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Autore: telesette    27/03/2012    1 recensioni
D'istinto Rocky si voltò e, sollevando le proprie mani tremanti, fu come colto da un brivido di eccitazione lungo tutto il suo corpo. Quel fremito era ciò che provava ogni volta che combatteva, ogni volta che la sfida si faceva intensa, e nelle mani poteva sentire chiaramente tutto sé stesso. Quelle mani erano fatte per combattere, nient'altro, e non poteva rinunciare ad usarle per quello scopo...
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Queste mani...

 

- Non credi che... Sia l'ora di abbandonare il pugilato?

Miki fece quella domanda molto ingenuamente. In effetti lei stessa se ne rese conto di lì a poco, ma lo stesso non riusciva a comprendere perché Joe dovesse continuare a praticare uno sport così violento e brutale. La boxe era troppo sanguinaria per un tipo come Joe, lui non era un violento, era un ragazzo di animo buono e sensibile... Miki non riusciva assolutamente a comprendere il motivo di questa sua ossessione.

- Perché non mi rispondi - insistette ancora la ragazza, guardandolo seriamente. - Ti ho chiesto se pensi di abbandonare il pugilato?
- E perché mai - rispose Joe con voce calma e tranquilla, guardando fisso davanti a sé, quasi stesse sorridendo.
- Perché non puoi continuare a vivere in questo modo - osservò Miki, cercando inutilmente di convincerlo. - E' inumano... Passi tutto il tempo ad allenarti, e poi soffri quando batti l'avversario... Sei troppo buono, non è lo sport adatto a te!

Joe rimase in silenzio, con uno sguardo assente. Miki non poteva capire quello che gli passava per la testa, né cosa significasse per lui il pugilato. Per lei era solo una cosa crudele e violenta, per gente incivile e inumana, mentre per Joe rappresentava invece tutto il suo mondo. Fin da quando era piccolo, orfano di entrambi i genitori e senza prospettive per il futuro, Joe Yabuki aveva dovuto lottare contro tutto e contro tutti. L'intera sua vita era una battaglia, contro la miseria e contro la società, per uscire dai margini dove quelli come lui venivano confinati senza alcuna possibilità di riscatto...
No, assolutamente, lui non poteva lasciare l'unica cosa che lo faceva sentire vivo!
La boxe era tutto per lui: gli odori, i rumori; tutte le sensazioni che scorrevano attraverso il suo pugno erano vive e tangibili su ogni centimetro della sua pelle; niente e nessuno poteva convincerlo a rinunciare a tutto questo.

- Di' qualcosa - esclamò Miki spazientita. - Rispondimi, Rocky Joe!
- No, non voglio ritirarmi - rispose lui brusco. - Il pugilato è uno sport bellissimo, e io amo la lotta e il confronto diretto con l'avversario!

Mentre diceva questo, Rocky era come ispirato. La mente e il pensiero rivolti verso il suo amico Riki ( che ormai non c'era più ) o verso Carlos Rivera, del quale si erano perse le tracce ( dopo la sua fuga dall'ospedale, in seguito al forte trauma per la dura sconfitta subita contro il campione del mondo José Mendoza ). Tante persone avevano incrociato i guantoni con lui, combattendo al massimo delle loro forze, e Joe sentiva di dover continuare a percorrere quella durissima strada anche per loro... La lealtà e il suo forte spirito combattivo erano le uniche cose che concepiva, il resto erano solo chiacchiere inutili.

- Per riuscire a diventare un buon pugile, si devono fare molti sacrifici e a volte rinunciare ai divertimenti è pesante... Ma ne vale la pena - proseguì poi, chinando il volto con occhi lucidi di determinazione. - So che anche i miei avversari si allenano duramente, e sognano come me di diventare più forti, ed è per questo che li rispetto e li stimo!

Miki sbarrò gli occhi, incapace di accettare il significato profondo delle parole di Joe, tuttavia lui aveva ben più di una ragione per non abbandonare la boxe e non aveva certo problemi nel dirglielo chiaramente.

- E' vero che mi capita di sentirmi in colpa - mormorò poi, con una punta di amarezza nella voce. - Quando vinco un incontro, non posso fare a meno di pensare al dispiacere del mio avversario, ai suoi sogni infranti e al suo amore per la boxe... E soffro per lui!

Il vento del tramonto cominciò a spazzar via le foglie morte del parco, e ancora una volta il silenzio scese sui pensieri tormentati di Joe e sulle perplessità di Miki. Tuttavia il giovane sapeva esattamente quello che voleva per il suo futuro e, anche se lei non lo capiva, non c'era nulla che potesse dire per fargli cambiare idea.

- Ma finché le forze mi sosterranno, niente mi potrà fermare - concluse. - L'ho promesso al mio amico, gli ho promesso che avrei combattuto anche per lui, e adesso sento di dover combattere anche per un altro amico... Carlos Rivera!

***

Più tardi, mentre i due giovani si avviavano verso casa, la notte era ormai scesa da un pezzo. Per tutta la strada Miki non aveva più detto una parola, ciononostante era ancora piuttosto turbata dalle parole che Joe le aveva detto alcune ore addietro.
Fermi davanti a un ponte, a contemplare le acque immobili e scure del fiume sottostante, entrambi sembravano non avere alcun tipo di pensiero. Eppure Miki non riusciva a togliersi dalla testa il fatto che Rocky potesse essere felice o meno della vita che stava facendo.

- Sai Rocky, sei veramente incredibile - esclamò lei ad un tratto. - Gli altri ragazzi si divertono a ballare, a girare in moto, a fare due chiacchiere con gli amici... E tu invece cosa fai ? Ti alleni tutti i giorni in quella specie di palestra; e se per caso vai in una discoteca ti comporti come se fossi finito nella peggiore delle prigioni, e non vedi l'ora di uscire, di scappare via...

Tacque.
Logicamente, ai suoi occhi, era assurdo che Joe non fosse capace di pensare ad altro che alla boxe. Non riteneva affatto giusto che un ragazzo come lui non fosse libero di divertirsi o di pensare comunque a sé stesso... E non sarebbero bastate certo le parole accorate di prima a convincerla del contrario.

- Ma come stai vivendo tutta la tua giovinezza? - domandò ancora lei. - Battendoti continuamente sul ring con un altro uomo, come se foste due cani rabbiosi ?!? Non sei libero di divertirti, non puoi mangiare troppo, non puoi fare tardi la sera... E' assurdo continuare a vivere così, Rocky! Non vale la pena di fare tanti sacrifici, solo per poter prendere a pugni una persona!

Gli occhi di Miki si riempirono di lacrime ma, nonostante questo, la sua voce non si affievolì. Anzi continuò a parlare con maggiore veemenza, pur di convincere Joe di quanto fosse assurdo tutto ciò.

- Non ha senso combattere soltanto perché lo hai promesso a Toro Riki o a Carlos Rivera!

Joe rimase in silenzio per alcuni istanti, conscio del fatto di doverle quantomeno una risposta. Alla fine si voltò verso di lei e, incrociando il suo sguardo con un sorriso, provò a dire qualcosa per rassicurarla una volta per tutte.

- Aspetta un attimo, Miki - esclamò piano. - Forse non mi sono spiegato bene: se continuo a fare il pugile, non è soltanto perché mi sento obbligato a vincere per i miei amici, io... Io lo faccio per me, perché la boxe mi piace moltissimo!

Ancora una volta Miki non riusciva assolutamente a comprendere.
Che cosa ci poteva mai essere di così bello nel pugilato? Perché riempire di pugni un'altra persona doveva essere così importante per Joe? Perché non poteva avere una vita normale? Probabilmente la risposta a queste domande la conosceva soltanto lui e, per quanto avesse provato a spiegarglielo più volte, difficilmente sarebbe riuscito ad abbattere le sue convinzioni.

- Anche se la mia vita è dura e difficile, so che non potrei vivere in altro modo - sottolineò, facendosi di nuovo serio in volto. - So che tu hai l'impressione che le mie giornate siano molto tristi, ma ti assicuro che non è così: quando dopo lunghi allenamenti salgo sul ring, e riesco a combattere con tutte le mie forze, io provo una grandissima soddisfazione... Mi sento felice!

D'istinto Rocky si voltò e, sollevando le proprie mani tremanti, fu come colto da un brivido di eccitazione lungo tutto il suo corpo. Quel fremito era ciò che provava ogni volta che combatteva, ogni volta che la sfida si faceva intensa, e nelle mani poteva sentire chiaramente tutto sé stesso. Quelle mani erano fatte per combattere, nient'altro, e non poteva rinunciare ad usarle per quello scopo.

- Non c'è nient'altro che possa eguagliare le sensazioni che provo in questi momenti, quindi non abbandonerò mai il pugilato, anche se questo dovesse costarmi la salute - esclamò sottovoce, sollevando le mani all'altezza del volto. - Queste mani... Continueranno a colpire fino all'ultimo... Finché mi resterà una briciola di energia, niente mi convincerà a lasciare la boxe!

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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