[Momentaneamente interrotta]
Questa è la storia di vite concatenate: Genjo è lo pseudonimo di Koryu, uno scrittore pressoché esordiente, famoso per la saggistica pubblicata dal suo editore Ukoku, nonché particolare amico di vecchia data del defunto genitore adottivo – la cui morte ha segnato per entrambi un vero e proprio trauma. Gojyo, figlio bastardo, reduce dalla visione dell’omicidio di sua madre per mano del fratello Jien, ha trascorso la sua adolescenza nello stesso istituto di Koryu, sebbene non avesse mai intrattenuto con lui una qualsivoglia conversazione, troppo intricato dal carisma di Banri. Gono, al seguito del suicidio di sua sorella, è divenuto coinquilino del demone rosso sangue grazie al suo buon cuore e, mentre si preoccupa di rendere presentabile casa durante le sue nottate sfrenate all’insegna delle corse clandestine e del sesso, da anche ripetizioni di matematica a un ragazzino di nome Goku che frequenta l’ultimo anno di liceo.
Nel frattempo, le allucinazioni che sembrano realtà si mischiano con la tangibile follia e le sorti di molti saranno racchiuse nei loro stessi destini.
[ Revisione di "Somebody Help Me" ]

[Ukoku/Komyo]
La vita, come in una fiaba, spesso ha più d’una versione ufficiale.
Dal testo: «Io sono Chang'e, la dea della luna, e ho deciso che da oggi vivrai con me, in cielo, perché questo è ciò che meriti per la tua bontà d’animo.».

Oltre ogni sguardo c’è sempre un ricordo fatto di leggerezza e sogni, laddove i colori sanno essere più brillanti e vividi, così come le immagini e quelle metafore di vita che possono solo essere rincorse fino alla fine dei giorni.
#Koryu: Turbinando lontano, poté solo seguirle con lo spirito.
#Gojyo: Sarebbe stato forte, sì, la camelia più bella che avesse mai visto, in quel piccolo ammasso di fiori dietro casa.
#Gono: Eppure, le sue mani sporche di sangue non avrebbero più potuto stringere a sé nessuno.
#Goku: Improvvisamente, sul mondo era sorta una stella che molti avrebbero chiamato errore, eresia, addirittura abominio.
#Ken'yu: Bambini, matti e solitari.

[Ukoku/Komyo]
Per diventare un vero monaco Sanzo non basta ottenerne il titolo con la forza e l’astuzia: proprio per questo, Komyo Sanzo, dopo aver soppesato l’idea a lungo, ha deciso d’intraprendere un viaggio con il giovane Ken’yu – nominato Ukoku da lui stesso, ma non ritenuto sufficientemente maturo per evitare d’infangare il nome e l’onore del defunto maestro, nonché caro amico dell’altro, con la sua leggerezza. Intenzionato a renderlo degno del Muten Kyomon, Komyo cercherà di fargli apprendere una lezione importante sul significato di quest’ultimo; attraverseranno il tempo, ma anche lo spazio, spingendosi a ovest, verso le terre sconfinate dal fascino estero. Ci sarà soltanto un anno a disposizione per la scalata del corvo.
Dal testo: Si voltò s’un fianco solo per scrutarne i lineamenti apparentemente rilassati, scivolando sulla sommità del suo naso con un guizzo sensuale, senza avvicinarsi, semplicemente scrutandolo in silenzio a ogni piccolo sibilo che il suo respiro sospingeva fuori dalle narici strette.

Una serie di brevi capitoli ispirati a Saiyuki Gaiden, di pensieri e introspezione, nulla più.
#Konzen: Ti prometto che ti tenderò la mano.
#Tempou: Allora, direi di andare, scusa il ritardo.
#Kenren: Non devi lasciare neanche un osso, mi raccomando!
#Nataku: Vedi? Sopra quell’albero, lassù in alto, c’è un nido d’uccelli. Lo vedi, vero?
#Goku: Cosa sarà? È incredibilmente splendente, sembra come… proprio come…

[Nataku x Goku]
[...] Non voleva sporcarlo, non voleva corromperlo, ma la tentazione era così forte, mentre la titubanza rendeva tremanti le sue dita, lievemente assorte sulla corteccia del grande ramo. [...]