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Autore: Beckett66    28/03/2012    10 recensioni
Ho visto il promo della 4*19 e mi è venuta questa one shot.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Non è troppo tardi

Castle arrivò al distretto con i consueti due caffè. Ne posò uno sul tavolo di Beckett e si rivolse ad Eposito. “Beckett?”.
“Ti sei perso qualcosa amico. Abbiamo trovato il sospettato.”
“E dov’è?”
“In sala interrogatori con Beckett”.
Castle si diresse nella sala di osservazione e chiuse la porta. Restò in piedi dietro lo specchio ad ascoltare le parole di Beckett.
Lei era proprio arrabbiata. Il sospettato stava dicendo che non sapeva nulla, che non era stato lui e che non sapeva cosa volessero da lui.
Kate si arrabbiò davvero. Fece un bel respiro, si sedette e cominciò a parlare con lui.
La sua voce era tagliente.
“Senti Bob sappiamo che eri sul posto, che non sei iscritto ad alcun partito e stiamo perquisendo casa tua; quindi poi ne sapremo anche di più. Ma potresti aiutarci dicendo perché hai messo quella bomba, chi ti ha dato quel pacco?”
“Non me, lo ricordo. Non lo so. Forse sarà il trauma”. Il ragazzo sembrava veramente perso ma quel riferimento la fece davvero arrabbiare.
“Non mentirmi, non farlo con me!” La sua voce era minacciosa.
“Non mi ricordo, giuro che non mi ricordo!”
Xavier entrò nella sala di osservazione e chiuse la porta
“Sentimi bene. Mi hanno sparato al petto ed io ricordo ogni secondo di quanto è avvenuto!”.
 Kate si rese conto solo in quel momento di averlo detto. Lo aveva detto: ricordava tutto.
Castle rimase gelato, incapace di muoversi. Esposito lo guardò. Era gelato anche lui ma riuscì a reagire ed uscì a razzo per andare a bussare alla sala interrogatori.
“Tutto questo tempo...”. La voce di Castle era un fremito di dolore. Avrebbe dato qualsiasi cosa per non averla sentita. Per non sentirsi dire in modo così brutale ciò che aveva sempre saputo: lei gli aveva mentito e stava continuando a farlo da mesi. Si mise le mani sul viso.
“Dimmi Esposito” Kate lo guardava con un velo di terrore nel fondo degli occhi.
“Castle è nella sala di osservazione!” Il velo divenne terrore puro.
“Dammi il cambio”. Kate uscì fulminea dalla stanza appena in tempo per vedere Castle che entrava nell’ascensore.
No, no, no. Non doveva succedere. Non doveva andare così! Non poteva permetterlo! Doveva fermarlo. Doveva assolutamente fermarlo.
“Aspettami Castle”. Lui la guardava impietrito mentre le porte dell’ascensore iniziavano a chiudersi. Kate vi si precipitò e riuscì ad entrare.
Lui non faceva un movimento e guardava dritto davanti a sé.
“No, Castle. Non doveva andare così!”.
“Già. Non doveva andare così!”
“Ti prego Castle non fare così”. La sua era una supplica ma lui si era arreso.
“Cosa dovrei fare? Mi menti da mesi”. Aveva un tono calmo, fermo e terribilmente gelido.
Le porte dell’ascensore si aprirono e lui si avviò alla Ferrari. Kate si precipitò al posto del passeggero e salì
“Cosa vuoi?” Sentiva di averlo perso. Lo guardò ed il cuore le si spezzò. In fondo era quello che aveva voluto con tutte le sue forze: allontanarlo per proteggerlo ma ora, ora che stava succedendo davvero, si rese conto che questo non poteva sopportarlo. Lo guardò dritto negli occhi e si rese conto che le lacrime stavano uscendo dai suoi occhi senza il suo permesso. Non voleva piangere, non lo voleva assolutamente ma questa volta non poteva impedirselo.
Lui non sembrava toccato dalla sua disperazione.
“Cerca di capire Castle”
“Cosa devo capire? Che sono quattro anni che aspetto di sentirti dire qualcosa, qualsiasi cosa. Che sono mesi che mi fai credere di non sapere quello che provo e ti prendi gioco di me? Non mi sembra ci sia molto altro da capire”.
A questo punto lei scoppiò. Cominciò ad urlare a tal punto che l’abitacolo pareva troppo piccolo per contenere tutto il suo dolore.
“Se non lo capisci da solo te lo spiego io! Tutti coloro che sono stati toccati dall’omicidio di mia madre, in bene o in male, sono morti: tutti! Roy, ha sacrificato la sua vita per proteggermi! Ti ricordi come stavano sua moglie e le sue figlie al funerale? Te lo ricordi? Io me lo ricordo! Cosa dovevo fare? Cos’avrei detto ad Alexis e Martha se ti fosse successo qualcosa eh? Dimmelo! Dimmelo!”. Lei gli tempestava il petto di pugni ma lui non reagiva “Ah si certo potevo dirgli che io ti amavo! Scusate io lo amavo; sapevo che era pericoloso ma me lo sono preso lo stesso ed ora lui non c’è più né per me né per voi!”.
Il suo viso era una maschera di dolore. Le lacrime scendevano copiose e lei cominciò a premersi una mano sullo sterno ed il suo respiro si fece affannoso. Faceva davvero fatica a respirare. Lui la scosse “Kate!” Urlò. “Kate calmati”. Lei continuava ad ansimare. Lui le mise una mano sulla nuca e le cinse le spalle. “Sono qui Kate. Ti prego. Calmati, respira. Sono qui!”.
Lei sembrò lasciarsi andare su di lui. Le forze le mancarono per un istante. Si aggrappò con la mano alla sua camicia. Vi si aggrappava come se fosse l’ultimo baluardo di speranza che le restava.
“Non andare via! Ti prego non lasciarmi!” La sua voce era un flebile mormorio senza forze.
“Tranquilla. Kate, non potrei. Scusami, ti prego scusami. Sono stato uno stupido egocentrico”.
“Ti amo”. Era un sussurro cui seguirono singhiozzi silenti “Non ce la farei se dovesse succederti qualcosa. Questa volta non ce la farei! Questo sarebbe troppo”.
“Non succederà nulla. Prenderemo quel bastardo e nessuno ci farà del male” le disse con dolcezza
La allontanò piano da sé e le mise le mani sulle spalle: “Ascoltami bene detective Katherine Beckett: nessuno ci farà del male. Noi non lo permetteremo. Noi non agiremo mai da soli. Ryan ed Esposito sanno che stiamo continuando ad indagare e sono dalla nostra parte. Quindi abbiamo le spalle coperte. Mi hai capito?”.
Lei annuì col capo e poi gli si affidò esausta “Stringimi Rick, ti prego tienimi vicina a te. Ne ho bisogno”. Lui le cinse le spalle e la strinse forte ma con dolcezza. Lei rimase per qualche momento immobile, completamente abbandonata tra le sue braccia poi sollevò il viso e lo guardò.
Si guardarono con amore infinito e lentamente, avvicinando i loro volti, si scambiarono un bacio colmo di dolcezza ed amore. Rimasero ancora un po’ abbracciati poi lentamente si staccarono e si ricomposero.
“Mi sa che abbiamo un interrogatorio da finire scrittore” sorrise Kate.
“Già, abbiamo” ricambiò lui.
Scesero dall’auto e si avviarono per mano.
Ora erano davvero un pericolo per il drago e nessuno li avrebbe potuti fermare.
  
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