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Autore: Luna_R    23/10/2006    7 recensioni
Lo sfogo di una ragazza, ossessionata dall'amore che prova per un ragazzo arcigno e senza sentimenti.
Continuerà a farsi del male?
O abbandonerà questo folle intreccio putrido?
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(¯`•

`•.¸ IL PUNTO. E LA SFERA ¸.•´¯)

 

 

 

Ragazze mie, eccoci alla fine!

Che bello, quasi mi sento libera da un peso io stessa!

Non fraintendetemi, intendo dire che terminando questa fic, è come se avessi detto definitivamente addio anche io, a quella vecchia storia là. ^^

Vi ringrazio di tutto cuore, una ad una, per le ultimi recensioni e il supporto sempre continuo.

Grazie!

Vi ho torturato i sensi con la canzone “Unfaithful” di Rihanna, me ne scuso, ma l’ho scritta e pensata con codesta colonna sonora, per cui a qualcosa è servita! ^^’

Dopo questo breve passaggio tornerò nella sezione romantica, per completare una mia vecchia storia lasciata a metà; se volete, ci rincontreremo presto, sempre e comunque su questo eccezionale sito!

Godetevi il finale!

Bacio e a presto,

LuNaDrEaMy

 

 

 

IL PUNTO E LA SFERA. EPILOGO, DI UNA FINE.”

Chap n10

 

Ecco brava, fermati qua! Sicura di volerlo fare?”

“Sei tu, che dovresti dirmelo. Per me è già passato.”

“Sì, hai ragione. Perché è così difficile, Clio?!

“E’ sempre così, quando ci sono di mezzo i sentimenti.

“Già. Dopo che farai?!

“Non ci ho mai pensato veramente. Tutto quello che voglio è ricominciare.”

“Spero di avere la tua stessa forza.”

Ce l’hai! Guarda dove mi hai portata!”

 

E’ così che ti lasci andare in una risata, Valentina.

Sotto casa del tuo ex, intenta a chiudere la portiera della tua auto.

Va a vedere, che la più forte fra di noi, sei proprio tu.

Hai avuto un piano geniale.

Un po’ devastante forse, ma il tuo coraggio è da premiare.

 

“Tiziano?”

“Chi è?!

Clio. Sono sotto casa tua, apri per favore, voglio parlarti.

“Oh, Clio! Sì, sali!”

 

La sua voce è suonata un po’ troppo mielosa, per i miei gusti.

Sorrido a Valentina, apprestandoci a salire nell’ ascensore che lento, ci condurrà al quarto piano, di questo palazzone grigio e rosso.

 

“Allora, aspetto che tu mi venga a chiamare.

“Sì, ti lascio la porta un po’ aperta, così potrai sentire meglio. Forza e coraggio, amica mia!”

 

L’abbraccio forte, prima di lasciarla seduta fra le scale, appoggiata malinconicamente al muro. Fatti forza, cara mia.

Suono al campanello, un po’ agitata.

Tiziano compare sull’uscio, con il cellulare fra le mani, vestito di una sola tuta e una felpa.

Un borsone, lasciato in terra, poco vicino l’ingresso.

 

“Stavi uscendo?!

“Ti stavo venendo a prendere, veramente.”

“Venire a prendere, me? Tiziano sono Clio, sveglia!”

“Stupida. Lo so benissimo chi sei. Volevo parlarti.

“Bene, sono qui adesso. Mi fai entrare?”

“Sì infatti. Strana come cosa.” “Prego, entra.”

“Lo sai… che non posso fare a meno di te.

 

I suoi occhi s’accendono, di un verde immenso, bellissimo.

Quante di quelle volte, mi ci sono specchiata.

Quante di quelle volte ho desiderato averli sempre per me.

Ma ora nulla.

Ti guardo; sì sei un bel ragazzo indubbiamente, ma dal mio cuore rimbalzi via.

Ti trascino in casa, accorta a non spingere la porta troppo forte come promesso a Valentina, e con fare ammaliante, ti conduco nella tua stanza da letto.

 

“Anche io, non posso fare a meno di te.”

 

Ti sento appena.

Parole vuote, spente.

Non mi tocchi, Tiziano. Non mi tocchi più.

Ti spingo sul letto, intenta ad apparecchiare il nostro banchetto.

 

No aspetta. Stavolta voglio parlarti sul serio.”

 

Mi tiri indietro, dalle spalle.

E lo fai con assoluta convinzione, tranquillità.

Mi sconvolgi davvero.

Hai me sul tuo letto, provocante e selvaggia come ti sono sempre piaciuta, e mi tiri per le spalle, solo per parlare?!

Mi siedo al tuo fianco, sistemandomi i capelli scomposti, con la mano.

Non so cosa pensare, fisso il pavimento vagamente dubbiosa.

 

“Mi sei mancata davvero tanto. In questi giorni, non ho fatto altro che pensarti, notte e giorno.

 

Ma davvero?

Quasi- quasi mi commuovo.

O do di stomaco. Scegli.

Vorrei vomitarti addosso, ma non posso.

Impossibile è darti una risposta.

Non riesco a reagire, neanche non lo volessi per giunta!

Te ne accorgi, ma fai finta di nulla, continuando a parlare con vena un po’ apprensiva.

 

“Questa cosa mi ha fatto riflettere, come l’intera situazione. Non mi ero mai accorto di quanto ci tenessi veramente a te; Starti lontano mi ha fatto capire me stesso, mi ha fatto aprire gli occhi. Su di te. Ho tentato di scacciare via il dubbio, ma non ci sono riuscito.

“Quale dubbio, scusa?!

“Di essermi innamorato di te, Clio. Esserlo sempre stato forse, e non averlo mai capito.

 

Schietto, sincero, senza compromessi.

Sei arrivato in diretta, senza pubblicità.

Crudele, bastardo. Egoista, ancora una volta.

Ho aspettato due anni, per sentirti pronunciare queste parole.

Ho pianto, non ritenendomi all’altezza.

Ho imbruttito me stessa per queste quattro sporche parole, ed ora che le sento pronunciare, si limitano a riecheggiare nel vuoto della stanza.

Non mi tentano.

Non accarezzano il mio cuore,  come facevano una volta, anche solo per dirmi i tuoi no.

No all’amore.

No alla luce del sole.

No alla verità.

 

Ti guardo impassibile. Fredda.

E tu non sai che fare. Non sai che pensare.

Nei tuoi si leggono altri dubbi, altri pensieri.

Non ho mai goduto così tanto in vita mia, nemmeno quando premevi le tue sporche mani contro il mio povero corpo.

Non sei abituato a vedermi inerme, con te.

Ti ho qui, fra le mie mani, che mi guardi con lo sguardo da cucciolo, e non provo pietà per te, nemmeno tristezza. Sono immobile.

Nulla.

E tu sei fragile, sei arrendevole.

 

Nessuno mi darà una seconda opportunità come questa.

 

Valentina, questa è per noi.

 

 

“Spogliati, subito.”

 

Ubbidisci, senza battere ciglio.

Ti levi la felpa, appoggiandola lungo le mie gambe, che a cavalcioni, ti cingono la vita.

Addominali perfetti, pelle liscia e morbida.

Praticamente l’eden, ma da sopportare e tenere a debita distanza.

Ti butto giù, cominciando a far scorrere la mia lingua lungo tutto il tuo corpo.

Ti ecciti, ogni singolo movimento di più.

E ad ogni movimento, ti ritrovi sempre più nudo.

Ma sei avido e frettoloso, porti le tue mani su di me, tenti di spogliarmi, perché così denudato ti senti solo, smarrito.

Ti blocco le mani, le lego al letto con la tua stessa felpa, provocando in te ancor più eccitazione.

 

Clio?!”

“Sì, dimmi…”

“Io ti amo.”

 

Ti odio.

Io ti odio invece, con tutta me stessa.

Fasullo, verme, ingrato.

Avevi tutto il mio amore fra le mani, cosa ne hai fatto?

Polvere.

Aria.

Pagherai per questo.

 

Piano, dondolo su di te; lo sfrigolio dei miei jeans sulla tua pelle rosa, ti ammalia.

 

“Mi vuoi?! 

“Da pazzi, Clio…”

“E Valentina?!

“Di lei, non mi importa più nulla. E’ te che voglio.

 

E’ in quel preciso momento, che mi alzo da te.

Ti muovevi sotto al mio corpo, ti agitavi come una foglia nel vento, ma adesso mi guardi perplesso e scontento; adesso sai, cosa significa restare a bocca asciutta.

E godo, godo per questo.

 

“Vediamo… se hai il coraggio di dirglielo in faccia.

 

La tua espressione stupita, adesso sembra più che altro impaurita.

Mi sistemo i vestiti, che tu sei ancora a guardarmi sul tuo letto, solo e nudo come un verme.

E’ così che resterai. La tua sorte è già scritta.

Sto per uscire da quella stanza, quando torno sui miei passi e mi avvicino nuovamente a te:

 

“Ah, io non ti amo.”

 

Resti a guardarmi immobile, così come un povero diavolo, mentre ti rubo un bacio a fior di labbra.

L’ultimo.

E poi sorrido. E tu muori.

Ti lascio, esco dalla tua vita. Per sempre.

 

Avanti la prossima.

Mi porto fuori casa, Valentina è in piedi sullo stipite della porta, pronta a prendersi la sua rivincita.

La bacio sulla guancia, sorrido appena porgendole una mano sulla spalla; lei mi sorride, inspirando dolorosamente.

Le do un ultimo sguardo, prima di lasciarla andare al suo destino.

 

 

aaa w aaa

 

Non so a cosa le servì, sbattersi contro il muso una verità ormai palese.

Quello che sono arrivata a pensare tempo dopo, mi fa letteralmente pensare che infondo Valentina era un po’ come me, subdola e sottomessa al fascino di quella sirena, ammaliante e convincente, anche in consapevolezza che sia traditrice.

Quando si dice, che si debba sbatterci il muso forte, insomma.

Ma è stata forte, la piccola Vale.

Gli ha rigurgitato addosso la sua rabbia, e da quel che si racconta fra i corridoi dell’università, sembra lo abbia letteralmente ammanettato al letto.

, pare che il tipo fra i suoi vari cimeli del sesso nascosti sotto al letto, custodisse delle luccicanti manette; troppo stupido da non ricordare che anche Valentina, lo ricordava.

Pare sia rimasto legato a letto un’intera pomeriggio, prima del rincasare dei suoi genitori, visibilmente scossi dal ritrovamento.

Avrei pagato non so quale somma, per godermi la scena!

Lei, non l’ho più vista da quel giorno.

Beh sì, ad eccezione all’uni, ovviamente.

Credo sia stata una scelta molto naturale, giusta ecco.

Certe ferite è meglio lasciarle rimarginare, in silenzio e lontananza.

Credo cha nel momento giusto, ci ritroveremo con la stessa naturalezza, di quando ci siamo lasciate.

Per quanto riguarda me, ora sto bene. Sì, molto.

Ho guardato al futuro e lo fatto nel preciso momento, in cui ho messo piede fuori casa di Tiziano.

Una volta in strada, ho cominciato a pensare al mio domani.

Sorridevo dalla contentezza, estasiata da quella totale gaiezza.

Ricordo d’aver bevuto ad una fontanella, zampillante d’acqua fresca.

Lì, mi sono disfatta del suo sapore, una volta per tutte.

Sì è stato come lavarmi via lo sporco. Pulirmi, dal peccato.

Tornerò ad ispirare l’arte e l’ingegno di un altro uomo, che magari in questo momento, mi starà anche cercando.

Sono fiduciosa, nel domani. Sono viva, stramaledettamente viva!

E forse, questo è il momento buono, per sfruttare il numero in rubrica, di quel ragazzo tanto simpatico, conosciuto alla festa dell’università.

Quello con il nome strano, mitologico…

 

 

 Ora non sei più la mia ossessione.

Adesso sì, che mi  sento nuova. Mi sento me. Libera.

Libero è il mio cielo.

La mia costellazione.

E noi due non siamo più, come il punto e la sfera.

 

Hai smesso di battere piccolo puntino nell’oscuro, ma la sfera continua a girare su se stessa, perché non c’è punto, che possa tenerla rilegata a sé.

 

 

 

 

 

 

 

  
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