Recensioni per
Blo,blo,blo.
di Gwendin Luthol
Thé o caffé, quali migliori alleati di tutti gli studenti? Quanti pomeriggi impegnati fra i libri di scuola con affianco la dolce tazza consolatoria? La tua drabble si accosta al cuore di chiunque si è ritrovato tanto disperato nello studio da dire "no basta, mi faccio un thé con i biscotti! e al diavolo l'esame!" :) La meritata pausa però è da te descritta come un ribollire di acqua ed aria che non trova pace: mi è piaciuta molto questa immagine. Ancor di più l'espressione "mi salta al collo come un abbraccio". Brava. |
Bellissima. Emozionata ed emozionante. Mi piace molto come scrivi, in modo così diretto! Complimenti =) |
Premetto: quando ho visto l'avviso su facebook, ero in giro. Non ho resistito e l'ho letta via cellulare. Mi ha colpito davvero immensamente. Lo trovo un capitolo triste e malinconico, capace di toccarti profondamente, specialmente se lo leggi con un certo stato d'animo e con una certa predisposizione mentale. E' bello, praticamente perfetto. Complimenti! |
Ciao! |
Ecchime di nuovo. Stavolta ti dico che l'odore di argilla lo ricordo anch'io benissimo purtroppo, per non parlare di quello del gesso. Tornavi a casa che quando andavi a soffiarti il naso il fazzoletto diventava o nero per la polvere dell'argilla o bianco polvere come il gesso. I cavalletti che per alzarli ci voleva Hulk e le chiavi che puntualmente dimenticavo e che fregavo alla mia compagna di lavoro. Tre volte su tre anche lei le dimenticava e ciao ciao a modellato. Al quinto anno ero arrivata al punto di non sopportare più quella materia, le tre ore più infinite di tuttala giornata! |
Storia dell'arte ellenistica..mmm..sei o al primo al secondo anno di liceo artistico eh? Ho letto entrambe le introspettive e anche se ne commenterò una alla volta non ho potuto fare a meno di ricollegare le materie all'anno che potresti frequentare. Ho fatto anch'io quel liceo e il libro di storia dell'arte era la mia ancora di salvezza, l'adoravo. |
Ma tu lo sai già che io ti adoro! *-* |
Dio santissimo, credo di adorare come scrivi. |
che bella! mi è piaciuta molto la metafora dell'acqua che bolle con l'anima, perché, dopotutto, come dici anche tu, per certi versi sono molto simili. "Mi fa quasi pena. Decido che può bastare,metto fine alle sue sofferenze." è la frase che mi ha colpita di più, poiché ad una prima lettura superficiale può sembrare scontata ma, analizzandola più da vicino, nasconde, secondo me, aspetti dell'anima umana che si rincorrono in un continuo circolo virtuoso/vizioso, che dipende dai punti di vista e dalle situazioni che si stanno vivendo in un determinato periodo. la facoltà di dare fine alle sofferenza dell'acqua, semplicemente spegnendo il gas, è completamente l'opposto di porre fine alle sofferenze dell'anima: la prima è di immediata soluzione, mentre per la seconda, a volte, non trova neanche una fine. |
Che te lo dico a fare? |