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Autore: fenrir93    24/03/2012    4 recensioni
Il destino divide due innocenti amanti. Ma sempre lo stesso crudele meccanismo li porterà a ritrovarsi. Lei porterà le conseguenze della loro ultima notte d'amore e lui, un innegabile risentimento nei suoi confronti che l'ha reso cinico. Che accadrà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si stava velocemente rivestendo dei vestiti, abbandonati ai piedi del letto, strappati con foga la notte precedente dal suo amante.

La giovane rifletteva su come da bambina aspettasse impazientemente l’alba, la quale con i suoi raggi nascenti, dissipava le tenebre dei suoi incubi e delle sue paure infantili.
Ora invece l’alba la risvegliava inesorabilmente da un dolce sogno ovattato in una triste e grigia realtà, vissuta come un intollerabile e crudele incubo.

Come avrebbe voluto rimanere preda di quell’amore senza via di scampo che la consumava, ma non poteva e non doveva, non era giusto, né per lei né per lui.

Tutto era deciso, nulla era più rimandabile, la realtà si assoggettava a un meccanicistico ciclo del destino. Ma lei, non avrebbe preso parte a questa farsa, il suo carattere così spontaneo glielo impediva.

Guardò per l’ultima volta il viso dormiente del giovane, così tanto amato e con un dolore si richiuse la porta alle spalle.

Lacrime amare solcarono il suo viso, ma ella non se ne accorse e con disperata foga si dileguò per sempre, lasciando alle spalle quell’unica notte che avrebbe serbato per sempre nel suo cuore…
 

6 anni dopo:

Si svegliò all’improvviso, ritrovandosi  nuovamente a sognare quegli struggenti attimi che, l’avevano segnata in maniera indelebile. Sulle guance scendevano delle raminghe lacrime, segno evidente di un dolore mai dimenticato.

<< Mamma…>> fu il richiamo pronunciato dalle voci assonnate di due bambini.

<< avete avuto un brutto sogno? Vi fa male il pancino?>>

L’amore viscerale che Fine provava per quelle due creature la faceva molto spesso andare in paranoia.
Erano le sue gioie e un qualunque loro problema, diveniva per lei un dramma.

Immediatamente si asciugò le lacrime e raggiunse i bambini.

<< Seira? Kay? Allora?>>
In attesa di una risposta Fine osservò i suoi figli.
Il modo in cui si tenevano quella manina paffuta era adorabile. I suoi figli erano gemelli, tuttavia nonostante i tratti del viso fossero a dir poco identici, vi erano dei particolari che li differenziavano.
La bambina aveva dei lunghi capelli cremisi, mentre  fulvi capelli arruffati appartenevano al bambino. Gli occhi erano l’unica differenza evidente, rubini incastonati nel viso di Seira e zaffiri per Kay.

<< Seira non riusciva a dormire, così ha svegliato anche me>> disse un imbronciato Kei.

Fine gli rivolse un sorriso sollevata, li prese entrambi e li portò nel lettone, per poterseli accoccolare al suo petto.

Subito i gemelli si addormentarono al petto della madre mentre Fine dopo un ultimo bacio per entrambi i figli si assopì.
 
La mattina portò con se delle inaspettate sorprese.

Mentre i gemelli facevano colazione, Fine leggeva la posta e il suo sguardo, cadde su una busta color panna adornata da eleganti ghirigori. La aprì incuriosita e lesse l’invito al matrimonio che, l’amica di vecchia data Rein, le inviava.

Rein era un’amica di Fine dai tempi della scuola, le telefonava spesso e sapeva dei gemelli. Tuttavia accettare quell’invito avrebbe significato rivedere vecchie conoscenze che l’avrebbero distrutta.
<< Mamma tutto bene?>> le aveva chiesto Kay con fare preoccupato.
Era così sensibile quel bambino, non riusciva a nascondergli una singola emozione, caratteristica ereditata dal padre.

<< Tutto bene tesoro, vai a vedere se Seira è pronta per la scuola!>>

Appena la testolina rossa sparì in camera della sorella, Fine ricadde nel dubbio. Andare o non andare? Rein se la sarebbe presa a morte se avesse declinato l’invito, inoltre Fine era curiosa di rivedere tutti i suoi amici.
Da ben sei anni, aveva perso i contatti con tutti, Rein era l’unica eccezione. Sei anni fa era fuggita, ma ora sarebbe tornata a testa alta, non si sarebbe certo nascosta per paura d essere giudicata.

Nel frattempo qualcuno bussò alla porta Fine l’aprì e si ritrovò in questione l’oggetto dei suoi pensieri: Rein.

 << Allora cara? Scusa se disturbo, ma volevo convincerti a tutti i costi, ci devi essere .
Dopotutto sei la mia damigella d’onore!>> disse una pimpante Rein.

<<  Ti ringrazio, ma ti avrei telefonato per dirti che accettavo! E comunque da quando sono damigella d’onore?>> Disse Fine.

<< Da ora sciocchina! Ah, gli ospiti pernotteranno per due giorni prima del matrimonio, nella villa del mio adorabile maritino. Non te l’ho detto ma è ovvio che accetti vero?>>

<< Ma che razza di magnate hai sposato? E come faccio con i bambini, non posso lasciarli per tre giorni da soli e poi… Sei impazzita? E se mi imbatto con lui?>> disse un’allibita Fine.

<< Non ti preoccupare, è solo il testimone del mio futuro marituccio, . E poi..>> disse assumendo un espressione seria.

<< Non si è sposato, la sposa è fuggita all’altare e, cosa sconcertante lui non l’ha neanche seguita.  Ha semplicemente scosso la testa e annunciato agli invitati sconcertati che il matrimonio era annullato>>

<< Ma…>> Fine era incredula.

<< Perché non te l’ho detto in tutti questi anni? Tacciami come egoista, ma non riuscivo a dirtelo dopo che avevi sofferto così tanto per dimenticarlo. Non ce la facevo proprio. Scusami…>> Mentre una lacrima scendeva sul viso di Rein.

Fine era piena di dubbi, tuttavia non poteva incolpare Rein, anche lei avrebbe fatto lo stesso per lei. Così  porgendo un fazzoletto a Rein disse<< evidentemente non era destino, non ti preoccupare. E voi uscite fuori!>>

Due ombre sbucarono da dietro il divano, ormai scoperti i gemelli non poterono far altro che ridacchiare imbarazzati.

Fu Seira a parlare << allora mammina andiamo al matrimonio di zia Rein?>>
 Rispose Rein al posto di Fine<< ma certo principessa! >>

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Una settimana dopo, Fine e i gemelli erano sul treno che li avrebbe condotti alla villa.
Fine non volle prendere la macchina, così avrebbe potuto godersi il viaggio con i figlioletti.

Alla stazione, scese con i gemellini e si apprestò a raggiungere la villa del futuro “marituccio” di Rein. Il “ marituccio” in questione si chiamava Bright, aveva venticinque anni e possedeva ricchezze immense, tuttavia non rimaneva spocchioso o egocentrico, al contrario possedeva un carattere affabile  e gentile. Insomma…il principe perfetto per Rein.

Nel frattempo la passeggiata era giunta al termine, mentre il maniero era visibile all’orizzonte, tuttavia l’attenzione di fine fu colta da un immenso prato fiorito, dove i bambini si catapultarono all’istante.

Fine decise di sedersi all’ombra di un albero, mentre osservava i colori accesi della rigogliosa campagna. Il sole era alto in cielo, i bambini giocavano tranquilli e niente sembrava voler interromper quella quiete idilliaca.

Forse per le recenti tensioni che le avevano tolto il sonno, forse per quel clima così disteso e sereno, Fine si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo. Inconsapevole che un paio di nostalgici occhi la osservavano…
 
 
 
 
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