e sintattico la storia è più che perfetta. Non c'è un solo errore di battitura da segnalare e la punteggiatura non seminata a casaccio ma inserita con cognizione di causa rende la lettura scorrevole e piacevole.
Il lessico semplice rende l’idea di un uomo del popolo, di uno che è abituato a stare in mezzo alla gente e a raccontare storie per sopravvivere, e contribuisce alla caratterizzazione del personaggio.

La scena – le scene – di sesso di questa storia rientrano perfettamente nell’IC dei due personaggi.
La loro prima volta è stata dura, violenta, alla luce di una fiamma alimentata da cadaveri di vampiri neonati. Il punto di vista utilizzato, quello di Santiago, con la sua voce maschile, il suo lessico crudo, senza fronzoli, contribuisce alla sensazione di mancanza di tenerezza.
Inoltre, l’immagine di lui che fa quello che desidera senza chiedere il permesso, così come lei, che fa sesso con lui perché ha bisogno di essere soddisfatta nei suoi istinti primordiali, definisce meglio il rapporto tra i due, un rapporto che non è basato sull’amore, tranne forse quando lui torna da lei per provare a salvarla dai Volturi.
Il modo di raccontare questa scena è stato, tra le altre cose, estremamente coinvolgente.

Lo stile dell'autrice è maturo, coinvolgente ed attraente e cattura il lettore fin dalle prime righe.
Nel caso di questa storia in particolare, il continuo saltellare tra il ricordo della prima volta e i ricordi successivi tiene il lettore incollato al racconto per due motivi: sapere cos’è successo la prima volta che Maria e Santiago si sono incontrati e sapere com’è finita tra di loro – anche se chi ha letto la storia “originale” sappia perfettamente che lui è finito in Italia e lei no.
I tuoi punti di forza sono le frasi incisive – quasi sentenziose – che illustrano la situazione per quella che è:
“Santiago era un mariachi.”
“Dopo, le era stato vicino, per un po’.”
Frasi come queste introducono la situazione, ma danno al lettore una dimensione in cui muoversi. Raccontano, pur nella loro semplicità Tutto ciò che interviene poi per spiegarle è un più, qualcosa che l'autrice concede, ma che è già racchiuso nella sentenza. Non che sia superfluo, beninteso, è esattamente il contrario: dopo aver “seccato” il lettore con una frase decisa, lo accompagna alla scoperta di ciò che quella sentenza comprende.

Per tutti questi motivi, segnalo questa storia per l'inserimento tra le scelte del sito.