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Autore: Aesir    25/03/2012    2 recensioni
Questa fiction è il seguito di "Leggende del Mondo Emerso: La Strada di Dubhe"
Mano nella mano nelle tenebre
Il prezzo per una vita assieme
Una missione in cui non credono
Dubhe e Aster
Riusciranno nel loro obiettivo?
Se giochi secondo le regole, non ti sogneresti mai di infrangerle. Ma io non ho voglia di giocare secondo le regole. E quando queste si fanno troppo pressanti, e t’ingabbiano, e t’incasellano, e t’infilano a forza in un’esistenza che detesti con tutta te stessa, l’unico modo per sfuggirle è mettere fine al gioco. Mettere fine a tutti i giochi. Perché quando i giochi finiscono, nessuna regola vale più
[DubhexAster]
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Aster, Dubhe
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Mondo Emerso'
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“[...] in quel selvaggio abisso,
grembo della Natura e, forse, tomba,
che non è mare o sponda, aria né fuoco
ma lor cause pregnanti in sé commiste
confusamente, in una lotta eterna,
se il Fattore Possente non costringe
queste oscure materie a farsi mondi,
nell’abisso selvaggio, cauto, Satana
sostava sull’orlo dell’inferno, e vide,
e ponderò il viaggio […]”

- John Milton, Paradise Lost, Book Two


Prologo: ADDIO, MAESTRO

 

 

 

 

Nothing left to fear, l'Cie
Cradled in eternity
Shore of sands, your fate awaits
Oh surrender in the light.

- Matsue Hamauzu, Dust to Dust (Final Fantasy XIII)

 

Maestro,

non so perchè ti sto scrivendo questa lettera. Probabilmente, se ci fossi tu qui, mi diresti che sono una sciocca ragazzina. E probabilmente avresti anche ragione. Ma, vedi, non c'è un motivo particolare che mi spinge a scriverti. Semplicemente, sento il bisogno di farlo.
Anche se la lettera che mi avevi lasciato sarà dissolta, ormai, nelle Terre Ignote, anche se il tuo stesso corpo probabilmente non esisterà più, tu sei sempre con me. Il pugnale, quello che era il tuo, è legato al mio fianco, e resterà lì. Nel fodero, possibilmente.
Ma non sono stata capace di mantenere ciò che mi hai fatto giurare nella lettera. Ho ucciso ancor, Maestro, ma, devi credermi, non è stata colpa mai. Ho scoperto di avere dentro di m un mostro, una Bestia assetata di sangue che prendeva possesso di me e mi portava a compiere delle orrende stragi. Ma il colpo peggiore è giunto quando ho scoperto che quella maledizione non era qualcosa di estraneo, bensì era una parte della mia anima, indissolubilmente legata a me. La Gilda mi ha ingannata. Pur di salvarmi dal destino che mi attendeva - un'orribile morte in balia della Bestia - sono venuta meno alle mie promesse, e mi sono unita a loro. Questo finchè un giovane mago di nome Lonerin non mi ha rivelato che in realtà un sigillo, il genere di incantesimo che liberava la mia maledizione, non poteva essere curato con le pozioni che la Setta mi somministrava, ma che poteva essere sciolto solo dal mago che l'aveva impresso. La Gilda mi stava prendendo per il culo, in altre parole. Questo mi ha dato la forza di fuggire.
Siamo scappati e abbiamo raggiunto il Consiglio delle Acque, e lì, per provare la mia buona fede, dato che sospettavano di me – e chi poteva dargliene torto – ho deciso di accompagnare Lonerin nelle Terre Ignote per cercare il mago Sennar. Ti ricordi quanto leggevo e rileggevo le sue avventure? Beh, l'ho anche conosciuto di persona. Cosa che adesso, in rapporto a chi mi sta affianco, non mi pare così straordinaria. Ma allora mi sembrava incredibile, incontrare una leggenda vivente. Comunque, dopo aver affrontato innumerevoli pericoli nelle Terre Ignote ed essere dovuta ricorrere alla Bestia per uccidere una dannata bastarda di nome Rekla... suppongo che questo nome ti dirà qualcosa... abbiamo finalmente incontrato il mago. È ben diverso da come l'avevo immaginato. Per cominciare, era vecchio, e, vabbè, questo avrei dovuto aspettarmelo. Ma la maniera in cui parlava, era totalmente diversa. Si è rassegnato, e ha smesso di lottare. Si era, mi correggo. In ogni caso, e questa era la parte che mi interessava, mi ha rivelato che se volevo liberarmi del sigillo dovevo uccidere l'uomo a cui la maledizione era originariamente destinata. Ossia Dohor.
Sono partita per la Terra del Sole in compagnia di una maga chiamata Theana; era la ragazza di Lonerin e si era convinta che fra di noi ci fosse stato qualcosa; e chissà, magari anche aveva ragione, ma anche se fosse stato così, era finito ancora prima di iniziare. L'ho fatto con lui, è vero, ma mi sono resa conto che stavo sbagliando nel momento stesso in cui mi sono trovata nuda in sua presenza. Certo non potevo più tirarmi indietro. Divagazioni cretine. Dato che purtroppo dopo un po' il mio corpo si assuefaceva alle pozioni per tenere a bada la Bestia, Theana mi propose un rito alternativo, che però, come controindicazione, mi spossò e indebolì i miei sensi. E questo ci costò la cattura e la vendita come schiave, da parte di un mio ex -amico, fra l'altro. Verrò a fargli visita, uno di questi giorni, e se ne pentirà amaramente.

Comunque, fummo liberate da Learco, ossia l'erede al trono della Terra del Sole, e durante il viaggio mi innamorai di lui. Mi sono innamorata del figlio dell'uomo che dovevo uccidere!
Mentre cercavo il documento che mi serviva per liberarmi della Bestia, lui mi scoprì. Finimmo per rivelarci i reciproci sentimenti, finimmo per amarci. E come le più belle cose, durò troppo poco. Forse, col senno di poi, fu meglio. Ma vado con ordine. Fuggimmo, una notte, quando mi accorsi che il complotto per eliminare Dohor – al quale Learco aveva preso parte solo per la mia salvezza – era stato scoperto. E durante la fuga iniziarono i primi dubbi sul nostro rapporto. Cos'avrei dovuto fare? Uccidere il re, salvarmi e farmi odiare in eterno, oppure godermi il suo amore finchè potevo? Lo sai come sono fatta, Maestro. Io sono sempre andata avanti. Scelsi la prima opzione. Ma il mio piano fallì, commisi un tragico errore, e Learco mi morì fra le braccia.
Trascorsi una settimana in preda all'incoscienza, sull'orlo della follia. Poi mi ripresi. Come ho sempre fatto. Andai nella Terra del Mare, nella casa dove abitavamo. Consumarmi, volevo. Poi accadde. Era una notte buia e tempestosa, e bussò alla mia porta. Non avevo mai visto un ragazzo così bello. Era suppergiù della mia età, aveva la pelle chiarissima, diafana quasi, una bocca stupenda, i capelli blu come la notte e soprattutto gli occhi verdi. E, giuro, quel verde non l'avevo mai visto da nessun'altra parte. Era l'essenza stessa di quel colore. Ma c'era qualcosa di più: negli occhi di Learco, avevo visto i tuoi. Ma nei suoi occhi ho visto i miei. Tu hai vissuto nella Casa e hai capito di chi sto parlando. Non aveva dodici anni, bensì diciassette, ma non potevano esserci dubbi, anche perchè l'ho visto veramente com'era da bambino, in una sfera di vetro nella quale la Gilda aveva racchiuso il suo spirito. Sto divagando. Dicevo, all'inizio ero decisamente diffidente. Qualcosa premeva nel mio cuore, qualcosa che non capivo, e questo mi spaventava. Solo dopo - ed è un
dopo decisamente relativo, dato che sto parlando di meno di un'ora - mi accorsi che era solo il sentimento con cui rifiutavo di riconoscere l'amore che stava sbocciando dentro di me. Perchè lui mi ha raccontato la sua storia, e io sono crollata. Letteralmente. Gli ho riversato addosso tutta la mia essenza, gli ho aperto me stessa. Non l'avevo mai fatto con nessuno. L'ho baciato. È stato stupendo.
Siamo finiti a letto insieme, alla fine. Mi imbarazza un po' a scriverlo, ma mi avevi detto di vivere e, beh, la vita è fatta anche di questo, no?
È stato come se avessi cercato qualcuno come Aster per tutta la vita, per accorgermene solo quando l'avevo trovato. È stato accettare quello che sono, amarlo, è stato comprendere che io non sarò mai come gli altri esseri umani. In un certo senso, è stato come guardarmi allo specchio.
Dopo... dopo, praticamente, mi ha rivelato d star svolgendo una missione che, in caso di successo, avrebbe portato all'eliminazione degli dei del Mondo Emerso. Quegli dei che mi hanno portato via tutto, mi hanno usata come un trastullo, per poi gettarmi via quando non li avevo divertiti più. La mia vendetta. E poi, in quel momento gli avrei detto di sì a qualunque cosa. E anche adesso. Ovunque andrà, lo seguirò, perchè i nostri destini sono insolubilmente legati, e perchè lo amo.
La prima conseguenza della scelta che ho fatto, è stata l'immortalità. Non ci vedremo più, Maestro, ma non ho rimpianti nel dirlo. La lettera che mi hai scritto è da qualche parte nelle Terre Ignote, polvere da molto tempo, ormai, ma il tuo pugnale è legato al mio fianco e ci resterà per sempre.
La seconda conseguenza, è stata la creazione di una creatura che mi servisse come cavalcatura. Le tenebre che sono in me l'hanno generata, è l'espressione di me stessa, e come tale ubbidisce come una mano o un piede. L'ho chiamata Veritas.
Dopo un breve periodo trascorso per conoscerci meglio, la nostra missione ha avuto inizio, con esisti ambigui: siamo riusciti ad avere la meglio su Phenor divinità volta all'acqua, ma i rischi corsi ci hanno fatto accuratamente riflettere; abbiamo deciso che avremmo tentato di nuovo una cosa simile solo se avessimo avuto l'assoluta certezza di vincere. Dopo un'accurata ricerca nella biblioteca della Rocca, abbiamo trovato i segni di un artefatto magico, custodito in un luogo posto oltre il grande Deserto, tanto antico che di esso si è perso perfino il nome. Custodiva quest'oggetto, l'Uruboros, o lama stregata, una creatura serpentiforme. Si è detta disposta a darcelo, ma c'era una prova da superare. Ho dovuto di nuovo affrontare la Bestia, quel lato oscuro di me che faccio di tutto per sopprimere e dimenticare, ma che è sempre pronto a riafferrarmi. Non è stato facile, ma ce l'ho fatta.

Dopo un altro scontro con le divinità, stavolta facilmente vinto, io e Aster abbiamo ricevuto l'invito al matrimonio tra Lonerin e Theana, i due maghi che mi avevano aiutato nella mia missione. Ho ballato, per la prima volta in vita mia, con il sorriso sulle labbra e i capelli - che sono lunghi come quando vivevo con te, del taglio della Gilda non rimane traccia – sciolti sulle spalle. Stava andando tutto bene, ma io sono Dubhe. Non esiste la pace, al mio fianco.
I soliti dei si erano impossessati del corpo di Nihal, la mezzelfo che aveva salvato il Mondo Emerso. Sono riuscita a scacciare le divinità, ma non ad impedire il suicidio di Nihal quando seppe di aver causato, seppur involontariamente, la morte di Sennar. Perchè io sono Dubhe. La morte non mi ha voluta, quando sarei dovuta morire, e adesso la mia vita si è cristallizzata nel darla agli altri...

Dubhe sbuffò.
Stupida, si disse. Come poteva una persona introversa come lei sperare di trasmettere le sue impressioni su un pezzo di carta?
Rilesse ciò che aveva scritto: semplicemente orrendo.
La sua mano accartocciò con un movimento rapido il foglio, assaporandone il crepitio, e lo gettò nel caminetto.
Fu una fottuta soddisfazione il divampare del fuoco, fu dannatamente appagante vedere quella maledetta pergamena sfrigolare, i suoi bordi accartocciarsi e le fiamme diventare blu mentre li consumavano, le parole svanire come ombre d'inchiostro allo spuntar del sole, e l'intera lettera trasformarsi in cenere.

Di quella pira, l'orrendo fuoco/ tutte le fibre m'arse, avvampò/ empi spegnetelo, o ch'io fra poco/ col sangue vostro lo spegnerò*”, canticchiò divertita, nonostante i toni macabri dell'aria, stiracchiandosi, e andando verso ad Aster.
Fallimento?”
Su tutti i fronti. Chissenefrega, ci sei tu, quando voglio parlare. Non ti ho mai nascosto nulla, e non vedo perchè dovrei iniziare a farlo adesso. È stata un'idea cretina, quella di mettermi a scrivere.”
Quel fallimento la irritava. Non le piaceva lasciare a metà un lavoro iniziato, per esperienza personale sapeva che arrivava sempre il momento di pentirsene. Ma quel foglio carbonizzato non la stupiva particolarmente; non era per natura una ragazza loquace, tendeva ad esprimere sé stessa più con gli atteggiamenti che con le parole. Abitudine, forse. Perchè mentire con il corpo era molto più difficile che mentire con la voce.
Fletté il busto: “Vado a farmi un bagno”, annunciò.
Aster annuì.


____________________________________________________________________-
* Giuseppe Verdi, Il Trovatore

NdAesir: come mia tradizione, vi avverto che eventuali citazioni interne al fanverse (quindi dai libri delle Cronache/Guerre/Leggende) NON saranno segnalate, ma lo saranno quelle esterne al fanverse (quindi per esempio da Alien... anche se non riesco ad immaginare che potrebbe c'entrare ^ ^) Le citazioni interne al fanverse saranno utilizzate in situazioni più o meno analoghe a quelle "ufficiali": invito eventuali lettori a scovarle tutte.
Buona lettura! 

   
 
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