Recensioni per
Saṃsāra 0
di S iberia

Questa storia ha ottenuto 23 recensioni.
Positive : 23
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/08/16, ore 18:36

Occavolo, mi siedo!
No, miseriaccia, sono già sdraiata.
Ma lo sai che questa cosa che hai scritto è stupenda?
L'ho divorata e quando sono arrivata all'ultimo capitolo che mi ha destabilizzato un po' perché o io non ho capito niente, ma chi è Adrian?
Comunque ... Perché é incompleta?!?!?
Periodo storico che mi affascina, ma che conosco poco. Un po' mi ricorda le atmosfere di Christian F., ma visto che è l'unico termine di paragone non faccio testo.
Sono una lettrice esigente, che guarda ad ogni tipologia di storia con occhi diversi. Se nel fandom le storie omosessuali mi infastidiscono, negli originali le apprezzo, quando scritte bene. Come tutte le storie: lo spartiacque tra una buona storia e una pessima storia è tutta lì nella bellezza. E cos'è la bellezza in una storia? È molte cose.
È la forma scaturita dalla scelta delle parole e dal loro ordine: non basta dire: "Il cielo è azzurro." perché il cielo sia letterariamente azzurro.
È la trama. Le cose scritte, ma soprattutto le cose non scritte. Chi è bravo, ma bravo davvero, sa che scrivere una storia non è scrivere un libretto di istruzioni.
Sono i personaggi. Martin e Viktor. Ho adorato Martin fin dal primo capitolo. È vero. Potrebbe essere esistito davvero.
Martin incarna la giovinezza di quegli anni, cresciuta all'ombra di una città spaccata; siamo a metà degli anni 70; c'era l'ambiguità glam, la parentesi irrepetibile del krautrock, le prime avvisaglie punk.
Martin è spezzato nell'anima e nel corpo ed è troppo bello per questo mondo. Se esistesse veramente, vorrei poterlo trattenere, prendergli il volto tra le mani e dirgli "Tu sei. Resta qui, in questo mondo." Non con l'animo della crocerossina, ma con quello di un dio.
Ma Martin è spuma di mare che si infrange sugli scogli e ha la sua maledizione. Che non importa quante volte toccherà la terra, tornerà sempre indietro.
Martin ha fame, una fame insaziabile. È alla ricerca di qualcosa che non troverà mai.
Victor riesce in qualche modo a placare quella fame, per un po'. A modo suo. L'amore è illusione, solo che a volte è più credibile di altre.
Però ... però... è veramente un peccato che tu non l'abbia finita. Essendo non recente immagino che a un certo punto tu non l'abbia più sentita tua e capisco che non sia facile continuare una storia che non riconosci più, però, ribadisco, è un peccato.
Un abbraccio.
E.

Recensore Veterano
05/02/13, ore 12:41

Ho letto questa tua storia ieri sera e mi ha tenuta incollata allo schermo.
Adesso non so bene cosa dovrei pensare, a dir la verità.
A prima vista l'ambientazione mi ha fatto illuminare gli occhi. Riconoscere tutti i luoghi che Martin va girando o che sono citati nella storia poi mi ha rallegrato nel leggere qualcosa che non ha assolutamente niente di allegro.
Neanche uno spiraglio di luce, neppure un soffio di aria pulita, è tutto cupo e profondamente squallido.
Le ambientazioni mi ricordano un po' alcune scene di "Christian F. e i ragazzi dello zoo di Berlino" (il film, non il libro) mentre la sensazione (del lettore) è quella della Speranza-pipistrello che sbatte contro i muri e picchia la testa sul il fradicio soffitto.
è soffocante ma poi ci si abitua almeno un po' dopo il quinto-sesto capitolo e si intravede sotto la chiara scelta estetica di rappresentare una sorta di "sublime fosco".

Il contesto storico è effettivamente appena accennato ed è evidente nel primo capitolo (so che te l'hanno già detto ma il dialogo muto con la bomba H di Martin è davvero una trovata geniale) dove sembri voler contestualizzare solo per presentare i personaggi e la storia. Ma del resto il contesto storico è fatto per quei personaggi che vivono nella storia, non per quelli che ne sono ai margini, i "borderline" come tu stesso hai definito ultimamente Martin. E sarebbe a dir poco un controsenso che il protagonista, così indifferente alla vita, possa mai interessarsi di come va il mondo al di fuori delle quattro strade cupe che percorre stancamente, dalla Ku'damm allo Zoologischer Garten Bahnhof (a proposito al quarto capitolo, prima frase "le ha pagate un marco allo Zoo Bahnhof" se non vuoi dire "Stazione dello Zoo", non so se è voluto ma una costruzione italiana per un'espressione tedesca suona davvero strana ^_^ ).
Invece la storia è assolutamente realistica, potrebbe essere anche storica per quel che ne sappiamo.
Una Germania allo sfascio, una Berlino allo sfascio e una famiglia allo sfascio.
In un certo senso mi ricorda molto una tendenza tipicamente romantica, quella del paesaggio-stato d'animo, dove la realtà interiore del protagonista si riflette su ciò che è intorno a lui: magari Berlino non era così disperata e cupa ( ad esempio credo che rispetto a Berlino Est, la Berlino degli amercani guadagna qualche punto <.<)  come la dipinge Martin, ma è così chiaro che sotto la terza persona si nasconde il punto di vista di M. che si capisce come tutto possa essere così nero. Mi sono piaciute trovate come ad esempio l'origine slava di Martin e gli accenni al muro oltre il quale ci potrebbe essere il padre, da qualche parte, oppure l'origine angloamericana di Matt e il bilinguismo di Viktor che secondo me è solo un espediente per una discussione filosofica sugli Indifferenti di Moravia (ammettilo ù.ù). In un modo o nell'altro anche questi piccoli dettagli fanno contesto storico, dunque su questo punto ti rassicuro.
(A proposito, il tuo nominare Bulowbogen mi fa definitivamente pensare a Christian F.  - http://www.flickr.com/photos/lautenschlag/4237914049/   ecco dove l'avevo già sentita)

I personaggi mi lasciano un  po' sconcertata; sempre sull'orlo del baratro, assolutamente tutti riconoscibili perchè caratterizzati in ogni gesto. Forse quello che mi lascia perplessa è Viktor che ha un ruolo strano nella vita di Martin e nella vita in generale. Sembra uno stronzetto qualsiasi che tira a campare e poi il secondo dopo si scopre che legge Moravia durante la notte, sembra una bestia assetata di sangue e di carne e poi un attimo dopo  questo "Le parole, le confessione stupide e mediocri  del piccolo cuore di Viktor, fondono come metallo nell’umido calore degli occhi sognanti di Martin.".
Mente? Oppure semplicemente assume tratti bestiali perchè non potrebbe sopravvivere altrimenti? In fondo sono tutti nella stessa barca lì e sopravvive il più forte.
E alla sua natura bestiale si mischia anche il desiderio di possessione che lo porta a offendersi ogni qualvolta che Martin scappa per riprendere il respiro. Perchè il loro rapporto è semplicemente autodistruttivo quanto quello di un eroinomane e la sua rota.
C'è qualcosa di maligno in questa storia, come il personaggio di Martin che sembra totalmente sbagliato, che fa venire la rabbia.
Martin è annoiato, è indifferente e davvero mi ricorda il Michele di Moravia che non ricorda neppure di caricare la pistola prima di sparare a Leo per vendicare l'onore della famiglia.
Dannato da un corpo androgino che lo rende femminile e dannatamente attraente (amo alla follia i personaggi androgini ma credo sia un fenomeno comune che sto cercando di investigare - anzi a questo proposito ti consiglio "Kitchen" di Banana Yoshimoto in edizione Feltrinelli, con la postfazione di Giorgio Amitrano - Fondamentale!) però M. non fa niente per nasconderlo, anzi, non fa che esaltarla con una certa lascivia, abbigliandosi come una puttanella (vd. il vestitino di cap. 11 o ancora prima i jeans che non lasciano nulla all'immaginazione cap. 3), mostrando indifferenza qualunque cosa sia fatta di lui, neppure rassegnato.
Quello che brucia terribilmente è che non ci prova nemmeno.
Manca totalemente il senso dell'indignazione, della ribellione, perchè questo presupporrebbe una speranza, una ribellione, un senso di moralità. Ma non c'è nulla di tutto ciò e mentre sullo sfondo il lettore intravede gli eventi, percepisce in lontananza gli abusi, la violenza, di primo acchitto emerge solo una noia e la descrizione metaforica del vuoto , il concentrarsi su piccoli insignificanti particolari che piuttosto che sviare l'attenzione mettono in risalto più che la sua condizione di vittima una tendenza autodistruttiva. Non viene neanche da provare pena ma solo pensare "te la sei cercata" (poi questo discorso ti ricorda terribilmente che questo è l'argomento che hanno usato e usano ancora oggi gli strupratori in tribunale -  "se l'è cercata"- e ti fai orrore da solo... ma puoi darmi torto? ).
All'inizio infatti anche io ero certa che M. fosse solo una vittima eppure non ho potuto fare a meno di riflettere sulle parole di Matt :  "Ma tu hai una couldn’t-care-less attitude così forte che non farai mai nulla di veramente eclatante come cacciarmi via. Dici di no, e resti qui. Per te è indifferente che questo succeda. Io voglio che succeda. Un tuo gesto, un tuo grido…and I’d stop myself. Ma devi fare qualche cosa ragazzino, nella vita si devono prendere responsabilità ad un certo punto. Non se ne scappa."
Ovviamente Matt non si sarebbe certo fermato ad un suo grido (da schifoso pezzo di merda qual'è) ma comunque questa è la verità. E il fatto che i suoi carnefici lo percepiscano ovviamente da loro quasi la possibilità di autogiustificarsi...
Avrei voluto sottolineare qualche altro aspetto di M. quando mi verranno in mente ne scriverò (a proposito, non me ne volere... ma che brutto nome Martin! ).
Il personaggio che mi ha più meravigliato e mi ha più "divertito" in un certo senso è Paula.
La rivalità che si crea con Martin e la gelosia per il figlio è una trovata geniale specie se definito con due anime quella di Madre e di Donna. E rafforza ancora di più la mia tesi di cui sopra.

E termino con due parole sul tuo stile di scrittura, per nulla leggero e per quanto prevalgano paratassi, punti fermi e periodi brevi è talmente intrinso di metafore, immagini mutuate da tutti e cinque i sensi, ossimori (anzi, si potrebbe dire che tutta questa storia ha qualcosa di "ossimorico" nel senso che la materia non è trattata con la crudezza e il realismo a cui sarebbe logico pensare ma è come se ci fosse una sorta di barriera nebulosa tra la cruda realtà e la natura poetica dello stile - insomma il contrario di gente tipo Bukowski o Irvine Welsh- sai che invece un po' mi ricorda i deliri di Miller invece?). Ogni tanto è troppo oscuro, ogni tanto è scoraggiante e confondente, anzi non consiglio di leggere tutto in una botta come ho fatto io. Ma d'altra parte è anche terribilmente trascinante. Come ho già detto è una storia maligna, dove ad ogni moralità si sostituisce il gusto per lo squallido e una sorta di sadismo e apprezzamento del languore generale (una sorta di D'annunzio basso - anche se forse questo non è proprio un complimento - ritiro tutto <.<).
Perchè (non tanto) in fondo quasi ci piace leggere dello squallore nella vita di M., gli da un tono sensuale e nauseabondo, un certo Spleen Baudeleriano.

L'ultimo capitolo però è un'incognita, non credo di aver veramente capito di cosa parla.
Dovrò rileggerlo, magari però a distanza di qualche tempo.
Ok, non ho riletto, non intendo rileggere, perdonami se mi sono lasciata trascinare dall'entusiasmo per la lettura e spero che comunque, prima o poi aggiornerai.
E da quel che ho capito ami il russo e il tedesco? Che belle lingue entrambe, anche se la mia predilizione va decisamente alla seconda (anzi di russo so poco e niente).
Achso bis bald fräulein,

Neal C.



Recensore Master
28/12/12, ore 22:51

Oh bene.
Oddio, mica tanto. Guarda che hai scritto e io che neanche volevo iniziare questa storia!
Come vedi tengo buoni i propositi e mi gusto la lettura a poco a poco: per ora sono arrivata qui. L'ho messa tra le preferite anche se, sinceramente, ancora non ho capito quasi niente della trama, né dove voglia andare a parare (ma credo sia azzardato parlare di "trama" vera e propria per questa storia). L'ho messa perché è magnifica. E' cruda, cupa, malata, morbosa, squallida e chi ne ha più ne metta e riesce ad essere bellissima proprio per tutto questo pastiche.
Vedi? Il vizio di non leggerti da tanto: mi sembra sia tra le più belle che hai scritto, in generale tra le più belle che ho letto nel sito. Diciamo proprio una delle letture più belle che ho da parecchio tempo, intendendo con "bello" una serie di sfumature poco canoniche... non so come spiegare. Ti ringrazio per averla condivisa, è di quelle cose che ti fanno battere il cuore a leggere tanto ti riempiono per il modo in cui è scritta e come è gestita. Sul serio: sono rimasta esterrefatta dalla delicatezza e dalla crudezza, da Martin, quest'anima volubile e nervosa, così indolente, così sconfitta, così fragile e seducente... amore letterario a prima vista, chiamiamolo così <3 Viktor non l'ho ancora inquadrato, non mi pare proprio un tipo inquadrabile, poi. Mi inquieta, ma in generale mi inquietano le atmosfere, ogni volta sto lì col fiato sospeso pensando succeda una catastrofe che non è detto debba essere una cosa concreta e visibile, no, piuttosto qualcosa che si accordi a questo contesto rarefatto e claustrofobico di emozioni che hai creato. E' come se non importasse il singolo personaggio e la singola situazione, ecco, c'è un andare oltre. Concorre il tipo di scrittura, che ho trovato diversa (forse è davvero da tanto che non ti leggo), così pulsante e vivida, precisa e amara: dice tutto e niente, parla di tutto e di niente...
Questa non è una recensione, è più che altro un delirio di impressioni, lol. Ma ormai mi conosci. E ci tenevo a scrivertelo, così approfitto e ti ringrazio per gli auguri di risposta. Sono contenta che hai passato delle belle feste ^^ anche le mie lo sono state. Visto che ci siamo: s novym godom!
(eh già, il russo non ha più segreti per me xD)
un abbraccio
Primavere

Recensore Junior
30/11/12, ore 23:04

Mi si è stretto lo stomaco nel leggere questa storia.
La trovo magnifica, cruda, diretta e amara, giacché qui ogni parola ci riporta in modo nudo e crudo la realtà di una Berlino del dopoguerra, una Berlino grigia, fredda e divisa, dove vaga senza meta il nostro Martin, uno dei pochi personaggi che vorrei davvero avere qui accanto a me, in modo da potergli semplicemente stringere la mano, come per dirgli “ehy, io ci sono!”.
Desiderio stupido, lo so, ma questa è la prima cosa che mi è passata per la mente non appena ho terminato di leggere questa storia.
Martin lo trovo particolare: un ragazzo vuoto e, per l’appunto, vacuo, che al contempo nasconde dentro di sé tanta, ma tanta voglia di tirar fuori quello che tenta in tutti i modi di opprimere nel profondo. Martin viene considerato come una specie di bambola da Viktor, una bella bambola da contaminare e strapazzare a suo piacimento, incurante delle sue insicurezze e dei suoi dubbi, delle sue ansie, probabilmente causate dalla violenza avvenuta anni prima.
Viktor non ama Martin, eppure quest’ultimo in qualche modo cerca di trovare amore proprio in lui, quasi bisognoso, disperato, come se Viktor fosse davvero la sua ultima ancora di salvezza.
Cosa mi ha fatto arrabbiare? Il comportamento riprovevole e disgustoso di Paula (spero di aver azzeccato il nome, aw), che preferisce infierire sul figlio piuttosto che prenderlo tra le braccia così da chiedergli perdono: perché ciò che è accaduto non è stata colpa di Martin. La violenza subita dall’ ennesimo patrigno non è stata cercata, non è stata voluta, eppure lei cosa si limita a fare? A versare tutte le sue frustrazioni e tutta la sua rabbia su Martin, accusandolo ingiustamente, preferendo voltare la testa dall’altra parte anziché inginocchiarsi davanti a lui col cuore in mano, il dispiacere dipinto sul suo volto.
Credo di essermi innamorata di Martin, proprio come di Dante Gabriel, di Taurig e di Maška, personaggi dalle mille sfaccettature, dagli animi bui e al contempo colorati, dai caratteri forti e fragili, che tu riesci a rendere così reali, così vivi in modo del tutto naturale e spontaneo. Giuro Vel (mi permetto di accorciare il nick ♥), io non so davvero come ringraziarti, perché come ho già detto, grazie alle tue storie io apprendo, piango, sorrido, rifletto e immagino, percepisco in modo quasi palpabile ogni singola emozione provata dal personaggio e sogno di poter nuovamente camminare pure io in quella terra magnifica che è la Germania.
Recensione lievemente nonsense e sconclusionata, lo so, ma ogni volta che ti rileggo rimango sempre senza parole. Sei fantastica, davvero, e non vedo l’ora di poter tornare a rileggere ogni nuovo capitolo e ogni nuova storia.
Hai un dono, Vel, quindi ti prego, non mollare e continua a scrivere.
Un abbraccio.

Recensore Master
29/11/12, ore 23:55
Cap. 2:

E va bene: ho ceduto.
Ogni tanto, andando a spilucchiare nel tuo account (so di sembrare una stalker così, ahimè) vedevo questa storia e vedevo che aggiornavi e pensavo: aspetto e vedo se ha intenzione di continuarla per non attendere tanto. Insomma: un modo per gestire la lettura, solitamente lo faccio, preferisco sempre trovare storie complete o con parecchi capitoli già belle avviate, a volte sono proprio io consapevolmente che faccio passare un po' di tempo prima di leggere i capitoli di storie che seguo per ritrovarmene un po' e leggerli tutti insieme. Morale della favola: aspetto, aspetto, aspetto, noto che ti fermi, ma avevo ormai già cominciato a guardicchiare il primo capitolo... insomma, niente, ho ceduto e mi sono messa a leggerla stasera e già al secondo capitolo so che la amerò. sarà difficile non divorarla tutta subito, già lo so ç.ç  
Questa non è una vera recensione, più che altro sono miei panegerici sconclusionati, però, ecco, ci tenevo a dirti che mi mancava leggerti perché è così bello tornare alle tue atmosfere poetiche e squallide insieme, questi personaggi controversi che riesci a dipingere con rara maestria con la fredda mano del chirurgo che scava nella psiche umana e la resa toccante di ogni sfumatura. In questi due primi capitoli c'è introspezione, tanti pensieri, ma anche un forte impatto visivo. C'è vividezza e pathos e il tuo bellissimo tocco. Ma non potevo avere dubbi.
leggerti è sempre un immenso piacere
ti mando un bacio :*
Tua affezionata Primavere
 

Recensore Junior
29/11/12, ore 14:39

Ciao!
Innanzitutto, mi rimane molto difficile scrivere una recensione per questo capolavoro, (sì, perché che questa storia è un capovolavoro, si capisce già dal primo capitolo), ma spero che apprezzerai il mio impegno, qualunque sia il risultato. 
Ci tengo a precisare che non capisco il motivo per cui storie come queste non hanno una quantità di recensioni a tre cifre...
Comunque, ciò che amo di più di questo capitolo è la caratterizzazione umana e "vera" dei personaggi, si odiano e si amano allo stesso tempo, si respingono, ma si vogliono.
l tutto è descritto e narrato con una padronanza e una semantica ricercata, ma fino al punto giusto, scorrevole e curata.
Il contesto storico è scelto molto bene, e, per quanto non si possa essere sempre degli esperti, la descrizione nel capitolo trasuda e trasmette alla perfezione tutto ciò che bisogna sapere su quanto accaduto nel periodo di cui parli. Ci si sente come immersi dalla testa ai piedi nel contesto che descrivi, ed è qualcosa di sinceramente magico e importantissimo per uno scrittore.
Ti ho infilata subito nei preferiti e ho voluto subito farti sapere ciò che pensavo.
Grazie per aver postato un lavoro del genere, alla prossima (che penso arriverà presto),
MrB.

Recensore Junior
29/11/12, ore 14:24

Che poi io non capisco una cosa di questo sito: perché chi merita ha poche recensione e l'appena mediocre si trova centinaia di commenti positivi? No, perché poi si confrontano certi scritti dai tuoi e si capisce quale fa schifo e quale davvero merita. Ovviamente il tuo è quello che merita, senza dubbio. Anzi, mi fa un po' rabbia vedere che tale maestria non sia riconosciuta qua dentro. Intanto ti avviso che nonostante stia recensendo il primo capitolo, leggo questa storia da un po' e dico anche che sei l'unica in tutto EFP che riesce a fondere storia e "fantasia" senza creare problemi al lettore. 
Poi si finisce a guardare il modo in cui scrivi e si rimane stupefatti nel ritrovare solamente 17 recensioni in una tale storia che mantiene sempre un ritmo costante, che leggermente si solleva e stimola il lettore e che mai abbassa la cresta.
Bravissima, mi sento di dirti solo questo, il resto di ciò che penso lo vedrai nelle prossime recensioni.

Recensore Junior
14/08/12, ore 17:47

Dunque, eccomi a commentare questa bellissima storia!
Per prima cosa voglio farti i miei complimenti per l'ambientazione, amo gli anni della Germania durante il muro e il fatto che l'abbia ambientato nella Germania ovest e non in quella est me l'ha fatta apprezzare ancora di più! Mi ha sempre affascinato il fatto che nonostante fossero sotto la protezione degli alleati, fossero comunque "in gabbia"; un po' come Martin che nonostante vaghi libero per la città si trova inesorabilmente legato a Viktor e un po' questo strano rapporto di amore/odio con la madre.
Mi sono piaciuti moltissimo tutti questi tuoi personaggi nonostante nessuno di loro sia buono, moralistica ecc... Li trovo molto "veri", realistici e coerenti tra loro anche se Viktor mi è ancora difficile da capire, peggio ancora di Martin che, sebbene dica di avere chissà quante doppie personalità, rimane sempre costante nel voler rimanere accanto al suo compagno.
Non so se è perchè la storia sia formata da tanti capitoli e siamo solo all'inizio, ma sono passati 12 capitoli e Martin è ancora al punto di partenza, e sembra non abbia intenzione di smuovere la situazione. Un rapporto decisamente poco romantico e fuori dagli schemi XD
Davvero bellissima storia, molto reale, non mi stupirei se esistesse un Martin da qualche parte!
Adesso aspetto con ansia i prossimi svolgimenti!
Un saluto
Minner_

Recensore Master
12/08/12, ore 21:31

ciao, innanzitutto. Sono frastornata dalla lettura però cercherò di dare un segnale degno del mio passaggio. Una mia amica qualche giorno fa mi ha suggerito di leggere qualcosa di tuo e quindi mi sono affacciata nel tuo profilo e alla fine ho scelto la storia aggiornata più recentemente anche se tutte mi attiravano moltissimo per la trama e le presentazioni. Sono stata molto felice per la mia scelta e avrei sperato di poter leggere ancora un po' di questo racconto che mi è parso breve da quanto l'ho letto velocemente oggi pomeriggio. Ci sarebbero molte cose da dire però non so se saprò ricordarle tutte. Ho veramente amato questi dodici capitoli perchè sono ricchi, sì penso che la ricchezza sia l'assurda bellezza di questo racconto. C'è un mondo dentro, un mondo sfaciato e immobile, un mondo decadente, da spleen e da lordura dei vicoli tedeschi, un mondo urbano e misero, un mondo storico e contraddittorio, un mondo umano e fragile. Ho trovato la lettura molto spessa, fatta di strati e di rimandi, di citazioni mute, e di raccordi ingombranti, di parole crude ma reali, forti e percepibili. Nella trama effettivamente non accade nulla e questo senso di vacuo che tu annunci nel titolo è il protagonista del racconto, nella sua fetida immobilità da acquitrino in disuso, tutto ristagna nella vita di Martin e lui galleggia semplicemente sul pelo dell'acqua infetta lasciandosi consumare. Il tuo modo di parlare del rapporto malato tra lui e Viktor mi ha colpita moltissimo e mi ha anche fatta irrigidire a volte perchè è sprezzante e toccante, è un pugno sulle tempie. Viene distrutto tutta: dal patriottismo, ai miti storci, dalla famiglia, alle prospettive giovanili, dall'amore, all'accettazione. Tutto si coagula come un grumo di sangue nella esitenza ai bordi di Martin, che è comunque una vita. Ogni capitolo meriterebbe interessanti approfondimenti per tutti i contenuti e i dettagli che tu hai inserito con riferimenti specifici al contesto, alla lingua, alle abitudini, al periodo, cosa rara nel sito. Io infatti sono stata felice, non sai quanto di trovarti, perchè ultimamente avevo letto storie che mi avevano demoralizzata e invece sono contenta di notare che qui, gratuitamente e per diletto, posta materiale anche gente con idee, con conoscenze, con senso della scrittura. Sono veramente entusiasta, non so se aggiornerai, non so se in tutto questo leggerai il mio parere, però mi piacerebbe riparlare con te della storia se avrai voglia perchè sono molto curiosa rispetto alla gestazione e alla scelta degli scenari. Spero che avrai voglia di parlarne. Perdonami se non ho commentato tutto in maniera più precisa, ma ho finito di leggere un minuto fa e temo che il tutto sia impregnato di molte sensazioni a caldo. Quando avrò riacquisito un po' di lucidità ti lascerò un altro parere magari all'inizio, più a freddo.
Ti ringrazio per la lettura e per avermi fatto leggere anche scene che parlano di sesso crudo e reale, ma mai volgare e mai ridicolo, come invece spesso si trova nel sito. A presto, spero.
Giuls

Nuovo recensore
04/05/12, ore 00:06

Prima di lasciare una recensione complessa e dettagliata, vorrei arrivare a pari con questa storia e spero magari di leggerne anche un nono capitolo a breve. Per quel poco che ho letto ora però, devo farti i complimenti. Spero che la recensione che sto per scrivere abbia un senso anche tra sette capitoli, ma queste sono le impressioni che mi sono formata per ora.
Il periodo storico e l'area geografica mi sono particolarmente congeniali: quella degli anni '70 è una generazione nichilistica e quella Germania è distrutta e ferita. Chi, allora, meglio di un giovane tedesco può riassumere il male di vivere che colpisce l'uomo nella vita privata? 
"La prego, Signora Bomba H, scenda presto in terra a liberarci dai nostri peccati…" è una frase bellissima, che riassume in una riga questo desiderio di purificazione, ascensione, cambiamento, senza però che ci sia la volontà di fare attivamente qualcosa, o almeno così mi sembra da questo capitolo.
Per farla breve, direi che le idee sono ottime, la scrittura buona (non dò giudizi più elevati semplicemente perché prima di farlo voglio leggere di più) e in generale questa storia ha il potenziale per essere una delle migliori del sito. Quindi, complimenti.
Spero di recensirti a breve.

Nuovo recensore
24/04/12, ore 12:03

oh poveri ragazzi... sono contenta che tu abbia aggiornato ( vuole dire che il ritiro sabbatico è finito ;) ) ma loro due sembra non si capiscano affatto, sembra non sappiano che fare della loro relazione, sembrano troppo disperati per... tirare avanti.

Ci vuole il terzo incomodo che faccia scoprire al più maskione la paura di perdere il più deboluccio! Tempi duri per Viktor all' orizzonte :)

Arrivedòorci cara e aggiorna presto!

Nuovo recensore
12/04/12, ore 13:50

Una madre che accompagna il figlio... dall' amante?
Er... che madri moderne...

Comunque Paula è una gran donna, tipica frau tedesca proprio.

Nuovo recensore
12/04/12, ore 13:47

oh povero Martin, quasi ci lascia le penne... ma Viktor dov' è quando ne ha bisogno? Così testardo da non averlo ancora perdonato?? sempre più avvincente la storia, proseguo spedita!

Nuovo recensore
12/04/12, ore 13:43

impero i tedeschi?? ma neanche per idea. E i Romani allora cosa sono, Dio in Terra?? I tedeschi ci hanno sempre provato a imitare i Romanischen, e non ce l' hanno mai fatta, i motivi li posso elencare all' infinito, primo di tutto la loro congenita stupidità: mancano di visione geopolitica e geostrategica. Gli Imperatori si rivoltano nel Pantheon a Roma a sentir parlare di 'impero' riguardo ai barbari.

Comunque venendo alla storia: Martin è muy precioso, molto adorabile, mi ricorda il Charlie di Vera Lynn a tratti, e mi spiace per il turco :'( porello

Mi pare di capire che Martin sia mezzo russo... vista l' apparizione di una Sveta. A presto!!

Nuovo recensore
12/04/12, ore 13:36

questa berlino decadente mi ricorda la berlino che piace a soren, manca solo il nazi pornomovie e poi ci siamo... l' underground me lo ricordo, nick cave ci andò a suonare e scoppiò un incendio, non so quanti morti ci furono allora...

quello che ancora non emerge è a dove porterà la storia, cosa accadrà ai nostri due protagonisti, ma l' effetto sorpresa immagino sia voluto... passo al prossimo!

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