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Autore: lar185    26/03/2012    1 recensioni
"Ti chiederei di venire a vivere con me, e vivremmo non disordine dei nostri pensieri, dei nostri vestiti sparsi sul pavimento. Ti preparerei la cena, anche se non so cucinare, e alla fine ordineresti una pizza. Farei l’amore con te prima di andare al lavoro la mattina, aspetterei i tuoi mazzi di fiori. Andremmo in vacanza in Sicilia, e ti taglierei i capelli nel sonno. Ma tutto questo appartiene ad un’altra vita"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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luca

Erano sempre il vecchio gruppo di amici, quelli del liceo. Avevano quasi trent’anni adesso e mai si sarebbero sognati di incontrarsi nuovamente per una situazione talmente tragica.

Chi se non lui poteva mettersi nei guai? Eh si, Luca se l’aspettava già, i visi dei suoi amici, tutti contrariati ma sorridenti mentre entravano uno dopo l’altro nella sua stanza d’ospedale, dicendogli che era stato uno stupido. Sempre distratto, si, sempre il solito Luca.

Ma la porta era ancora chiusa e Luca fissava il bianco delle pareti chiedendosi quando sarebbero arrivati. Alcuni non li vedeva da tanto, troppo tempo, mentre con altri era ancora in ottimi rapporti, non era stato il percorso universitario a dividerli. Come Angelo, per esempio, da sempre il suo migliore amico. Un alter ego quasi, per quanto erano diversi: Angelo era da poco stato assunto da una nuova ditta, faceva l’ingegnere meccanico, mentre lui aveva da poco intrapreso la carriera universitaria. Brutta cosa, gli dicevano, e l’aveva pensato molto spesso anche lui. Le persone più stronze della terra fanno gli assistenti, poco ma sicuro, e lui adesso si era ritrovato a fare proprio quello, mentre lavorava al suo dottorato in storia medievale.

Ma stava divagando: non era quello il momento di pensare al lavoro, non era quello il tempo. Adesso era lì, in un letto d’ospedale ingessato dalle caviglie fino al bacino ed un lancinante dolore alla testa. Sentiva già le parole di Angelo, quante volte ti ho detto di buttare quel vecchio motorino! Prima o poi farai qualche guaio!

Ed eccolo qui, come se quella di Angelo fosse stata una predizione. Secondo i medici, era vivo quasi per miracolo e il fatto che non aveva riportato insanabili ferite era qualcosa di incredibile. Aveva avuto un testa a testa con un tir che a tutta velocità gli veniva di fronte, Luca ricordava solo di aver sterzato con tutta la forza che poteva, ed era stato un bene perché sebbene il tir l’avesse scaraventato al lato della strada, se l’avesse preso in pieno sarebbe morto.

Chissà quale sarebbe stato il suo ultimo pensiero. Oh si, lo sapeva. Lo sapeva già.

Non ebbe il tempo di lasciare che gli occhi si inumidissero che la porta si spalancò e Claudia apparve, con lo sguardo sconvolto e confuso, la giacca verde sbottonata e i capelli, legati inizialmente in un morbido codino, adesso erano visibilmente spettinati. Evidentemente aveva fatto una corsa per raggiungerlo. Tentò di sorridere convincendosi di quel pensiero, ma sapeva che se Claudia era lì per prima era semplicemente perché era quella che abitava più vicino all’ospedale. Le sorrise, un sorriso che forse non gli uscì molto bene perché Claudia lo incenerì con un’occhiata severa, poi richiuse la porta e si sedette al suo capezzale, sempre in silenzio, tenendo le mani poggiate sul grembo.

Come era bella. Bella come la prima volta che l’aveva vista, la prima volta che l’aveva tenuta tra le braccia. Non ricordava il motivo per cui lui e Claudia si erano lasciati, era stato moltissimo tempo prima, prima che lei partisse per l’America, dove abitavano gli zii, e tornasse un po’ cambiata ma comunque bellissima.

Adesso Claudia era la fidanzata di Angelo, da più di un anno ormai.

Luca si era fatto da parte con un sorriso sghembo e la morte nel cuore: non sapeva perché non era mai riuscito a dimenticarla, forse per colpa del suo sguardo magnetico e dei suoi occhi neri come la notte, che sembravano vagare nella sua anima. Forse per il suo corpo sinuoso e morbido, per la sua risata cristallina. O forse semplicemente perché non aveva trovato nessun’altra come lei, perché nel momento stesso in cui s’erano allontanati, lui aveva iniziato ad innamorarsi di lei.

Non riusciva a spiegarselo: la loro breve storia era iniziata per Luca come una sorta di passatempo, ma senza accorgersene era entrato nella quotidianità di lei riuscendo a comprendere quanto fosse complicata e quanto fosse per questo adorabile. Claudia non aveva fatto una piega per la fine del loro rapporto: anche per lei d’altronde non era stata niente di più che un’avventura durata pressappoco un mese, con una persona che adesso di buon grado definiva amico.

Dopotutto, tra di loro non c’era stato niente di che.

Ma cosa aveva spinto Luca ad innamorarsi di lei? Il fatto di averla vista  tra le braccia di un altro, del suo migliore amico per giunta? Il fatto di doverla osservare da lontano, di vederla ridere con un altro e per un altro? Il fatto che lui non era mai stato capace di farla ridere così, di renderla felice?

Non ne aveva avuto il tempo.

Era dunque da molto tempo ormai che erano costretti a vedersi di frequente, cause uscite o meeting a casa di Angelo.

Claudia e Luca erano semplici conoscenti e nessuno sapeva del loro passato, e chi lo sapeva, come Angelo, fingeva che non ci fosse mai stato.

-          Sei venuta- mormorò Luca, la voce roca e gli occhi celesti ridotti a due fessure.

Claudia serrò la mascella.

-          Certo che sono venuta, - rispose, - sono venuta appena ho saputo. Gli altri stanno arrivando-

Le sue parole erano come fuoco su di lui. Gli altri stanno arrivando, aveva detto. Sarebbero arrivati a breve, dunque,  e quel loro breve attimo di intimità sarebbe finito.

Luca continuava a fissarla come in estasi, Claudia si sentiva in soggezione. Aveva creduto di immaginare soltanto i suoi occhi splendenti su di lei, i suoi sguardi languidi, eppure non era così. Adesso erano da soli, e lui la guardava proprio come faceva quando erano in pubblico, davanti a tutti. Davanti ad Angelo.

-          Che c’è? Perché mi guardi così?, - domandò, dura, - sei un idiota, Luca. Un vero idiota. Ci hai fatto spaventare-

Luca tentò di ridere, ma provava dolore.

-          Come sei bella, Claudia- sibilò, mentre lo sguardo gli si appannava dalle lacrime. Non credeva di poter arrivare a tanto, forse era solo colpa dei sedativi che gli avevano dato, di qualche calmante o anti infiammatorio.

-          Smettila- ordinò lei, alzando le spalle ma arrossendo.

-          Sono contento che tu sia venuta, - riprese poi Luca, sospirando affinché le lacrime non venissero fuori, - sembra quasi che tu sia venuta per me. Davvero per me-

-          Certo che sono venuta per te, Luca. Che credi? Che venga per far bella figura? Davanti a chi, poi?-

-          Sai quando si dice che quando stai per morire ti passa tutta la vita davanti? Per me è stato proprio così, tutta la mia vita come un film, mentre quel tir mi mandava fuori strada. E sai qual è stata l’ultima persona a cui ho pensato? Tu. Sei stata tu, Claudia-

-          Luca, per favore…-

-          No, dai, ti prego, adesso non rispondermi male come sempre. Non ti sto chiedendo niente, non voglio niente da te. Voglio solo sapere se te ne sei accorta-

-          Accorta? Che stai vaneggiando? Si, mi sembra evidente-

-          No, che ti amo. Ti amo davvero tantissimo-

Claudia gli puntò gli occhi in faccia, cercando di capire se stesse mentendo. Mentendo? Come poteva mentire in un momento del genere, quando era appena scampato dalla morte?

Era ovvio che le stava dicendo la verità, e Claudia non riusciva a credere che era davvero lui a star pronunciando quelle parole.

Intenerì l’espressione, ma non riuscì a parlare. Non era brava a parlare, nei momento nevralgici della sua vita era sempre rimasta zitta. Come adesso, d’altronde: il ragazzo che volente o nolente non era mai riuscita a dimenticare le stava dicendo di amarla.

Ottimo momento per restare zitti.

-          Avanti, Claudia. Rispondimi. Non è una domanda difficile-

Lei alzò le spalle. Non era ancora il momento di parlare.

-          Okay, non rispondere, fa’ come vuoi. Ma chi tace acconsente. Ascolta, non ti chiederei mai di lasciare Angelo per me. Chi sono io, dopotutto, se non lo stupido che ti ha lasciata andare quando poteva essere tuo? Già, appunto. Per cui non voglio chiederti niente, voglio soltanto che tu lo sappia. Perché qualche ora fa stavo per morire Claudia, e l’amore che provo per te me lo sarei portato nella tomba. Non è giusto. Adesso, se dovessi morire domani, lo saprai. Ecco, adesso mi sento meglio. Un peso in meno sulla coscienza-

Claudia osservò il suo sorriso sghembo e bellissimo. Era bello anche in un letto d’ospedale, con i riccioli scuri sparpagliati sulla fronte e sul cuscino.

-          Ma adesso sei vivo. E questo l’importante, no?-

Ecco, aveva parlato. Certo, quello che aveva detto non c’entrava niente con la dichiarazione d’amore appena ricevuta, ma almeno aveva evitato di restare in silenzio.

-          Certo, si. Questo è l’importante-

-          D’altronde, io non so cosa si prova quando si sta per morire. Cioè, potrebbe darsi che anche a me verresti in mente tu. Come una specie di random. Dev’essere stato così. Io ti sono venuta in mente come un random, così, senza un vero senso-

Luca sorrise, il suo ragionamento lo inteneriva.

-          Non credi che io ti ami?-

-          No, cioè, si. Insomma,  non lo so. Io amo Angelo. Cioè, non fraintendermi, adesso posso essere sincera, io non t’ho mai dimenticato, Luca. Mai. Ogni volta che ti vedo mi sale qualcosa alla gola, e pensavo fosse il mio mal di stomaco da stress, ma insomma, tu adesso, e questa storia dell’amore…-

-          Mi ami?-

-          Cosa?-

-          Dimmi soltanto se mi ami, e poi basta. Uscirai da questa stanza d’ospedale e tutto finirà, noi torneremo a fare finta di niente-

Claudia lo fissava inespressiva. Davanti a lei c’era un nuovo Luca, serio come non l’aveva mai visto, sincero come credeva non potrebbe mai essere stato. Cosa c’era stato tra loro? Attrazione fisica? Un gioco pericoloso di sentimenti? Forse si, ma una cosa era certa, - in una parte del suo cuore Luca aveva costruito un angolo insostituibile.

Sorrise.

-          Diciamo che se tutta la nostra attuale vita non esistesse, - mormorò, sporgendosi verso di lui e fissandolo negli occhi, - se tu non mi avessi lasciata senza motivazione, e se non fosse sopraggiunto Angelo, - fece una pausa, biascicando appena il nome del suo attuale fidanzato, - si, allora ti amerei. Ti amerei come non potrei mai amare nessuno, nemmeno Angelo stesso. Ti chiederei di venire a vivere con me, e vivremmo non disordine dei nostri pensieri, dei nostri vestiti sparsi sul pavimento. Ti preparerei la cena, anche se non so cucinare, e alla fine ordineresti una pizza.  Farei l’amore con te prima di andare al lavoro la mattina, aspetterei i tuoi mazzi di fiori.  Andremmo in vacanza in Sicilia, e ti taglierei i capelli nel sonno. Ma tutto questo appartiene ad un’altra vita, Luca, una vita che non ci siamo dati la possibilità di vivere. Angelo mi ha chiesto di sposarlo. E io ho detto di si-

Luca sorrise, inaspettatamente. Il pensiero di vedere Claudia in abito da sposa scendere le scale di una chiesa coperta da riso volante non gli spezzava il cuore, non in quel momento. Sarebbe stata bellissima, già la vedeva.

-          Questo potrebbe bastarmi, - disse, sospirando, - forse potrebbe ma lascia che io tenti per un’ultima volta. Dammi una seconda possibilità. L’ultima-

Claudia stava per controbattere quando la porta della camera di Luca si spalancò. Angelo e altri tre amici entrarono di corsa, piangendo e ridendo assieme, buttandosi quasi sul corpo di Luca, che fissava ancora Claudia.

-          Santo Cielo, sei pazzo! L’ho sempre detto che tu sei pazzo!- iniziò Gabriele, il più giovane, stringendogli la mano.

-          T’avevo detto di buttare quel motorino!- incalzò Angelo, proprio come Luca aveva previsto. Jacopo, l’ultimo dei tre, restava in silenzio con le lacrime agli occhi. Non era un ragazzo da molte parole.

-          Hey, non fate così. Sono vivo, no? E sono il rompicoglioni di sempre. Pensavate di liberarvi di me, eh? Troppo comodo!-

I ragazzi scoppiarono a ridere, Claudia si alzò dalla sua postazione per lasciare posto a Gabriele, allontanandosi verso la porta.

-          Amore, dove vai? Vieni qui, che dobbiamo fare una bella strigliata a Luca. Stavolta ha rischiato tanto!- esclamò Angelo, tendendo la mano verso la sua fidanzata.

Lo sguardo di Claudia si pietrificò su Luca, donandogli un sorriso di speranza e di gioia.

-          Ma ha avuto una seconda possibilità, - disse, con la voce rotta dall’emozione, - spero che se la giochi bene stavolta-

 

 

Fine

 

Più che una one-shoot la definirei un "delirio", spero nonostante questo di aver catturato la vostra attenzione.

Con affetto,

Lara

  
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