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Autore: mamie    25/03/2012    4 recensioni
"Tenere a bada i pensieri, per Lenalee era quella la cosa più difficile. Tenere a bada i pensieri prima di una missione, prima del salto nel buio da cui non erano mai sicuri di poter tornare. Tenere a bada la paura di non essere all’altezza, la paura di perdere qualcuno che ami. Ecco. Quella era la cosa più difficile."
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Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lenalee Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vizi e virtù'
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Prompt: Speranza - Rosario

IL ROSARIO


 Tenere a bada i pensieri, per Lenalee era quella la cosa più difficile. Tenere a bada i pensieri prima di una missione, prima del salto nel buio da cui non erano mai sicuri di poter tornare. Tenere a bada la paura di non essere all’altezza, la paura di perdere qualcuno che ami. Ecco. Quella era la cosa più difficile.
Kanda si immergeva nella meditazione e sembrava così freddo e distante. Lavi faceva battute sciocche e andava in giro ad infastidire gli altri più del solito. Allen mangiava, naturalmente, anche se per lui la fame non faceva differenza fra un giorno e l’altro. Lei invece non aveva nulla, nulla da mettere fra sé e il vuoto, fra la sua fragilità e la sua paura.
Allora, lentamente, sgranava il rosario. Un vecchio rosario di legno, consumato. Lenalee amava immaginare che potesse essere stato di sua madre. Un rosario povero, che ancora conservava un leggero profumo di rose, come i vecchi fazzoletti che teneva sempre nello stesso cassetto.
Mormorando lentamente le sue avemarie e i suoi paternostri Lenalee ridava un ordine ai suoi pensieri impazziti, li metteva in fila come tanti soldatini finalmente pronti alla battaglia.
 
Quando i suoi compagni partivano senza di lei il rosario cambiava di mano. Era diventato il loro piccolo rito di addio. Kanda la prima volta l’aveva ricevuto sbuffando, ma non aveva osato dirle di no (solo a lei Kanda non osava mai dire di no). E Allen l’aveva preso col suo solito, dolce e imbarazzato sorriso. E Lavi… Lavi aveva sgranato un po’ il suo occhio smeraldino e poi l’aveva stretto forte nel pugno, come per timore di perderlo o lasciarselo sfuggire.
- Me lo riporterai, vero?
Lui aveva allargato il sorriso che gli ballava sempre sulle labbra fino a far lampeggiare i denti bianchissimi.
- Te lo riporterò! – aveva promesso con la sua solita voce strafottente e sicura. Ma lo sguardo aveva una lucentezza nuova, come un velo di lacrime nascoste.
 
E quando il rosario tornava lei lo teneva in mano per un po’, stringendolo dolcemente per sentire il calore rimasto delle mani a cui l’aveva affidato, per assaporare un po’ più a lungo il sollievo meraviglioso di essere ancora lì, di essere ancora insieme.
 
  
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