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Autore: Marauders    24/10/2006    24 recensioni
Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili. Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia. Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere. A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura! Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili.

Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia.

Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere.

A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura!

Padfoot

 

 

Accademia

 

Capitolo 1: My first day

 

C’è sempre una prima volta:

 

il tuo primo giorno di scuola…

 

la prima volta che hai visto i tuoi migliori amici…

 

la prima volta che sei salito su una scopa…

 

il tuo primo incantesimo…

 

la tua prima vittoria a Quidditch…

 

il tuo primo duello col tuo peggior nemico…

 

la prima volta che ti sei reso conto che non sei solo…

 

la prima volta che ti sei sentito davvero a casa…

 

…e c’è anche il tuo primo giorno di Accademia!

 

L’Accademia per la quale darai anima e corpo, perché è lì che hai sempre desiderato andare, anche se non te ne rendevi conto: una piccola parte del tuo cuore sapeva che il tuo posto era lì insieme al tuo migliore amico. Ron.

 

“Eccoci qua…” Sospirò il rosso davanti all’immenso palazzo color panna.

 

Lui e Harry si erano appena smaterializzati davanti all’Accademia Auror per il loro primo giorno: avevano tenuto gli esami a luglio e i gufi con i risultati non erano arrivati prima dell’ultima settimana d’agosto…ma erano dentro.

 

Dopo essersi scambiati un sorriso nervoso salirono i gradini della loro nuova Scuola: l’Accademia della Comunità Magica per la formazione degli Auror.

 

Che paroloni…così altisonanti…

 

A distruggere quell’idilliaco momento fu il tempestoso (non tempestivo!!) arrivo di Tonks, una loro vecchia conoscenza, che uscita dal portone dell’accademia per motivi improrogabili, vide i due ragazzi e nell’andargli incontro fece gli ultimi gradini rotolandoci sopra.

 

“Tonks!” Strillarono in coro le due nuove reclute accorrendo l’amica.

 

“Tutto Ok?” Chiese il moretto aiutando Tonks ad alzarsi…la quale Tonks, una volta in piedi, sfoggiò uno splendido sorriso a trentadue denti esclamando “Certo! Sono Auror, Ron…piuttosto…voi due che ci fate ancora fuori a bighellonare?! Filate dentro! Le matricole stanno già prendendo posto nell’Aula Magna!”

 

Harry impallidì preoccupato e chiese nell’angoscia più totale… “Siamo in ritardo?”

 

“Nooo…anzi…avete ancora una mezz’oretta per trovare la stanza! Tutto il tempo che vi occorre! Io il primo giorno sono entrata in palestra convinta che fosse quello il posto, ma ho beccato quello che sarebbe stato il mio docente di Magia Nera con quella di Crittografia che amoreggiavano! Mi avevano già inquadrato come la peggiore del corso solo per questo piccolo inconveniente! Ma tanto, ora, ho il brevetto e sono Auror, quindi…chi se ne frega!” La ben nota euforia di Tonks non alleviò le sofferenze dei due ragazzi.

 

“E…dov’è l’Aula Magna? Sai…non ci tengo proprio a vedere il mio futuro docente di Magia Oscura con le mani sotto la gonna di quella di Crittografia!” Disse sarcastico il rosso.

 

“Oh no, Ron! Erano sotto la camicetta!” lo corresse prontamente l’Auror

 

“Dov’è…l’aula?” Chiese Ron al limite della sopportazione.

 

Tonks scese di qualche gradino.

 

“Chiedete a Malocchio! E’ dentro, sapete? Oggi c’è un gran da fare! E io bhè…dovrei essere in missione e la mia squadra non mi ha aspettato e quindi…bhè…dovrei raggiungerla ecco! In bocca…no! In culo…Va bhè…Buona fortuna ragazzi! Salutatemi Hermione!”

 

“Se la vedremo…” Borbottò Ron arrossendo un po’…

 

Tonks sparì da davanti a loro con un piccolo pop!

 

“Chissà come andrà alla nostra cara Hermione il primo giorno all’Accademia per Medimaghi!” Sghignazzò Harry guardando ancora una volta l’imponente facciata dell’edificio.

 

“Come vuoi che le vada?” Ron sventolò una mano come cacciando l’aria “Con la fama che ha conquistato il giorno dei test di ammissione quando ha snocciolato tutti gli incantesimi che possono essere causa di ustioni e lesioni…non credo che se la dimenticheranno tanto facilmente una tipa così!”

 

Harry riprese a salire i gradini sorridendo.

 

“Hai ragione!” asserì

 

Quando entrarono dentro l’Accademia si resero conto che Tonks aveva detto il vero: quel giorno c’era davvero un gran da fare.

 

“Che casino!”

 

Ron non poteva definire la scena in maniera migliore: Auror che sfrecciavano da un punto all’altro dell’ ingresso, aereoplanini di carta con messaggi dentro che svolazzavano sopra le loro teste (uno prese in pieno la tempia del rosso…), campanelli che suonavano, streghe che chiacchieravano con le scrivanie davanti ai camini ricevendo le segnalazioni dei cittadini del mondo magico prendendo note su pergamene, Auror che si urtavano l’uno contro l’altro scusandosi per essersi rovesciati il caffè sulla divisa…

 

“Ehi, Hestia?” Harry e Ron alzarono lo sguardo verso la voce che avevano riconosciuto come quella di Kingsley, vecchio amico dell’Ordine della Fenice.

 

“Si King?” Videro la strega sorridergli affabilmente.

 

“Puoi occuparti tu di quegli idioti che sono finiti dentro la stanza delle illusioni? Chiama il San Mungo: usciranno sotto shock! Io devo andare: mi hanno chiamato dal Ministero…” Chiese con lo sguardo supplicante l’Auror dalla pelle scura.

 

“Vai, tranquillo! Ci penso io!” Hestia gli diede un colpetto sul braccio con una carpetta di carta e si allontanò con aria annoiata verso il primo piano.

 

“Grazie…ti devo un favore!” Le urlò dietro Kingsley.

 

Hestia si fermò sulle scale e sorrise al collega “Oh…non preoccuparti per questo! Avrai la tua occasione! Non si finisce mai Kingsley! “

 

“Purtroppo è vero, cara Hestia…” Sospirò Kingsley prima di voltarsi e raggiungere Harry e Ron in pochi ma ampi passi.

 

“Siete sicuri al cento per cento di voler passare il resto della vostra vita, anzi…fino alla pensione, in queste condizioni!”Li intimò.

 

“Siamo masochisti!” Rispose Ron con una scrollatina di spalle.

 

Kingsley fece un piccolo sbuffo e si allontanò salutandoli con un cenno.

 

“Oh…scusa…prima di lasciarti andare…” Lo fermò Harry.

 

“Volete sapere dov’è l’Aula Magna, non è così?” Harry e Ron annuirono. Kingsley guardò il grande orologio con le lancette d’oro che troneggiava sopra la porta d’ingresso e sospirò “Ma si, vi accompagno! Almeno sarete due in meno da tirar fuori da qualche ala nascosta o proibita a voi matricole…”

 

Harry e Ron sorrisero raggianti e seguirono Kingsley che nel frattempo si era arrampicato con passo atletico su per l’immenso scalone dell’accademia, sopra il quale troneggiava il gigantesco stendardo: un arazzo con la A degli Auror in argento e oro.

 

Lo stesso simbolo era ricamato sulle loro divise che ancora profumavano di nuovo.

 

La rampa di scale si diramava a destra e a sinistra, ma con tutto quel via vai di gente le due matricole si stavano muovendo nella direzione sbagliata.

 

“ Ehi, voi due!”

 

Harry e Ron sobbalzarono e si voltarono verso Kingsley, che dall’altra parte delle scale li esortava a raggiungerlo.

 

“Proprio dove non dovreste andare!”

 

“Cosa c’è di là?” Chiese Harry curioso una volta raggiunto l’Auror.

 

“Gli uffici dei grandi.” Rispose secco Kingsley. Guardò Harry e Ron e fece loro l’occhiolino dicendo…“Dopo quello che avete fatto qualche mese fa con il Signore Oscuro, penso che non ci metterete tanto a visitare quelle stanze! Anche se in tutta franchezza vi posso assicurare che vi invidio! E’ terribilmente stressante dover scattare in piedi ogni volta che c’è da fare qualche ispezione, o andare ad arrestare qualche Mangiamorte che ci è sfuggito di mano…o qualche burlone che si è svegliato con lo sghiribizzo di inquietare i Babbani…

Certo…poi è gratificante vedere il tuo nome in cima alla lista dei fautori del colpo…però…!”

 

“Di cosa ti occupi per ora?”Chiese Ron curioso di sapere come si prevedeva la vita da Auror.

 

“Bhè…un po’ qui…un po’ là… stiamo dando una ritoccatine al vostro operato…”

 

“In che senso?” Harry spinse gli occhiali sul naso e guardò attentamente il buon vecchio Kingsley.

 

“Non credere che una volta caduto definitivamente il Signore Oscuro non ci siano più Mangiamorte in giro! Anzi…ora c’è la gara per chi tra questi deve essere il suo erede! Te li immagini…Quella è gente che non ama starsene con le mani in mano! Ma vengano da me, che il lavoro glielo trovo sempre e comunque! Ci sarebbe da rimettere a posto quel maledettissimo archivio, ma da quando c’è sfuggita una cucciolata di mollicci che crescevamo in allevamento per le simulazioni di primo anni e si è rintanata proprio nelle cantine dell’archivio…ti assicuro che quei poveri inservienti addetti all’archivio non oseranno mai metterci piede!”

 

“Mollicci?!”fece entusiasta Ron.

 

“Io ho sfidato un molliccio! Ron pure! Non è stato difficile!” Si aggiunse Harry carico dello stesso entusiasmo.

 

“Bhè, si…prova a trovarti da solo in una cantina poco illuminata e trmendamente silenziosa e vederti spuntare la cosa che temi più di tutte, praticamente indeformabile perché sono un’intera cucciolata, e stiamo parlando di una cinquantina di mollicci! Anzi…vi dirò di più! Sono lì dentro da più di tre mesi, e ora quei diavoletti saranno belli e sviluppati!

Mi sa tanto che ve la dovrete vedere voi come esercitazioni con quelli! E toglietevi quei sorrisetti beffardi e ingenui dalle facce! Non sarà mica una passeggiata questo corso!” Ringhiò con un mezzo sorrisetto maligno increspato sulle labbra.

 

Tutto ciò non prometteva nulla di buono.

 

“King, le hai trascritte quelle relazioni?” Chiese un auror prendendo inaspettatamente Kingsley per un braccio.

 

“Le ho sulla mia scrivania, te lo assicuro! Quando torno passo nel tuo ufficio e …” ma il nuovo venuto lo interruppe scuotendo ferocemente il capo.

 

“NO! Mi servono adesso! Te le avevo richieste la settimana scorsa! Mi hai bloccato per una

settimana King! Capisci che vuol dire? UNA SETTIMANA!”

 

“Si, Jack…me ne rendo conto…”Sbuffò Kinglsey seccato.

 

“Piuttosto…” continuò quello “…chiama Weasley e chiedigli a che punto è quella ricerca sulla condotta del gas Babbano. Ancora non…”

 

“L’ha finita!”

 

L’Auror si voltò verso Ron (che cominciò a cambiare colore d’orecchie) e lo squadrò da capo a piedi in tutta la sua lunghezza.“Tu sei un Weasley!”

 

“Ehm…sissignore!”

 

“Bene…benvenuto a bordo, giovanotto! Congratulazioni!” Gli disse Jack battendogli sulla spalla.

 

“Grazie, signore…” borbottò imbarazzato Ron.

 

“Dici che la relazione è pronta? Quella sulla condotta del gas?”

 

“Si, signore…ieri sera mio padre diceva che l’avrebbe mandata in mattinata…Non pensavo fosse per l’Accademia!” Ron abbozzò un sorriso parlando emozionato.

“Bene! Molto bene! Almeno le richieste ad Arthur possiamo fargliele direttamente tramite il figlio e senza passare per i gufi! Rapido e indolore! Ottimo! Kingsley, andiamo…quella tua relazione mi serve subito!”

 

“Stavo accompagnando i due ragazzi in Aula Magna! Ci metto un attimo, aspettami nella mia stanza!”

 

“La trovano da soli! Tanto ormai sono arrivati! Dai muoviti! Ho fretta! Ehi! Ragazzo…ci conto su quella relazione di tuo padre! Se non mi arriva oggi me la farai avere tu personalmente domani mattina! Chiaro?”Chiese rivolto a Ron.

 

“Sissignore!”

 

“Andiamo King!” Sbraitò il superiore allontanandosi di gran carriera.

 

Kingsley si strinse nelle spalle e seguì l’Auror, che dopo essersi fermato all’improvviso tornò sui suoi passi e si fermò davanti a Harry puntandogli il dito contro il petto.

 

“ Tu…tu sei Harry Potter, vero?”

 

“Sissignore!” rispose pronto Harry…in tutti questi anni era riuscito a controllarsi quando qualcuno lo riconosceva prendendolo alla sprovvista…dati i recenti avvenimenti, poi…

 

“Avevamo proprio bisogno di te qui dentro! Quest’anno abbiamo delle ottime matricole, vedo!”Constatò volgendosi verso Kingsley che sorrise e annuì.

 

I due Auror si allontanarono mentre la folla di persone che salivano e scendevano dalla rampa su cui erano rimasti Harry e Ron superava i due ragazzi non accorgendosi della loro presenza tanto erano presi dai loro pensieri.

 

Ron si sistemò meglio la borsa sulla spalla e fece un cenno ad Harry col capo.

 

“Andiamo?”

 

“Si, ma dove?” Sospirò Harry guardandosi intorno.

 

Ron fermò un Auror di passaggio tirandolo per una manica della divisa

 

“Scusi…l’Aula Magna?”

 

L’Auror guardò disgustato il ragazzo e se ne andò borbottando un…“Che maniere…”

 

Ci provò Harry che si mise davanti una signora che teneva lo sguardo fisso a terra, mentre saliva in tutta fretta i gradini.“Signora? Scusi…l’Aula Magna?”

 

“Trovatela da solo, ragazzino! Qua io non ho tempo da perdere! Ma chi me lo ha fatto fare di concorrere per quel posto di segretaria di quell’idiota! Se il suo capo venisse a sapere che non è riuscito nella metà delle missioni affidategli…com’è che ancora non l’hanno degradato ad addetto dei gabinetti, io ancora non lo so! GIURO! SPARISCO! VADO COI BABBANI IO! GENTE CHE HA LA TESTA SUL COLLO E NON CHISSA’ DOVE!”

 

Harry e Ron si guardarono e scoprirono di avere entrambi la stessa espressione allibita.

 

“E adesso?” Chiese Ron constatando che erano ancora al punto di partenza.

 

“Ma non c’è nemmeno uno straccio di indicazione? Come cavolo facciamo a…”

 

Harry fu spinto da un Auror che portava uno scatolone fumante tra le braccia.

 

“Scusate!” Bofonchiò questo allontanandosi.

 

Harry si massaggiò il braccio, ancora pieno di lividi della recente battaglia, che aveva sbattuto contro la scatola dell’Auror.

 

“Non voglio certo finire in cantina, oggi! Perciò cerchiamo di muoverci a colpo sicuro qui dentro, chiaro?” disse risoluto Ron avanzando di un passo.

 

“Certo che è chiaro, Ron…ma come facciamo a muoverci a colpo sicuro se qui non ci calcola nessuno?” gli fece notare Harry raggiungendolo.

 

“Dov’è Hermione quando abbiamo bisogno di lei?” Piagnucolò il rosso passandosi una mano tra i capelli.

 

“Serve aiuto?”

 

Dopo essere saltati entrambi per aria i due riconobbero il vecchio Auror: Alastor Malocchio Moody.

 

“Professor Moody!” Gioì Ron ringraziando mentalmente il cielo per il provvidenziale incontro.

 

“Moody e basta, ragazzo! Non ho mai avuto il piacere di farvi da insegnante e né ne avrò occasione.”

 

“Non insegna qui all’Accademia?” Osò chiedere Harry…non l’avesse mai fatto…

 

Moody sgranò gli occhi e con un dito alla tempia gli diede del matto. “Dimmi, ragazzo…lo sai che seccatura è avere a che fare con certi idioti? Non mi riferisco a voi, ovviamente! State certi che anche voi vi renderete conto in che mani incompetenti è la comunità magica, parlando di sicurezza. Certi vostri nuovi colleghi avranno passato i test per raccomandazioni o per pura fortuna…o perché hanno copiato da uno di voi due…Questi non dureranno più di un mese qui dentro! Già un paio sono finiti nella stanza delle illusioni…ho visto la povera Hestia Jones mettersi le mani ai capelli poco fa…”

 

“Cos’è la stanza delle illusioni?” Chiese Ron avido di sapere…chi non lo sarebbe al suo posto?

 

“E’ ancora troppo presto per voi sapere cosa contiene quella stanza. Aspettate alla fine del trimestre e le vostre curiosità saranno soddisfatte. Ora venite con me: v porto nell’Aula Magna.”

 

Harry e Ron tirarono un sospiro di sollievo quando Moody mosse il piede di legno in direzione di un corridoio a destra.

 

“Onestamente…io avrei continuato a percorrere il corridoio fino alla fine.” Ammise Ron a mezza bocca nell’orecchio di Harry.

 

Evidentemente Moody ci sentiva benissimo anche con tutto il chiasso creato dai cicalecci dei passanti.

 

“Andare a destra…è quello che fanno gli idioti, Weasley!”

 

Ron divenne paonazzo.

 

“In fondo al corridoio c’è la vecchia sala proiezioni. Così infestata di spiriti negativi che è stata adibita ad aula per le esercitazioni pratiche di terzo grado! La vostra preparazione è degna di un buon grado zero. E pensate a quello che voi avete fatto qualche mese fa! Sarete avvantaggiati sicuramente rispetto ai vostri colleghi che partiranno da un grado medio di -2…-2,5…”

 

“ Gradi in negativo? Come i debiti formativi da recuperare, non è così?” Chiese Harry corrucciando la fronte.

 

“Ci puoi giurare, ragazzo! Su 10 che avete superato gli esami di ammissione solo in tre partite dal livello 0.”

 

Ron sgranò gli occhi: “Siamo solo in 10?!”

 

“Quando sono entrato io, circa 50 anni fa, eravamo 150. Ora, dopo quello che è successo con il Signore Oscuro, sono veramente pochi quelli che rischierebbero la propria vita per una giusta causa.

E non pensate che i raccomandati abbiano tanto fegato! Posso garantirvi che lo fanno solo per il titolo. Essere un Auror è un privilegio! Un onore! Vieni guardato con timore e rispetto da tutti: compreso il Ministro della Magia.” Gli occhi di Moody brillavano mentre parlava della sua carriera.

 

Harry e Ron si sorrisero a vicenda, contenti per la loro futura posizione.

 

“Eccoci arrivati.” Moody spinse la pesante porta e li fece entrare.

 

Il debole brusio all’interno della stanza si interruppe all’istante.

 

L’enorme aula, con i larghi banconi in legno, ospitava soltanto sei ragazzi disposti su un’unica fila: solo una ragazza aveva superato i test.

 

“Forza, voi due..prendete posto: Manlius starà arrivando.”

 

Moody uscì dall’aula e il brusio tornò: questa volta l’attenzione dei cadetti era puntata su Harry e Ron.

 

“Ehi! Guarda un po’ chi si rivede!”

 

“Ma voi non siete Potter e Weasley?”

 

“Siamo noi…” Rispose Harry, che si aspettava queste domande.

 

“Certo che siete voi…per quelli del Greatwand siete due facce come altre…ma per quelli di Hogwarts come me…come stà la Granger?” Chiese un ragazzo seduto nella prima fila di banchi.

 

“Non c’è.” Disse seccato Ron.

 

“Si, lo so che non c’è…me ne sono accorto…ma dov’è?”

 

“ Hermione ha intrapreso gli studi per diventare Medimago.” Rispose Harry sperando che a Ron non venisse un qualche attacco di gelosia.

 

“ Vedrò di infortunarmi più spesso, allora!” Sghignazzò il ragazzo facendone ridere

 

“Tranquillo…ci penserei io a rimetterti le ossa a posto!” Ringhiò Ron serrando i pugni.

 

“Oh, su…non fare il gelosone, Ron! Stavo scherzando!” Il ragazzo si arrampicò sul banco e saltò giù tendendo la mano ai due nuovi compagni. “Salve! Sono Simon McCullers! Ero a Tassorosso, fino allo scorso luglio…”

 

Il ragazzo era poco più alto di Harry: capelli biondi, occhi verdi e un sorrisetto simpatico che ad Harry fece pensare a Fred e George.

 

“Si…il tuo viso non mi è nuovo…” disse piano Harry cercando di non sembrare scortese.

 

“Ti ricordi Justin Finch-Fletchley?”

 

“ Certo!” rispose subito Harry: come poteva scordarlo…per come la vedeva la scuola, gli aveva aizzato un serpente al 2° anno…

 

“Compagno di banco del sottoscritto per la bellezza di 7 anni!”

 

“Davvero?”

 

“Com’è piccolo il mondo!” Ron provava ancora qualche rancore nei confronti di quel biondino più simile ad un folletto che non ad un ragazzo…Mai osare toccare anche solo con le parole Hermione…

 

“Io sono David Perks!” Si presentò un ragazzo un paio di file più indietro.

 

“Io sono Lisa Turpin!” li salutò cordialmente l’unica ragazza del corso “David Turpin è mio cugino…noi eravamo di Corvonero.”

 

“Ma…veniamo tutti da Hogwarts!” Chiese stranito Harry guardando i nuovi colleghi.

 

“Assolutamente no, infatti…Io sono Jim Boot….ero al Greatwand due anni fa…!” Si presentò un altro allungando la mano dal banco della prima fila.

“ Greatwand?” Ripetè Harry più a se stesso che agli altri.

 

“Una scuola di magia in America.” gli spiegò Ron sottovoce.

 

“Il mio quasi cognato…” ridacchiò Simon McCullers

 

“Mica hai sposato Terry!” Fece veemente Jim.

 

“Terry Boot? Corvonero? ”

 

Simon annuì. “Esatto! La mia ragazza!”           

 

Il viso di Ron si illuminò all’improvviso.

 

“Allora non ci provi con Hermione!”

 

“Ancora con questa storia…no, Ron! Non ho bisogno di corteggiare Hermione! Terry è la mia ragazza da più di 2 anni!”

 

Harry e Ron non ebbero nemmeno il tempo di presentarsi agli altri compagni che la porta si aprì e un uomo in divisa da Auror entrò nell’aula e la chiuse sbattendola molto forte.

 

Harry, Ron e Simon si sedettero molto rapidamente sulla panca accanto agli altri.

 

Manlius Turner.

 

Il nome fu scritto a lettere minute e sottili sulla lavagna da un gessetto stregato dal professore che, dopo aver completato il suo lavoro cadde a terra con un tonfo.

 

Il professor Turner gli diede un calcio e alzò lo sguardo verso i pochi studenti presenti nella grande aula. “Due dei vostri colleghi, finiti non si sa come nella stanza delle illusioni, sono stati allontanati preventivamente dall’accademia. Considerate l’essere arrivati in questa stanza come un’ulteriore selezione. Qui vogliamo gente capace, non esseri più simili ai vermicoli.”

 

La porta si aprì ancora una volta ed entrarono tre docenti.

 

“Vi presento il professor Ittico Nubrick, docente del corso uno. Il professor Frank Tipest, docente del corso due. La professoressa Melissa Bernardis, docente del corso tre. E io, Manlius Turner, docente del corso quattro. Noi saremo i vostri stunt, se così volete definirci. Vi seguiremo, vi miglioreremo e vi insegneremo tutto quello che vi servirà per sconfiggere…gli uomini cattivi.”

 

Il professor Turner sghignazzò un po’, mentre i professori guardavano uno ad uno ogni studente.

 

Simon si avvicinò a Harry e gli disse in un sussurro “Nessuno di questi mi ispira…forse era meglio la McGranitt!”

 

“SILENZIO!” Tuonò la profonda voce di Turner rimbombando nella stanza.

 

Il sorriso comparso per pochi istanti sulle labbra di Harry sparì completamente.

 

“Non pensate che siamo sordi…il minimo sussurro, il cadere di una foglia…imparerete a cogliere il minimo rumore. Dovete essere pronti! Svegli! Capaci! Nessun frignone! Le pappemolli sono buone per scaldare le poltrone del ministero.” Guardò ciascun ragazzo e continuò il suo discorso dopo un attimo di pausa. “Avrete un solo momento di svago: la vostra festa delle matricole, ovviamente. Sarà venerdì sera. Procuratevi la vostra dama, o per lei, signorina Turpin, e per chiunque lo preferisca, il vostro cavaliere…La festa comincia alle otto e mezza. Dopo di ciò…dimenticatevi qualsiasi divertimento.”

 

Afferrato un foglio di mal grazia dalla cattedra, Turner disse “Ora verrete divisi secondo il vostro livello di preparazione che avete dimostrato nei test di ingresso. Con il professor Nubrick: Mark Wilson, di grado -3.

 

Mark Wilson, per nulla contento del suo grado, uscì dalla fila e raggiunse il professore.

 

“Un solo studente, eh Ittico?” scherzò Turner col professore dai lunghi baffi.

 

“Meglio così. Meno sono, meglio vengono seguiti. Andiamo, giovanotto.”

 

“Noi siamo tutti e due di grado zero! Saremo nello stesso corso, allora!” sussurrò Ron avvicinandosi ad Harry.

 

“Probabilmente con Turner.” Constatò il moro.

 

“Oh bhè…speriamo bene…”Sospirò Ron stiracchiandosi un po’ sulla dura panca di legno.

 

“Avete finito voi due?” Chiese con finta voce amabile il professore che li squadrava con un sorriso più che falso.

 

Ron arrossì e mormorò un debolissimo “Scusi…” mentre Mark e il professor Nubrick uscivano dall’aula.

 

“Con il professor Tipest: Stephen Loewe e David Perk, di grado -2. Con la professoressa Bernardis: Lisa Turpin e Jim Boot, di grado -1.”

 

Ron si voltò rapidamente verso Simon il quale gli sorrise salutandolo con la mano e bisbigliando “Salve colleghi!”

 

Ron alzò un sopraciglio, ma Harry sorrise al biondino.

 

Era appena nata la nuova squadra di Turner.

 

“Bene. Andiamo anche noi?” disse Turner scendendo dalla scrivania, sulla quale si era seduto, e aprendo la porta.

 

Harry, Ron e Simon si guardarono per un attimo, prima di affrettarsi a raggiungere il professore.

 

Continua…

 

 

Non posso crederci…ce l’ho fatta! Sono riuscita a ricopiare il primo capitolo!

 

E così, miei cari ha inizio questa storia precedentemente annunciata!

 

Che ve ne sembra?

 

Certo…è ancora agli inizi ed è un capitolo privo di azione ma mi è servito per presentare ambienti e personaggi.

 

Prometto in qualcosa di più nei prossimi capitoli!

 

Mooooolto di più!

 

Aspetto con ansia i vostri pareri! Siate numerosi!

 

Grazie già da ora!

 

A presto!

 

Padfoot

 

 

  
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