Recensioni per
Supernova: Galad ar Barzum
di sammyjoe Storm

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
25/07/12, ore 19:58

Appena ho letto della strana e curiosa (ed anche improbabile) coppia, ammetto di aver storto un poco il naso. Poi ho visto che ti era stata assegnata per un contest e quindi mi sono detta "dai, lascia da parte i pregiudizi e comincia a leggere" e...beh! Sono molto contenta di averlo fatto!
La storia è descritta in maniera impeccabile, sia per la sintassi, che per la grammatica. Inoltre è coinvolgente e la dolcezza che emana Arwen è davvero adatta a lei!
Mi sono quasi innamorata della descrizione del Re Stregone di Angmar (uno dei miei personaggi preferiti, in ogni caso), mai sarei riuscita a vederlo sotto questo aspetto :D
In conclusione, i miei complimenti! ^^

Recensore Master
23/09/11, ore 10:41

Pairing

Avevi una bella gatta da pelare, cara Sammy. Ti è toccata in sorte una coppia predefinita forse tra le più difficili. C’erano due difficoltà da superare, a mio avviso. La prima è che, dovendo descrivere una scena rossa, si trattava prima di tutto di renderla possibile dando un corpo fisico al Signore dei Nazgul, che sappiamo essere il comandante degli Spettri al servizio di Sauron. La seconda, rendere plausibile l’unione tra una creatura di luce come  la Mezz’Elfa Arwen  e un’incarnazione del Male più oscuro. La seconda parte ti è riuscita alla perfezione: hai reso poetico e perfetto il loro incontro creando una cornice affascinante prima di tutto e poi giocando sull’archetipo dell’attrazione degli opposti. Sulla prima parte, invece, ci lasci con un dubbio sulla modalità dell’incarnazione di lui. Sarebbe bastato poco per rendere perfetto il passaggio logico; tu accenni in modo un po’ superficiale al fatto che il re di Angmar si è trasformato in un umano, ma una spiegazione -anche breve- in più avrebbe convinto maggiormente il lettore aumentandone il coinvolgimento. Che ne so, avrebbe potuto essere “Qualcosa nel corpo che aveva rubato alla sua ultima vittima, il cavaliere Pinco Pallino di Un Luogo Lontano, si risvegliò.”
A parte questo “buco”, il resto a mio parere funziona molto bene.
 
 
Grammatica
Ci sono alcuni errori da segnalare, purtroppo. Te li elenco con qualche esempio:
·         Concordanza dei tempi verbali:
 
Aveva sempre cercato potere e gloria, ma quando li aveva finalmente afferrati, comprese che erano solo un'effimera illusione, perché il potere l'aveva reso schiavo:
 
Invece che “comprese”, “aveva compreso”

·         Coerenza tra verbi che esprimono azioni continuative e quanto segue
 
Man mano che proseguì,
 
“Man mano” è una forma avverbiale che restituisce l’idea di una progressione, di un’azione continuativa, mentre “proseguì” è un’azione puntuale. Accostarli non è logico e in più “stride” all’orecchio. Avresti dovuto scrivere “Man mano che proseguiva”.
 
·         Indicativi al posto di congiuntivi:
 
Sorrise il Signore di Angmar e risalì lento, nonostante il desiderio e l'eccitazione pulsavano
 
Doveva essere “pulsassero”.
 
·         Errori di punteggiatura, ad esempio separare il soggetto dal verbo con la virgola:
 
In quegli occhi, Arwen, vide profili taglienti e appuntiti,
 
Dovrebbe essere semplicemente “In quegli occhi, Arwen vide profili taglienti e appuntiti”. Io avrei tolto anche la virgola tra “occhi” e “Arwen”, ma quello non è un errore, è una questione di gusti.
 
 
 
IC e/o Caratterizzazione dei personaggi

Sei stata brava. La caratterizzazione in sé e per sé non era una grossa difficoltà, in quanto Tolkien non approfondisce caratteri e passioni di queste due figure (io mi riferisco sempre ai libri, non ai film dove Arwen spicca di più)  lasciando quindi parecchio spazio alla fantasia di chi legge o scrive di loro. Tu però li hai connotati a sufficienza ai fini della storia, in modo da trasformare i due protagonisti della scena in simboli dei principi opposti; nel simbolo del Tao, Arwen è la parte bianca e il Signore dei Morgul la parte nera, e la loro attrazione nasce dal punto bianco nel nero e dal punto nero nel bianco. Questo è un aspetto della tua storia che mi è piaciuto molto. I gesti di entrambi rispecchiano perfettamente la loro essenza; ho amato molto l’enfasi che poni sul “Grazie” di Arwen quando lui le lascia la gola e il suo candore espresso dalla mancanza di paura. Si tratta di un perdono: un dono che eccede, letteralmente, perché normalmente uno che ti permette di respirare dopo che ti ha quasi strozzato dovrebbe scusarsi lui, non essere ringraziato. E’ un gesto che esprime accettazione per lui, molto tenero, e la compassione che è uno dei tratti che connotano il personaggio di Arwen, uno dei pochi che conosciamo. Caratterizzante di lei è anche l’ultimo appello che lancia prima che lui scompaia, ancora un eccesso di amore e di speranza nei confronti di una creatura ormai perduta.
Permettimi un commento più da lettrice bimbaminkiosa che da giudice: MA QUANTO L’HAI FATTO FIGO QUESTO CAPITANO DI SAURON? MAMMA MIA! Mi sono vista davanti agli occhi la foresta che si apriva sullo specchio d’acqua e sulla cascata, ho sentito il rombo dell’acqua e la sua forza elementale -anche quel passaggio mi è piaciuto molto- e ho cominciato a sbavare alla vista della schiena muscolosa e della pelle scura e dei lunghi capelli neri sulle spalle del guerriero. Disgraziata! Tutta la mia comprensione per la debolezza di Arwen…
 
Sfruttamento del tema proposto
Direi che ci siamo proprio; questa Prima Volta è resa ancora più struggente dal fatto che sarà anche l’unica.
 
Trama e Stile
Ho adorato innanzitutto le tue descrizioni; mi hai fatto rivivere qualcosa che conosco molto bene, la magia di un paesaggio verdeggiante e in particolare della luce verde di una foresta; in più mi è arrivata in pieno la magia della Terra di Mezzo:
 
Aveva attraversato pianure verdeggianti, boschi, foreste rigogliose e fertili colline; aveva incontrato uomini, Hobbit ed Elfi ed ognuno di loro l'aveva accompagnata per una parte del tragitto, garantendole protezione e compagnia.
 
le piante parevano immense navate e la luce del sole filtrava tra le fronde degli alberi, come se fossero magiche vetrate, illuminando come spilli lucenti il sottobosco. Ogni erba poteva essere una medicina, ogni frutto un cibo, ogni anfratto di roccia, cavità di corteccia o gobba del terreno la tana di un animale e ogni radice una cura.
 
Ci sono vari passaggi in cui utilizzi le parole in modo musicale e poetico, adatto all’evocazione di un reame incantato e di due personaggi più che umani.
 
Distese di Vespro infinito e luminoso si scontrarono con montagne di roccia avvolte dall'oscura nebbia. In quegli occhi, Arwenvide profili taglienti e appuntiti, creste di odio e versanti scoscesi di malvagità, ma anche passi e valichi nascosti.
 
·         Uso “stilistico” della punteggiatura: qui invece potresti migliorare molto il tuo stile. La punteggiatura significa anche gestione della musica e delle pause, esattamente come se invece delle parole tu avessi davanti uno spartito. Una pausa in più o in meno può cambiare l’atmosfera e agire in modo radicalmente diverso su chi ti legge. Ti faccio un esempio pratico, credo che renda più di mille parole:
 
Versione originale:
Lo guardò scomparire nella boscaglia e fece un ultimo tentativo, richiamò a sé l'essenza della natura e con l'aura inviò un messaggio al Cavaliere, nella speranza che udisse le sue parole e le ascoltasse: “Im Arwen. Telin le thaed. Lasto beth nîn, tolo dan nan galad” (***)
Non ricevette nessuna risposta, attese finché non percepì più la sua presenza, chiamò Asfaloth e decise di riprendere il cammino verso Gran Burrone.

 
Versione con punteggiatura modificata:
Lo guardò scomparire nella boscaglia.
Fece un ultimo tentativo: richiamò a sé l'essenza della natura e con l'aura inviò un messaggio al Cavaliere, nella speranza che udisse le sue parole e le ascoltasse.
 “Im Arwen. Telin le thaed. Lasto beth nîn, tolo dan nan galad…”
Non ricevette nessuna risposta.
Attese finché non percepì più la sua presenza; poi chiamò Asfaloth e decise di riprendere il cammino, verso Gran Burrone.

 
·         Gestione del punto di vista: a tratti confusa. Dovresti fare più attenzione a rendere chiaro a chi ti legge chi sta dicendo cosa, tenendo conto che il lettore tende ad attribuire l’azione all’ultimo soggetto che ha letto, che gli è stato suggerito. Questa può essere uno scoglio in una scena rossa, dove i protagonisti sono necessariamente due e chi scrive ha il desiderio di esprimere, come in questo caso, le sensazioni di entrambi. Gli errori nella gestione del punto di vista lasciano il lettore confuso e gli impediscono di essere pienamente coinvolto nel momento. Anche qui, ti lascio un esempio in cui ho evidenziato i salti da un soggetto all’altro:
 
Versione originale:
Il Cavaliere sospirò grave, quando con la mano sfiorò il sesso rigido e lo accarezzò.
Lasciò i seni e riaffondò sulla sua bocca, con la mano seguì la linea del bacino, scese sulla coscia e si spostò, accarezzandola, fino al suo interno, risalì e le sue dita iniziarono a sfiorare l'ultima parte di tessuto che le era rimasto indosso. Sentì la sua eccitazione e il suo calore, il suo respiro si fece più veloce e quando iniziò a toccare con più avidità, spostando il tessuto, sospirò anche lui.

 
Il Cavaliere LUI sospirò grave, quando con la mano LEI sfiorò il sesso rigido e lo accarezzò.
LUI  Lasciò i seni e riaffondò sulla sua bocca, con la mano seguì la linea del bacino, scese sulla coscia e si spostò, accarezzandola, fino al suo interno, risalì e le sue dita iniziarono a sfiorare l'ultima parte di tessuto che le era rimasto indosso. Sentì la sua eccitazione CHI? e il suo calore, il suo respiro DI CHI? si fece più veloce e quando iniziò a toccare con più avidità, spostando il tessuto, sospirò anche lui.

 
·         Infodump: tendenza allo spiegone. Non è grave ma c’è. Non avere fretta -e spesso nemmeno la necessità- di spiegare tutto, la spiegazione annulla la magia. C’è un pezzo che io avrei almeno spostato in fondo se non addirittura eliminato:

La loro diversità era talmente forte che la loro attrazione non poteva essere inferiore.
Erano mondi diversi, poli opposti, buio e luce, bianco e nero, terra e cielo, oro e pece, ed era proprio il loro divario ad attrarli indissolubilmente. E E’ quando due mondi distanti, seppur vicini, che coesistono da sempre, si attraggono che accade l'inevitabile: Supernova.

 
·         Ci tengo a sottolineare che hai reso perfettamente la magia del Signore degli Anelli. Nonostante alcuni errori che mi hanno disturbata, la narrazione scorre, le immagini richiamano poesia e magia, elementi della natura, forze primordiali e sensualità. Sei riuscita a farmi “vedere” molto bene i due splendidi protagonisti.
 
Gradimento personale
Mi è piaciuta moltissimo. Quando un pezzo mi piace così tanto, mi viene il nervoso se ci trovi degli errori. Ti consiglio di studiare  -come farò io, visto che mi scoccio a dover ripassare tutto ad ogni contest! XD - una volta per tutte l’uso della punteggiatura e di tenerti magari vicino un riassunto schematico delle regole principali quando scrivi.
Ho apprezzato in modo particolare il lavoro svolto per rendere coerente all’Universo di Tolkien l’incontro tra i due personaggi, con la corretta collocazione temporale dell’incontro di Arwen con il Signore dei Nazgul. Questo significa essere capaci di “stare al gioco”, una qualità indispensabile ad uno scrittore per essere convincente con chi lo legge. Crederci, e coinvolgere il lettore con la propria convinzione.
Lasciati dire un “Brava!” col cuore.

Recensore Veterano
22/09/11, ore 16:37

Ed eccomi qui a rileggere per la 20 volta questa bellissima storia ^^ mentre leggevo ho avuto la sensazione di guardare lo stesso paesaggio di Arwen, di sentire gli stessi rumori della foresta e di trovarmi in un libro di Tolkien, uno dei passaggi che preferisco è questo "Si addentrò in un bosco, le piante parevano immense navate e la luce del sole filtrava tra le fronde degli alberi, come se fossero magiche vetrate, illuminando come spilli lucenti il sottobosco. Ogni erba poteva essere una medicina, ogni frutto un cibo, ogni anfratto di roccia, cavità di corteccia o gobba del terreno la tana di un animale e ogni radice una cura. Udì gli uccellini cinguettare la melodia dei loro canti felici"...la descrizione è viva, reale!!!
La coppia Arwen / Signore dei Nazgûl è la più improbabile che ci sia ma hai trovato il giusto equilibrio in modo da rendere unica la loro prima volta; con questa frase hai resto perfettamente l'idea "Così diversi ma in quel momento così uniti, le loro essenze si abbracciarono e fusero, non erano più bianco e nero, luce e buio, Nord e Sud, erano un tutt'uno, un'unica essenza legata dal connubio della loro diversità, dove nessuna prevaleva sull'altra, creando un equilibrio"...sei stata bravissima Sammyna, sarò di parte ma adoro il modo in cui scrivi <3

Recensore Veterano
07/09/11, ore 03:04

Coppia difficilissima, eppure storia meravigliosa. Bello lo stile, bella la caratterizzazione, bello il contrasto tra i due. Sono rimasta molto colpita da questa ff e ti faccio davvero i miei più sentiti complimenti :)

Recensore Master
01/09/11, ore 13:30

Posso accodarmi al commento bimbominkioso di jakefan? Ma quanto è figo il Re Stregone! Digli che se vuole passare da me io sono qui. Più che ad Arwen assomiglio a Lobelia Sackville-Baggins, ma bisogna sapersi accontentare, no?
Scherzi a parte, complimenti.
E' da un po' che non rileggo il Signore degli Anelli e la tua storia è stata una piacevole immersione in quel mondo; le atmosfere, la caratterizzazione dei personaggi, la cura che hai messo nel tratteggiare epoca e luoghi, tutto mi richiama alla mente l'universo Tolkeiano.
I personaggi sono splendidi; sei riuscita a destreggiarti perfettamente nel clichè luce/oscurità, usandolo senza mai renderlo banale, già dal primo scambio di battute: lei è trasparente e sincera, lui guardingo e sospettoso.
E l'incontro non può che finire come finisce, con la separazione dei due; scelta obbligata dal canon, certo, ma che tu riesci a rendere naturale, malinconicamente dolce. leggo e penso che non possa che essere così, non perchè lo dice il canon, perchè lo dice la tua storia.
Un piccolo appunto: non mi convince molto l'uso del termine "supernova". O meglio: spiega perfettamente ciò che intendi, ma lo vedo un po' stonato nell'ambientazione, ecco, un po' come lo sarebbe dire, che so, "Tizio ha la mente come un computer". Non fa fantasy.
Però è proprio una sciocchezza, questione di gusto personale; per il resto ti rinnovo i complimenti per una storia splendida ed evocativa, e complimenti alla mamma del capitano!

Recensore Veterano
30/08/11, ore 13:45

Sei riuscita a ricreare molto bene l’ambiente in cui si muovono Arwen e il Signore dei Nagzul, e per questo devo farti i miei complimenti, che si estendono anche all’attenta ricerca che hai effettuato per rendere credibile l’incontro tra l’Elfa e il Negromante.

La coppia che ti avevamo assegnata era forse una delle più difficili del contest. Effettivamente, cosa hanno a che fare la figlia del Re degli Elfi e il Re Stregone di Angmar? Eppure sei riuscita a rendere l’incontro tra i due piacevole.
Ammetto di ricordare poco della caratterizzazione di Tolkien – Arwen e il Cavaliere sono rispettivamente la bella Elfa e il braccio destro del cattivo, e lo so che è riduttivo – ma li ho trovati dei buoni personaggi, in questa storia, valutandoli come degli originali.
Lui con i suoi rimpianti di cavaliere reso schiavo dalla sua brama di potere e lei con la sua grazia infinita e la sua bontà, mi sono sembrati davvero due personaggi con una buona caratterizzazione.

La storia è sostenuta da una buona grammatica, nonché da buoni sintassi e lessico, tuttavia la punteggiatura è sistemata spesso in maniera errata.
Inoltre ho notato che in più di un punto c’è un cambio di soggetto all’interno di un periodo che di fatto non viene “segnalato” come tale, pertanto le due coordinate hanno soggetti diversi, ma sembrano avere lo stesso. Un esempio:
“Pochi istanti dopo la curiosità, tipica femminile, prese il sopravvento e si sporse appena per guardare.”
In questo caso, il soggetto del “si sporse” è Arwen, eppure da come è scritto sembra essere “la curiosità”. Attenzione, perché oltre ad essere un errore piuttosto grave è di ostacolo alla fluidità della lettura.
Attenzione inoltre agli errori di battitura, che non sono pochi.

La scena di sesso di questa storia l’ho trovata delicata ed aggraziata, descritta quasi in punta di piedi. Garbata, oserei dire.
Un breve momento in cui il buio cede alla luce e viceversa, e che nell’universo creato da Tolkien si colloca benissimo.

Il tuo stile mi piace, anche se c’è un po’ da migliorare l’uso della punteggiatura e il modo di costruire i periodi più complessi. Trovo molto gradevole la delicatezza con cui ti proponi al lettore e con la quale racconti le tue storie.

Concludo perciò dicendoti che, nonostante gli errori seminati qua e là, la storia mi è piuttosto piaciuta.

Grazie per aver voluto assecondare la nostra pazzia che ti ha assegnato questa coppia assurda deliziandoci con una storia così carina.