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Autore: mercscilla    29/03/2012    0 recensioni
[ Stargate Universe ]
Non sa se ha più voglia di strangolarlo o di abbracciarlo. Il contatto con gli altri, piccole cose come una mano che ne sfiora un’altra, lo scorrere dei polpastrelli sulla pelle, gli abbracci e le strette di mano, tutto ciò non fa più parte della sua vita e Rush è l’unico che sembri ignorare gli ordini del colonnello Young e invadere i suoi spazi personali quando più gli piace.
[ post 2x04, 'Pathogen' ]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chloe Armstrong, Nicholas Rush
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Valentine’s Chess

 

 

 

 

L’ultimo San Valentino è arrivato e passato senza che nessuno se ne accorgesse. Si sono trovati – come è accaduto spesso in quei giorni – nel mezzo di un rapimento e fuga dagli alieni blu, il che non ha lasciato loro il tempo di ricordare (figurarsi di festeggiare) festività o compleanni.

Solo dopo il bagnetto per T.J. hanno lentamente ricominciato con le tradizioni. Ai compleanni e ad ogni ricorrenza, ogni membro del gruppo festeggia, perché in quei momenti hanno davvero bisogno di un’aspettativa luminosa e allegra che li tenga su di morale.

Chloe lo capisce, sul serio – lei è stata una delle prime a suggerirlo e pianificarlo – ma adesso...

La sua testa si accascia sul cuscino e un profondo sospiro le sfugge dalle labbra, gli occhi serrati. L’isolamento non è così male.

No, davvero, non lo è.

Geme. Ma chi diavolo vuole prendere in giro.

Se potesse si prenderebbe a pugni da sola, ma in quel caso, probabilmente, Young penserebbe che si tratti di un altro black-out e la metterebbe sotto un’ancor più stretta sorveglianza e questa è l’ultima cosa che vuole. L’ultima di cui ha bisogno.

Allora volta il viso a sinistra, preme la bocca nel cuscino e grida. Dà sfogo a tutta la frustrazione e alla rabbia, alla tristezza e alla paura, a tutto ciò che non può esprimere a parole e che non può raccontare a nessuno perché più o meno tutti l’hanno abbandonata.

No, non l’hanno fatto davvero, ma al momento può contare il numero dei suoi visitatori sulle dita di una mano. È così... Una lacrima le scivola sulla guancia e Chloe la spazza via con rabbia.

Si sta lentamente trasformando in ‘qualcos’altro’, ma quel qualcosa non spaventa solo gli altri. Lei stessa è terrorizzata da ciò che sta diventando e quel che nessuno sembra capire è che ha bisogno di qualcuno che le stia accanto, che l’aiuti a superarla, non importa quel che succederà.

Beh, Matt ed Eli dicono tante belle parole ma, quando arriva il momento di fare qualcosa e di mantenere le promesse, sembra sempre che siano da qualche altra parte. E Rush... oh, sì, lui è davvero...

Il rumore della porta blindata scrolla Chloe dal suo rimuginare. Prima ancora che l’anta si apra, sa già chi ci sarà dall’altra parte. Il tempismo perfetto e via dicendo sono le sue specialità.

“Salve, Chloe.”

In pochi secondi ha attraversato la stanza e si è accomodato ai piedi del suo letto, spostandole le gambe da un lato, prendendosi un po’ di spazio per sé.

Non sa se ha più voglia di strangolarlo o di abbracciarlo. Il contatto con gli altri, piccole cose come una mano che ne sfiora un’altra, lo scorrere dei polpastrelli sulla pelle, gli abbracci e le strette di mano, tutto ciò non fa più parte della sua vita e Rush è l’unico che sembri ignorare gli ordini del colonnello Young e invadere i suoi spazi personali quando più gli piace.

Questa volta non è diverso. Bastardo. Lui sa che lei ne gioisce, ma dovrà gelare l’inferno prima che gli mostri quanto ciò significhi per lei, e così ricorre al sarcasmo.

“È venuto a portarmi un altro po’ di equazioni?”

Rush scuote la testa, le lancia un lungo sguardo e Chloe sente il sangue affluirle alle guance. Da quando lui ha capito di cosa è capace, a volte la guarda con quella luce negli occhi che le fa correre i brividi giù per la spina dorsale e formicolare le punte delle dita. È un peccato che non possa semplicemente andarsene. Dannazione.

“Beh? Allora perché è qui?”

Sistemando uno zaino nel centro del letto, comincia a rovistarci dentro, sbirciandola intanto una volta o due, e sorride al vedere il suo evidente interesse, per quanto lei cerchi di nasconderlo; ma le belle sorprese sono rare di questi tempi.

“Ho pensato che forse le avrebbe fatto piacere una partita a scacchi.” Lo dice senza guardarla, e Chloe è a corto di parole perché lui... e gli scacchi... e San Valen– e cosa?

Rush tira fuori la scacchiera e la piazza vicino allo zaino, continuando a ignorare lei e gli stati d’animo che le scorrono sul viso.

“Né lei né io siamo dell’umore giusto per festeggiare San Valentino, così speravo che potessimo fare qualcos’altro?” Le ultime parole suonano come una domanda e per un attimo lei riesce a vedere dietro quella facciata, vede che Rush non è così sicuro di sé come vuole farle credere. Con gli occhi va dal suo volto alla mano che le offre un pezzo degli scacchi. È nero, con qualcosa di giallo avvolto in cima.

Lei lo prende, le dita che sfiorano leggermente le sue, e Rush si schiarisce la gola. “Allora? Che ne pensa?” Chloe apre la bocca per rispondere, ma poi vede la strisciolina di carta avvolta attorno al cavallo e scoppia in un accesso di risatine, spezzando la tensione e al tempo stesso cambiando l’atmosfera per il resto della serata.

Rush le dà tutti i nomi. Il cavallo che ha in mano è il Ten. Scott e poi c’è Young, il re, e Camile, la regina, laggiù il Sig. Brody, un alfiere, e Lisa Park, una torre, e...

“Oh, Dio...” Le ci vuole un po’ per calmarsi ma alla fine ci riesce. Non le porterebbe alcun bene se i suoi guardiani la scoprissero a ridere isterica insieme a un Rush dall’aria assolutamente felice.

“Suppongo che l’idea ti piaccia...?”

Lei alza un sopracciglio, ricambia il suo sorriso, e afferra la regina bianca dal mucchio di pezzi sul letto.

“Io prendo i bianchi.”

 

 

(Non c’è bisogno di dire che quella sera i neri persero sempre. Non importava chi giocasse con i bianchi.)

   
 
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