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Autore: Aphasia_    27/03/2012    0 recensioni
Spesso la mancanza di coraggio ci porta a fare cose che non sono proprio da noi, persino mentire, o fingere di essere chi non si è. Questa è la storia di Emma, ma non è solo la sua, è quella di tutte quelle ragazze che non sono riuscite a dichiararsi, ad aprirsi verso l'amore. Questa è la storia di chi ha tirato fuori il peggio di sè solo per la paura di essere sè stessa, di chi alla fine non ha avuto un lieto fine, solo per il fatto di non aver agito e di essere stata alla fine, vittima del suo stesso destino.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione



Caro Diario
Ho ripreso a scrivere, e pensavo non sarebbe mai successo. E invece eccomi qui ad assaporare quella familiare sensazione di dolore alla mano, quella che provavo sempre quando le parole erano talmente tante che la loro velocità superava quella muscolare del mio povero arto. Eccomi qui, e devo riabituarmi ad avere qualcosa da dire perchè ora come ora, ho assoluto bisogno di dire qualcosa, devo perchè è..la mia cura. Sono stata io a prescriverla? Forse, visto che la necessità di fare qualcosa ti porta a cose che non vorresti ma che senti di dover fare. E da quando è successo tutto io sento esattamente quella necessità. Anche se non voglio, anche se non avrò niente da dire io devo farlo per me stessa, io devo continuare a scrivere, devo continuare a svuotare quel contenitore caotico che è la mia anima malata e stanca, anche se a volte sarà vuoto, io dovrò svuotarlo, lavarlo, curarlo, perchè anche il nulla fa male e forse è pure peggio del qualcosa, il niente indica che c'era qualcosa e che ora..non c'è più. Chi mi aveva rubato il qualcosa? L'essenza di quel contenitore così vitale? E' stato lui, caro diario, si è portato via tutto, si è preso la mia anima e non me la renderà più. Probabilmente si è preso anche il mio cuore, anche se non voglio ammetterlo, ma allora perchè questo vuoto? Perchè non sento più il mio petto? Si, ce l'ha lui, il mio petto. E senza petto, senza quell'involucro che contiene il mio cuore non sarò più capace di amare quanto ho amato lui, lui che sebbene sia tutt'ora uno sporco ladro non posso smettere di amare. Come posso scacciare il pensiero se quel pensiero è così eccitante e allo stesso tempo doloroso? Può il dolore essere eccitante, avere il sapore di un limone, il brivido di una vertigine, l'odore di un giardino in primavera, l'aspetto di una persona? Certo che può, il dolore può tutto. Un attimo prima ti bacia dolcemente sulle labbra, tanto che senti che un sapore simile non possa esistere, e un attimo dopo hai la certezza che quel sapore esiste, ma non è quello che hai assaporato nelle sue labbra, no..ha il sapore salato ed amaro delle lacrime calde, quelle appena scese dai tuoi occhi. E perciò continui a chiederti cosa fare, in che modo la tua mente si possa distrarre, smettere di cercare quel pensiero e poi..la vedi, la tua penna, e un pezzo di carta. E allora capisci che l'unico modo per dimenticare è proprio rievocare quel ricordo e intrappolarlo nella carta, dove non potrà mai farti del male. Verba volant, scripta manent. Verba volant, scripta manent. Le mani iniziano a formicolarmi e penso che in effetti anche la carta può farti del male, il ricordo intrappolato dentro ti potrà tagliare, potrà godere di quella singola goccia di sangue che uscirà, desiderandola. Ma cosa vuoi che sia una goccia di sangue? Sarà solo una goccia di te stessa, e cosa potrà ancora farti quel pezzo di carta? Niente. Perchè la tua penna sarà come il tuo scettro, come un'arma, e tu avrai il potere, sarai finalmente tu a comandare, finalmente, sul dolore.
Si, caro diario, il dolore alla mano, quello tanto familiare, mi ha fatto capire una cosa: Che è tempo di lottare, intrappolare il dolore. Si, caro diario, io ho deciso che lotterò e che mi riprenderò ciò che è mio: Il mio cuore. Mi riprenderò quel ladro. Vivo o Morto.
  
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