Ciao!
Ho cominciato a leggere questa tua storia per caso, e ho continuato fino alla fine: è coinvolgente, e mi chiedo come mai non abbia alcuna recesnione. Il fandom è certo poco frequestato, ma questa fan fiction merita attenzione.
Comunque, cosa posso dire in merito, sulla tua storia? Che è triste, ecco la parola giusta. racconti di un'Alice cresciuta, di una donna che ha dimenticato quel mondo incantato. Che, tuttavia, continua a essere un punto fisso della sua esistenza: lei ricorda, perché non può dimenticare tutto quello che è stato, ma non può sapre cosa voglia dire davvero utto quanto.
Da quasi tutta la vita le capitavano strane cose.
"Sentiva odori che, ne era sicura, non appartenevano a quel mondo. Captava nell'aria profumi particolari, che non riusciva ad abbinare a nessun oggetto esistente."
E' una frase evocativa, si parla solo dell'inizio ma, diavolo, io l'ho amata, come le varie tue scelte stilistiche affrontate durante la lettura.
"La notte il ticchettio insistente di un orologio da taschino le faceva compagnia e credeva di sentire intonare degli auguri anche quando non c'era nulla da festeggiare."
Potrebbero sembrare chiari segni di follia, ma si adattano alla perfezione al modo di essere di quell'Alice di wonderland, perché solo quell'altra parte di lei sa cosa voglia dire tutto quello.
Da quasi tutta la vita la Signora Alice credeva di esser pazza e ogni volta che lo pensava ricordava una frase mai sentita ("Tutti i migliori sono matti!"). Adesso però la sua vita stava giungendo al termine e mentre esalava l'ultimo respiro ricordò il dolce abbraccio di un Cappellaio Matto e una straordinaria avventura. I parenti riuniti attorno al letto di morte dell'anziana Signora Alice potevano giurare di averle sentito dire queste parole: "Oh Paese delle Meraviglie, sto tornando!"
adoro questa parte finale. amo il tuo stile ed è una degna storia per questa sezione.
Complimenti, davvero.
un bacio e alla prossima, Emma Weasley. |