Recensioni per
Il Cimitero della Natività
di Marge

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/05/14, ore 10:37

Recensione - giudizio per il contest "Circoli e Salotti"

Stile e lessico: 14,50/15

Hai usato uno stile molto scorrevole e intrigante, perfetto per il genere: peccato soltanto per l’eccessiva presenza di virgole nella prima parte, che a mio parere spezza un po’ il ritmo. Anche il lessico è molto adatto: semplice, ma non dà mai l’idea di essere sciatto o poco curato, perché in generale il racconto dà l’impressione di essere stato ben studiato e ben calibrato. Grazie alle scelte stilistiche, infatti, riesci a mantenere la curiosità e la tensione sospese per tutta la durata della vicenda: non è soltanto l’interesse per gli avvenimenti a far “correre” così il lettore, ma anche un’adeguata scelta delle parole, delle pause e delle strutture sintattiche. Anzi, in quest’ottica riesco parzialmente a comprendere l’uso massiccio delle virgole che hai fatto nella prima parte: forse volevi creare uno stacco ancora più netto tra l’introduzione e la vicenda vera e propria, ma comunque ho trovato quel passaggio un po’ lento proprio per via delle eccessive pause.
Insomma, credo che tu abbia fatto un ottimo lavoro: hai uno stile molto piacevole e leggerti è stato interessante, per me.
Purtroppo, però, devo segnalarti una ripetizione che ho trovato:
“[…]l’Arcivescovo, ad ogni riunione, guardava il reverendo Speer con uno sguardo grave ed accigliato” → dato che è una cosa che salta abbastanza all’occhio, io cercherei una soluzione diversa. Però si tratta di un’imprecisione da niente in una storia scritta molto bene.
 
Trama e originalità: 15/15
Come ho già detto nella voce riguardante lo stile, la vicenda cattura il lettore molto velocemente: superato il primo passaggio introduttivo, ci si sente come risucchiati dalla storia e si sente il bisogno di divorarla nel minor tempo possibile per vedere cosa accadrà e come si concluderà la vicenda. Anche le premesse generano curiosità nel lettore: cosa vorrà fare il reverendo delle proprietà cedute alla parrocchia? Come mai questa iniziativa è tanto importante? Nonostante la risposta a questi quesiti sia data in un tempo relativamente breve, mi sono sentita con il fiato sospeso fino alla fine: di certo il merito va all’idea un po’ inquietante avuta dal reverendo di costruire un presepe gigantesco con dei simulacri che si trovano in realtà sopra delle tombe - si tratta di un particolare sinistro che colpisce, lascia stupefatti. Oltre a questo, crea una grande suspense l’attesa del reverendo che altre due persone muoiano per prendere posto nel presepe: mi sono chiesta di chi si potesse trattare, anche se un po’ si riesce a intuire che il reverendo prenderà posto nella sua stessa creazione, e ho atteso con trepidazione la risposta. La scena finale, se devo dire la verità, non era del tutto inaspettata: come ti ho detto, un po’ avevo capito che il reverendo sarebbe morto e avrebbe preso posto nel presepe; ciò che non avrei mai previsto, però, era la comparsa del bambino sovrannaturale e una conclusione così veloce, quindi ho trovato la scena finale originale e inaspettata, a suo modo: ne avevo intuito il contenuto, ma non le modalità di svolgimento e questo certamente ti fa onore.
 
Caratterizzazione: 14/15
È stato un po’ complicato per me prendere una posizione su questa voce, se devo essere sincera: il protagonista assoluto è il reverendo, quindi mi sembra anche normale che tu non approfondisca altri personaggi, oltre a lui, senza contare che si tratta di un genere in cui l’importanza della caratterizzazione passa in secondo piano. Inoltre, alcuni conflitti del protagonista si riescono a comprendere: la volontà di seppellire sotto ad ogni statua una persona adatta, che in qualche modo ricalchi l’essenza del personaggio, opposta alla necessità di trovare qualcuno immediatamente, perché il Natale si avvicina e superata quella data l’inaugurazione perderebbe senso. Inoltre, è ben descritto anche il sentimento di vergogna provato per il disprezzo dell’Arcivescovo e la volontà di compiacerlo, che porta l’uomo a desiderare la morte di due persone pur di vedere l’opera completata in tempo; al contempo, abbiamo la compassione provata nei confronti del bambino scorto nel bel mezzo del parco, al freddo: ne emerge una figura al contempo ironica e drammatica, forse delineata in pochi tratti ma comunque molto profonda, almeno secondo me, e soprattutto ricca di significato. Una nota di merito anche per come hai descritto il bambino: forse è presentato brevemente e non si riesce a capire quale sia la sua natura, ma il modo in cui esaudisce il desiderio del reverendo di vedere il presepe completo è agghiacciante e davvero di grande impatto.
 
Rispetto delle regole del circolo:
 
Deve essere presente almeno una scena ambientata in un luogo tetro o abbandonato: 1,50/2
La scena è certamente presente ed è anche importante nella trama, tuttavia non mi sento di darti il massimo su questa voce perché mi sarei aspettata una descrizione un po’ più dettagliata sul luogo, che creasse un’atmosfera più adatta a un racconto gotico. Comunque, va molto bene anche così e considero la scelta conforme allo stile della storia: sono certa che una descrizione lunga avrebbe spezzato il ritmo e che le tue intenzioni fossero lontane da questo.
 
Il protagonista deve essere umano, almeno all’inizio della vicenda:  2/2
Beh, immagino non ci siano grosse osservazioni da fare: il protagonista è umano fino alla fine della storia, e non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico. Nonostante questo non abbia granché a che fare con l’obbligo del circolo, mi fa piacere sottolinearlo, perché dimostra una capacità di rappresentare l’uomo nelle sue debolezze e nei suoi aspetti più oscuri e ripugnanti non indifferente.
 
La narrazione deve essere in terza persona: 2/2
La narrazione in terza persona è davvero adatta a questa storia: hai creato una sorta di distacco tra il protagonista e il lettore e al contempo hai rinforzato l’atmosfera di mistero, facendo questa scelta, quindi ti assegno il punteggio pieno senza esitazione. Altra nota di merito va alla consapevolezza e alla bravura con cui hai usato questo tipo di narrazione, che non per tutti si dimostra agevole: complimenti!
 
 
Giudizio personale: 9,50/10
Come avrai compreso, la storia mi è piaciuta molto e mi ha coinvolta dall’inizio alla fine: hai creato attesa e mistero e sei riuscita ad interessare attraverso il tema scabroso, non soffermandoti però in modo eccessivo e disturbante. La cosa che ho apprezzato di più di questa storia è lo stile, perché l’ho trovato convincente e mi ha trascinata subito nella storia, anche grazie alla differenza di tono che hai utilizzato tra la prima e la seconda parte: molto vivace la prima, in cui descrivi le “bravate” dei compaesani del reverendo Speer; più misteriosa e dai toni ovattati la seconda, anche se il ritmo della narrazione sembra farsi più incalzante. Ho trovato suggestiva anche la scena finale, sebbene fosse tanto breve.
Complimenti, quindi, perché è davvero una bella storia!
 
Bonus per  grammatica e forma: 1
Non avendo notato errori o imprecisioni, sono contentissima di assegnarti il punto bonus.
 
Totale: 59,50/62

Recensore Master
05/11/12, ore 22:53

Storia partecipante al FLASH CONTEST! “…l’amor che move il sole e l’altre stelle”: solo Epiloghi, editi ed inediti indetto da jakefan sul Forum di Efp


Giudizio elaborato da Kukiness
 


Ho gradito l’atmosfera sovrannaturale di questo finale. Mi sono piaciuti alcuni dettagli che impreziosiscono la scena, rendendola più concreta, come la tuta lisa, il colore della pelle, e le sensazioni del vecchio prete. Bella anche l’immagine del bambino che scompare al tocco del reverendo.
Ci sono tuttavia alcune imprecisioni formali.
maledicendosi dentro di sé per aver avuto l’idea di mettere del brecciolino a terra: sentiva tutti quegli aguzzi sassolini incastonati nella pelle delle sue ginocchia. Sostituirei il secondo gerundio, quel maledicendosi, in un passato remoto, e sfoltirei alcuni elementi superflui, come il “dentro di sé” (basta il riflessivo del maledire per far capire che si sta rivolgendo a se stesso) e il “sentiva” (è una parete percettiva superflua, perché nel momento in cui descrivi la sensazione o l’oggetto che la procura espliciti anche che è il prete a sentirla). Ad esempio: “Dove hai lasciato la giacca? Prenderai freddo, così,” disse, alzandosi a fatica. Si maledisse per aver avuto l’idea di mettere il brecciolino a terra. Aguzzi sassolini gli si erano incastonati nella pelle delle ginocchia.
Attenta alle riformulazioni dei soggetti: il bambino deve rimanere il bambino (perciò non diventa “l’altro”) e il reverendo deve restare il reverendo (non diventare “il vecchio prete”). Il motivo è semplice: le riformulazioni creano confusione e rischiano di non far capire chi sta parlando. Quando i personaggi sono solo due (come nel tuo caso) sono ancora ancora tollerabili, ma nel momento in cui i personaggi aumentano le riformulazioni si fanno più fastidiose e rischiose. Tanto vale eliminarle subito.

Recensore Master
14/05/12, ore 15:10

L'idea di costruire un presepe utilizzando un cimitero mi ha davvero dato i brividi. Voglio dire: è un'idea geniale - la nascita rappresentata dalla morte - e posso capire quale impulso può aver mosso il Reverendo Speer, ma il risultato finale è davvero macabro. Senza contare, poi, che i pensieri del protagonista non mi sembrano poi così dissimili da quelli di un serial killer. La linea che va dall'aspettare che la gente muoia all'ucciderla perchè sia morta è davvero molto breve.
Ottima caratterizzazione dei personaggi. Mi sarebbe piaciuto vedere uno sviluppo più lungo e articolato di questa idea, perché era davvero molto interessante. *_*
Bel lavoro! Complimenti, come al solito! :D

Recensore Veterano
13/02/12, ore 15:48

Ho trovato la storia per caso e, visto che mi è piaciuta molto, ho deciso di commentare. ^_^
Per quanto riguarda lo stile è evidente che scrivi davvero bene, la punteggiatura è appropriata e, nonostante molti periodi siano piuttosto lunghi e con parecchie subordinate, la lettura è scorrevole; la tua storia si fa leggere davvero molto volentieri e il retrogusto ironico l'ho davvero apprezzato, mi ha ricordato Jane Austen e il suo british humor.
Ti segnalo solo due cose:
- "corpo empirico". Secondo me "empirico", che significa "basato sull'esperienza e sui fatti" non è un aggettivo adatto ad esprimere ciò che volevi comunicare (che è comunque risultato chiaro); io metterei una cosa tipo "spoglie mortali" o simili. :) :)
-"nel mentre che" è un po' pesante, metterei "mentre" e basta.
Per il resto, la storia è graziosissima, deliziosamente grottesca e inquietante quanto basta. Oltre al colpo di scena finale soprannaturale (io avrei messo questo come genere) mi è piaciuta tantissimo l'introspezione del reverendo che è talmente devoto da risultare più inumano del bambino fantasma. Una bella satira ironica degli eccessi a cui si può arrivare con una fede cieca come quella del reverendo Speer.
Davvero complimenti,
ALanna.

 

Recensore Junior
06/01/12, ore 13:10

Questo è il tipo di storie inquietanti che adoro, assolutamente ♥! Ormai mi sembra superfluo lodare la tua originalità e la tua fantasia, per tacer del tuo stile, più elegante e più scorrevole del solito, che dipinge con grazia e bravura la vita "tranquilla" e "patinata" della vita di tutti i giorni nella campagna inglese, inserendo il macabro e l'orrido laddove fanno più paura - nel quotidiano. Ho adorato la leggerezza in cui si presenta il POV del Reverendo folle, e ancora di più il ribaltone finale da maestro dell'orrore! Nei preferiti è__é! L'unica cosa di cui non sono tanto certa è se gli Anglicani adorino la Vergine come noi o si avvicinino di più ai protestanti, cosa che sono più propensa a credere...

Recensore Master
06/01/12, ore 12:19

bè, non è male.
Buona Epifania anche a te. ^^
La storia è carina soprattutto alla fine secondo me.
Ciao ciao
alla prossima
Aiko_Laury