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Autore: mercscilla    31/03/2012    1 recensioni
[ Stargate Universe ]
Non le ha mai detto che non ha temuto, come Matt o Young, che parti del suo corpo diventassero meccaniche, ma che si è preoccupato per lei. Non stava a lui dirglielo. Però potrebbe averglielo letto negli occhi, una di quelle volte in cui l’ha guardata per un istante di troppo.
[ post 2x11, 'Deliverance' ]
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Chloe Armstrong, Nicholas Rush
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Two Sides of a Coin

 

 

 

 

Il Sole fa capolino dalla cima di quello che sembra un mare infinito di nuvole, bagnando il cielo di un oro scintillante. Secondo il cronometro sono appena le cinque del mattino e il turno di notte aspetta ancora il cambio, ma la Destiny è già sveglia e attiva mentre emerge dalla foschia e inizia a distendere i collettori solari.

Chloe sente la nave tremare leggermente sotto i propri piedi e si alza dal divano su cui è seduta per avvicinarsi alla vetrata del ponte d’osservazione. Non importa quante volte abbia assistito a quel ciclo, è sempre spettacolare come fosse la prima. I collettori si bloccano in posizione, scintillando al tocco dei primi raggi di luce, e quasi all’istante Chloe sente il suono inconfondibile delle macchine a vapore della Destiny che prendono velocità mentre il calore della stella riscalda le particelle d’acqua che la nave ha raccolto durante la notte, trasformandole in vapore surriscaldato.

Tirando fuori il fiato che non si è accorta di trattenere, stringe la presa sulla balaustra d’ottone prima di rilassarsi, e le dita formicolano mentre il sangue torna a scorrere. Prima di ieri credeva che non avrebbe mai più potuto rivedere il Sole e la Destiny, prima di ieri credeva...

“È finita, Chloe.”

Sussulta e si volta per scoprire Rush, in piedi sulla porta aperta: ha l’aria esausta, ma i suoi occhi scuri sono sempre penetranti mentre la guarda intensamente. Le sue parole sono come una doccia fredda, e all’improvviso ecco di nuovo quel gelo a filtrarle la pelle.

“Davvero? Allora perché il mio cervello è ancora capace di lavorare come un motore alieno? Perché riesco ancora a risolvere equazioni che non dovrei più capire? Per me non è finita.” Stancamente torna a voltarsi verso la finestra e guarda fuori, senza vedere niente.

Rush lascia scorrere lo sguardo sulla sua figura abbattuta: anche se i Nakai hanno invertito i mutamenti fisici dell’etere sul corpo di Chloe, sa che la sua mente non ne sarà mai del tutto libera. Una volta che ti ha toccato, l’etere resta con te fino alla morte.

Non le ha mai detto che non ha temuto, come Matt o Young, che parti del suo corpo diventassero meccaniche, ma che si è preoccupato per lei. Non stava a lui dirglielo. Però potrebbe averglielo letto negli occhi, una di quelle volte in cui l’ha guardata per un istante di troppo.

Con un sospiro profondo comincia ad avvicinarsi, a passi lenti e misurati, fino ad arrivarle accanto, il corpo che sfiora il suo. Per pochi lunghi secondi restano fianco a fianco in silenzio, a guardare le isole galleggianti che oltrepassano.

È solo quando Rush si accorge che Chloe si torce le dita, il corpo teso per via delle emozioni represse, che non può più sopportare di vederla soffrire da sola e gentilmente copre quelle mani inquiete con la sua, offrendole senza parole un conforto e un sostegno. Lei sobbalza lievemente al contatto, ma le sue mani si fermano quasi subito e, quando gli lancia uno sguardo confuso, lui le stringe le dita, rassicurante. Dopo qualche istante sorride appena, e Rush ha la certezza che il cuore gli salti un battito quando lei intreccia le dita alle sue.

“Mi dispiace, non volevo colpirla. Mi ha salvato la vita... di nuovo,” ride piano, e le labbra di lui si curvano in un sorriso. “Ma non posso fare a meno di sentirmi...” La voce le si affievolisce e abbassa gli occhi sulle loro mani, mordendosi il labbro inferiore.

“Ti senti impotente, tradita. Ma per lo più pensi che tutto questo disastro sia colpa tua,” finisce per lei, e Chloe annuisce convulsamente. Senza pensarci due volte, Rush le libera le mani e l’attira tra le proprie braccia, insinuandosela sotto il mento. Chloe è troppo sorpresa per opporre resistenza e, mentre il calore del suo corpo l’avvolge come una coperta, non può impedirsi di sciogliersi nel suo abbraccio.

Chloe, tu non hai fatto niente di male. I Nakai avrebbero avuto le loro risposte in un modo o nell’altro. Sì, vogliono la Destiny ora più che mai, e dovremo cercare di essere sempre un passo davanti a loro, ma noi abbiamo un asso nella manica.”

“Davvero? E quale potrebbe mai essere?” La sua maglia le smorza la voce, ma lui riesce a percepire il sarcasmo. Stringendola più forte, sfrega il naso tra i suoi capelli prima di rispondere a mezza voce: “Abbiamo te.”

Per una frazione di secondo Chloe pensa di aver sentito male, ma poi Rush ripete tranquillo quelle due parole che fanno sussultare tutto il suo mondo e le fanno serrare le dita nei suoi vestiti. Non può pensarlo sul serio. Se non fosse stato per lei... Cerca di ritrarsi, ma lui non la lascia andare, e così deve sollevare la testa per poterlo guardare negli occhi.

“Di cosa diavolo sta...?”

Il respiro caldo di Rush si mescola al suo mentre si china a invadere il suo spazio vitale. “Brody, Park, Volker, Eli ed io possiamo anche essere dei geni, ma sei tu ora a conoscere la Destiny, a conoscerla davvero. Grazie all’influsso dei Nakai e all’aiuto dell’etere ti sei connessa con la stessa Destiny, una cosa che noi non avremmo mai creduto possibile. Questo ci darà finalmente la possibilità di lavorare in un tutt’uno con la nave, di essere una cosa sola, ed è questo il vantaggio di cui abbiamo bisogno.”

Chloe lo fissa, le dita che gli si avviluppano addosso mentre cerca nei suoi occhi un qualunque segno di menzogna, ma tutto ciò che trova è sincerità e persino un po’ di ammirazione. Rush crede ad ogni parola. Era così avvinta dalla propria sofferenza, che si è dimenticata di guardare alla situazione da un’altra prospettiva.

Le sfugge un suono che è a metà un singhiozzo e a metà una risata, mentre abbandona il tessuto della maglia per gettargli le braccia al collo. “Grazie,” sussurra, la bocca vicina al suo orecchio, un soffio umido e caldo che gli solletica la conchiglia e il lato del collo. Il suo “Di niente.” si perde tra le onde dei capelli di lei.

Quando Chloe alla fine si ritrae, Rush sente subito la mancanza del suo calore, e per un istante stringe più forte le mani sui suoi fianchi prima di lasciarle cadere.

Non è il solo cui sarebbe piaciuto mantenere la vicinanza ancora per un po’, ma Chloe ha paura che, se non traccia un confine adesso, dopo non sarà più in grado di impedirsi di cedere. Negli ultimi mesi Rush è stato l’unica persona che mai, non una volta, l’ha guardata con la paura in volto. A differenza di Matt. Il che le ha letteralmente aperto gli occhi, e ora sa che un giorno, forse prima di quanto creda, non sarà più la ragazza di Matt. Il pensiero non la rattrista.

Arrendendosi al bisogno di toccarlo ancora una volta, tende la mano e gli accarezza la nuca, il collo. Il battito di lui sussulta sotto le sue dita e Rush le cattura la mano nella sua, se la porta alle labbra e le posa un bacio leggero sulle nocche, gli occhi scintillanti di comprensione.

La radio alla sua cintura crepita e la voce di Brody, venata di panico, echeggia nel vano. Rush le lascia andare la mano con riluttanza.

“Sì, signor Brody?”

Dovrebbe venire quaggiù. Il sistema di orologeria non risponde ai nostri comandi e l’energia delle armi a raggi è esaurita. Di nuovo.

Prima che Brody abbia finito di parlare, Chloe è tornata al divano e ha recuperato il suo taccuino, una volta appartenuto a Rush.

“Arrivo. Porterò anche Chloe.”

Oh, grazie a Dio.

Sorridendo dell’evidente sollievo nella voce di Brody, Rush lancia a Chloe un’occhiata penetrante mentre insieme lasciano il ponte d’osservazione. “Te l’ho detto, sarebbe un disastro senza il tuo aiuto.” Ed è sicuramente meglio avere a che fare con quel sorrisetto che riceve in risposta, piuttosto che con l’incompetenza del suo team.

Due giorni dopo le armi a raggi funzionano di nuovo, ma la relazione tra Chloe e un certo tenente non più. Si lasciano da amici, senza rancore.

Il venerdì successivo, Brody trova Rush e Chloe seduti al ponte d’osservazione alle sei del mattino, a parlare sottovoce mentre smontano uno dei lumi a gas. Loro non si accorgono di lui, troppo presi dalla conversazione e l’uno dall’altra.

‘Quei due,’ rimugina Brody. ‘Sono proprio due facce della stessa medaglia.’

   
 
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