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Autore: Sherlock Holmes    30/03/2012    5 recensioni
Holmes si trova, per l’ennesima volta, ferito, a Baker Street.
Watson lo sta medicando. Una strana questione verrà sollevata dall’investigatore…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo fissai, vedendolo prendere ago da sutura e filo.
- Beva questo, Holmes…- m’impose.
Stappai il botticino, ingollando il fluttuante liquido trasparente nella boccetta che il mio socio mi aveva allungato.
- Quando imparerà ad evitare di farsi uccidere?- mi domandò, con un sarcasmo pungente quanto l’ago che teneva tra le dita.
- Il mio lavoro comporta dei rischi, Watson…- gli risposi, pacato.
- Mh…-
- …rischi che anche lei dovrebbe aver ben compreso!-
Mi osservò, infilando poi il filo nella cruna dell’ago.
- Il fatto che lei, Watson, mi affianchi ci ha portato a condividere nemici potenti …-
Vidi il mio coinquilino arricciare le labbra.
- …uomini che sarebbero disposti a tutto, pur di evitare di finire in tribunale… Ed altri che godrebbero nel farci soffrire.-
Il mio sguardo si perse nel vuoto.
Sapeva che mi stavo riferendo al professore…
Watson si sedette accanto a me, tamponando la ferita alla spalla con il disinfettante.
“Dio, se brucia…”
 
Da giorni, mi ponevo una domanda: se Moriarty mi costringesse a scegliere tra il salvare la vita a Waston e il sottrarre alla morte Irene, che cosa sceglierei?
 
Naturalmente, non avevo trovato risposta.
 
Decisi, così, di girare la questione al mio socio.
- Watson… Se… Dovesse decidere di salvare una sola vita tra la mia e quella di Mary, su quale cadrebbe la sua preferenza?-
Il mio Boswell mi fissò, scioccato per una simile richiesta.
Il dottore iniziò a suturare, distogliendosi da quel cupo pensiero.
- Maledizione, Watson!- esclamai, sentendomi pizzicare dalla punta dell’ago.
- Su su, non faccia il bambino, Holmes…-
- Pensavo che mi avesse dato un anestetico orale!-
- E invece… Le ho fatto prendere un antiinfettivo…-
Watson si strinse nelle spalle.
- Tanto, lei è masochista!-
- Ah ah… Certo…- risi, serio – Non ha ancora risposto alla mia domanda, però…-
Sapevo che voleva evitarla.
E ne conoscevo anche il motivo.
 
La scelta era impossibile.
 
Tacque, finendo il suo lavoro.
- Allora?- lo incalzai.
Watson gettò l’ago sul tavolo, prendendo uno straccio per levare le chiazze di sangue attorno alla mia ferita.
- Vuole proprio che le risponda?- sbottò.
- Sì. Lo desidero.-
Mi fissò.
- Sceglierei Mary, senza alcun dubbio.-
Le sue parole ebbero lo stesso effetto della pugnalata che quel criminale mi aveva menato alla spalla…
- Capisco…- mormorai, distrutto.
Watson inarcò il sopracciglio:- Non vuole conoscere le motivazioni del mio responso? E’ strano, da parte sua…- commentò.
- Mi sembrano piuttosto ovvie…- esalai.
- Oh, non direi!-
Prese posto sulla sua poltrona, di fronte a me, lanciandomi lo straccio umido, che mi passai sulla pelle.
Distendendo le labbra, mi rivelò:- Ho scelto la mia Mary e non lei perché sono convinto che il grande Sherlock Holmes riuscirebbe a cavarsela, in ogni situazione… Anche la più critica. Come lo scampare a morte certa.
La mia fidanzata non ha di certo questa abilità, a differenza sua…-
Ricambiai il sorriso.
 
Riuscii, così, ad avere una risposta alla domanda che tanto mi assillava.
Avrei salvato Watson.
Già.
Perché La Donna, come me, sarebbe riuscita a sottrarsi dagli impicci.
In qualunque frangente, senza mai andare davvero oltre.
  
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