Ciao!!
Intanto ti dico che la tua idea di modernizzare linguaggio e atteggiamenti dei personaggi mi convince sempre di più, anche perchè penso che il linguaggio epico abbia in un certo senso lo scopo di far trapelare le personalità di ogni singolo eroe, lasciando però ogni descrizione ambigua e indefinita proprio grazie al tono distaccato e solenne. Quindi quest'idea di scostare il velo sacrale per far emergere maggiormente l'unicità di ogni figura mi sembra davvero interessante.
Poi in questo capitolo, ancor più che nel secondo, hai fatto emergere la giovane età dell'eroe, combattuto tra la natura eroica che gli hanno imposto e quella di ragazzino terrorizzato da uno zio disgustoso, tra il desiderio di proteggere Patroclo e la paura per la propria incolumità. E anche l'immaturità nel non saper portare ancora a termine un pensiero completamente razionale.
Secondo me non ti discosti poi troppo dall'originale, nel senso che l'Achille dell'Iliade è il prototipo dell'adolescente isterico: è impulsivo, permaloso, iracondo, si gonfia della propria forza ma basta poco per farlo crollare (ovviamente con poco non mi riferisco alla morte di Patroclo, ma alla lite con Agamennone al seguito della quale non trova meglio da fare ce piangere tra le braccia materne)
Io credo che, tra i due, sia Patroclo quello più maturo e capace di bilanciare la propria innegabile dolcezza e umanità con l'orgoglio del vero guerriero, che non abbandona i compagni nel momento del bisogno.
E questo tuo Patroclo potrebe essere tranquillamente la versione in erba dell'originale: è dolce e sensibile, molto più coraggioso di Achille, ma ha anche un orgoglio che se ferito lo porta all'ira; tutto ciò, ovviamente, in un ragazzino si manifesta anche con una certa comicità, ma dopo quello che ha dovuto subire da quello schifoso mi pare il minimo!
E a proposito dello zio di Achille, continuo a trovare davvero felice il tuo modo molto ironico di descriverlo e renderlo totalmente grottesco, come se il suo aspetto fisico fosse il perfetto specchio della sua anima decadente.
Insomma, apprezzo davvero il tuo modo dissacrante di analizzare gli avvenimenti e sono molto curiosa di scoprire i risvolti dell'amicizia di queste due anime ingenue e immature che hanno trovato nella sincerità dell'altro un punto d'appoggio e confronto. Chissà che la vicinanza con Patroclo non aiuti il Pelide a raggiungere quel po' di maturità e autocoscienza che non gli guasterebbero?
Allora a presto e buone feste :D |