Recensioni per
Al di là del nostro amore
di MaTiSsE
Ciao. |
Storia partecipante al FLASH CONTEST! “…l’amor che move il sole e l’altre stelle”: solo Epiloghi, editi ed inediti indetto da jakefan sul Forum di Efp La frase finale è molto carina: rende bene, secondo me, l’idea di distacco sereno, di elaborazione di lutto, di accettazione, ma di amore per ciò che c’è stato. Lo stile, secondo me, può essere migliorato. Ho avuto la sensazione che il tuo, più che un finale, fosse il commento del finale, e che la conclusione vera fosse arrivata prima. Nel tuo caso, il tuo personaggio sembra ribadire con immagini un po’ forzate quello che in teoria dovrebbe essere il senso del racconto stesso e che il lettore dovrebbe già conoscere, se lo ha letto tutto. Ci sono alcune cose che potrebbero essere limate e altre che potrebbero essere sfrondate. Ad esempio: Vederlo mi ricorda che sei esistito realmente, che nulla di te è stato immaginazione o fantasia. Qui essenzialmente ribadisci due volte lo stesso concetto. È un po’ come dire “il banchetto era buono e tutto mi è piaciuto, niente era cattivo”. vederlo mi aiuta ad averti sempre davanti ai miei occhi. Qui puoi togliere il “miei”, perché è chiaro che siano gli occhi della voce narrante. vederlo mi aiuta ad averti sempre davanti ai miei occhi, a non dimenticarti mai. Come se potessi, poi. Qui fai attenzione: nella prima frase ribadisci due volte lo stesso concetto, cioè il senso del ricordo; nella seconda, però, lo vanifichi. Nella seconda frase, infatti, lasci intendere che non ha bisogno di niente per ricordarsi di Louis, perciò quello che hai detto nella prima, cioè che il figlio la aiuta a non dimenticarsi di lui, non ha più senso. Ti ho perso e non ti ho perso affatto, Louis. Attenta. Qui non solo stai ripetendo il concetto che hai espresso nella frase prima, ma stai anche raccontando ciò che in teoria hai già mostrato. È come se scrivessi: “Sulla scrivania si trovava un barattolo pieno di matite temperate, un plico di fogli chiuso da una graffetta, una cartelletta rossa con su la data di quest’anno fiscale e un blocchetto di post-it, tutto disposto parallelamente al tavolo. La scrivania era in ordine.” Come vedi, prima ho mostrato la scrivania in ordine, poi ho ribadito il concetto raccontando che la scrivania era in ordine. Tu hai fatto la stessa cosa.
Forse non ti ho avuto mai. Forse ti ho avuto più di quanto io stessa creda. Questa frase la toglierei. Parlando fuori dai denti, è una di quelle frasi che lascia il lettore un po’ perplesso, perché “se non lo sai tu”. È il tuo racconto a dover parlare per te. Arrivati alla conclusione, il lettore può determinare da solo se quest’uomo e questa donna si sono appartenuti o no, perché ha letto la loro storia. Non è onesto gettargli in faccia questo dubbio: se la tua storia, effettivamente, lascia questo dubbio (perché, ad esempio, il personaggio di Louis è come Lolita nella Lolita di Nabokov: non si sa mai cosa prova e che cosa pensa), non c’è bisogno di sottolinearlo; se invece questo dubbio non c’è ed era solo un commento retorico, allora non ha senso porre la domanda. Anche perché subito dopo aggiungi: Ma una parte di te è qui con me e non sono sola, che significa che i due si sono appartenuti. No, la Rivoluzione non è stata più forte di noi ed io sono una donna fortunata, nonostante tutto. Attenta che questa è una frase-riassunto da manuale. Stai commentando, in breve, quello che dovrebbe essere il senso stesso del tuo racconto. Il tuo epilogo si potrebbe riassumere nelle due vere immagini forti della scena, cioè la descrizione del figlio che è la copia del padre e il gesto di gettare la camelia dal balcone. Anche il dialogo finale con Edward non è male e lascia intendere l’elaborazione di un lutto. |
Oh, perfetto. Non riesco a calmarmi, davvero, sto piangendo come una disgraziata. |
Ciao, |
Penso a questa storia da un po' di giorni. L'ho letta tutta d'un fiato e purtropo non ho avuto il tempo di recensirla, spero di rifarmi ora, perché merita. Mi hai rapita dal primo istante. Mi piace moltissimo il periodo in cui l'hai ambientanta, anche perché ricollego il momento in cui l'ho studiato ad un altro importante della mia vita contemporaneo allo studio della materia, e la Francia e la rivoluzione mi hanno sempre colto con gli occhi lucidi dall'emozione e l'animo appassionato. In generale, un po' tutte le rivoluzioni mi piacciono, perché trovo coraggioso, soprattutto nei tempi più antichi, che il popolo si ribellasse al regime. Qui il popolo francese forse non aveva ancora nulla da perdere, ma uan cosa ce l'aveva ancora, ed era la libertà, che è una degli ideali più importanti che esistano al mondo. |
La tua è sadicità. Oh. |
AAAH! |
Eccomi! Scusa se sono scomparsa per un po'. In ogni caso non potevo permettere che tu concludessi questa storia MERAVIGLIOSA senza lasciare un commento. Ho amato ogni singola parola, davvero. Mi sono emozionata, mi sono commossa, ho sofferto con i protagonisti. Sono felice che Constance si sia rifatta una vita, ma che non abbia dimenticato Louis: un amore speciale, che l'ha segnata per sempre, che le ha fatto capire il senso delle cose. E sono felice che tu abbia regalato a questa povera ragazza Etienne. Che altro aggiungere? Brava, brava, brava. |
Avrei una caterva di cose da dire su questo capitolo. E le dirò tutte. Magari non in ordine, magari qualcuna la dimenticherò, ma mi impegno, giuro :) |
Piango come una fontana, e scusami se scriverò qualche cavolata ma ho gli occhi appannati dalle lacrime. |
Oh cara... mi devo assolutamente scusare se non ho recensito gli ultimi capitoli di questa storia ormai conclusa ma sono enrata su EFP solamente in questi ultimi giorni e quando ho notato che Al di là del nostro amore era conclusa non riuscivo a crederci! Mi ero persa due capitoli che ho letto solo oggi... quando leggo qualsiasi tuo scritto è come se entrassi nella storia a impersonificare la protagonista... Mi ritrovo a pronunciare le frasi della ragazza e quando ride lei io faccio lo stesso oppure quando piange mi ritrovo le lacrime agli occhi... |
Ok...devo riprendermi un attimo. Questo capitolo mi ha commossa profondamente: ho iniziato a leggerlo con la pelle d'oca, mi sono fermata in certi momenti per le lacrime agli occhi e sorriso in altri. Ma devo essere sincera: anche se hai voluto regalare un po' di serenità alla nostra Constance, alla fine si rimane comunque malinconici, come svuotati. E sì quel "la Rivoluzione non è stata più forte di noi" è vero, tangibile...ma rimane comunque la malinconia di un amore lasciato a metà. E tutto questo tu l'hai reso perfettamente, forse perché tu stessa ti sei affezionata talmente tanto alla storia e ai tuoi personaggi che sei riuscita ad esprimere al meglio i sentimenti di Constance. Sì, Constance sei tu, Vale: andrai avanti con la scrittura e ti innamorerai di altri personaggi, ma Louis rimarrà sempre il primo. E non tanto perché è il tuo primo racconto originale concluso, ma perché incarna tutto ciò che ami. E allora Etienne(il dolce e silenzioso Etienne) dev'essere per forza lo strumento con cui tu andrai avanti: scriverai il seguito, ti innamorerai di lui e ci farai innamorare a nostra volta. |
E' uno di quei capitoli che lasciano in silenzio, con tante cose da dire ma qualcosa a bloccarle... |
Che te possino, sto piangendo come una fontana ç__ç non riesco ad immaginare la morte di Louis. |
Ciao tesoro! Allora, alcuni pensieri in libertà. |