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Autore: MadLucy    26/03/2012    3 recensioni
C'è chi la attende, laggiù, nella terra d'Ade.
Un respiro, l'ultimo. L'aria nelle narici, fresca e pura. Ancora quel sorriso sulle sue labbra. Achille, Achille, Achille.
Muore, come una schiava nella sua terra natia, portata al patibolo dall'uomo che ama e la ama.
Arrivo, Achille, arrivo.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stringi le mie mani.
















Passi leggeri sulla pietra, impronte scarlatte sulle piastrelle dure e squadrate. Come Troia, come questa terra rude di morte brusca e lance spezzate.
Quella stessa terra a cui era cresciuta in seno, quella stessa terra che l'aveva protetta come una madre, quella stessa terra che assisteva come spettatrice muta.
Fiera, cammina: il portamento elegante, il mento sollevato orgogliosamente, le spalle dritte. Ancora una principessa, su quel terreno non più suo.
Eppure ciò che indossa è un chitone pregno di sudore e macchiato di cenere, i suoi piedi sono sozzi d'erba e polvere, i polsi sottili segati da corde troppo spesse.
Eccola giunta all'altare, con la dignità d'una dea e le vesti d'una schiava. Viene gettata con un tonfo doloroso sui gradini acuminati e graffianti. Uno schiaffo violento sul suo capo corvino. Il mento ricade contro il petto, lei socchiude in una smorfia le labbra aride.
Guardatela ora tutti, la principessa di Troia! Guardatela, Polissena, precipitare nell'Ade, spinta dal suo amato!
Le parole d'un rito sconosciuto pronunciate con voce che lei non riesce ad udire. Tutti attendono impazienti, scalpitano in fermento.
Ma sorride, Polissena, il viso chino e nascosto. Un sorriso mite e sereno. C'è chi la attende, laggiù, nella terra d'Ade.
E' Neottolemo a sollevare la lama, il padre ha ordinato e lui obbedisce: che il dio che scuote la terra ci sia propizio, che le navi ricurve raggiungano indenni la patria, dice.
Ma lei non lo ascolta. Polissena lo sente già, adagiata sul sepolcro dove riposano le sue spoglie mortali. Ma presto le sue braccia forti, rese bronzee da Iperione che lo osservava allenarsi rapito, la cingeranno di nuovo. Le sue mani grandi e ruvide da guerriero stringeranno le sue, esili e bianche. Proprio come un tempo.
Ride.
Viene scoperto il suo collo delicato, scostata la lunga treccia d'ossidiana.
Ride ancora, dei suoi assassini che credono di farle un torto.
Un respiro, l'ultimo. L'aria nelle narici, fresca e pura. Ancora quel sorriso sulle sue labbra. Achille, Achille, Achille.
Achille che dagli Inferi aveva proclamato di desiderarla con lui, Achille che l'aveva pretesa. Achille, che stava per ottenerla. Lei, Polissena, figlia di Priamo ed Ecuba, principessa di Troia.
Il corto pugnale, gelido e crudo, nelle carni. La folla esulta, un grido animalesco e vittorioso.
Un dolore sordo, vuoto, che si espande come un'eco lontana, troppo lento e troppo veloce.
Muore, come una schiava nella sua terra natia, portata al patibolo dall'uomo che ama e la ama.
Arrivo, Achille, arrivo.
Poi il suo collo si spezza.


































Note dell'Autrice: Ciao a tutti! ^-^ Ecco, questa sarebbe la descrizione della morte di Polissena. In pratica, per chi non lo sapesse, è stata sacrificata sulla tomba di Achille dopo la guerra di Troia perchè il viaggio di ritorno avesse buon esito, e anche perchè (si dice) Achille la pretese appunto negli Inferi con lui, apparendo in sogno a Neottolemo. L'ho trovata una storia molto misteriosa e romantica, quindi ho provato a buttare giù qualcosa... Beh, che ne pensate?
Lucy


  
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