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Autore: Shadowolf    27/03/2012    2 recensioni
SERIE: "And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...
Quando arriva al loro tavolo si guarda attorno, rendendosi conto soltanto in quel momento che è uno dei pochi già arrivati. Sorride tra sé e sé della cosa e lascia andare un sospiro rassegnato, scegliendo un posto a caso e sedendosi. Controlla brevemente il telefono, ordina da bere, tamburella con le dita sul tavolo per ingannare l’attesa.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '"And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...'
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Quando gli hanno detto che la categoria nella quale partecipava l’avrebbe annunciata Hayley, ha pensato subito ad uno scherzo. Non da parte di Chris, ovviamente, ma da parte del destino. Un essere umano non sarebbe mai potuto arrivare neanche a pensare ad una simile catena di collegamenti. Ma lo straniamento e la sensazione che il fato si stesse divertendo a prenderlo in giro sono durate poco comunque, sostituiti ben presto dall’euforia e dall’entusiasmo con cui eventi come questo riescono sempre a contagiarlo. E poi non è importante, almeno non oggi. Non dopo che Chris l’ha avvicinato all’entrata, una strana scatola sottobraccio.
‹‹ I’ve got... not one, but two surprises for you. ››
Lui l’ha guardato un po’ stranito, aprendosi in un sorriso gentile anche se leggermente confuso.
‹‹ Two surprises? What for? ››
‹‹ I owed you one. And about the other one… Well, let’s say I’ve just helped a very impressionable kid doing his job. ››
Se quello avrebbe dovuto chiarire la situazione, è evidente che ha fallito miseramente il suo obiettivo. Perché a conti fatti gli ha solamente confuso ancora di più il cervello. Rimane lì a pensarci per una manciata di istanti prima di illuminarsi, seppur solo parzialmente.
‹‹ Okay, one is the... soup, right? ››
‹‹ Right… ››
‹‹ The other one… ›› si morde il labbro inferiore nel tentativo di arrivare alla soluzione del piccolo enigma, ma senza fortuna. Così scuote la testa ed alza le mani in segno di resa, aggiungendo un piccolo sorriso a mo’ di scusa. ‹‹ Sorry, I really don’t get it... ››
‹‹ I’ve helped setting the tables… You’re with someone you very like now. ››
‹‹ With someone I v— oh. ››
Quando realizza cosa significhino quelle parole smette di parlare tutto d’un colpo, e cerca di mandar giù quel poco di saliva che gli è rimasta in bocca pur di smuovere quella pericolosa e – ad occhio esterno – buffa empasse nella quale è caduto all’improvviso.
‹‹ Didn’t you know he was coming too? ›› gli chiede non sa dire dopo quanto tempo Chris, ma lui non registra bene la frase e non risponde subito. Quando poi lo fa non va molto meglio.
‹‹ No! Yes… I mean… It’s not like he calls me every other day telling me stuff… ››
Il che è anche vero, a conti fatti. Tranne il piccolo particolare per cui è lui, a chiamare, e non l’altro. Ma dettagli. Che Chris non si beve neanche per scherzo. Dopotutto è un giornalista, sa fare il suo mestiere.
 ‹‹ Understand. Well anyway, he’s here, so… I thought you’d be happy sitting with him. ››
Annuisce leggermente e cerca di dire qualcosa, possibilmente che non sembri stupido o plateale o troppo entusiasta. Ovviamente non riesce neanche a pensarlo, per quanto si sforzi. Così opta per un altro rapido cenno del capo ed un piccolo sorriso di circostanza, o presunto tale.
‹‹ Yeah, I most surely will. Thank you. ››
Chris gli lancia un’occhiata complice e poi sparisce tra la folla, facendogli gli auguri. Rimane lì a guardarlo, chiedendosi se abbia intuito qualcosa di vagamente vicino alla verità.

Quando arriva al loro tavolo si guarda attorno, rendendosi conto soltanto in quel momento che è uno dei pochi già arrivati. Sorride tra sé e sé della cosa e lascia andare un sospiro rassegnato, scegliendo un posto a caso e sedendosi. Controlla brevemente il telefono, ordina da bere, tamburella con le dita sul tavolo per ingannare l’attesa. Osserva la sala riempirsi gradatamente e comincia inevitabilmente a perdersi dietro a qualche pensiero. Gli tornano in mente i primi tempi della sua carriera, ed il primo incontro con Ken. E da lì, quasi come fosse una palla su un piano inclinato, la sua mente gli riporta alla memoria il provino per Thor. Il punto di non ritorno.
‹‹ ... To have known it back then... ›› gli scappa detto a mezza voce, ed è talmente immerso nei propri pensieri da non prestarci neanche attenzione.
Ragion per cui la mano sicura e pesante che si serra sulla sua spalla lo fa sobbalzare per davvero, spingendogli il cuore in su così di fretta che per un attimo gli pare di non sentirlo più battere. Ma come il proprietario di quella presa parla, riesce a localizzarlo molto bene. In gola.
‹‹ What are you talking about, Black Curls? Even though… there are no curls now. ›› ridacchia la voce alle sue spalle, ed un’altra mano gli accarezza leggermente i capelli, con un tocco così delicato che non si direbbe appartenga alla stessa persona della stretta. Ma lui sa fin troppo bene che è così.
‹‹ Oh, nothing… I was just… remembering the old times… My… beginning… ››
Alza la testa ed i suoi occhi incontrano immediatamente quelli castano scuro di Chris, suo... fratello.
‹‹ Feeling old? ››
‹‹ Oh, no, not at all. I’m actually… very… satisfied with this award. ››
‹‹ Well, you’ve got every right to be. I’d be mad at you If you weren’t. ››
Lui sorride, le labbra che si tendono da un orecchio all’altro. Perché quello non è un complimento come tanti altri. Quello viene da Chris. Che è sopra di lui e continua a guardarlo, l’espressione soddisfatta ed entusiasta dipinta in volto. E se fosse per lui quell’attimo potrebbe durare tutta una vita intera, come quelle mani potrebbero benissimo rimanere a contatto con il suo corpo per sempre. Sarebbe perfetto. Tanto che si sente completo.
Ma poi Chris parla di nuovo, con il suo accento un po’ inglese e un po’ norreno, e va ancora meglio.
‹‹ May I have a hug from my important and celebrated brother? ››
‹‹ … Sure. ›› sussurra lui senza volerlo, e l’istante dopo si ritrova già tra le braccia possenti – da dio, gli viene stupidamente da pensare – dell’altro, il suo profumo che gli permea la pelle e gli scivola dentro, scolpendo un momento che tornerà a fargli visita stanotte, le loro guance che si sfiorano appena in un primo momento per poi poggiarsi con decisione l’una contro l’altra.
E lui avverte tutto il suo corpo impazzire in silenzio, e sente caldo, tanto caldo mentre se ne rimangono fermi lì, immobili. Ma per una volta non ha paura che l’altro se ne accorga, che capisca definitivamente una verità che in fondo è convinto Chris sappia già, e da un bel pezzo.
Il calore ed il rossore in viso, le mani che sudano, non sono altro che effetti collaterali della sua abbronzatura.
Lo sanno entrambi.
Forse fin dal primo momento.

   
 
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