Recensioni per
Insetto.
di GreenNightmare
molto intensa. mi ha ricordato (in realtà ci stavo già un po' pensando di mio) una sensazione già trasmessami - tra il resto - dal libro 'Gli indifferenti' e dal racconto 'I muziki' (Checov). l'impressione di una straziante prigione interiore che disfa chi vi s'è autorinchiuso, tirandolo (un po' come quelle tavole di tortura medievali in cui le braccia e i piedi venivano tirati in due direzioni opposte) tra la lucida contemplazione di uno sfacelo che circonda fingendosi meraviglioso, e la mancanza di reazione conseguente. in realtà, penso che distruggere pavimenti e quadri e specchi corrisponda allo scagliarsi contro i prodotti di una macchina che potrebbe essere distrutta già alle sue radici, già che talvolta basta un nocciolo di frutto sputato tra i meccanismi, o una manciata di sabbia al posto della benzina. ma per farlo, credo, occorre un punto di partenza fondamentale: volerne davvero fare a meno della macchina. non migliorarla, non assecondarla pur trovandola orrenda, bensì volerla distruggere davvero, per farne a meno, non per sfogare su di essa il vuoto a cui non riesce a rimediare. non uno sfogo di rabbia, ma un sogno di distruzione di ciò che è già morte, ma pretende di essere l'unico modo per vivere decentemente. oppure, è possibile, accade spesso, un giorno subentrerà la rassegnazione (qualcuno la chiama, curiosamente, 'crescere'. termine strano per intendere un adattarsi alle catene.) |
Mi sono rispecchiata nelle tue parole... giuro. Forse ho interpretato il testo in maniera personale, ma mi ci sono vista dentro. La me stessa di diversi anni fa, come mi sentivo in quel periodo. |
Sinceramente, la tua è la prima introspettiva che leggo. |