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Autore: Irizar Elwell    24/03/2012    3 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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"Il buio mette paura solo perché non riusciamo a vedere ciò che ci circonda"

mi ripeteva sempre mia madre da bambina.

Ho sempre avuto una maledetta paura del buio, ricordo che ogni notte dopo che la mia mamma mi salutava col dolce bacio dei "magici sogni" e socchiudeva la porta, silenziosa e innocua sgattaiolavo immediatamente nella sua camera accoccolandomi fra le forti braccia di mio padre.

Col passare del tempo, sono arrivata alla conclusione che l'uomo ha timore del buio semplicemente perché le sue facoltà visive sono molto ridotte, ciò significa che la situazione non è sotto il suo controllo, e, dato che è nella natura dell'uomo sentirsi al di sopra di ogni controllo, non ammettendo i suoi limiti, troppo orgoglioso per ammettere di aver paura, ho dedotto che nonostante l'affermazione di mia madre sia giusta, risulta incompleta.

E' l'uomo che si accontenta di non vedere, il buio da solo fa molto poco.

Personalmente disprezzo l'essere umano principalmente per questo, per l'incoerenza imbarazzante che si trascina dietro, e ammetto che in passato, ho colto anche io il frutto della voluta ignoranza, solo per passiva e comodante pigrizia, un po' me ne vergogno, ma almeno l'ammetto se ciò mi viene chiesto.

Posso chiamarla fortuna sfacciata, perché fino ad oggi tale quesito non mi è mai stato posto o perché nessuno pensa che nel cervello di una diciassettenne possano formarsi pensieri tanto complessi quanto contorti, o perché ancora nessuno, filosofi a parte, si sofferma su tale argomentazione.

A volte penso che probabilmente il mio modo di comportarmi, non molto consono ad una cittadina tutta grazie e riverenze derivi da ciò; se così fosse, non potrei che esserne più felice!

Mentre sorrido fra me e me mi accorgo che Ben mi guarda con aria imbronciata; ha la fronte aggrottata e le sopracciglia chiarissime inarcate in modo da donargli un'aria più anziana...

Sbatto due volte le ciglia e muovo leggermente la testa protraendomi verso di lui, mi ci vuole un po' per capire, e quando ciò avviene esordisco con un meravigliato

"ooooh"

Dal canto suo annuisce e sospira prima di addentare il suo hamburger super farcito.

Ben è il mio ragazzo, frequenta l'ultimo anno del liceo di una minuscola cittadina nelle vicinanze di Nashville. E' il classico figlio di papà, molti soldi auto da urlo, biondo come il sole con due occhi azzurri come il mare...

ciò sarebbe per una ragazza qualunque, che vuole sistemarsi e vivere con un uomo che guadagna grazie all'azienda di famiglia cui suo unico problema è non perdersi il campionato estivo di Football...

Ben invece, strano ma vero, possiede anche un cervello; oltre ad essere il capitano della squadra di football è un genio con una media da far invidia a chiunque. Ha solo un difetto...non approva la monogamia!

La sua amante storica è Megan, la capo cheerleader. che a quanto pare è anche la mia migliore amica.

Mi rendo conto di essermi persa ancora nei miei pensieri, ma questa volta non lascio a lui il tempo di sbuffare chiedendogli scusa contornato da un leggero sorrisino.

"so che stai pensando a molte cose Chris, ma questa è la nostra ultima cena"

riesce a farmi sentire in colpa, e da brava cerco di prestargli attenzione.

Siamo nel ristorante più "In" della città, Ben voleva che fosse tutto perfetto per la mia ultima serata con lui.

Mia madre, partirà per una missione in Africa a tempo indeterminato, spedendo me a Dallas, da mia sorella Samantha.

"a che ora devi partire?"

Guardo l'ora sull'orologio da polso rosa barbie regalatomi da Megan per la partenza...

"tra 10 ore"

dico mangiando la mia mega porzione di patatine, pensando che sarebbe stato fantastico tutto ciò se i miei piani avessero previsto una tranquilla nottata a casa, ma dopo una cena a base di schifezze fritte e poco salutari, mi aspettava un'accaldata e divertente nottata in discoteca.

Non sapevo ballare, ma non era quello lo scopo principale, l'importante era divertirmi con le persone a me care.

Come previsto, il resto della compagnia ci aspettava fuori dal locale, non conoscevo nessuno

di quei volti che mi si paravano davanti, ma poco importava, quella sera tutto poteva aver meno valore, tutto ciò che a mio avviso poteva risultare superfluo.

Ben afferra la mia mano dolcemente e assieme entriamo nel "Dream House"...

Le luci della discoteca lampeggiano ritmicamente, osservarle anche solo per qualche secondo mi da alla testa, l'odore dell'alcool che ormai impregna il locale mi stordisce di primo acchito.

Non bevo molto, ma essendo la mia ultima sera con Ben, nella mia cittadina piccola e pettegola, alla quale, nonostante tutto sono affezionata non bado ad in convenevoli, anche se parte di me cerca di opporsi.. con un gesto della mano però, scaccio via la sua presenza.

Voglio divertirmi!

Mi volto e bacio Ben appassionatamente cogliendolo di sorpresa.

Ben prende la mia mano nuovamente e assieme ci dirigiamo verso il bancone color argento, dove sorridente ci aspetta Maxuell, il barista gay, cugino lontano di Kevin compagno di squadra di Ben. Ha 21 anni, moro, occhi nero pece contornati da lunghe ciglia finte e kajal blu elettrico...

A volte penso che sarebbe una bella ragazza, se solo la natura l'avesse dotato di attributi uguali ai miei.

Lo saluto con la mano e lui mi rivolge uno sguardo malizioso con un leggero ghigno dipinto in volto, poi saluta Ben facendogli l'occhiolino.

Sento il mio ragazzo irrigidirsi e rido leggermente.

Rivolgo una fugace occhiata alla pista da ballo...è avvolta in una flebile nebbiolina, Megan si sta già scatenando sulla pista facendo svolazzare la sua chioma color oro e mostrando le sue gambe contornate da una mini stretta nera..

Maxuell mi porge un drink che non ho ordinato, lo guardo interrogativa..

"oggi offro io per te bellezza"

dice sorridendomi.

Credo che tutta, o quasi, la città sappia della mia imminente partenza.

Assaggio il drink, curiosa di assaporare la miscela preparata da Maxuell, noto nella discoteca per la sua bravura nell'inventare alcolici freschi e deliziosi, Riesco ad individuare la pesca, un po' d'arancia e il succo di limone...

Decisamente ottimo!

Ben ordina un B 52 che sorseggia velocemente, mentre le guance iniziano ad arrossire innaturalmente, finisco tranquillamente il drink prima di essere trascinata sulla pista.

Megan mi afferra un braccio e insieme iniziamo a muoverci senza seguire il ritmo della musica tecno che rimbomba nelle mie orecchie.

Il drink offerto da Max era solo il primo di una lunga serie di assaggi che mi aspettavano in quella nottata.

Torno a casa con una sbronza pazzesca, il tempo sembra ridotto a qualche secondo e tutta la notte ridotta a pochi attimi..

Il mio unico obbiettivo una volta tornata a casa è cercare di non rimettere sulla moquette e raggiungere la toilette prima di combinare qualche disastro.

Partire in queste condizioni non è il massimo...

Finalmente riconosco la porta del bagno dopo aver preso in pieno un paio di spigoli e un paio di porte...

Avanzo di un passo tenendomi ben salda allo stipite della porta che sembra d'un tratto precipitarmi addosso...

Non appena tocco terra, come un sacco di patate mi protraggo verso la tazza, giusto in tempo prima che il mio stomaco inizia a ribellarsi e in pochi attimi ecco la mia cena galleggiare sull'acqua...

"Mmmmh...."

La mia testa è pesante... Ho freddo e ho male da per tutto...

"Mmmmh..."

Penso di essermi addormentata in bagno, ne ho la conferma appena i miei occhi riescono a mettere a fuoco ciò che mi circonda...

Mi alzo lentamente e traballando qualche passo mi dirigo in cucina, con espressione inebetita guardo l'orologio per qualche secondo senza capire davvero che ore sono, ma fermandomi a fissare le lancette per un po'.

Un po' tanto...

Un po' troppo...

"Mmmmh...Cazzo!"

improvvisamente mi sveglio dalla trance guardando l'orologio con occhi serrati. Sono in ritardo, perderò l'aereo...

   
 
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