-dal cap 14....... :
Jano impercettibilmente si avvide di quali dovevano essere i pensieri di quel prigioniero e sorrise, continuando a passarsi il panno tiepido sul petto.
“Il tuo sguardo, che corre continuamente alla mia spada abbandonata vicino al palo centrale, ti tradisce quasi quanto l’irrequietezza del tuo respiro. Non so con quali soldati sprovveduti tu abbia avuto a che fare, ribelle, ma non ti ho conservato in vita per mio diletto. Un solo gesto e mi vedrò costretto a riferire al comandante che uno dei prigionieri è stato giustiziato durante il viaggio di ritorno perché troppo……impaziente…”
Negli occhi neri del giovane esplose un odio senza pari, ma egli si trattenne dal pronunciare anche una sola sillaba.
Jano si accostò a lui, notando la determinazione con la quale il giovane resisteva alla tentazione di indietreggiare.
Con due dita gli alzò il viso e chiese.
“Qual è il tuo nome, ribelle?”
Pochi attimi dopo, nel silenzio, fu chiaro che il sottoufficiale non avrebbe ottenuto risposta.
Jano sorrise ancora.
Prese dunque il panno morbido, lo bagnò nell’acqua calda e lo passò su quel viso, tergendo il fango dalla sua pelle.
Ma egli si scostò, con disprezzo.
Poco dopo il sottoufficiale parlò ancora.
“Già da adesso sei determinato a mantenere un silenzio ed un comportamento onorevoli…..ho visto l’onore uccidere molti uomini, ma non salvarne nessuno…..è anche vero, d’altra parte, che quello che l’onore non fa per i corpi lo fa per le anime…….mi chiedo con curiosità quindi cosa sceglierai fra pochi giorni, quando conoscerai le torture per le quali le segrete di Daaman sono tristemente note……”
A forza lo tenne fermo mentre ripuliva i suoi capelli.
Poco dopo li vide brillare di un nero intenso quanto le piume di un corvo.
Lo guardò ancora, sfidando apertamente il suo odio e sorrise, mellifluo.
“Ci incontreremo in quell’inferno e per renderti il favore di questa notte, l’omaggio dei tuoi occhi neri come la morte che mi osservavano, verrò anch’io da te per scrutare la tua scelta…..eppure non la giudicherò, puoi starne certo piccolo ribelle……..”
___________________________________________________________________________________________________________________________
_dal cap 18........... :
Chiuse gli occhi.
Li riaprì.
Fissò due polle di faggio castano che gli rimandavano lo sguardo e non lasciò che alcuna emozione deturpasse il suo emunto viso.
Inaspettatamente Ruben parlò, con voce lenta e grave.
“Il giorno in cui sei stato ferito, il giorno in cui ti hanno creduto morto......perché quell’uomo che hai messo a guardia di questa tenda é entrato da me?”
I suoi occhi erano pieni d’accusa e di comprensione al tempo stesso.
Fu chiaro, al comandante, che egli conoscesse già la risposta che andava ricercando.
Rukawa sospirò.
“Per ucciderti”rispose col filo di voce rimastogli
“Perché?”
“Io glielo ordinai, molte veglie fa, schiavo…”
Ma Ruben ancora bruciava d’insoddisfazione.
Il comandante taceva la più importante risposta, egli lo sapeva.
Si trincerava dietro parole inutili e non esaurienti.
Fissò i suoi occhi a tre spanne da lui, con intenso furore.
“Perché glielo ordinasti?”
E la domanda si spense nel silenzio.
E la notte quieta tutto poteva tranne rispondere al posto di quell’uomo
Kaede chiuse gli occhi e quando li riaprì essi brillavano d’una luce nuova e temibile al tempo stesso.
Ardevano come fuoco greco, illuminando quella pelle, quelle ciglia nere come carbone.
Avvertiva prepotentemente in sé la volontà completa di affermare i propri diritti.
Schiuse le morbide labbra sottili.
“Poiché tu mi appartieni…. – i suoi occhi bruciavano, dèi, bruciavano – …da quel giorno…..dal giorno stesso in cui ti catturai….”
E con immenso sforzo di volontà si alzò su un gomito malfermo, per scrutare e penetrare a fondo in quell’anima rossa che chiedeva una verità che sarebbe dovuta restare nascosta.
Lentamente schiuse le labbra sottili e pallide, sul viso bianco s’aprivano due inferni blu di prussia, caldi come la febbre che lo dominava.
“Sì, schiavo………………mio nella vita…………………………mio nella morte………………..E’la mia parola!”
E subito dopo ricadde, come senza forze.
Ma pieno di brama.
___________________________________________________________________________________________________________________________
-dal cap 16...... :
“Nh..Ru.ben…”ed un altro potente colpo fu la sua seconda risposta
Lo schiavo inarcò per lui la schiena.
Dèi, dèi, che morisse il suo orgoglio.
Già scalfito il giorno della sua cattura e assediato in tutte quelle veglie.
Che morisse.
La mano, la mano del comandante non lo lasciava.
“R.ub.en…..”sussurrò con un filo languido di voce il comandante, chinando la testa su di lui, socchiudendo infine gli occhi, la bocca, i suoi denti stretti erano perle nell’ombra
Egli dai capelli di sole al tramonto non ebbe più alcuna forza di resistere.
Con i polsi tirava le catene e con i fianchi inseguiva l’uomo che odiava.
Improvvisamente il ritmo statico delle penetrazioni del comandante si ruppe e tutto precipitò nella follia.
Ruben spalancò gli occhi nocciola verso il soffitto e lasciò andare una stilla sola sul cuscino di stracci.
Perse la ragione subito dopo e gridò.
Piacere. Piacere. Piacere.
“A TE…….”
“R.ub..en……”
“A TE……………
……appartengo…………..a te!!...”finì in un soffio
___________________________________________________________________________________________________________________________
-dal cap 17 ... :
“Oggi, Ruben, mi hai particolarmente soddisfatto. Chiedimi in dono quello che vuoi, niente ti sarà negato eccetto la mia morte, la tua liberazione e quella dei tuoi compagni”
“Tsk – sussurrò sprezzante il prigioniero – tu mi togli tutto ciò che più mi preme, non voglio altro da te…”
“Cerca meglio, schiavo, vedrai che puoi trovare qualcosa. Approfitta di questa possibilità, è assai raro che io conceda simili privilegi”
Ruben rimase a lungo in silenzio.
Il comandante credette che non si sarebbe piegato a chiedere niente.
Ed invece dopo poco lo sentì parlare.
“Voglio che i miei uomini vengano trattati con rispetto, non voglio che vengano torturati, umiliati….nè tanto meno che facciano la mia stessa fine, violati dai tuoi soldati..”
L’uomo dai sottili occhi scuri come il mare di notte si stese fra le coltri, sorridendo.
“Immaginavo che avresti chiesto una cosa simile…ma devi sapere che non è mia abitudine lasciarmi alla crudeltà senza cagione, i tuoi compagni vengono già trattati con ildovuto rispetto e nessuno oserà levare una mano su di loro fino a che io stesso non ordinerò altrimenti…non sono comandante tale da concedere simili libertà ai miei soldati ed essi sanno altrettanto bene che la disobbedienza è punita con la morte a Daaman…”
Vi fu un attimo di silenzio, poi egli riprese.
“Ma adesso, schiavo, esprimi un desiderio per te stesso, non sono loro ad avermi dato soddisfazione in questo giorno, chiedi qualcosa solo per te….”
Il giovane ribelle si chiuse ancora nel silenzio dei propri pensieri.
Che non avesse alcuna richiesta, si stupì il comandante?
“Sole”pronunciò improvvisamente quella voce
Rukawa lo fissò senza dire niente, per la prima volta incuriosito nell’animo.
Lo schiavo si mosse fra le coperte, come a disagio e fu troppo breve la frazione d’istante in cui il comandante lo vide per poter affermare che fosse lievemente rosso il suo viso.
“Vorrei rivedere la luce del sole……ed un prato….fra queste fredde mura di pietra ciò che più mi manca è l’odore dei miei boschi..”confessò
Oramai, dopo avergli rivelato il proprio nome, non v’era altro nella sua vita che meritasse d’esser taciuto.
In silenzio il comandante accolse la sua richiesta e si alzò.
Spostò lo scure che chiudeva la finestra e lasciò correre fuori lo sguardo, oltre il foglio di pergamena oleata.
“Fuori è inverno, schiavo ed oggi piove…..”
Tornò da lui per recuperare la veste ed il mantello.
“Ma domani – aggiunse – se ve ne sarà tempo e occasione esaudirò il tuo desiderio …”
___________________________________________________________________________________________________________________________
.....................
“Guarda bene la nostra Kido’hne, schiavo, perché non è detto che vi torneremo, fra cinque giorni, al calare del sole, saremo in guerra e questa volta come mio schiavo, mi seguirai e dividerai la mia stessa tenda e la mia stessa sorte..quindi osserva bene questa neve pura, quest’acqua e questa terra…per poterli rimembrare......”
E tacque, scrutando anch’egli un orizzonte denso e incerto.
Ripresero il cammino fino a scorgere le cime degli alberi del bosco sacro di Cheenan, ma la notte avanzava veloce e giunse il momento di tornare indietro.
Nuovamente ripercorsero il sentiero lungo le sponde del fiume e nuovamente si gettarono fra gli alberi di Teral e presero ad avanzarvi.
Frondosi rami, appesantiti dal ghiaccio, pendevano come tante fiaccole gelate che lasciavano volare nell’aere cristalli di neve ad ogni refolo di vento.
Il suono degli zoccoli di Ades che affondavano nella coltre soffice e bianca era così dolcemente ovattato.
Il silenzio era riposante e l’aria era pura ed intensa come il respiro di una montagna.
Il sole aveva perso la forza per filtrare fra le cime e le cortecce e riposava all’orizzonte in attesa di una morte veloce e rapida.
Ruben socchiuse gli occhi.
Il petto di quel cavaliere, per quanto nemico, era caldo e largo.
Così come lo era stato il giorno prima, quando vi aveva consumato sopra la fine d’amplesso.
Ora sentiva di esservi appoggiato contro con tutto il proprio peso, ma non sarebbe riuscito a scostarsene senza farsi violenza.
Semplicemente pensò di potersi riposare solo un attimo ancora e chinò la testa, chiudendo gli occhi.
In breve si addormentò e non udì il canto del vento sulla pianura verso Daaman, né la bassa risata del comandante quando lo vide addormentato fra le proprie braccia.
Lentamente Ades fece ritorno al castello e quando cavalcò sulle pietre e sul legno con quei suoni destò lo schiavo.
Rapidamente Rukawa rientrò assieme a lui nelle proprie stanze e lo liberò del mantello e lo legò nuovamente al letto.
Accese il fuoco e si lavò, cenarono con carne cotta e pane e noci.
E subito dopo il corpo freddo dello schiavo venne scaldato da quello mosso dal desiderio del comandante.
E quel giovane uomo dai capelli scuri lo prese anche quella notte, con calma, lentamente, ma lo prese.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
spero in un tuo ritorno ^^
la speranza c'est l'ultima a mourir XDDD ( mia culpa per non aver studiato francese XDD )
con immenso amore per questa tua stupneda storia ^_______________^
grazie per avercela donata ^^
Tabitahhh ^^
|