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Autore: Merkelig    29/03/2012    2 recensioni
Questa storia parla dell'esperienza post-mortem di una ragazza. Anika si ritrova a vivere nel mondo che aveva conosciuto una volta, con le persone che amava. Apprende cose nuove sulla sua nuova "vita" e scopre che nel mondo che aveva conosciuto non esistono solo persone vive.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Anika. È un soprannome, veramente. Uno pseudonimo che utilizzavo nei giochi online. Il mio vero nome non lo dico ora e non lo dirò mai.
Sono morta il 20 ottobre di quest’anno. Ho ricordi confusi del momento in cui ho smesso di vivere. Credo sia stata una caduta ad uccidermi, non mi viene in mente nient’altro. Quando sono morta non ho visto il mio corpo dall’altro e non ho neppure assistito al mio funerale. Quelle sono balle che raccontano i film sui fantasmi. Mi sono ritrovata a casa mia. Nel mio letto. Quando mi sono alzata era come se il tempo si fosse fermato, e avesse fatto un balzo in avanti. Ho visto i miei genitori, più vecchi, e tanto stanchi. Non piangevano. E nemmeno mi vedevano. Ho trascorso i miei primi giorni da morta in casa. Non sono uscita nemmeno una volta. Dopo un poco ho cominciato a prendere coscienza della mia situazione e a chiedermi che cosa avrei voluto fare per il resto della mia esistenza. Così ho pensato di utilizzare questo infinito numero d’ore a mia disposizione per sfatare qualche credenza sui fantasmi, e per smantellare un certo numero di falsi miti su quella che ora è la mia gente. E così avrei fatto passare il tempo.
 
N°1.L’INFERNO ED IL PARADISO SONO UN’INVENZIONE DEGLI UOMINI.       
Io sono cattolica. Mi hanno battezzata, sono andata a catechismo, ho fatto sia prima comunione sia cresima. A scuola ho sempre partecipato all’ora di religione, benché ripensandoci avrei fatto meglio a dormire un’ora in più. Fin da quando ero piccola mi hanno detto e ripetuto che le persone buone vanno in paradiso, quelle cattive all’inferno e quelle indecise in purgatorio. Ho sempre immaginato il paradiso come un luogo ameno, con nuvolette e campi di fiori, popolato da angioletti con aureole e arpe. Ho sempre immaginato l’inferno come un posto triste, caldissimo, dove i dannati vengono punzonati da diavoletti rossi con tridenti viola. Ebbene, non c’è nulla di tutto questo. Non sto dicendo che Dio non esiste, per carità. Detto tra noi, io non l’ ho mai visto. Sto solo dicendo che, una volta trapassati, le anime non vanno da nessuna parte. Semplicemente restano qui, sulla terra. Ma, come ho scoperto casualmente, una volta che vieni dimenticato la tua anima scompare. Ho visto con i miei occhi un fantasma –un vecchio signore dall’aria stanca- svanire, nel momento in cui moriva sua moglie. Immagino che la moglie fosse l’ultima a sapere che quell’uomo sia esistito. Morta lei, nessuno lo ha più ricordato, e il vecchio è svanito sotto i miei occhi, mentre passeggiava per strada.
 
2. LA CREDENZA PER CUI I FANTASMI SENTONO GELO È FALSA.
Un fantasma non sente assolutamente nulla. Caldo, freddo, morbido, ruvido, gommoso, molle, rigido, plastica, vetro, metallo, carta, gomma, alluminio, legno, è la stessa cosa. Un fantasma non prova dolore, né gioia, né amicizia, né invidia, assolutamente nulla. Quando sei morto, tutto ti è indifferente. Non riesci a provare dolore per la sofferenza dei tuoi cari, o nostalgia per il mondo dei vivi, o rancore per quei tuoi amici che sembrano infischiarsene della tua morte, o smarrimento quando vedi il mondo andare avanti senza di te. Tutto ti è distante.
 
3. LA CERTEZZA PER LA QUALE I FANTASMI ABITANO CASTELLI LUGUBRI E CASE ABBANDONATE È UNA STUPIDAGGINE COME POCHE. 
I fantasmi sono creature estremamente territoriali. È un dato di fatto. Non riesco a fare a meno di tornare in tutti i luoghi in cui ho vissuto da viva. Non ho idea di cosa mi spinga. Azzardando un’ipotesi scientifica, direi che è tutta colpa della carica elettrica: diciamo che il fantasma è attratto, come da una calamita, da tutti quei luoghi in cui ha lasciato “un pezzo di se”. È un discorso di particelle atomiche, e non sono mai stata brava in chimica, quindi lascio perdere. È certo però che questa attrazione è molto forte: sotto casa mia abita un altro fantasma; è una giovane ragazza giapponese, vestita con un kimono nero decorato con gru colorate, e ha i capelli neri raccolti da una pettinatura curiosa, tenuti sollevati da quattro spilloni dorati. Non ho idea di chi sia, ma ha l’aria di essere qui da molto. D’altronde i suoi cari non devono averla dimenticata.
 
4. L’ICONOGRAFIA POPOLARE CHE VEDE IL FANTASMA COME FIGURA PALLIDA \ CON I CAPELLI SVOLAZZANTI \ CON UN VESTITO BIANCO E LE CATENE È UNA SCEMENZA.
Da quando sono diventata fantasma, ho passato ore a farmi domande sul mio aspetto. Indosso i vestiti con cui sono morta. La mia felpa preferita –quella viola di lana- i jeans e le all-stars nere. Ma non porto più gli occhiali. Sono certa di non averli persi, ma semplicemente ora non li indosso più. Come se non li avessi mai avuti. Non porto catene e i mio colorito è quello di sempre. I miei capelli non svolazzano. Non si muovono nemmeno nelle giornate ventose, ma fa lo stesso, tanto non potrei comunque sentire il vento sulla faccia. Oh, un’altra cosa: scordatevi l’immagine del fantasma che ha una coda, come il genio di Aladin; io ho ancora le mie gambe, non sono mai state un granché ma sono ancora le stesse. Infine sono piuttosto inconsistente. Mi si vede attraverso, letteralmente.
 
5. IL FATTO CHE I FANTASMI POSSONO PASSARE ATTRAVERSO I MURI È UNA BUFFONATA. COSÌ COME LA CERTEZZA CHE I FANTASMI POSSANO VOLARE.
Mettiamolo bene in chiaro: i fantasmi non possono attraversare i muri. Semplicemente non possono. Affondano per un certo tot di centimetri nel muro e poi si fermano, bloccati a metà. Questa capacità vale solo per i vetri e per le pareti sottili, come le porte. Ah, un’altra cosa: i fantasmi non volano né tanto meno si librano nell’aria. Al massimo compiono grandi salti e si lasciano cadere nel vuoto, e questo è l’unico modo per scendere dai balconi senza usare le porte, ho scoperto mio malgrado.
 
6. IL FATTO CHE GLI UNICI CHE POSSANO INTERAGIRE CON NOI SIANO I MEDIUM O LE PERSONE CHE CI HANNO AMATO È UNA CASTRONATA.
È sempre un fantasma a decidere con chi comunicare. Un paio di giorni fa ho visto mia madre che piangeva. Le ho messo una mano su una spalla e ho desiderato che mi potesse vedere. Ad un tratto ha voltato la testa, ha strabuzzato gli occhi e ha balbettato il mio nome. Adesso che abbiamo parlato e che le ho spiegato come stanno le cose è meno addolorata. Soffre comunque per il fatto che io ora non possa più tornare come prima, ma non lo da a vedere.
 
7. NON È VERO CHE I FANTASMI SONO INCORPOREI.
Io posso toccare chiunque e qualunque cosa io voglia. Quando si manifesta in me, ad esempio, il bisogno di sollevare un oggetto, è sufficiente che mi concentri, ed ecco che la mia mano diventa meno inconsistente e posso fare presa. Non che serva a molto, visto che ora non sento ciò che tocco. Comunque, anche quando faccio questo, nessuno può vedermi. Se una persona assistesse ad un evento del genere, non vedrebbe mai e poi mai l’oggetto muoversi: semplicemente noterebbe lo spostamento dopo che è avvenuto. La gente spesso è più ottusa di quello che vuol fare credere.
Ieri sono andata a casa di un mio amico. È un ragazzo a cui voglio bene, lo conosco oramai da quasi sette anni. Volevo vedere quello che stava facendo. L’ ho trovato sul letto, sdraiato su un fianco, come un bambino, con le cuffie sulle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto. Sono rimasta per un po’ a fissarlo. Non riuscivo a richiamare alla mente le sensazioni – affetto, complicità, rivalità, allegria- che mi prendevano il cuore ogni volta che andavo a trovarlo. Così mi sono seduta di fianco a lui e mi sono lasciata scivolare sotto al suo braccio destro abbandonato sul cuscino. Potevo benissimo immaginare il calore e il battito del suo cuore, ma…qualcosa mancava. Sono rimasta per tutto il pomeriggio. Così vicina eppure, per lui, così lontana.
 
8. I FANTASMI SONO DIVISI IN DUE CATEGORIE: I COMUNI E I FAMOSI
Va da sé che i comuni sono i fantasmi che se ne vanno per primi. Quelle persone che non hanno fatto nulla di speciale, che non hanno fatto parlare di sé, che non hanno lasciato nulla all’umanità, quelle che sono passate indisturbate sotto gli occhi della nostra grande Madre Terra, sono quelle che scompariranno per prime. Invece gli inventori, i condottieri, gli scrittori, i poeti, ma anche le persone che hanno fatto qualcosa d’eccezionale, quelle sono le anime che non svaniranno molto presto. Un esempio su tutti, l’imperatore romano Cesare: starà vagando da Roma alla Spagna e ritorno oramai da più di un migliaio d’anni, e andrà avanti all’infinito. Ma è solo un esempio, e ne potrei citare a decine.
 
Queste sono a grandi linee le cose che dovete sapere sui fantasmi. Mentre scrivevo, capivo che c’era un’altra cosa che avrei potuto fare. E così ho deciso di tornare in tutti i luoghi che ho visitato e di fermarmi per un poco in ciascuno di essi. Richiamerò così episodi della mia vita e li trascriverò qui.
  
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