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Autore: xjonaswhore    25/03/2012    5 recensioni
{ Joick
Imprecando sottovoce, Joe raggiunse per primo la camera, e quando aprì la porta sul suo viso si formò una chiarissima espressione di orrore.
< cosa c’è, un buco in mezzo al pavimento? > chiese il fratello, affiancandolo.
Non ebbe bisogno di una risposta.
La camera, o meglio, il buco; era ricoperto da una carta da parati azzurro chiaro, tendente al grigio per colpa della polvere e strappata in diversi punti.
L’unico armadio disponibile era una cassettiera, abbandonata in un angolo e mangiata dalle tarme.
Uno specchio talmente appannato e graffiato da rendere difficile specchiarsi dentro faceva bella mostra di se sopra quella che doveva essere una scrivania.
Ma, a preoccupare maggiormente Nicholas, era quell’enorme letto matrimoniale che occupava più della metà della stanza.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
questa è una Joick e sinceramente mi vergono un po' a postarla!
ma oh, avevo ispirazione così ho
deciso di scriverla! AHAH

sul serio, spero che vi piaccia e che recensiate in tante!

Loge


E










































Mamma e papà Jonas avevano deciso di concedersi una vacanza insieme ai figli, lontano dai paparazzi e dalla vita frenetica della città.
Indossando i suoi ray ban wayfarer e guardandosi in giro, Nick dovette ammettere che forse una vacanza non era una cattiva idea.
Mamma Jonas aveva deciso di passare una settimana in uno sperduto paesino di montagna, con la neve che arrivava alle caviglie dei sette Jonas e un freddo che faceva accapponare la pelle, perfino sotto agli infiniti strati di maglioni. Nonostante questo, Nick Jonas non aveva rinunciato ai suoi ray ban.
Scesa dalla macchina, la famiglia di avviò all’ interno dell’hotel, che perfino da fuori non prometteva nulla di buono.
La grande scritta luminosa che recitava ‘ Hotel America ‘ scricchiolava in modo sinistro sotto lo sferzare del vento, e la A di America e la e di Hotel lampeggiavano in modo discontinuo , indicando che presto le lampadine di sarebbero bruciate.
Nick e Joe si scambiarono uno sguardo abbastanza eloquente prima di entrare, così come Kevin e papà Jonas.
L’interno non sembrava messo meglio: c’erano spifferi ovunque, e l’unica fonte di calore arrivava da una stufetta elettrica, girata verso il bancone.
L’uomo che vi stava dietro era calvo e stempiato, strizzato in un completo di seconda mano, che metteva ancora più in risalto la sua pelle giallognola.
Al contrario di tutti gli altri, mamma Jonas sembrava sempre più eccitata di trovarsi lì < finalmente un posto che non straborda di lusso > continuava a borbottare, estasiata.
Ci vollero un paio di colpi di tosse da parte di Kevin perché l’uomo si rendesse conto di avere visite.
Alzò la testa dai fogli che stava compilando e si aprì in un sorriso acquoso, che fece venire i brividi a Nick.
chiese, con una vocina acuta e un altro sorrisino falso.
< oh si > esclamò deliziata la signora Jonas < è proprio bello qui >
Praticamente tutti la guardarono come se fosse matta, ma lei finse di non essersene accorta.
< grazie mille signora! Allora, se volete seguirmi vi mostro le vostre camere! >
Con un gesto della mano li invitò a proseguire verso l’ascensore, e, mentre quello si avviava scricchiolando, Nick potè giurare di aver sentito Frankie che sussurrava delle preghiere a bassa voce.
Dopo che, miracolosamente, l’ascensore raggiunse il 5 piano, l’uomo li fece scendere.
Il corridoio era male illuminato da un enorme lampadario, che emanava una sottilissima aurea di luce, nonostante le dimensioni.
Si fermò davanti a una camera ad angolo, e li informò che quella era la camera di Denise, Paul e Frankie. Superò poi qualche altra porta e consegnò le chiavi a Kevin e Danielle.
Si voltò infine verso i due Jonas rimanenti, guardandoli con aria furba
< mi dispiace informarvi che tutte le altre camere sono occupate, quindi la vostra è su un altro piano >
Chiedendosi come diamine facesse quella catapecchia ad attirare così tanta gente, i due fratelli si scambiarono uno sguardo stralunato, per poi seguire l’uomo su per le scale.
Arrivati sani e salvi a quello che era apparentemente l’ultimo piano  -Joe a causa delle valige aveva rischiato di scivolare per otto rampe di scale-  l’ uomo gli piantò in mano due paia di chiavi, indicandogli la loro stanza, in fondo al corridoio.
Imprecando sottovoce, Joe raggiunse per primo la camera, e quando aprì la porta sul suo viso si formò una chiarissima espressione di orrore.
< cosa c’è, un buco in mezzo al pavimento? > chiese il fratello, affiancandolo.
Non ebbe bisogno di una risposta.
La camera, o meglio, il buco; era ricoperto da una carta da parati azzurro chiaro, tendente al grigio per colpa della polvere e strappata in diversi punti.
L’unico armadio disponibile era una cassettiera, abbandonata in un angolo e mangiata dalle tarme.
Uno specchio talmente appannato e graffiato da rendere difficile specchiarsi dentro faceva bella mostra di se sopra quella che doveva essere una scrivania.
Ma, a preoccupare maggiormente Nicholas, era quell’enorme letto matrimoniale che occupava più della metà della stanza.
< io ammazzo mamma > sentenziò Joe, sbuffando e strascinandosi in camera.
Accesero la luce, ancora più debole di quella che c’era in corridoio, e Joe si abbandonò sul letto.
Il sinistro scricchiolio che si diffuse nella stanza costrinse il ragazzo ad alzarsi di colpo, con espressione terrorizzata.
Si piegò per controllare di non aver rotto niente, mentre Nick faticava a trattenersi dal ridere.
 
 
Stavano discutendo su chi avrebbe preso l’unico cassetto utilizzabile della cassettiera, quando sentirono bussare alla porta.
Sbuffando, Nick andò ad aprire, trovandosi davanti l’uomo della reception.
Quello gli rivolse un breve sorriso, per poi esclamare < ho dimenticato di dirvi che la cena sarà servita alle venti, la colazione dalle sette alle nove e il pranzo da mezzogiorno alle due! > aveva detto tutto questo senza prendere fiato, per poi inchinarsi brevemente e sparire dietro l’angolo.
Nick, ancora sbigottito, alzò le spalle e chiuse la porta.
Si girò e per poco non gli venne un colpo. C’era Joe che si aggirava per la camera in mutande.
Cercando in tutti i modi di costringersi a guardare la sua faccia, chiese, con le guance che gli andavano a fuoco < che diamine stai facendo? >
Quello si fermò a mezz’aria nell’atto di aprire una delle tante valige sparse nella camera < mi cambio > disse semplicemente.
Nick annuì, comunicando che sarebbe andato a fare la doccia.
Una doccia che poi, consisteva in una vasca a cui mancava il rubinetto, e a cui quindi era stato aggiunto il bocchettone della doccia.
Sospirando sconsolato, Nick iniziò a svestirsi, accorgendosi poi con sua grande irritazione che non c’era nemmeno l’acqua calda.
Cercando di non pensare all’acqua gelida che gli correva lungo il corpo, si concentrò su un problema ben più grave: lui e joe, in un letto matrimoniale.
Già solo vederlo girare in mutande per la camera aveva messo a dura prova i suoi ormoni, e non osava pensare a quando se lo sarebbe trovato a letto.
Si, sapeva che Joe era suo fratello.
Si, sapeva che era una cosa moralmente sbagliata ed illegale.
Eppure, ogni volta che Joe lo abbracciava, lo toccava, o lo guardava, il suo cuore perdeva un battito, e lui non poteva farci assolutamente nulla.
All’improvviso, sentì Joe che bussava e che diceva < Nick, entro un attimo che devo mettere via lo spazzolino >
< No Joe, aspetta, non c’è.. > Nick tentò inutilmente di fermarlo, e non appena Joe ebbe spalancato la porta nella stanza scese un gelo imbarazzante.
Joe stava inutilmente cercando di spostare gli occhi dal corpo del fratello che, da parte sua, desiderava solo scendere cento metri sotto terra.
Dopo attimi che gli parvero interminabili, Joe chiuse di scatto la porta, facendo tremare i cardini della finestra.
Cercando di darsi un contegno, barcollò fino al letto, buttandocisi sopra e portandosi le mani sugli occhi.
Non sapeva grazie a quale dio del cielo, ma fortunatamente era riuscito a non saltare addosso a suo fratello.
Vederlo con i pantaloni attillati, le magliette strette e con lo scollo a V era una cosa, ma vederlo nudo
Joe sospirò, impedendo ai suoi pensieri di deviare in zona Nick.
Era suo fratello, era off limits.
 
 


Quella sera, a cena, erano tutti troppo occupati a lamentarsi con Denise per fare caso all’imbarazzo che era sceso sui due fratelli Jonas.
Frankie si lamentava del fatto che l’avevano messo a dormire in quello che effettivamente era un armadio senza ante, Paul si rammaricava di aver dato carta bianca alla moglie su dove andare a passare le vacanze e si stava chiedendo ad alta voce che cosa fosse quello che un cameriere decrepito gli aveva appena schiaffato nel piatto con poca grazia,e Kevin stava dando di matto perché quando erano entrati nella loro camera un pipistrello impazzito si era avventato sui capelli di danielle, rischiando poi di accecarlo quando lui si era affrettato ad aiutarla.
Mamma Jonas sembrava contenta da tutte quelle lamentele, dicendo che li aveva portati li proprio perché capissero che non tutti potevano permettersi il lusso in mezzo al quale loro vivevano.
< e dovevi proprio farcelo capire rischiando di far strappare i capelli a mia moglie? > chiese Kevin, mentre sia Joe che Nick allungavano la mano verso la bottiglia dell’acqua, sfiorandosi e assumendo entrambi una lieve sfumatura color bordò.
 

Finita la cena, che i ragazzi avevano passato nel silenzio più assoluto, salutarono i genitori, i fratelli e Danielle che avevano deciso di uscire a fare una passeggiata e andarono a coricarsi in camera.
Con il buio che era sceso sul paesino, ora le lampade sembravano fare un po’ più luce, e quando Joe si sedette sul letto quello non scricchiolò nemmeno.
< senti .. > disse Joe, per la prima volta da quando era entrato in bagno < mi dispiace per prima >
< n-non fa nulla > disse Nick, sedendosi anche lui sul letto < non hai fatto apposta >
Per un po’ regnò ancora il silenzio, poi Joe lo spezzò di nuovo
< senti, non c’è ragione di essere imbarazzati. Sei mio fratello dopotutto, no? >
< esatto > rispose Nick, con un leggero sorriso. Era proprio quello il dannatissimo punto.
< bhè io.. vado a lavarmi i denti > continuò il minore, alzandosi ed entrando in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Joe, seduto sul letto, per un attimo pensò di mettersi il pigiama, ma poi, un’idea gli balenò in testa.
In fondo, che cosa poteva mai essere un bacio? Solo un bacio. Di sicuro non avrebbe potuto scatenare più imbarazzo di così.
Si alzò e si diresse verso il bagno, aprendo la porta e trovando Nick che si sistemava i capelli.
Avanzò verso di lui, che lo guardava stranito, girandolo e posandogli le mani sui fianchi.
Passò una mano tra i capelli del fratello, avvicinandosi a lui e accorgendosi che i loro respiri si stavano facendo sempre più irregolari.
Lo guardò un ultima volta per poi sfiorargli le labbra con le proprie, laccandogli poi il labbro superiore.
Senza nemmeno rendersene conto, Nick si trovò contro il muro, con il corpo del fratello che premeva contro il suo e le loro lingue che giocavano a rincorrersi.
Joe spinse ancora di più il suo corpo contro quello del ragazzo, infilando le mani sotto la sua maglietta.
Aveva una fottutissima voglia di farlo li, in quel bagno, ma aveva paura che Nick non avrebbe acconsentito.
Dopo parecchio tempo, i due si staccarono, guardandosi negli occhi per un tempo che ad entrambi parve infinito.
Poi Nick sorrise leggermente, prendendo il fratello per mano e uscendo dal bagno.
Lo fece sdraiare sul letto, per poi sedersi a cavalcioni su di lui, sfilandogli la maglia.
Joe sorrise malizioso, ribaltando le posizioni e iniziando a baciargli il collo.
Sentì Nick gemere sotto di lui, e fu quello più di tutto a mandarlo fuori di testa.
< da quand’è che sei gay? > chiese Nick, con il respiro corto.
< da un po’, e tu? >
< idem >
Joe tornò a baciarlo, mentre sentiva la mano del fratello insinuarsi nei suoi boxer.
Fu scosso da un brivido, mentre quello gli sfilava i boxer.
Joe fece lo stesso, trovandosi, per la seconda volta in un giorno, ad ammirare il corpo del fratello.
Spinse il suo bacino contro quello del riccio, facendo scricchiolare in modo terribile il letto.
< ci sentiranno > ansimò Nick
< non mi importa >
Joe era cosciente che quella sarebbe stata sia la prima che l’ultima volta in cui si sarebbe potuto permettere di fare certe cose con Nick, e non aveva alcuna intenzione di sprecare l’occasione.
L’avrebbe fatto urlare, se serviva, ma non voleva che il fratello potesse dimenticare quella notte con tanta facilità.
Preso alla sprovvista, all’improvviso si trovò sotto a Nick, che aveva ribaltato le posizioni
Il fratello si abbassò a baciargli il collo, per poi mordergli il lobo dell’orecchio
< voglio che questa notte sia indimenticabile, Joey > Joe sorrise, chiedendosi se percaro il fratello gli leggesse nel pensiero.
trattenne a stento un gemito mentre Nick accarezzava il suo interno coscia, e, preso dall’eccitazione, sussurrò un leggero < ti amo > al fratello.
Quello lo guardò per qualche secondo, assumendo una leggera sfumatura di rosso, per rispondere con un < anche io >
Quella notte, nessuno dei due si preoccupò del rumore che faceva il letto mentre Joe spingeva dentro Nicholas.
A nessuno dei due importava del fatto che fossero fratelli e, mentre le cose sconce si trasformavano in sussurri dolci, nick e Joe passarono ore abbracciati, limitandosi a baciarsi di tanto in tanto e ad accarezzarsi,mentre  nelle loro menti, entrambi sapevano che non avrebbero mai ringraziato abbastanza mamma Jonas per averli convinti a partecipare a quella vacanza di famiglia.
 

 
 
 
 
 
  
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