Prima di ributtarmi nel fangherlismo più sfrenato e nell’incoerente girandola di urletti e facili entusiasmi, faccio un pensiero serio.
Lo sai che effetto mi fanno queste storie (non i melodrammoni decadenti, intendo le storie nate così, come questa)? Come se fossimo bambine e avessimo un grande cesto dei giochi, e ognuna portasse le sue Barbie e i vestiti di Barbie e gli accessori di Barbie e li mettesse dentro il cesto, così è come se ognuna avesse a disposizione il doppio, triplo, quadruplo delle Barbie e dei vestiti che aveva. E poi a fine serata ognuno si porta a casa le sue, che però sono diventate tante cose in più dopo tutto un pomeriggio di giochi, e può andare a letto sapendo che il giorno dopo si ricomincia a giocare. Ecco, è così che mi sento. Come se stessimo facendo dei giochi bellissimi tutte assieme.
Detto questo, passo parola, altrimenti questo fottuto mucchietto d’ossa non mi dà treg
Ho poco tempo, le Signore mi attendono e questa si perde in bambole e cesti di giochi. Boh.
Dove ho messo le sigarette? Oh, per l’amor del cielo, dammi quelle del tuo Santiago, tanto non servono a lui come non servono a me. Dicevo.
Ti ho mai parlato di mio padre? Ne parlo spesso, dovrei averlo fatto… ecco, questo a mio padre sarebbe piaciuto. Quando dici ”Corinne trovava molto divertente il fatto che tutte le mattine la caricassero sul carro funebre verso il cimitero, ma lei riuscisse sempre a tornarsene a casa sulle sue gambe”, quella, gufetta mia, sarebbe una frase assolutamente da lui. E anche da me.
Mi hai fatta davvero affascinante. Hai fatto affascinante anche la mia omonima anonima che tanto anonima non è più, pare, per non parlare di James (povero caro, era così contento quando ha saputo che aveva una parte!), Heidi, Chelsea, Renata, Felix e Santiago, Alec, Jane, Marcus, Caius e… no, Afton no. Lui è rimasto esattamente com’è nella realtà. E quel lieto fine così da Beautiful (ok, lo guardo con Chelsea. Ha un suo perché, credimi), perfetto.
Oh, per non parlare di Aro. Lui è fantastico, devo riconoscerlo. Anche la signora Sulpicia l’ha detto, mentre la signora Athenodora è ancora lì che ride per il commissario Caius. Si chiede come si debba pronunciare Caius con spiccato accento francese: forse Caiùs?
Ma mia cara. La scena rossa. La scena rossa è rossa e ha fatto venire (venire… hehehehe) caldo a me che sono morta. Mi ha anche fatto venire voglia di andare a prendere la gattina, tanto il benestare di Santiago ce l’ho, figuriamoci.
E di una cosa devo ringraziarti: mi hai fatto bere e mangiare, e mi mancava farlo. Tutto il resto lo faccio ancora (morire di tubercolosi a parte), ma quello… è stato un bel ricordo, gufetta!
Bièn, ora di alzare il culo… le signore vogliono il violoncello!
P.S. Come facevi a sapere che adoro le cravatte?
Ok, ultima cosa: è stato come vedere un film, in cui tutti hanno la loro parte e porca miseria, si vede che si divertono proprio, a farla. Le cose che mi piacevano credo di avertele dette in fieri, e ancora te ne dirò di sicuro, perché davvero mi piace tanto tutto. Contorno compreso (le cazzate di Malk, le chattate, le note…).
Lo vorrei anch’io, il DVD del melodrammone. Quello in cui Aro ha vinto l’Oscar come migliore attore non protagonista! C’è davvero tutto, in questa storia in cui ti sei documentata persino sulle mutande, comprese le hint het. Perché fare una het con hint slash pare lo sport nazionale, ma il contrario è puro genio!
Visto? Non ho nemmeno fangherlato troppo. Sono stata brava, non è vero? |