Recensioni per
Du bist kein Zahl
di The DogAndWolf

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/05/16, ore 20:40

Ciao ^^
Recensione premio per il secondo posto al mio contest Mangiamorte vs Ordine.

Bene , eccomi qui !
Devo innanzitutto farti i complimenti per la grammatica e lo stile! Non c'è una virgola fuori posto, ho trovato tutto assolutamente giusto senza nessun errore :). La storia è scorrevole e si legge davvero bene, è molto coinvolgente. Devo dire che in effetti non so se sarebbe andata in un campo di concentramento, ma non tanto per la razza ariana (è cmq omosessuale e sparirono anche loro come gli ebrei) , mq per il marito... Magari per la reputazione ci avrebbe pensato due volte a denunciare la moglie. Peroni devo ammettere che ci può comunque stare.
La storia mi è piaciuta moltissimo^^ è originale e ti sei impegnata tantissimo, si percepisce leggendo! Bravissima

Recensore Veterano
19/04/15, ore 18:20

Ciao:) volevo dirti che avevo letto la tua storia già prima di iscrivermi al sito, quindi è già da un pò che volevo recensire;))) Allora, come storia mi è piaciuta, non certo per il contesto o gli argomenti (anche se la trama rimane bella...Una sola nota; quando scrivi nell'introduzione prima del brano che secondo te un'ariana così non potrebbe mai essere condotta in questo modo in un campo di concentramento...Be, io penso che invece purtroppo sia possibile, esattamente come hai descritto te...Del resto per i nazisti gli ebrei e i gay erano come animali, e non si preoccupavano di sbatterli da un giorno all'altro dentro quei campi per lasciarli morire lentamente, prima psicologicamente e poi fisicamente, anche se del fisico rimaneva solo uno scheletro;'( Vabbe, chiudiamo questa parentesi da Tumblr...). Insomma, che una persona sia lesbica o no, o anche ebrea o rom, rimane comunque una persona, e come hai fatto capire non si merita nessuna "punizione" inferta da altri uomini, perchè tutti abbiamo le nostre idee e prendiamo le nostre decisioni, e che sono giuste o sbagliate non può stabilirlo nessuno... Scusa per la predica un pò scontata, ma è giusto qualche volta ricordarlo (anche grazie alla tua storia)...Brava;)
P.S. La tua storia mi ha suggerito mesi fa gli spunti per la vicenda di una dei protagonisti della mia storia, a cui toccherà la stessa fine...Ma stai tranquilla, non ti ho copiato l'idea, solo che quando uno parla di campi di concentramento vengono in mente solo gli ebrei, e volevo introdurre anch'io la presenza di persone lesbiche nella storia...
(Recensione modificata il 19/04/2015 - 06:23 pm)

Recensore Junior
13/07/14, ore 21:55

Buonasera! Era da tanto che volevo leggere questa storia e alla fine mi sono decisa :3 Allora, inizio col dire che ho gradito molto. Raramente leggo cose così drammatiche, ma stavolta non mi sono pentita. Non so definire il grado di realismo della storia, non sono esperta né del periodo né della situazione, ma mi hai fatto respirare l'atmosfera grazie a una narrazione fluida e impeccabile. Hai uno stile che mi piace, è pieno di sfaccettature, ma allo stesso tempo è scorrevole. La trama mi piace, di solito quando si parla di campi di concentramento si tratta solo di ebrei, quindi è anche abbastanza originale :) I messaggi che volevi trasmettere sono chiari e significativi, nulla di banale. Davvero una shot ben scritta, complimenti :)

Recensore Master
30/08/13, ore 22:35

Scrivere su questa parte della storia non è facile, non è facile per niente.
Ancora non ci posso pensare che degli uomini abbiamo potuto ideare una cosa del genere, fare questi orrori ad altre persone come loro.
Questa storia fa pensare, e il motivo per cui viene mandata nel campo di concentramento non è poi così tanto forzata, i tedeschi vedevano molto male anche gli omosessuali...
il finale è giustamente drammatico, anche se ci ho sperato fino all'ultimo, eppure finendo in questo modo hai completato al meglio questa storia.
Perché difficile che la esisteva il lieto fine.
Complimenti, mi piace il cambiamento di opinione della protagonista, cambiamento che non è spuntato di punto in bianco ma che è maturato nel tempo.
Brava, davvero brava
complimenti ancora
baci
Queen_B

Recensore Junior
27/12/12, ore 20:05

Grazie per aver scritto e condiviso questa storia.
E' assurdo pensare che forse molta gente ha dovuto subire queste cose. Sembra così irreale eppure è fredda verità.
Grazie ancora.

Recensore Veterano
29/02/12, ore 23:21

Zdravstvujtje (ciao)!

Non capisco come possa essere possibile che questa storia abbia così poche recensioni. Davvero non me lo spiego.
Innanzitutto voglio farti i complimenti in generale, ma procediamo con ordine.
La tematica. Tratti uno dei miei periodi storici prediletti, una delle tematiche (l’omosessualità) che mi sta molto a cuore e che mi ha portato a studiarne moltissimo, soprattutto correlata a questo particolare spaccato storico. Tratti di omosessualità femminile, cosa abbastanza rara da leggere, e lo fai con coscienza di causa per cui i miei complimenti sono innanzitutto per questo.

Per quanto riguarda la prima parte, se vogliamo per un momento esulare dalla tragicità della vicenda, ci sarebbero due parole da dire sul tuo stile. Che mi incanta. E’ molto delicato, molto lineare, come spesso è una narrazione in prima persona, ma con alcune frasi, alcune similitudini sparse qua  e là davvero incantevoli. Non eccedi mai e non si sente la tua presenza dietro le parole, ma si sentono le parole del personaggio (il che è un complimento, significa che senti davvero ciò che scrivi e riesci ad esprimerlo mettendo al primo posto non te stessa ma la protagonista.  Scusa ma sta sera non sono proprio in grado di fare un complimento come si conviene).

Ora, le mie famose ricerche mi hanno  condotta poche volte davanti a casi di omosessualità femminile. So che le donne principalmente venivano arrestate con altre accuse, in quanto l’omosessualità femminile non era “grave” agli occhi del regime come quella maschile, perché non impediva la procreazione.
Per cui è stato anche “interessante” leggere di una vicenda del genere. Tristemente interessante, si intende.
Un’altra cosa che devo riconoscerti è come hai fatto emergere un’altra questione controversa nel periodo del Reich, ovvero la condizione, appunto, delle donne. Nella tua storia si percepisce tangibilmente come fossero il secondo sesso, quasi completamente in mano degli uomini, e lo hai sottolineato raccontando dell’uccisione della povera Irina, che in quanto “sguattera” trova la morte, mentre la protagonista, moglie di un’ SS, ariana, viene invece punita diversamente, quasi fosse un rigurgito di rispetto per la sua condizione di elemento razzialmente e geneticamente puro ma macchiato dalla “degenerazione”. Non è facile mettere in luce tutto questo in poche righe, eppure tu ci sei riuscita egregiamente senza essere pedante.

Tu l’hai definito una forzatura l’internamento di Laura a Mauthausen, io non la vedo in questo modo. Una volta nel campo di Flossenbürg, un ufficiale delle SS venne internato proprio con l’accusa di omosessualità dopo essere stato scoperto a teatro con il suo amante travestito da donna e che era il figlio di un altro ufficiale. Ovviamente godettero di privilegi particolari, proprio come la tua protagonista. Per cui, a mio parere nella tua storia non vi è nessuna forzatura in senso storico.
“Non pensavo che una persona così piccola potesse contenere tutto quel sangue.” questa è una frase che, non proprio uguale, ho scritto anche io tempo fa, per cui mi ha colpito molto trovarla scritta, seppur con parole differenti, da qualcun altro. Una piacevole coincidenza :D

Domanda che devo farti :D ; Hai visto per caso il film “Aimee und Jaguar”?  Ed hai letto “The men with the pink triangle” di Heinz Heger?

Comunque sia…di solito storco un poco il naso quando si narra di prigionieri all’interno dei campi. Non so, mi sembra sempre tutto molto artefatto perché, grazie al Cielo, non abbiamo passato ciò che è stato vissuto da loro.
Invece nella tua storia non mi è successo questo. E’ merito della tua bravura, senza ombra di dubbio, ma soprattutto mi ha fatto piacere trovare qualcuno che quando vuole parlare della realtà degli universi concentrazionari lo fa sapendo di che cosa parla e non facendo quegli orribili mischioni tra letture e film. Per cui sappi che apprezzo davvero la tua accuratezza storica, che quando si scrive una storia “storica” non è da sottovalutare.

Ovviamente si tocca il vertice del racconto con la rivelazione della protagonista e con la frase “du bist kein zahl”, in cui forse sento la reminescenza del “Canto di Ulisse” di Levi, in certe sfumature, in quel condividere anche con chi non capisce la lingua perché ciò che si ha compreso è troppo importante per venire taciuto.
Il finale…bé, io sono per i finali tragici, ma tu ragazza, mi avevi fatto sperare nella luce alla fine del tunnel di iniquità fino alla fine. Maledizione.

Scusa questa interminabile ed incomprensibile recensione, spero di non averti tediata, ma a mio parere la meritavi.
Ti dico ancora per l’ultima volta bravissima, e poi tolgo il disturbo!

Auf Wiedersehen!

Recensore Master
08/02/12, ore 22:45

Dunque, sulla veridicità storica non posso dire nulla, perché davvero non ho la più pallida idea di come sarebbe stata trattata un'omosessuale ariana in un campo di concentramento. Gli omosessuali ricevevano un trattamento migliore di quello degli ebrei, esattamente come i prigionieri politici (esattamente quello che fu la sorella di mia nonna), quindi penso che come logica ci possa stare.
La storia mi è piaciuta, innanzitutto perché non è concentrata unicamente sull'elemento semita del campo, ma fa vedere anche gli altri prigionieri, e poi perché non si rifà alle solite cose conosciute, ma ne aggiunge di altre (per dire, i cani che sbranano la povera ragazza). Non ti sei fermata al "scrivo una storia sull'Olocausto, ci metto questo tot di cose perché sono quelle che fanno sempre vedere nei film, non ne conosco altre".
Mi è anche piaciuto il contrasto con l'elemento ariano. Laura conosce il campo, e lo approva perché risponde alla sua malata idea di giustizia. Anche quando vi è deportata, non lo odia, non mette in discussione la sua esistenza, semplicemente crede di essere nel posto sbagliato, che suo marito prima o poi verrà a salvarla. Sarebbe risultata ridicola una "conversione alla causa" così repentina perché la sua era un'idea radicata, difficile da strappare. Forse per questo ho trovato un po' troppo "affrettato" il suo improvviso considerarsi "una parte del tutto, anzi, il tutto stesso", personalmente avrei perso qualche riga in più di introspezione. Rimane una mia considerazione "a caldo", nulla di più.
Sei stata molto brava per aver scelto un tema simile ed averlo trattato senza un dramma forzato, ma con uguale delicatezza. Riecheggia un po' il discorso sul film "V per Vendetta", quel "Ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai, io ti amo, dal più profondo del cuore, io ti amo.", quella comprensione di essere parte dell'umanità perseguitata, di essere l'umanità. Racconto profondo, toccante e maturo, davvero i miei complimenti.