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Autore: mercscilla    29/03/2012    0 recensioni
[ Stargate Universe ]
“La signorina Armstrong non è una bambina, Camile. Non farà i capricci pretendendo che suo padre venga lasciato lì finché non ci sia modo di seppellirlo sulla Terra.”
Qualcuno sbuffa e borbotta qualcosa sottovoce. Chloe afferra le parole ‘l’ha attaccata’ e arrossisce, il viso bruciante di mortificazione. Chi sono loro per giudicarla? Non sanno com’è perdere qualcuno in questo modo, che cosa ti fa alla mente e all’anima, come stravolge tutto il tuo mondo.

[ post 1x02, 'Air (part 2)' ]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chloe Armstrong, Nicholas Rush, Ronald Greer, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Fathers & Daughters

 

 

 

 

È fuori dalla sala di controllo, sola nel corridoio deserto, schiacciata nell’ombra contro il muro, e ascolta intensamente la conversazione a mezza voce che si svolge dentro.

Le parole ‘corpo’ e ‘disporre’ echeggiano nell’aria e Chloe batte il palmo sulla paratia, serrando forte gli occhi. Sa senza possibilità di dubbio di cosa stanno parlando. Suo padre. Il cadavere di suo padre. L’uomo che si è sacrificato per salvarli e il cui corpo rigido e freddo deve essere rimosso dallo shuttle danneggiato, così che le riparazioni possano avere inizio.

Mi manchi, papà, mi manchi così tanto...

Abbandonando la fronte contro il dorso della mano, Chloe soffoca un singhiozzo e si morde le labbra, ma non può trattenere le lacrime. Le bruciano l’anima mentre le scivolano sulle guance e cadono silenziose, una ad una, sul freddo pavimento.

“Lei ha il diritto di sapere!”

La voce di Matt si alza e la riporta di botto alla realtà, e gli occhi di Chloe si spalancano. Osando appena respirare, tende le orecchie per sentire la risposta.

“Tenente Scott!” È Young. “Si calmi.”

“Sto solo dicendo che ha il diritto di saperlo.”

“Non credo che sia una buo–

“Ha ragione.”

Sorpresa, Chloe volta la testa verso la porta aperta, dimenticando per un momento le lacrime e il dolore.

“Rush?” A quanto pare non è l’unica ad essere colta alla sprovvista dall’opinione del dottor Rush.

C’è un rumore come se qualcuno si trascinasse lungo un vasto spazio, e quando Rush parla di nuovo la sua voce suona molto più vicina. Immagina che si trovasse dall’altro lato della stazione di controllo, immerso nel lavoro piuttosto che nella discussione.

“La signorina Armstrong non è una bambina, Camile. Non farà i capricci pretendendo che suo padre venga lasciato lì finché non ci sia modo di seppellirlo sulla Terra.”

Qualcuno sbuffa e borbotta qualcosa sottovoce. Chloe afferra le parole ‘l’ha attaccata’ e arrossisce, il viso bruciante di mortificazione. Chi sono loro per giudicarla? Non sanno com’è perdere qualcuno in questo modo, che cosa ti fa alla mente e all’anima, come stravolge tutto il tuo mondo.

“Signor Brody, a differenza sua io comprendo la reazione della signorina Armstrong e non gliene faccio una colpa. Se non ci fossimo impicciati di quella falla, il Senatore Armstrong non avrebbe sentito la necessità di sacrificarsi.”

“Sarebbe morto comunque,” la raggiunge la voce gentile di T.J. attraverso la porta, e Chloe si ritrae di fronte alla verità innegabile delle sue parole. “Non crede che l’avrebbe ferita ugualmente? Forse di più?”

Rush sospira. “Già, ne sono consapevole, ma per quanto possa sembrare duro, in questo modo la sua morte non è venuta in vano e sono certo che la signorina Armstrong la vede allo stesso modo.”

“Sempre razionale, mh?” Il sarcasmo di Young è tagliente come una lama e Camile fa per intervenire prima che scoppi un’altra discussione, ma Chloe non ascolta più. Rimuginando sulle parole di Rush, girandosele e rigirandosele in mente, è sorpresa (e tuttavia non lo è) di trovarsi d’accordo con lui.

Suo padre era testardo come un mulo, e alla fine avrebbe deciso in ogni caso di salvarli tutti, sacrificandosi proprio come ha fatto. La sua rabbia, la sua furia nascono piuttosto dall’impotenza e dalla situazione stessa che non dalle azioni di Rush. Suo padre non le ha lasciato altra scelta che quella di accettare la sua decisione e poiché non poteva sfogarsi con lui, se l’è presa con il primo bersaglio disponibile – Rush. Era lui il perfetto capro espiatorio, e Chloe si fa piccola piccola quando pensa al modo in cui ha perso il controllo.

Suo padre non ne sarebbe fiero e probabilmente le farebbe una predica sul comportamento più consono alla figlia di un senatore; il pensiero la fa sorridere, un sorriso triste ma vero, il primo dalla morte del papà. Lui può anche essersene andato – per sempre – ma, finché lei lo ricorderà, non sarà mai dimenticato. Le ha dato la possibilità di vivere e sarebbe una stupida a non accettare un simile dono. Non sarà facile, e trovare il proprio posto tra tutti questi geni e muscoli in questo momento appare come la sfida più dura, ma almeno è viva.

Ecco la mia ragazza.” Sente la voce di suo padre e prende un respiro profondo, asciuga ogni traccia di lacrime e drizza la schiena. Poi si stacca dal muro e si volta.

“Signorina Armstrong.”

“Stavo... Voglio dire, non stavo...” Ha la voce fitta di emozioni.

“Lo so.” Il sergente Greer fa un cenno verso la sala dove gli altri stanno ancora discutendo sul fatto di doverla informare o meno. “Si prepara a entrare là dentro e a dirgli di smetterla di decidere per lei?”

Greer è una persona che Chloe non riesce a catalogare. Sembra balzare da un eccesso all’altro: un attimo prima è profondo e scaltro, un attimo dopo prepotente come se tutti gli altri fossero palline di carta. Eppure non si sente minacciata da lui.

Chloe sorride mesta. “Sì, qualcosa del genere.” Crollando di nuovo contro il muro, fissa il pavimento. Sente che Greer la osserva, la studia, e dopo qualche istante lui le va vicino e si appoggia alla paratia al suo fianco.

“Sa, suo padre era decisissimo a entrare in quello shuttle. Mi ha puntato contro una pistola, eppure avrei potuto disarmarlo.” S’interrompe, valuta la sua reazione. “Ma non l’ho fatto.”

Per un attimo Chloe è confusa, non sa perché glielo stia dicendo. Greer lancia un’occhiata alla porta prima di voltarsi ancora verso di lei. “Perché se l’è presa con lui e non con me?”

Ah, è di questo che si tratta. Chloe geme, nasconde il viso tra le mani e gli risponde con voce soffocata. “Perché Rush è Rush. Era più facile. Lui ha avuto l’idea di aprire quella porta, lui ha deciso che qualcuno doveva sacrificarsi, e quando ho visto che papà non c’era, sapevo che cosa stava per fare. Mi ha lasciata... e in quel momento non sono riuscita a... Ho perso il controllo.” Lascia cadere le mani e si accascia di nuovo contro la parete, lasciando che un piccolo sorriso le si faccia strada in volto. “A pensarci adesso, so che l’avrebbe fatto comunque. Non sarebbe riuscito a fermarlo.”

Lo sguardo di Greer parla da sé.

“Mi creda, se voleva ottenere qualcosa, lo otteneva. E sapeva che stava per morire. Era la scelta più logica.”

“Adesso mi sembra Rush. Molto più graziosa, ma comunque...”

Chloe gli lancia un’occhiataccia, ma gli angoli della bocca all’insù la smentiscono. “Mio padre ci ha salvati, ci ha salvati tutti, e invece di onorare il suo sacrificio io ho perso la testa. Non proprio la reazione migliore, eh?”

Sollevando le mani, i palmi in fuori, Greer scuote il capo. “Non guardi me, signorina Armstrong, io sono l’ultima persona con cui dovrebbe parlare di autocontrollo.”

L’ammissione la fa ridere, una risata che cerca senza successo di trasformare in un colpo di tosse. Vede il bagliore soddisfatto negli occhi di Greer e capisce cos’ha appena fatto. E che ha funzionato. La perdita di suo padre sarà sempre un marchio nero sulla sua anima, ma...

“Non posso cambiare il passato e non mi farà alcun bene biasimare nessuno. Papà voleva che io vivessi ed è quel che farò.”

Piena di un nuovo senso di determinazione, Chloe si avvicina alla porta, con Greer alle sue spalle, una presenza forte e rassicurante insieme. Appena prima di entrare nella sala, avverte come una brezza leggera aleggiarle nella mente.

Ti voglio bene, bambina...

Addio, papà.

“Colonnello Young.” L’accolgono volti sorpresi, alcuni si voltano subito mentre altri le rivolgono sguardi di compassione. Ma non Matt e Rush. Entrambi sono circondati da una certa aura di compiacimento e Chloe potrebbe giurare di aver visto Rush ammiccare a Greer. Prima che possa riflettere sulle implicazioni di quel gesto, Young si alza dalla sua sedia per incontrarla a metà strada.

“Signorina Armstrong?”

Lo sguardo inflessibile di lei incontra quello interrogativo di Young.

“Quando rimuoverete il corpo di mio padre dallo shuttle, voglio essere lì.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di traduzione

 

Come ho confessato a mercscilla dopo averle chiesto l’opportunità di tradurre qui su EFP le sue adorabili storie su Stargate Universe, è un peccato che questo fandom sia così misconosciuto in Italia. In parte il mio intento è proprio quello di risvegliare un po’ d’interesse nei confronti di questa serie intelligente e impegnata. Spero di riuscirci.

Ogni vostro commento sarà inviato all’autrice.

Aya Lawliet ~

   
 
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