Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Blityri    25/03/2012    6 recensioni
SPOILER 2x03
Gli anni sono passati ma John è rimasto indietro, ancorato a ricordi che ormai iniziano a sparire.
Ma quando meno se lo aspetta accadrà quello per cui ha pregato ogni giorno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“And sacrifice my everything
for just a second worth
of how my story’s ending “1


Non sai se passarono mesi, giorni o solo ore, ad un tratto il sole smise di brillare e seguì un’era di diluvio.
La tua vita passava agonizzante e nel frattempo la pioggia incessante cadeva.
Pioveva il giorno in cui sei andato per l’ultima volta  nel vostro appartamento di Baker Street;  la pioggia frustava violentemente le finestre mentre Mycroft ti informava che il testamento prevedeva che tutti gli oggetti di suo fratello andassero a te. Tu non gli hai risposto, non l’hai neanche guardato, ti sei limitato a riempire qualche scatolone e andare via, urlando in un silenzio che ti consumava le giornate.
Pioveva tutte le volte che ti sei ritrovato al cimitero, immobile davanti alla sua lapide, e le gocce gentili ti scorrevano sulle guance, sostituendo lacrime che si rifiutavano di uscire. Non ti davano fastidio anzi, ti sembravano quasi una dolce carezza, una compagni in quei momenti di mute e ossessive preghiere.
Pioveva la sera in cui hai incontrato Mary, e le gocce hanno continuato a scendere, ticchettando indifferenti sulle piastrelle di terracotta del balcone,  mentre tu facevi l’amore con lei, pieno di rabbia, solitudine e sordo dolore.
Non ha smesso di piovere nemmeno quando hai deciso di trasferirti a casa sua, l’acqua ha continuato  beffarda la sua discesa, bagnando tutte le tue scatole, te compreso.
Come una diga, squarciata irreparabilmente, il cielo ha continuato a rigurgitare acqua sulla tua vita intirizzita mentre andavi a lavorare, mentre non mangiavi, mentre non parlavi.
L’ingresso ogni tanto si riempiva di ombrelli, quando qualcuno di quella tua fantomatica vita passata ti veniva a trovare: tua sorella, con la sua aggressiva preoccupazione, Molly con il cibo cinese e il suo sguardo pensoso, la signora Hudson, ricolma di materno affetto, e ogni tanto anche Lestrade, portandosi dietro il suo strisciante senso di colpa.
Ma il tuo dolore era troppo egocentrico e non ti permetteva distrazioni e parlare con loro ti provocava quasi un dolore fisico. Ma eri contento che venissero, avevi bisogno di voci intorno a te, solo, che parlassero tra loro e ti lasciassero guardare il vuoto in pace.
Anche adesso, mentre siedi in quella poltrona che non è la tua, in quella casa che non ti appartiene, fuori il cielo piange lacrime che tu non hai più la forza di versare.
Mary è uscita a fare la spesa, questa sera avrete amici a cena e tu sai già come andrà : fingerai che sia tutto a posto, che la tua vita sia andata avanti, fingerai di essere l’uomo di cui ora porti solo il nome, e niente più.
Fingerai di aver riordinato la tua esistenza nello stesso modo in cui hai sistemato i cassetti della cucina, stirato le tue camice, spolverato gli scaffali.  Ordine per cancellare il caos della tua realtà, per far sentire gli altri sicuri.
La verità è che la pioggia, goccia dopo goccia, ha affogato i tuoi ricordi, impregnandoti l’anima e lasciandoti senza passato. Vivi ormai in un mondo di illusioni sommerse, e sai benissimo che se l’acqua salirà ancora un poco, sparirai anche tu.
Mary ti ha chiesto di apparecchiare, così ti alzi lento e ti avvii verso la cucina, ma davanti alla porta bianca del ripostiglio ti fermi.
In una casa in cui ti senti estraneo, quello è l’unico posto che ti sembra appartenerti un po’. Èlì che hai messo tutte le sue cose ed è lì che ti nascondi ogni volta che senti di non farcela più, il tuo vizio segreto.
La mano ti trema mentre abbassi la maniglia, lo sai che non dovresti, che poi starai peggio di prima.
Ma in realtà ti importa poco, delicatamente quindi accendi la fioca luce e ti siedi in mezzo a quegli oggetti che sembrano provenire da un sogno quasi dimenticato.
Senza fretta estrai il violino dalla sua custodia e lo culli tra le tue braccia, come fosse un bambino, non ti importa di sembrare ridicolo.
Pizzichi una corda, non c’è bisogno di avere un grande orecchio musicale per capire che è scordato, ma hai paura di rovinarlo, quindi lo lasci così com’è.
In fondo gli somigli, John, anche tu sei diventato ormai uno strumento stonato senza più nessuno in grado di suonarlo.
A volte ti chiedi se è normale stare così, dopo tutto il tempo che è passato, ma lui era la tua vita e ti è stato strappato via.
Spesso ti sei ritrovato a pensare che forse il vostro rapporto aveva superato la sottile e invisibile linea dell’amicizia, diventando qualcos’altro. Ma quella parola era troppo grossa e tu ti sentivi troppo vuoto e solo per affrontarla, l’hai rinchiusa nelle profondità dell’anima e hai continuato a soffrire.
Ci sono momenti in cui lo odi per quello che ha fatto, altri in cui non puoi fare a meno di scusarlo. In ogni caso la tua vita continua crudelmente a girare intorno a lui.
Metti a posto il violino e affondi il viso in una delle sue sciarpe blu, il profumo che ti invade impietoso ti riporta indietro in un mondo dimenticato, fatto di battiti accelerati, discussioni, dita mozzate nel frigo e occhi nel microonde, fatto di vita.
Lontano, all’improvviso, ti arriva il rumore di una porta che si chiude e di passi leggeri, Mary deve essere tornata e tu esci colpevole dal ripostiglio, chiudendo quella vita perduta dietro di te.
La chiami e l’inespressività della tua voce ti spaventa, vedi che ci sono piccole pozze d’acqua dove è passata. Arrivi svogliato in salotto e fai per chiedere se ha bisogno di una mano, ma ti fermi. Tutto si ferma.
Perché lì, davanti a te, con una mano appoggiata allo schienale della poltrona, completamente bagnato, c’è lui. C’è Sherlock.
Dalla bocca ti esce un rantolo e il tuo corpo barcolla, perché non può essere lui, non può essere reale.
Lui è morto, l’hai visto cadere e schiantarsi su un marciapiede, le tue mani erano sporche del suo sangue.
Eppure è lì, davanti a te e ti fissa immobile.
Allora capisci, è uno dei tuoi soliti sogni, è il tuo inconscio che con tutta la crudeltà di cui è capace ti punisce  per la non vita che hai deciso di condurre.
Continui a fissarlo, come incantato, quasi congratulandoti con te stesso per la precisione dell’immagine che hai creato.
“John.”
Sussulti a sentire la sua voce e quando fa un passo verso di te capisci che non allucinazione, non sogno è quello che ti sta davanti. Contro ogni logica e possibilità lui è vivo.
Qualcosa ti afferra lo stomaco e lo scuote violentemente, mentre senti il peso che ti opprimeva sciogliersi dolcemente. 
Ti accorgi che hai ancora la sua sciarpa in mano e lo colpisci in piena faccia. Lo colpisci con tutta la forza che credevi di non avere più, lo colpisci con rabbia per ogni lacrima che hai versato e per ognuna di quelle che non sei riuscito a tirar fuori, lo colpisci per tutto quello che hai passato in quegli anni, per ogni istante in cui hai desiderato morire.
Improvvisamente la butti a terra e ti avvicini senza che faccia niente per difendersi. Ti aggrappi a lui, lo strattoni, lo spingi, gli tiri un pugno.
Continui fino a che non ce la fai più e ti sembra di stare per crollare,lui previdente ti afferra e non ti lascia cadere. Ti avvinghi a lui e senti il tuo corpo tremare, mentre tutto quello che hai tenuto dentro per anni riemerge prepotentemente.
Ti accarezza delicato e impacciato la schiena, sai che non vede l’ora di raccontarti come ha fatto, freme di metterti finalmente a parte del suo brillante piano. Ma adesso non ti interessa, dopo lo ascolterai, dopo gli urlerai contro, dopo.
Ora vuoi restare così finché sarà possibile, abbracciato a lui mentre le gocce battono contro le vetrate al ritmo del tuo respiro.
Piova pure John, ora il tuo sole è risorto.

Note:
1 "Crawling in the dark" Hoobastank

L'altra settimana mia madre è arrivata a casa con il dvd della prima serie, che mi sono ovviamente rivista.Ho iniziato ad immaginarmi il ritorno di Sherlock ( perchè deve tornare ) e dai miei pensieri è nata questa ff.
Mi farebbe davvero piacere sapere come vi sembra e soprattutto sono curiosa di sapere come vi immaginate voi il suo ritorno !

Blityri

P.s. I believe in Sherlock Holmes. Moriarty was real.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Blityri