Recensioni per
Legends of Victory
di Entreri

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/07/15, ore 16:19

[Recensione premio per il contest "La Caduta dell'Inverno Boreale"]

Ed eccomi qui, finalmente. Spreco due parole di intro per scusarmi di questo enorme ritardo, purtroppo sono alla fine della triennale e ho avuto tantissimi esami in questo periodo, ed essendo moooolto lenta a scrivere recensioni, ancora non mi sono potuta permettere una giornata libera.
Ma ora infine ci sono, meglio tardi che mai!

Passiamo subito al racconto.
Fin dall'inizio vorrei lodarti per i particolari. I particolari di contesto. Eliad che incide mano a mano i nomi dei caduti, uno dopo l'altro, finché non rimane che lo spazio per il suo (parafraso dal testo). Trovo che sia uno dei momenti più salienti di tutta quanta la storia, il momento in cui elevi il protagonista al grado di eroe-martire. E il coraggio, e i timori di Eliad trasudano da ogni parola, da ogni suo pensiero. Ciò che avviene in questo passaggio è una sorta di "sublimazione" del protagonista, ma di questo parlerò dopo.

Sono commoventi e strazianti i pensieri che Eliad dedica ai suoi compagni caduti, in particolare al giovane Ildem. Per quanto sia un personaggio assolutamente secondario, che vive soltanto in una fuggitiva rievocazione del protagonista, ritengo che tu lo abbia tratteggiato in modo assolutamente credibile e interessante, con la sua ferrea lealtà che, forse, in un ragazzo di vent'anni, è qualcosa di più simile a un'obbedienza oltre la morte ad un ideale prefissato. E mi ha commosso anche il tentativo di Eliad di salvarlo, di mandarlo a casa, il suo tentativo di salvare il salvabile.

Prima parlavo di "sublimazione" del protagonista, e questo termine mi è stato dettato dal ricordo generale che la tua storia mi aveva lasciato quando l'avevo letta la prima volta. E ora, rileggendola, mi cade sotto gli occhi questo pezzo che penso giustifichi la mia inusuale espressione:

Rimase immobile per un istante, sopraffatto dal compito di proteggere, solo, l’intera civiltà occidentale [...]

E infatti, sopraffatto da un tale compito, l'impressione è che la personalità del protagonista si annulli, si volatilizzi per lasciare spazio alla sola materia eroica, e a un solo, estremo compito: il sacrificio. E assieme a questa volatilizzazione, la consapevolezza, terribile, di non venire ricordato (oppure di non venire ricordato per quello che è...). Trovo il pezzo in cui Eliad prende amaramente consapevolezza del fatto che nessuno avrebbe ricordato le loro gesta di una tristezza e di un'angoscia disarmanti. E trovo inoltre molto conflitto e sconforto in quest'ultima parte, dove regnano sovrani gli ultimi pensieri del protagonista. Compreso il conflitto che egli percepisce, a un passo dalla fine, tra il "doppio leggendario" di sé, e l'uomo che realmente è stato.  È come se sentisse il suo essere venire sopraffatto dalla leggenda di sé, la quale sarà l'unica a sopravvivere (se mai sopravvivrà). Una sorta di paura dell'idealizzazione, della stereotipizzazione post-mortem a cui sarà soggetto il suo io leggendario, che ingloberà in un sol boccone luci ed ombre della sua vera personalità. Se non verrà dimenticato e basta, il suo nome Eliad diventerà qualcos'altro, diventerà il Baluardo dell'Ovest, un nome che però non rispecchia l'uomo Eliad. E quest'ultima prospettiva, forse, assurdamente, è ancora più terrificante dell'oblio stesso.
Ancora una volta, in poco spazio, metti in gioco tanti argomenti caldi, tanti "nervi scoperti", per così dire, punti di tensione per nulla banali che scandagliano a fondo i pensieri più profondi del personaggio.

E ancora una volta, sul finale, riesci a sorprendere e ad essere non convenzionale. Magari qualcuno si sarebbe aspettato il clichè del last minute rescue, e invece no. L'aiuto arriva, sì, ma fuoritempo, sfasato, sbagliato per un soffio. Un finale precipitoso, così come è precipitosa la morte del protagonista. Non ti sei permessa un punto di vista esterno, hai voluto raccontare ogni cosa, fino all'ultimo, attraverso gli occhi dell'eroe, quindi è normale che il racconto paia troncato in modo innaturale. Ma non critico questa scelta, anche se lo ammetto, sarei stata curiosa di vedere la reazione del padre - sempre che il corno non abbia suonato soltanto all'interno degli estremi pensieri di Eliad.

Cosa dire, in conclusione? Una bellissima e perfetta storia di morte, di sacrificio, di eroismo, e ancora una volta di conflitto. Non ho ancora letto qualcosa che sia esente dal conflitto nel tuo archivio, ma nemmeno vorrei questo. D'altronde, ogni storia deve nascere da un conflitto, da una rottura, altrimenti il racconto non avrebbe luogo.
È una storia epica, sì, ma in quel tuo modo particolare di esporre la materia epica: annaffiandola di caratterizzazioni vertiginose tanto sono profonde, e di introspezione deliziosamente conflittuale. In questo caso poi mi sei piaciuta tantissimo, anche per aver trattato un tema importante e universale (se posso azzardarmi ad usare questo termine) come il tema della memoria. E di averlo messo in gioco in modo assolutamente non superficiale.
Inoltre, è inutile che mi esprima ancora una volta sulla raffinatezza stilistica di questo breve racconto (espressioni come nella giovinezza del mondo mi fanno venire i brividi). Primo, perché non siamo in un contest. Secondo, perché lo sai già, no?
Perfetta.

Silvar

Recensore Junior
22/06/14, ore 19:10

Ebbene sì, sono viva, e no, non mi sono affatto dimenticata delle tue recensioni premio. Infatti, eccomi qui a lasciarti la prima delle cinque che ti spettano (Athenryl si occuperà di lasciartene due, io tre).
Prima di cominciare mi sento in dovere di informarti che le mie recensioni sono molto particolari, perché ricordano più delle correzioni. Di solito le divido in due parti: la prima la dedico agli errori di grammatica, battitura, forma e lessico riscontrati nel testo, la seconda ad una valutazione del contenuto e alle mie opinioni personali. Magari c'è a chi non piace che gli vengano fatti notare i propri errori, ma per come la vedo io una storia può essere bella, originale e profonda quanto vuoi, ma se è scritta male o presenta delle frasi che non mi convincono, la mia valutazione scende parecchio. Perciò ti prego di non prendere come un'offesa personale le segnalazioni degli errori che ti farò, si tratta semplicemente di una mia abitudine che, non so, magari potrà anche aiutarti a scoprire qualcosa di nuovo!
Detto ciò, direi che possiamo iniziare.

Segnalazione delle sviste:

- “… “Torna a casa” Eliad gli aveva detto “bacia via...”, in questa frase ci sono un paio di cose da sistemare. La prima è “Eliad gli aveva detto”: capisco che costruire la frase in questo modo sia più consono al tuo stile, ma a mio parere suonerebbe meglio un classico “gli aveva detto Eliad”; letta a modo tuo, mi ricorda tanto una frase di Willy il giardiniere dei Simpson. La seconda cosa è che ci va una virgola prima della ripresa della frase diretta (così, in questo caso: “… Eliad gli aveva detto, “bacia via”); se decidessi di modificare la frase come ti ho suggerito sopra, allora la virgola andrebbe messa qui: “… gli aveva detto Eliad, “bacia via…”;
- “… avevo promesso”, ma Ildem era rimasto…”, non è un errore, solo un suggerimento: sostituirei la virgola dopo “promesso” con un punto fermo (così: “… avevo promesso.” Ma Ildem era rimasto…”) per dare più forza e incisività alla frase successiva. Semplice questione di gusti, naturalmente;
- “… soltanto a chi vada incontro…”, sostituisci “vada” con “va”;
- “… Il suonò montò…”, “suono”, ti è scappato un accento;
- “… a disperderlo. L’esercito di mostri…”, doppio spazio dopo il punto fermo e prima e de “L’esercito”;
- “… le mura; centinaia…”, doppio spazio tra il punto e virgola e “centinaia”;
- “… sempre pronto sputare nuovi…”, hai dimenticato una “a” tra “pronto” e “sputare”;
- “… ugualmente, rapido…”, doppio spazio tra la virgola e “rapido”;
- “… loro nomi; il Baluardo…”, doppio spazio tra il punto e virgola e “il”;
- “… del Primogenito e Eliad gli…”, siccome “Eliad” inizia con la lettera “e”, ti consiglio di sostituire “e” con “ed” (“… del Primogenito ed Eliad gli…”), come poi ho visto che hai fatto successivamente;
- “… Si scaglio contrò l’esercito…”, ti è slittato un accento;
- “… caracollava su sé stesso…”, questo tipo di errore te lo avevamo già segnalato nella storia partecipante al contest e so come la pensi, ma per me la forma corretta continua a rimanere “se stesso”;

Benché breve, devo confessarti che questa storia mi è piaciuta davvero molto: è ben costruita, coinvolgente e presenta un livello di descrittività molto buono. Il personaggio di Eliad è stato caratterizzato molto bene, impresa non affatto facile se si considera la scarsa lunghezza del testo, ma è proprio per questo che la tua impresa è ancora meglio riuscita.
Ho particolarmente apprezzato i suoi continui riferimenti ai compagni caduti: il modo in cui incide i lori nomi sulla lastra di pietra, l’affetto e la tristezza con cui ricorda la morte di ognuno di loro, il dolore nel gridare il loro nome ad ogni colpo inferto hanno un ché di straziante. Particolarmente bello è stato il riferimento al suo scudiero, che ha cercato inutilmente di salvare ma che è comunque rimasto al suo fianco fino alla fine. La solidarietà e la lealtà provate da Eliad e dai suoi centocinquanta compagni ricordano molto quelle di Leonida e dei suoi trecento uomini, ed Eliad incarna in sé i tratti di un eroe classico, di un Aragorn, coraggioso e fedele fino alla morte.

Una menzione particolare va fatta all’ottava tratta dal poema che narra della leggenda del Baluardo dell’Ovest: è scritta molto, molto bene, e io davvero non so come tu abbia fatto (ci ho provato anch’io, a scrivere qualche poema e ballata utile per la mia storia, ma tutti i miei tentativi sono stati dei buchi nell’acqua).

La canzone mi è piaciuta molto è l’ho trovata particolarmente azzeccata (grazie a te ho scoperto un nuovo gruppo che mi piace!); mi dispiace solo per il pezzo di racconto che non sei riuscita a scrivere… peccato, mi sarebbe piaciuto leggerlo!

Detto ciò, ora ti lascio; ci tengo a rinnovare nuovamente le mie scuse per la lentezza della consegna delle recensioni premio, purtroppo con l’inizio dell’università la scrittura è diventata l’ultimo dei miei pensieri, ma adesso che sono riuscita a ritagliarmi un momento libero ve le consegnerò tutte!

Ancora i miei complimenti,

Rosheen

Recensore Junior
09/07/13, ore 00:26

Mi sono messa a leggere quasi per caso, volevo fare una pausa e invece i miei occhi hanno continuato a leggere, così eccomi qui... e continuo a sostenere che dovresti scrivere di più (e soprattutto non one-shot), un editore su una storia del genere ci punterebbe molto, secondo me... ^_^
Anche qui ho trovato doppi spazi, non so se possa significare qualcosa ma so che Word ne mette alcuni "nascosti"... cioè non si vedono sul documento, ma una volta copiato il testo appare il doppio spazio (l'ho visto spesso tra le storie che ho valutato, OpenOffice me li fa vedere in grigietto)... però potrei anche aver detto una cavolata... inoltre mi suona male questa virgola qui: "falco richiamato dal cielo poche, stanche parole", ma abbiamo già appurato che le virgole danno i problemi più grossi quando si tratta di punteggiatura; unico altro errore "Il suonò montò"... e comunque ho capito che, per quante volte so possa rileggere un testo, qualche errore sfugge sempre... addirittura anche se a leggere un testo sono persone diverse (ho inviato spesso storie per più di un contest e ogni giudice mi segnalava errori diversi... cioè il primo non trovava gli errori che invece trovava il secondo e viceversa); inizio a sospettare che il testo, quando sa di non essere visto, cambia qualche parola random giusto per farci dispetto... ^_^
Ora mi sa che vado a scrivere un po', troppi contest in ballo, appena ho ancora un attimo ti leggo le altre storie... ^_^
syssy5

Recensore Junior
01/06/13, ore 19:49

Sono rimasta sconvolta quando ho scoperto che il poema de “Il Baluardo dell’Ovest” (di cui la tua storia sembrava essere un ‘missing moment’) non esiste… sei stata bravissima a costruire l’ambientazione che fa da sfondo alla vicenda! La citazione è una trovata stupenda e i nomi, ricercati, poetici ed evocativi, mi sono piaciuti moltissimo (sono convinta che ‘battezzare le proprie creature’ sia molto complicato, perché un nome trasmette tantissimo e contribuisce a formare l’immagine dei personaggi che si costruisce nella mente del lettore). Complimenti, davvero!!

Lo stile e il lessico sono molto ricchi e ricercati e ben si adattano al genere del Fantasy Epico a cui assegni la tua storia. Anche le metafore e i paragoni con cui dipingi gli eventi sono decisamente suggestivi.

Anche il finale aperto (“parve di udire il suono del corno della casa di suo padre sovrastare il rombo dei tamburi nemici”) è molto bello. Mi ha fatto ripensare al titolo, ponendomi nuove domande, perché nonostante esso parli di ‘vittoria’ non è scontato che questa si riferisca all’esito pragmatico della battaglia (che fino all’ultimo sembrerebbe una disfatta completa); magari è solo una mia interpretazione personale, ma mi piace pensare che quella ‘vittoria’ si riferisca allo scontro che è avvenuto nella mente e nei cuori di quei centocinquantuno valorosi che non si sono arresi dando la vita per ciò che amavano e consideravano bello, buono e giusto.

È interessante come la rocca sembri ‘viva’ (anche se forse non originalissimo per qualcuno che come me conosce Paranor ^^) e il parallelo tra la sua caduta e quella di Eliad è molto suggestivo, rafforza l’idea di un qualche tipo di legame mitico tra l’Agni e il casato del principe.

Trovo che questa frase “il Baluardo dell’Ovest e i suoi centocinquanta compagni sarebbero entrati nella leggenda, ma le persone che erano stati sarebbero state dimenticate” sia uno spunto di riflessione molto interessante ed originale.

Ci sono alcune frasi o espressioni che non mi convincono molto:
- “Si affacciò alla finestra e contemplò l’infinita schiera di mostri che si ammassava crescendo come un’onda scura per abbattersi sulla rocca e infrangersi con forza contro il portone” forse qui avrei usato qualche segno d’interpunzione in più (qualche virgola magari) per snellire il periodo, che è molto lungo. Le stesse considerazioni valgono anche per alcuni dei fraseggi successivi, ci sono frasi lunghissime in cui la punteggiatura non è utilizzata adeguatamente (o comunque potrebbe essere gestita molto meglio);
- “Gli carezzò la nuca lentamente” non sono sicura che si possa parlare di ‘nuca’ nel caso di un corvo ^^ non saprei, ma mi stona un po’;
- “e i rinforzi nei quali disperava da mesi” credo che questa frase potrebbe essere resa in modo molto più incisivo (ponendo l’accento sulla speranza perduta da lungo tempo, forse potrebbe bastare una piccola inversione tipo ‘rinforzi nei quali, da mesi, disperava’ anche se un ‘ormai’ non guasterebbe) [ovviamente è una mia opinione personale];
- “il volto doloroso della bellezza che si mostra soltanto a chi vada incontro alla morte” qui sono abbastanza sicura che le concordanze dei tempi verbali siano sbagliate ^^;
- “fila disordinate come flutti incalzati dalla tempesta” l’immagine è molto bella, ma forse ‘da una tempesta’ sarebbe più corretto (il determinativo si usa per soggetti noti e tu non hai mai accennato ad una tempesta prima);
- “pronosticato” forse non è la scelta lessicale più calzante (mi sembra sterile e asettico come termine e per di più stona in questo contesto epico pieno di pathos), magari ‘profetizzato’ o ‘predetto’ andrebbero meglio;
- “con parole dall’odore ferroso del sangue che gli bagnava le labbra” l’idea di combinare diversi canali percettivi (gusto, odore, vista e udito) è molto buona, ma la frase non suona granché bene e forse è anche sfasata dal punto di vista delle concordanze.

Ti segnalo anche alcuni refusi che ho individuato nel testo: “caraccollati” per ‘caracollati’; “accanto a quello di tutti i guerrieri” ‘a quelli’ (qui serve il plurale); finché ha l’accento acuto.

Il mio modo di recensire è un po’ particolare, ma ti assicuro che il giudizio è positivo (molto positivo): la storia mi è piaciuta tantissimo!

a presto
frav

[Recensione premio per partecipazione a “Edite Fantastiche – flash contest”]

Recensore Veterano
31/08/12, ore 19:43

Molto breve, però affascinante. C'è quel qualcosa di sognante ed epico che riesce a classificarla come una storia effettivamente adatta a un poema. E' probabilmente la serie di nomi e di vite che vengono raccontate brevemente nel momento della morte a conferire quest'idea, oltre al protagonista valoroso ma sull'orlo di una disfatta disperata. Certe frasi sono molto articolate contribuiscono in un certo modo a rendere l'atmosfera del combattimento mitico (ero all'inizio perplessa che così pochi potessero fronteggiare un'orda di mostri, poi ho cominciato a comprendere che la fortezza in un certo modo "risponde" come se fosse magica, o non mi spiego i tremori della terra durante l'assalto). La narrazione mi ha trasmesso, più che un'immediatezza dell'azione, un senso di "storia" che calza a pennello con l'idea del passato mitico del mondo di cui fa parte.
C'è stato il momento a metà, quando Eliad riflette sul fatto che tutti loro sarebbero morti e sarebbero rimasti sepolti lì, dimenticati per chi sono stati e, forse, ricordati solo per il loro nome, o magari neanche con quello, che è stato veramente malinconico. Ha suggerito l'idea estremamente realistica delle molte persone del passato che possono aver compiuto atti eroici e degni di essere conosciuti, e che invece non sono ricordate neppure per il loro nome, e nessuno saprà chi sono stati in vita. Direi che la shot vale solo per questi passaggi.
L'ultima frase, poi, sfiora davvero l'epica.
Eliad è un bel personaggio, determinato e forte, ma dotato di una generosità e una gentilezza che lo rendono degno di essere l'eroe di un poema. La parte più bella è che nella storia ne hai sviscerato l'umanità e quell'accenno di disperazione finale, le conoscenze, i compagni altrettanto eroici, cose che probabilmente in quello che viene tramandato come leggenda non è rimasta traccia. E' un po' la malinconia di tutta la storia.
Appena pubblichi roba nuova sul mondo che hai creato stai sicura che compaio a leggerla. XD

Recensore Master
11/05/12, ore 20:53

Ma che fai, mi rubi la "zeta"?? Che di solito ely79 passa a risolvere pure le mie di magagne post-pubblicazione :)

In realtà questa storia l'avevao già letta e mi ero imposta di aspettare un po' a recensirla. Perchè era troppo epica, troppo, troppo da grande saga e io ero troppo esaltata. Peccato che a distanza di un mese la sensazione resti quella. Ora tento di spiegarmi. lasciamo stare quello che ho letto - che è, come al solito, orribilmente e disgustosamente fin troppo bello (e ti odio) - e passiamo a quello che ho visto. Ho visto un enorme palazzo circondato da un mare vero e proprio di corpi neri in movimento. Un po' come l'assedio del Trombatorrione di Tolkien. Peccato che qui, alle luci dell'alba, non arrivino i soccorsi. O peggio: arrivano. Esattamente un'ora troppo tardi. Come del resto accade sempre...
E poi quell'inizio. I nomi, messi così. Non so se conosci/leggi Stephen King, ma io sono una drogata di quest'uomo e soprattutto della sua saga della Torre Nera. E quella lista di nomi, prima ancora che a un poema cavalleresco - che è stato il secondo pensiero, dati gli appellativi dei guerrieri - mi ha fatto pesnare a quella saga. secondo me, epica e bellissima. Amara, anzi, di più. Perchè lascia sempre uno spiraglio di speranza che poi si infrange contro i sassi della realtà. I contro le rocce dell'Agni, volendo citare così servilmente. Ti dirò, mi è spiaciuto per Eliad: la solitudine era già una punizione, la morte è il colpo finale, ma morire consapevoli che il proprio sacrificio verrà quasi sicuramente ignorato...o che sarà stato vano... deve essere straziante. Eppure non avrei mai potuto vederlo sopravvivere: qua si tratta di poemi veri, mica di favolette a lieto fine. Che, dopotutto, ne fai mai tu di lieti fini???? Bah...
Altro pezzetto da aggiungere alla tua saga. Quindi in questo momento, volendo paragonare al sempre caro JRR ho letto un pezzo di Silmarillion, un capitolo fiabesco de "Lo Hobbit" e mezza storia tratta dagli inizi del Signore degli Anelli. Uhm. Vista la mole cartacea che questi libri compongono insieme, dubito che EFP riuscirà mai a contenere tutto :) ti toccherà pubblicare, prima o poi, cara mia!

p.s. i complimenti e l'ammirazione si leggevano, fra le righe, vero????????

Recensore Master
19/03/12, ore 22:29

C'è molta amarezza in questa storia. Passa dal sangue e dalle parole dei caduti, dalle parole del principe ormai solo, dallo scuotersi dell'Agni. Il senso di resa ed impotenza attraversa persino l'attacco finale, privo di gloria, di onori, di memorie. Credo che questi siano i punti di forza di una storia che, pur nella sua brevità, parla di tragedie senza fine, di dolori e angosce, di speranze infrante. In questo è davvero da apprezzare per il realismo con cui vengono tratteggiate le figure (o meglio, le ombre) degli eroi morti.
Tuttavia, trovo manchi un po' l'accento sul nemico, sulla sua potenza prorompente e sugli orrori appena accennati a cui fai riferimento nei pensieri di Eliad. Un po' sfuggente anche il rammarico verso gli aiuti mai giunti.
Resto quindi in attesa della seconda versione, per scoprire cosa avresti aggiunto o modificato!
Appunti:
- c'è qualche periodo chilometrico e ci sarebbe bisogno di qualche virgola qua e là, come hai giustamente notato;
-"caraccollati": con una sola "c";
-"Sud": va minuscolo;
-"suonò": un accento di troppo;
-"Eoras": o Earos? Poche righe prima usi l'altro nome. si tratta di due personaggi diversi?
Alla prossima!

Recensore Veterano
19/03/12, ore 15:06

sarà che l'hai scritta in fretta, sarà che ti sembra vuota e un po' povera... ma se tutte le storie scritte di fretta, vuote e povere fossero così, credo che la letteratura ne gioverebbe parecchio.
nonostante tu abbia solo accennato alla differenza tra leggenda e persona, di certo eliad ha saputo comunicare perfettamente l'amarezza dei propri pensieri, e tu sei riuscita a dare alla storia un senso di solitudine davvero marcato: un ultimo eroe solitario, privo di speranza e di aiuto, che da solo difende fino all'ultimo i bastioni del forte che gli è stato affidato, e poco importa (si fa per dire) se nessuno dei suoi compagni è sopravvissuto. avrebbe forse potuto seguire il suo stesso consiglio, quello dato a ildem, di approfittare delle tenebre e tentare la fuga, un'opzione per nulla disonorevole vista la situazione, ma invece ha preferito rimanere fino all'ultimo. la sua convinzione di non venir mai ricordato nelle storie non la condivido affatto: ha comunque rallentato il nemico, lo ha impegnato per mesi, garantendo ai suoi alleati tempo prezioso, e lo ha fatto fino a quando ha avuto fiato in corpo.
ti sei meritata decisamente il secondo posto. una storia con i fiocchi, e se davvero ne scriverai una seconda versione mi aspetto un lavoro anche migliore!