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Autore: Kumiho    29/03/2012    3 recensioni
A Lavi, gli occhi di Yuu sembravano sempre incredibilmente grandi mentre la sua espressione si tramutava in una maschera di indecisione e desiderio mal celati... e sentiva il cuore riempirsi di amore sconfinato fino a traboccare; gli traboccava dalle mani e dalla bocca mentre lo abbracciava stretto, così stretto che lo sentiva smettere di respirare per qualche secondo, senza mai lamentarsi.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Warmth







Le sue mani erano sempre grandi e calde.

Quando facevano l'amore le mani di Lavi bruciavano come se fossero braci.


Bruciavano come l'interno della sua bocca che lo stordiva ogni volta col suo sapore dolce e con l'umido attrito della sua lingua contro le proprie labbra che, come ogni nuova volta, erano restie ad aprirsi a lui.


Ogni volta Yuu si riprometteva di non fare rumore ed ogni nuova volta le mani di Lavi, con la sua bocca, lo accarezzavano con sempre più tenera abilità infrangendo questo giuramento inutile; Yuu sapeva di perdere ognuna di quelle volte in cui lo invitava, non chiudendo a chiave la porta, ognuna di quelle volte in cui si distendeva sul letto supino, fissando il soffitto screpolato dall'umidità, chiudendo gli occhi, sperando di sentire al più presto il sottile materasso abbassarsi sotto al suo peso.


Lavi entrava, accettando l'invito ogni volta; chiudeva la porta facendo scorrere lentamente il chiavistello di legno finché non schioccava con un rumore secco contro il ferro; restava per un momento in piedi fissando Yuu disteso sul letto, che alle volte lo sentiva sorridere, poi si incamminava verso di esso con passo lento e controllato e si sedeva accanto a lui.


A volte gli accarezzava i ciuffi della fronte spostando amorevolmente qualche ciocca, altre volte lo fissava semplicemente, perdurando un silenzio fatto di infinito amore e di impaziente desiderio. Ma ciò che Yuu preferiva di più era quando Lavi allungava una mano, alle volte sfiorandogli volontariamente una coscia, per stringere la sua tra le dita calde. Yuu riusciva a sentire tutto il gelo della propria anima, che lo aveva logorato per tutto il giorno annichilendo ogni traccia di calore, venir spazzato via non appena Lavi lo toccava. Riusciva quasi a sentire ogni muscolo scongelarsi, anche se in realtà l'aspettativa di ciò che stava per succedere lo irrigidiva sempre un po', non appena le mani grandi e calde di Lavi stringevano le sue tanto più fredde.


Spesso Lavi se la portava al volto oppure si trascinava quella mano, fredda come la morte, in grembo, accarezzando ogni falange finché non si riscaldava. Yuu rimaneva immobile, tra l'imbarazzo e l'intorpidimento, chiudendo gli occhi per non incontrare quello di Lavi capace, comunque, di fargli avvertire l'imbarazzante e delizioso peso del suo sguardo anche al di là della coltre pesante delle palpebre serrate.


Poi Lavi gli si distendeva accanto accarezzandogli col dorso delle dita una spalla o uno zigomo, arrossato dal crescente imbarazzo, finché Yuu non si decideva ad aprire gli occhi. Spesso questo bastava a far sorridere Lavi e costringerlo al passo successivo; ma quando non era così, quando il desiderio di Lavi era abbastanza controllato da poter essere represso, Yuu doveva parlare per spezzare quell'incanto. Non importava cosa dicesse, il fatto era che Lavi adorava la sua voce: quel suono morbido appena arrochito dal carattere burbero, con quell'accenno di durezza, quella minuscola onda sonora che gratta appena contro la gola tipica di chi nella vita non ha visto altro che cose brutte. Tipica di chi ha ricevuto talmente tanta sofferenza che si è scordato di come si fa ad amare.


Ma bastava poco: la pazienza di Lavi, le sue mani grandi e il suo sorriso gentile erano maestri abbastanza capaci da fargli scordare di quanto potesse essere freddo il suo cuore, erano sufficienti a fargli capire quanto potesse essere inutile, davanti a lui, quel silenzio costretto e quello sguardo tagliente. E Lavi gli sorrideva sempre mentre cominciava a toccarlo, prima dolcemente senza fretta: facendogli scorrere le dita sul petto ancora vestito, poi sul ventre e sulle cosce aprendogliele piano, un po' per volta. Gli sorrideva sempre d'altronde: sia che stessero per fare l'amore, sia che stessero per andare in guerra perché, Lavi ormai lo sapeva, nessuno ha più bisogno di un sorriso come colui che non sa donarlo.


Spesso circondava le spalle di Yuu in un abbraccio, permettendogli di nascondere il volto, che pian piano si arrossava sempre di più, nell'incavo della sua spalla mentre con l'altra mano lo sfiorava lentamente. Erano sempre lenti i suoi gesti anche mentre lo spogliava; mentre gli sfilava i pantaloni e, quasi con fare meticoloso, gli scopriva ogni porzione di pelle. Anche se succedeva raramente, a volte capitava che Yuu si mettesse a sedere e, con fare impacciato e frettoloso, tentasse di spogliare Lavi; lui, nuovamente, gli sorrideva e lo lasciava fare.


In quel momento, quando erano tutti e due nudi, uno di fronte all'altro, e Lavi si avvicinava per abbracciarlo, Yuu alzava sempre la testa e lo guardava per un attimo. Un minuscolo ed infinito secondo. Ed in quel breve lasso di tempo, a Lavi, gli occhi di Yuu sembravano sempre incredibilmente grandi mentre la sua espressione si tramutava in una maschera di indecisione e desiderio mal celati... e sentiva il cuore riempirsi di amore sconfinato fino a traboccare; gli traboccava dalle mani e dalla bocca mentre lo abbracciava stretto, così stretto che lo sentiva smettere di respirare per qualche secondo, senza mai lamentarsi. Lo abbracciava talmente forte che Yuu gli sembrava sempre minuscolo tra le sue braccia grandi, così piccino e debole da fargli stringere il cuore.


Lavi gli passava le dita tra i capelli lunghi e neri, come il buio che li avvolgeva filtrando dai vetri incrinati della finestra della camera di Yuu, e vi respirava a pieni polmoni come se la sola aria con cui aveva senso mantenersi vivi fosse quella pregna del suo odore. Quell'odore delizioso ed irrealmente delicato di cannella e vaniglia. Lavi gli prendeva il volto tra le mani, le sue mani infinitamente grandi e calde, e gli baciava le palpebre tremanti e le labbra serrate costringendolo in un bacio, il primo dei mille di quella notte.


Si distendeva sopra Yuu, coprendolo col suo peso e col suo calore, impedendogli di tremare: Yuu tremava sempre incontrollabilmente quando Lavi cominciava a baciarlo, tentava di costringersi al silenzio, soffocando sotto l'esigenza di mille gemiti per poi cedere; Yuu apriva le gambe quanto più la sua vergogna ed il suo orgoglio gli permettevano, lasciandosi andare all'esigenza di quelle mani grandi e di quella bocca rovente.


Quando Lavi lo lasciava da solo, quando abbandonava la sua bocca per baciarlo fin dove avesse pelle, Yuu avvertiva il volto andargli in fiamme assieme al cuore; anche se Lavi gli stringeva sempre una mano, mentre lo accarezzava con la lingua e con le labbra, il fatto di non poterlo vedere in faccia lo feriva più di quanto credeva possibile; e questo lo costringeva, ogni volta sempre di più, all'ammissione della propria dipendenza da lui.


Sentiva il cuore stringersi dall'imbarazzo mentre sentiva la tensione delle proprie gambe sciogliersi contro la bocca e le carezze di Lavi, costringendolo ad aprirsi a lui sempre di più. Spingeva le anche verso Lavi, subito ritirandole imbarazzato dal proprio desiderio e, come un eco lontano, si accorgeva dei propri gemiti solo quando ormai era troppo tardi per zittirli, facendo finta di niente. E Lavi, ogni volta mai uguale a quella precedente, gli palesava il suo amore e la sua gratitudine solo per il fatto di esserci, per il fatto di concedersi a lui in quel modo talmente dolce ed imbarazzato da confermargli ogni sua speranza; solo quando le dita di Yuu, mai calde come in quei momenti, gli si insinuavano tra i capelli rossi con un'urgenza incontenibile, Lavi risaliva piano, baciando ogni muscolo del suo ventre, ogni costola del suo petto che, sempre più incontrollabilmente di abbassava e si alzava cadenzato dai suoi gemiti mal trattenuti.


Lavi allora alzava la testa e lo guardava; guardava Yuu, il suo Yuu con gli occhi lucidi e le mani tremanti nel buio generoso della stanza che gli permetteva di distinguere i contorni di ogni sua singola espressione. Lo sovrastava, sostenendosi con le braccia, fissandolo mentre ansimava sotto di lui ed ogni volta di stupiva di come potesse essere possibile la quantità di desiderio che lo infiammava quando Yuu tentava di sostenere il suo sguardo tra gemiti mal celati e mille e scintillanti gocce di sudore e saliva a rilucergli la pelle pallida.


Era successo, alcune volte, che Yuu, stanco ed impaziente, lo trascinasse giù, verso la sua bocca ed il suo corpo tremante; interrompendo l'infinito attimo in cui Lavi cercava di capacitarsi di come potessero mescolarsi, così facilmente all'interno del suo cuore che non avrebbe dovuto esistere, una quantità talmente infinita di desiderio ed una, altrettanto infinita, di amore incondizionato. La soglia di quello ciò che amava e di ciò che bramava di possedere di infrangeva come spuma non appena il volto di Yuu si faceva troppo vicino, non appena il sapore zuccherino della sua lingua possedeva la sua nell'antro caldo del desiderio.


Prima di entrare dentro Yuu, Lavi parlava sempre; e poco importava se era la più bella delle dichiarazioni o la più maliziosa delle richieste, il desiderio di Yuu si accendeva come zolfo non appena Lavi gli sussurrava, con quella voce inaspettatamente bassa ed arrochita, contro l'orecchio.


Ma erano quasi sempre le stesse le parole che Lavi si lasciava sfuggire in quel momento.



- Ti amo da morire, Yuu...-



Poi era l'estasi, per tutti e due: Lavi entrava piano dentro al corpo caldo di Yuu sentendosi rinascere ad ogni nuovo centimetro con cui lo possedeva, e Yuu gemeva invocandolo sempre più forte, facendo a Lavi l'indescrivibile regalo di sentire il proprio nome sussurrato da quella voce che gli piaceva tanto, contornato da mille altri gemiti.


Ciò che Lavi non sapeva, o almeno così sperava Yuu, era che le lacrime che gli rigavano il volto quando, infine, iniziava a muoversi dentro di lui non erano dovute all'iniziale dolore né all'emozione di quella unione bramata fin da quando Lavi era entrato in camera sua.


Yuu cominciava a piangere, commuovendosi ogni volta che Lavi ammetteva il proprio amore verso di lui. Aggrappandosi alle sue spalle, cercando di aprirglisi con tutte le sue forze, tentava di non far cedere il suo cuore all'infinito desiderio che avvertiva avvolgerlo ogni volta che Lavi gli si dichiarava in modo così semplice e perfetto. Tentava di non soccombere al fuoco che lo scioglieva come cera; maledicendosi, ogni volta, per la codardia e per l'orgoglio che lo trattenevano nel mutismo, continuava ad invocare il suo nome; vergognandosi di desiderare che a Lavi, per il momento, bastasse quel misero corpo che solo aveva da offrirgli.







L'ultima cosa che Lavi faceva sempre prima di scivolare nel dolce tepore del sonno era guardare Yuu che dormiva di fianco a lui. Lo accarezzava ancora un po', lasciandosi scappare un sorriso divertito ogni volta che arricciava il naso nel sonno, infastidito dal solletico delle sue dita contro la guancia. Sapeva che Yuu, ogni tanto, faceva lo stesso: lo aveva sentito, una volta, mentre fingeva di dormire, accarezzargli la benda che ricopriva il suo occhio destro con la punta delle dita di nuovo fredde, in un gesto talmente amorevole che volle quasi accertarsi di non esserselo immaginato, interrompendo l'incanto del sonno.


Come le mille volte precedenti, però, aveva fatto finta di dormire e poi, in un gesto travestito da casualità lo aveva stretto di nuovo contro il suo petto, resistendo alla necessità di dichiararglisi mille volte ancora.








Purtroppo il mio amore per questi due non mi ha concesso di star lontano da questa coppia troppo a lungo XD

E, aspettando/temendo un nuovo capitolo del manga ho deciso di distrarmi un po' con una cosa che ho sempre voluto scrivere...


A presto,

Slurp, Kumiho.

  
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