Ciao cara Persy!
Del resto già lo sai, questa non è proprio il duo che preferisco. Sadici e scienziati pazzi non riescono proprio a conquistare la mia simpatia! Devo però ammettere che riesci a descriverli bene e alla fine a far provare un'emozione positiva nei confronti di questa coppia un po' particolare: in fondo stanno davvero bene insieme, sia nei momenti "allegri" (per loro, non per le loro vittime!!) che nei momenti più intensi. In questo racconto Isaia risulta quasi umano ma non perde mai i tratti che più lo caratterizzano, ad esempio la freddezza, la ricerca della razionalità, il suo parlare forbito, eppure c' è quel senso di solitudine, di rifiuto, di paura che si annidano nel suo inconscio e vengono riportati a galla dalla presenza di Enea e dalla confusione che questa comporta. Mi verrebbe da chiedermi se anche da sveglio l'avvelenatore non provi una tale confusione interiore ad aver a che fare con l'altro, mi sembra quasi che l'amato, insieme alla sorella, siano le uniche due cose (fragili...) che rendano Isaia lievemente umano.
E' speciale il rapporto, macabro e forse malato, che li lega e rievoca quello di un padrone e uno schiavo: Enea sembra completamente asservito ad Isaia e questo gli piace, si lascia condurre dal suo amato, non esita, nemmeno quando gli viene chiesto di addormentarsi e, di conseguenza, far sentire il dolore all'altro.
In sostanza per farmi piacere due matti così...beh, solo tu ce la potevi fare!
Mi scuso per eventuali orrori ortografici e spero che si capisca cosa volevo dire!
Aspetto la nuova storia, mi raccomando, oppure Lucio col boa rosa mi vendicherà! |
