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Autore: Rebychan    26/03/2012    5 recensioni
Un bacio può avere diversi significati.
A causa del rituale del bacio mafioso Gokudera scoprirà qualcosa su se stesso che lo porterà a capire la verità sui suoi sentimenti.
Atemporale - Pairing: YamamotoxGokudera (8059)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco finalmente l’ultimo capitolo di questa storia. Spero vi piacerà.
Ringrazio tutte le persone che l’hanno letta fino alla fine, mettendola tra le preferite, ricordate e seguite, e soprattutto chi l’ha commentata sostenendola. E’ grazie a voi se sono arrivata alla conclusione in tempi relativamente brevi per cui ve la dedico di tutto cuore.
Ringrazio ovviamente soprattutto Hibari Kyoite, Dead Master, Milli Milk e lightdragon 91 perché hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie ragazze!
I personaggi come al solito non sono miei. Scusate se ci saranno degli errori.
Un bacione.
Rebychan

CAPITOLO 9

Gokudera aveva provato l’impulso di scappare quando si era accorto che il bacio di prova con Yamamoto lo aveva sconvolto più di quanto avesse mai creduto fosse possibile. Dentro di sé aveva pensato che baciarlo gli avrebbe fatto capire che lo considerava solo un amico. Non era pronto, infatti, ad ammettere che invece tra loro e da entrambe le parti c’era qualcosa di più.

Yamamoto però gli aveva impedito di andarsene, e lo aveva obbligato a spiegarsi.

Gli aveva sbattuto di nuovo in faccia i suoi sentimenti sapendolo sveglio, aveva frainteso la situazione pensando che quel suo comportamento fosse dipeso dal suo “amore” per il Decimo e senza accorgersene Hayato si era ritrovato a mettersi a nudo.

Non poteva però dire a Takeshi che lo amava sul serio, semplicemente perché non sapeva cosa significasse amare.

E poi Yamamoto lo aveva baciato dicendogli che avrebbero scoperto insieme il significato di quel sentimento, gli aveva chiesto di non obbligarsi a pensare di doverlo capire, ma di lasciarsi andare, perché l’amore si vive, non si può spiegare.

E Hayato aveva obbedito.

Quando le labbra di Takeshi si erano posate di nuovo sulle sue, aveva smesso di pensare.

Aveva lasciato parlare il suo istinto che gli gridava di corrispondere l’impeto dell’altro.

Le loro lingue avevano cominciato a giocare con sempre più passione, mentre il sapore della bocca di Yamamoto lo inebriava fin nel profondo.

Gli aveva afferrato i capelli per obbligarlo a non staccarsi.

Non che Takeshi pensasse di farlo visto come lo stringeva contro di sé, ma così era più sicuro che non gli sfuggisse.

Yamamoto era notevolmente eccitato, e, infatti, Gokudera sentiva la sua virilità ingrossata sbattergli contro una gamba.

Il suo corpo si riempì di un calore e di una frenesia incredibili capendo di essere lui quello che aveva tutto quel potere sull’altro.

Il suo cuore batteva forte nel petto, si sentiva leggero e a posto con il mondo, lo stomaco era avvolto da una piacevole sensazione, le gambe molli erano sorrette dalle braccia forti dell’altro.

Era tutto così perfetto.

E fu allora che si rese conto che il calore soffocante che lo avvolgeva si stava concentrando in un unico punto.

E gemette sulle labbra di Yamamoto.

Il suo sesso cominciò a vibrare e ben presto anche la sua eccitazione divenne palese.

Takeshi gli sorrise tra le labbra, mentre faceva entrare in contatto le due virilità.

Gemettero entrambi e separarono le loro bocche per guardarsi intensamente negli occhi.

Gli occhi di Hayato erano arrossati, sembrava febbricitante.

Takeshi gli scompigliò i capelli, accarezzandogli la fronte.

“Stai bene?”, chiese.

“Sì.”, fu l’unica risposta decente che riuscì a dare il ragazzo dai capelli d’argento, mentre istintivamente schiacciava il suo bacino con più forza contro quello dell’altro.

Entrambi furono attraversati da un brivido.

Tremarono, ma non si staccarono.

Era bello stare così.

Si scambiarono un altro lieve bacio e poi ritornarono a guardarsi.

Yamamoto aveva capito che a Gokudera stare tra le sue braccia piaceva, ma il ragazzo sentiva il bisogno di rassicurazioni anche verbali visto che l’altro gli aveva detto di non sapere se lo amava.

Aveva cambiato idea?

Sorrise, un sorriso tirato ma pieno di aspettativa.

“Allora hai capito cosa provi per me?”

Gli occhi di Hayato fino a quel momento velati dal piacere, ripresero coscienza del mondo che lo circondava. Fino a quel momento aveva fatto agire solo l’istinto, non aveva più fatto pensare il cervello.  

“No.”, fu costretto a dire.

Sul volto di Yamamoto passò un’ombra.

Hayato tornò a baciarlo per rassicurarlo prima di aggiungere: “Di solito sono bravo a scuola ma credo che in questo caso una sola lezione non mi basti. Hai detto che dobbiamo scoprire insieme cosa significhi amare, no? Allora continuiamo a scoprirlo.”

Dopo quell’affermazione, sul viso di entrambi nacque spontaneo un sorriso.

“E di quante lezioni avrai ancora bisogno?”, chiese Yamamoto, pregustandosi la risposta che sperava l’altro gli disse.

E Hayato, infatti, lo accontentò.

“Non lo so.”, disse fingendo di pensarci su. “Ma se sono tutte così piacevoli, beh potremmo andare avanti anche per tutta la vita.”

Yamamoto rise spensierato.

Gokudera non era riuscito a dire all’altro che lo amava, perché sul serio non sapeva se ciò che provava era amore.

Di sicuro visto i segnali del suo corpo era un sentimento simile, ma non avendo grandi esperienze in proposito, se non si considerava il grosso abbaglio preso con il Decimo, non poteva saperlo. Stavolta inoltre reduce della sua esperienza passata sentiva il bisogno di andarci con i piedi di piombo.

E poi diciamocela tutti lui non era tipo da dichiarazioni eclatanti.

Già affermare di aver bisogno di imparare, e di volerlo fare per tutta la vita, era per lui una grande ammissione.

Yamamoto sarebbe stato costretto ad accontentarsi.

Più di così non riusciva a essere espansivo.

Non riusciva a dirgli come aveva fatto l’altro, ti amo. Non era da lui, soprattutto perché era ancora pieno di dubbi.

Yamamoto ovviamente si accontentò. Anzi prese quelle parole decisamente bene, perché erano esattamente quelle che desiderava sentire per sperare di condividere una vita intera insieme con l’altro ragazzo.

Da quando aveva iniziato a diventare avido, e a sperare che forse Gokudera potesse ricambiarlo, era diventato quello il suo sogno.

Fu allora che compì quel piccolo gesto, che fece battere di nuovo forte il cuore di Gokudera.

Appoggiò la bocca su quella dell’altro ragazzo e soffiò dentro il suo caldo alito, Hayato fu colto alla sprovvista, ma dopo qualche istante ricambiò il gesto.

Quando si separarono, il ragazzo dai capelli argentati chiese: “Perché hai voluto terminare ora il rito mafioso?”

“Perché era il momento giusto. Ho sempre desiderato condividere la mia anima con te e Tsuna. Solo che non potevo baciarti durante il rito, perché un bacio con te per me avrebbe avuto una valenza diversa da quella concordata. Avrei sporcato il rituale con dei sentimenti libidinosi.”

A quelle parole, Gokudera arrossì imbarazzato, rendendosi conto che lui quei pensieri libidinosi li aveva avuti eccome, che lui quel rituale lo aveva sporcato sul serio, desiderando baciare Tsuna per sordidi motivi personali.

Il fatto che non avesse provato niente, lo aveva in fin dei conti salvato dall’aver usato quel rituale per motivi seri sì, ma non adatti al momento.

Takeshi si dimostrava sempre più profondo di quello che appariva.

Riusciva sempre a stupirlo, e forse era per quello che gli piaceva.

Sì, era inutile negarlo. Gli piaceva. Forse non lo amava, non del tutto almeno, ma gli piaceva da morire, altrimenti non si spiegava l’erezione che aveva in mezzo alle gambe ancora unita a quella dell’altro che gli provocava brividi piacevoli lungo il corpo e quel desiderio impellente di continuare a baciarlo che sentiva.

Il corpo di Yamamoto era qualcosa che lo stimolava tantissimo.

Ma non era solo quello era tutta l’anima dell’altro ragazzo a sconvolgerlo.

Lo desiderava tutto.

Era il suo opposto complementare.

Era l’unico che si sforzava di conoscerlo per davvero, rimproverandolo quando agiva in modo sbagliato, e tentando di aiutarlo a cambiare per far sì che fosse felice.

Era l’unico che aveva sempre dimostrato di considerarlo più di qualsiasi altra persona.

Era grazie a lui se era diventato braccio destro. Sì, se non ci fosse stato non avrebbe mai smussato certi lati del suo carattere, e nessuno degli altri guardiani lo avrebbe mai considerato un buon comandante in seconda.

Addirittura forse nemmeno il Decimo lo avrebbe mai preso sul serio.

Era sempre stato così servile nei suoi confronti, che alla lunga avrebbe potuto annoiarlo.

Era stato Yamamoto a permettergli di realizzare i suoi sogni con la sua calda presenza che non aveva mai chiesto niente in cambio.

Non lo aveva obbligato infatti ad amarlo.

Il suo cuore si era aperto a lui in modo naturale, dopo che lo aveva rimproverato di non riuscire a fidarsi di nessuno, a parte il Decimo, facendogli capire che quello era sbagliato.

Gli aveva sul serio raddrizzato il carattere, e con una dedizione che rasentava il stoicismo.

Se era diventato quello che era, era anche grazie all’altro.

E quindi era giusto dirgli: “Grazie.”

Quella parola che per Gokudera era sempre stato difficile dire, uscì dalle sue labbra con facilità.

Yamamoto lo guardò sorpreso, non capendo perché in quel momento lo ringraziasse.

Hayato non diede spiegazioni, si rannicchiò più forte contro di lui.

Takeshi capì che doveva ricevere quei ringraziamenti così senza chiedere spiegazioni. L’altro non era pronto a dargliele. Sapeva che non l’aveva ringraziato solo per aver terminato il rituale e averlo così accettato come braccio destro, quel grazie racchiudeva molto altro, ma era un altro che Hayato non riusciva a esprimere, non per il momento almeno.

Gokudera era passionale, ma trovava sempre difficoltà a comunicare con gli altri come si deve.

E a Takeshi andava bene così.

Ancora una volta il ragazzo dai capelli neri si accontentò di quanto aveva ottenuto.

Sì, perché non poteva chiedere di meglio che avere Hayato tra le sue braccia.

Con la mano sollevò il mento di Gokudera e lo baciò di nuovo.

Un bacio dolce e tenero. Non si sarebbe mai stufato di quelle labbra.

“Andiamo di sopra?”, poi suggerì. Si era fatto tardi ed era inutile continuare a stare nel ristorante.

Hayato strabuzzò gli occhi colto da un leggero panico.

Takeshi capì immediatamente cosa aveva pensato gli stesse proponendo.

E ridacchiò dicendo: “Sei un maialino, Hayato. Non l’avrei mai creduto.”

“Ma come?”

“Stavi pensando a quello, no?”

Gokudera scosse il capo. “Sei tu che fai proposte indecenti.”

“Non è vero. Io ti ho chiesto di venire di sopra, mica di venire a letto con me. Sei tu che hai pensato al resto.”

“Perché tu non lo pensavi?”

“Mentirei se dicessi che non mi piacerebbe fare l’amore con te, ma abbiamo appena trovato un equilibrio, tu non hai ancora deciso se mi ami o no, sarebbe prematuro. Voglio solo passare la notte con te tra baci e carezze. Non voglio altro.”

Gokudera arrossì. Come al solito la sincerità di Yamamoto era disarmante. Sospirò e capitolò. “Se è così mi sta bene. Non credo di essere pronto per il resto.”

Yamamoto sorrise e baciò di nuovo le labbra imbronciate di Gokudera.
“Ti ho già detto che ti amo?”, gli disse tutto allegro.


“Sì, è la terza volta.”, affermò Hayato rasserenandosi.

Se le prime due volte quella dichiarazione lo aveva schiacciato con il suo peso, ora Hayato riusciva ad assaporarla serenamente, perché lui e Yamamoto erano insieme.

Sì, perché visto tutte le ammissioni di quel giorno, anche se a lui non erano ancora chiari del tutto i suoi sentimenti, loro due ormai si potevano considerare una coppia senza ombra di dubbio.

O almeno stavano provando a esserlo costruendo un noi.

“Vedrai molto presto diventeranno di più.”, esclamò Yamamoto felice. ”Te lo dirò fino a quando non mi risponderai con un anch’io.”

“Allora aspetterai anni.”, tentò di riportarlo con i piedi per terra Gokudera, visto che gli sembrava stesse volando ebbro di felicità.

Yamamoto non fece caso a quelle parole, continuò la sua frase precedente dicendo: “E poi continuerò a dirtelo ancora, per tutta la vita.”

Hayato abbassò lo sguardo pensando che tutto sommato forse un po’ sognare non era male. Quelle romanticherie di Yamamoto stavano cominciando a fare effetto anche su di lui. Non gli sarebbe infatti spiaciuto avere intorno Takeshi per molto tempo atto a riempirlo di premure, sussurrandogli parole dolci all’orecchio.

Si ritrovò a immaginare una vita intera con lui e arrossì.

Non era da lui perdersi in tale fantasie, ma qualche volta non era male indugiarci.

Ancora una volta nel vedere le sue guance imporporate, Takeshi chiese: “Allora andiamo di sopra?”

Hayato non rispose. Si staccò da Yamamoto e s’incamminò. Sembrava voler dire: ‘Ti precedo. Conosco la strada.’

Quante volte infatti era stato nella camera dell’altro? Tante!

Era un covo piacevole dove studiare, mangiare a sbaffo, o semplicemente cazzeggiare.

Takeshi gli fu subito accanto.

Lo prese a braccetto, gli baciò una guancia e poi le labbra.

Gli sussurrò all’orecchio. “Sai? Anche questi baci potrebbero ritenersi un rituale.”

“Quale?”, fu la risposta di Gokudera. Poi però gli sovvenne qualcosa. “E poi dicevi a me che sono un maialino, tu sei peggiore.”

Takeshi lo guardò dubbioso. Non era una cima ma capì subito cosa stava intendendo l’altro.

Ridacchiò per l’ennesima volta. “Sei proprio buffo, Gokudera.”, disse, facendo strabuzzare gli occhi dell’altro. “Oltre che un autentico maialino. Io non pensavo minimamente al rituale di accoppiamento se intendevi quello. Pensavo a quello che viene prima. Il rituale di corteggiamento. Ti sto ancora corteggiando visto che non vuoi ammettere che mi ami. E con i baci ti faccio sentire il mio amore.”

Hayato arrossì dall’imbarazzo, rendendosi conto di essere stato preso per l’ennesima volta in castagna.

Non ci poteva credere, ma sembrava sul serio che fosse lui quello pieno di pensieri impuri.

Takeshi lo stava rispettando e lui invece pensava solo a quello. Era un caso senza speranza.

Takeshi continuava a ridere della sua uscita.

Hayato sbuffò perdendosi nei suoi pensieri, per dimostrargli il suo sdegno. Yamamoto aveva chiamato il bacio rituale di corteggiamento? A lui sinceramente sembrava che fosse già di un livello superiore. Ma se non era un rituale di corteggiamento né di accoppiamento, cos’era?

Semplicemente un rituale per conto suo, che univa non solo due anime, ma anche due corpi e due cuori in modo molto profondo.

E a lui quel rituale piaceva da morire. Concluse usando la logica perfetta che lo caratterizzava.

Guardò di sottecchi Yamamoto e decise di fermare le sue risate con quel rituale.

Era stanco di sentirlo ridere di lui, preferiva che la sua bocca fosse occupata con qualcos’altro.

Lo baciò d’impeto e così entrarono nella camera di Takeshi avvinghiati.

Si distesero sul letto non staccandosi nemmeno un attimo.

E per tutta la notte solo sospiri, baci, ansimi e carezze riempirono quelle quattro mura, fino a un nuovo mattino che trovò uniti quei due ragazzi come mai nella vita.

FINE CAPITOLO 9

FINE IL BACIO! UN RITUALE?

ULTIME CONSIDERAZIONI + AVVISI:
Così si conclude questa storia. Come avevo precisato nello scorso capitolo, è un finale “semplice” perché volevo che la fic rimanesse proprio così. Era nata infatti per essere breve e tenera.
Mi erano venute altre idee per infittire l’intreccio della trama ma ho preferito non usarle per non appesantirla.
Vorrà dire che le sfrutterò per un’altra storia.
Come qualcuno avrà notato, ultimamente ho dilatato i miei tempi di aggiornamento. Questo però non significa che non stia scrivendo, anzi è tutto il contrario.
Ho solo preferito prendermi una piccola pausa da EFP. Tutto qui!
Per chi è interessato saperlo, infatti, ho già finito di scrivere sempre per il fandom di Reborn pure gli ultimi due capitoli di “Futuri incerti (grigio) – Ritrovarsi. Ho predisposto la fic per il compleanno di Yamamoto che è in aprile. Ed improntato il primo capitolo di una nuova storia, un AU ispirata al manga Sei il mio cucciolo. E’ sempre una Yamagoku, ma saranno presenti anche altre coppie.
Non so però quando posterò tutto quanto. Probabilmente quando mi sarò presa un po’ avanti con la scrittura. Vediamo!
Questo è quanto riguarda il fandom di Reborn.
Per quanto riguarda il resto, in aggiornamento questa settimana c’è di sicuro domenica una fic su Slam Dunk. E’ la fic di compleanno di Hanamichi Sakuragi per la raccolta Corona di Fiori.
Spero di riuscire inoltre a postare qualcosa anche sabato ovvero il nuovo capitolo di Ritornare ad amare, per il fandom Loveless.
Altre notizie su di me non mi sembra ci siano.
D’ora in poi vorrei usare lo spazio dopo la fic per dare della anticipazioni su quello che sto scrivendo o su quello che aggiornerò se farà piacere, altrimenti lo lascerò in bianco. Fatemi sapere.
Vi saluto. Spero di ritrovarvi presto in un’altra storia.
Un bacione
Rebychan

L’ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI:
Essendo l’ultimo capitolo volevo lasciarvi ringraziando le sei persone che hanno messo la storia tra le preferite (Amy Uzumaki, Fuiuki, Hibari Kyoite, kaguravampire, kury e Willow), le due che l’hanno messa tra le ricordate (kaguravampire e Willow) e le quindici che l’hanno messa tra le seguite (Dead Master, DeathNote4Ever96, Fania_Carriedo, Hibari Kyoite, ImPhenomeNiall, lightdragon91, lyrin, manga_darling, MaRmOtTeLlA, Milli Milk, Nothing, OhMiracle, Queen of Dragons, shizuka89, _PectusInane_).
Vorrei abbracciarvi tutti virtualmente.
Un bacio di ringraziamento invece lo riservo per coloro che hanno commentato chi assiduamente, chi invece anche un solo capitolo ovvero, Dead Master, lightdragon91, Milli Milk, Willow, Hibari Kyoite, kuri, Scribak, Kiyomi.
Spero che anche questo ultimo capitolo vi sia piaciuto. Spero di sapere le vostre impressioni, così come spero di ritrovarvi al più presto in qualche altra mia storia.
A presto (spero).
Rebychan
   
 
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