Recensioni per
Quello che non
di Shomer

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/11/14, ore 22:13

Ciao!
L’idea di associare al testo le parole di quella canzone di Guccini (che confesso di non conoscere, per ora) è meravigliosa e molto azzeccata. Questi personaggi, anime salve (come le chiamava De Andrè), ragazzi perduti che trovano solo nella fuga la loro strada, la loro salvezza, il loro rifugio, in fondo sono soltanto codardi che scappano, pensando di lasciarsi tutto alle spalle. In particolare, lei mi ricorda Marina Bellezza, la co-protagonista dell’omonimo libro di Silvia Avallone, non so se hai presente. Ti consiglio di dargli un’occhiata, anche se è passato molto da quando hai scritto questa storia.
E’ interessante, inoltre, che tu abbia voluto svolgere il tema del viaggio in un modo nuovo, non vedendolo come un’avventura, ma come una fuga (per quanto avventurosa), andando contro l’idea classica e comune che vede nel viaggio un nuovo inizio. Qui, invece, è sì un nuovo inizio, ma ciò che c’era prima non ha una fine, anzi, questi due viaggiano proprio perchè non sono in grado di trovarla! Un po’ confuso, me ne rendo conto, ma spero di aver reso l’idea.
Lady Viviana – Giudice sostitutivo

[Questa recensione fa parte dei premi del contest “L’amore ai tempi di Efp”, indetto da viktoria e giudicato da Lady Viviana]

Recensore Veterano
08/06/13, ore 14:33

RECENSIONE PREMIO N°3 - LE SFUMATURE DEL DOLORE

Ammetto di non aver capito perché hai inserito questa storia nel genere "romantico" o_O , a meno che non mi sia sfuggito qualche particolare illuminante nel corso della lettura (cosa non improbabile, sono una persona decisamente distratta). L'avrei vista più facilmente in un "generale, introspettivo, malinconico".
Comunque, al di là di questa specifica perplessità, sono rimasta ancora una volta colpita dal modo in cui sei riuscita, in una storia brevissima, a delineare una vita intera. Alla fine questa non sarebbe altro che la storia di un viaggio senza capo e senza coda: non li vediamo partire, non li vediamo arrivare... semplicemente vanno e vanno. Quell'ultima frase ti lascia comprendere la destinazione, ma nient'altro. Eppure c'è tutto un mondo di delusioni, insoddisfazioni e frustrazioni che gira intorno ai tuoi due personaggi e che dà l'idea della fuga, l'idea del bisogno di libertà, l'idea dell'incertezza unita alla speranza per il domani.
Ritrovo di nuovo un accenno all'amico di sempre che diventa qualcosa di più e poi torna a essere ciò che era... solo un breve sbaffo, ma che pur sempre richiama a un argomento che nelle tue storie ritorna. Mi è piaciuto in particolar modo come hai descritto "il paesello di periferia": il barista scorbutico, il vecchio che ha fatto la guerra, la bambina con le trecce sfatte, il sole che tramonta sempre dietro le montagne... Ci sono una precisione vivida e al contempo una certa originalità dietro a questi frammenti descrittivi... frammenti che tratteggiano con chiarezza  una parte ben precisa di mondo e che appare in un istante davanti agli occhi di chi legge.
Volevo segnalarti in "Solitamente quelle donne della televisione, vanno" che c'è una virgola tra soggetto e predicato. Inoltre, all'inizio del secondo paragrafo, c'è "un'espressione" scritto senza apostrofo.
A parte questo, la storia è davvero ben scritta, il tuo stile mi piace sempre molto, anche se forse, rispetto alle altre, questa storia mi ha preso un po'meno, soprattutto perché, rispetto al solito, c'è una caratterizzazione meno profonda dei personaggi. Comunque continuo a pensare che tu scriva davvero bene!
  

Nuovo recensore
09/12/11, ore 22:44

Questa storia straripa di avventura e libertà. Mi è piaciuta molto, ed è scritta in modo fluido ed impeccabile. Come sempre. Brava :*

Recensore Master
29/11/11, ore 16:20

che bella.
che dolce, soprattutto la fine.
ora vado, alla prossima.
ciao ciao
aikosenoo