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Autore: Daifha    25/03/2012    8 recensioni
- Misaki è una persona con una grande autostima, e mai tenterebbe in alcun modo di sminuirsi, ma se c’era una cosa terribilmente ovvia nella sua relazione con Akihiko, questa era che lo scrittore rappresentava, senz’ombra di dubbio, l’uomo. Virile, orgoglioso, fiero, sicuro e dominante. A confronto Misaki pareva una donnina svenevole che stravede per l’amore della sua vita, con tanto di ruolo da casalinga fissa.
Ecco perché, l’immagine che l’attimo dopo figurò nella sua mente lo fece irrigidire come una statua, sgranare gli occhi e portare le mani alla bocca per evitare di gridare. -
[UsagiMisaki]
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Don’t) Marry me!
 

I chicchi di riso bianco-panna ricaddero leggeri sui due sposini appena usciti dalla chiesa, con le guance arrossate un po’ per la felicità, un po’ per l’imbarazzo. Sorridevano contenti e camminavano mano nella mano lungo la scalinata che conduceva alla macchina, con la quale avrebbero viaggiato per la loro luna di miele. Un attimo prima di salirvi, la sposina lanciò il bouquet di rose bianche, scatenando tra le damigelle un brusio e urletti che si risolsero con l’alzata del mazzo da parte di una donnina che si trovava in mezzo al gruppo. Si sarebbe sposata presto, oh sì, ora ne era davvero sicura…

Le campane suonarono a festa, altri chicchi di riso volarono e, fatti i dovuti saluti, i due giovani sposi si allontanarono in macchina, sotto gli occhi liquidi e invidiosi degli invitati.

Misaki sospirò: stava camminando per quella stessa strada, tranquillo diretto a casa sua, lo zaino a tracolla e il foglio dell’ultimo test fatto in mano. Una misera D+… Non che se ne lamentasse, ma avendo un mentore di un certo livello, sperava in un voto in letteratura un po’ più alto. Ovviamente sapeva di avere un professore particolarmente problematico - ancora gli faceva male la fronte dove quel gessetto volante lo aveva colpito durante una delle lezioni di Kamijo - e sì che lui era rimasto zitto.

Ma più probabilmente la sua non era delusione per un voto basso, bensì paura per la punizione che ne sarebbe derivata - certo, se invece avesse preso un buon voto, Akihiko avrebbe potuto sempre mascherare la sua indole perversa considerando i suoi sporchi giochini come un premio riservato unicamente per il suo discepolo. Usagi-san sapeva essere davvero crudele a volte.

Sospirò di nuovo, osservando la macchina dove aveva visto salire felici i due sposini allontanarsi facendo sbatacchiare i fiocchi bianchi appesi all’antenna radio. Che carini.

Misaki aveva raramente pensato al matrimonio, eppure non poteva non vederci molta dolcezza nel modo ingenuo con cui lui le teneva la mano, quasi avesse paura che scappasse; si chiese come sarebbe stato il suo, di matrimonio.

Aveva sempre amato le cose semplici, sobrie, e così gli sarebbe piaciuto che fosse la chiesa in cui avrebbe fatto il grande passo, con pochi fiori, lui in giacca e cravatta, lei con un vestito bianco a cingerle il corpo, aprendosi infine in una bella gonna lunga. E poi già si immaginava il momento in cui le avrebbe alzato il velo, trovandola sorridente e con gli occhi pieni di aspettativa. E sarebbe stata anche una bella fantasia, se non fosse che, nella sua mente malata, i dolci lineamenti della fanciulla a lui promessa non avessero preso i caratteri forti di una certa persona che lui conosceva bene… I capelli corti e argentati, gli occhi viola e le labbra sottili piegate verso l’alto con dolcezza. Le spalle larghe e i fianchi stretti stonavano decisamente con la dolcezza del vestito bianco e i guanti color panna non si addicevano proprio alle mani grandi del suo sempai.

Ora, esattamente cosa ci faceva quel pervertito di Usagi-san nelle sue fantasie matrimoniali? Non andava bene, non andava per niente bene. Se la sua mente aveva intenzione di mettersi a giocare in quel modo davvero poco carino - carino nei suoi confronti, ovvio - allora che lo sapesse subito: avrebbe passato il resto della giornata chiuso in casa, anzi, chiuso a chiave nel bagno, a sbollire - Misaki è una persona delicata, ed evidentemente gli sbalzi di temperatura di quegli ultimi giorni dovevano averlo scosso un po’.

Tornò sui suoi passi, dirigendosi deciso verso casa, con la ferma intenzione di restarci per almeno un paio di giorni: al diavolo l’università, la sua sanità mentale aveva la precedenza.

Ma il vero dubbio gli sorse quando già si trovava all’interno dell’edificio, nell’ascensore che portava al piano dell’appartamento dove viveva… Perché mai Usagi-san, proprio lui, avrebbe dovuto vestirsi da sposina?

Misaki è una persona con una grande autostima, e mai tenterebbe in alcun modo di sminuirsi, ma se c’era una cosa terribilmente ovvia nella sua relazione con Akihiko, questa era che lo scrittore rappresentava, senz’ombra di dubbio, l’uomo. Virile, orgoglioso, fiero, sicuro e dominante. A confronto Misaki pareva una donnina svenevole che stravede per l’amore della sua vita, con tanto di ruolo da casalinga fissa.

Ecco perché, l’immagine che l’attimo dopo figurò nella sua mente lo fece irrigidire come una statua, sgranare gli occhi e portare le mani alla bocca per evitare di gridare.

L’ascensore si aprì, e il ragazzo partì come una furia verso la porta del loro appartamento, l’aprì quasi di forza, la mano che tremava di rabbia mentre infilava la chiave nella toppa, e si catapultò verso le scale, dritto alla camera dove si trovava Usagi-san tranquillo, una volta tanto privo di lavoro.

Sbatté la porta e respirò forte per riprendere fiato dopo la corsa.

“Non mi vedrai mai vestito da sposina! MAI!” urlò, per poi richiudersi la porta alle spalle e rinchiudersi come stabilito nel bagno.

Forse, la cosa ad averlo sconvolto più di tutte delle sue fantasie mentali, fu il fatto che quel dannatissimo vestito da sposina gli stesse davvero, davvero troppo bene.

 

Nel frattempo, Usagi-san, nella stanza accanto, ci pensava seriamente, alla non-proposta di Misaki. Sorrise e si rimise a dormire: quella sera avrebbe ordinato un bel vestito bianco da sposina, così, giusto per provare.

 

- Fine -

 

 

 

Scritta così, per passare il tempo.

E perché Misaki, vestito da sposina, sarebbe semplicemente adorabile u.u

By Ming

  
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