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Autore: Lena1897    28/03/2012    2 recensioni
Dal testo:
"Giorgia e George sono fratello e sorella e non hanno lo stesso nome perché i loro genitori erano devoti all’omonimo santo ma solo perché George è stato adottato".
La storia di due ragazzi, fratelli e anime affini che si trovano, si perdono e poi si ricongiungono.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Trovarsi la prima volta a Caracas


Giorgia e George sono fratello e sorella e non hanno lo stesso nome perché i loro genitori erano devoti all’omonimo santo ma solo perché George è stato adottato. 
 
A dargli questo nome sono stati i preti missionari che l’hanno accolto quando sua madre lo ha portato in chiesa, dopo averlo partorito in una casa fatiscente. Lo ha affidato a loro perché lei ha tredici anni e le va bene se riesce a mangiare tre volte a settimana. Non vuole che il suo bambino corra lo stesso rischio. Non sa chi è il padre, perché la costringono ad avere tre clienti diversi al giorno. Ma forse è un europeo, perché nonostante loro vivano a Caracas il bambino ha la pelle eccezionalmente chiara e dei grandi ed innocenti occhi azzurri. I padri missionari gli curano la malnutrizione e dopo un mese lo mandano in un orfanotrofio più centrale, sperando che venga adottato. Perché questo avvenga ci vogliono quattro anni.
 
Luisa e Fabrizio hanno trentaquattro anni, lei è un’impiegata, lui ha un piccolo ma solido negozio di alimentari tipici della zona dove vivono, la Romagna. Hanno una bambina di tre anni, che si chiama Giorgia ed ha gli occhi azzurri della madre. I suoi genitori avrebbero tanto voluto farle un fratellino, ma quando lei è nata una complicazione ha richiesto che le tube di Falloppio di Luisa venissero chiuse. Giorgia quindi è destinata a rimanere figlia unica, almeno in apparenza.
 
In estate decidono di fare un bel viaggio in un posto esotico ed optano per il Venezuela. Non è chiaro se sappiano o meno che Caracas è tra le prime città del mondo per indice di criminalità e che non è esattamente un posto per famiglie. Forse sono allettati dal volo Low cost e dall’albergo a prezzo stracciato per una settimana. Alloggiano nei pressi del centro e la città e tendono a visitarla a piedi. Giorgia se ne sta buona, non fa i capricci, basta darle  un gelato per calmarla se un pochino si innervosisce.
 
Stanno camminando davanti alla chiesa di Nuestra Señora de Coromoto quando la bambina si ferma e guarda attraverso la rete di un parco giochi spoglio. Si tratta della piccola piazzetta adibita a luogo ricreativo dell’orfanotrofio annesso all’edificio ecclesiastico. Giorgia sta guardando un bambino che ha circa la sua età e degli occhi che sono quasi uguali ai suoi. Si attacca alla rete e gli urla “Come ti chiami?”. Non sa ovviamente, che il bambino non può capirla. Almeno questo pensano i grandi. Perché il piccolino si avvicina a sua volta alla rete, guarda la piccina e risponde “George”.
 

***


Angolo autrice: Nuova, breve. Solo 2500 battute. Spero vi piaccia e in ogni caso spero vogliate lasciarmi un parere o un consiglio. Grazie per essere arrivati fino qui.
   
 
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