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Autore: NonnaPapera    31/03/2012    1 recensioni
Storia nonsense di amore slash e di un gatto con in bocca un picicone
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

In Canada, sulle rive di un tranquillo laghetto, aveva la propria casa un giovane ragazzo di nome Martin. Se ne viveva in pace e solitario nel mezzo della natura.
La casa era piccolina senza soffitto e senza cucina ma era bella davvero e nel giardino, c’erano tantissimi fiori di lillà profumati.
Poco più avanti, delle enormi vasche prendevano acqua dal lago per permettere ai pesci rossi di Martin di vivere una vita altrettanto serena.
L’esistenza di Martin e dei suoi duecento tredici pesci rossi scorreva senza grossi scossoni. Tutte le ragazze del paese ogni giorno andavano a fargli visita per lodare le meraviglie della sua dimora.
Era una casa molto carina, non si poteva entrarci dentro perché non c’era il pavimento ma per il resto era decisamente abitabile.
Martin oltre ad accudire i pesci rossi coltivava anche fiori di lillà, coltivava solo quella specie perché si intonava al colore dei muri della casa.
Con i fiori ormai maturi intrecciava tante sedie. Le sedie di lillà realizzate da Martin erano rinomante in tutto il paese e anche in una piccola parte degli Stati Uniti.
Come già detto in precedenza, la vita di Martin trascorreva in pace e letizia fintanto che, un giorno, la sua splendida casa, il suo più grande motivo d’orgoglio, prese misteriosamente fuoco.
Bruciò completamente dalle fondamenta al tetto, anche se non c’era, e Martin si ritrovò da un giorno all’altro senza nessun posto dove andare.
Però il buon ragazzo, intagliatore di sedie di lillà e allevatore di pesci rossi era un uomo dalla tempra forte, perciò riprese in mano i progetti della casa e senza lamentarsi si rimise a costruirla.
Ci vollero quaranta giorni e quaranta notti, periodo in cui piovve sempre, ma finalmente la casa tornò a ergersi di nuovo in piedi.
Quando la notizia si sparse, tutte le ragazze del villaggio si organizzarono per andare ad ammirare la nuova dimora.
Tutte affermarono all’unanimità che fosse una casa splendida. Era molto carina, senza soffitta e senza cucina e, anche se non si poteva entrare dentro perché non c’era il pavimento, era bella, bella davvero.
Martin, ormai tranquillo, riprese la sua solita esistenza senza più preoccuparsi della brutta disavventura che lo aveva colpito.
Purtroppo una notte l’odore di bruciato lo destò dal suo sonno e si accorse con sgomento che la casa era nuovamente in fiamme.
A nulla valse l’impegno di tutti i pesci rossi, che avevano iniziato a spruzzare acqua sulle fiamme, la povera abitazione, nel giro di poche ore si ridusse in cenere.
Questa volta le autorità iniziarono le indagini, per trovare quale fosse la causa di quella seconda devastazione.
Nonostante il dolore, per la seconda perdita della sua splendida casa, Martin si rimboccò nuovamente le maniche e con grande fatica ricostruì ancora una volta la sua dimora.
Ripiantò anche tutti i fiori di lillà e la vita parve riprendere il suo corso.
Le ragazze tornarono nuovamente e con entusiasmo asserirono che quella, era la più bella casetta con fiori di lillà di tutto il Canada.
Il terzo incendio venne accolto con molto mormorio, poca solidarietà e tante chiacchere.
C’era chi sosteneva che gli incendi fossero stati provocati dallo stesso ragazzo, per frodare l’assicurazione, ma erano per lo più male lingue.
Un’altra versione, quella che prese più piede, attribuì i nefasti gesti ad opera di un certo Pinco Panco, ex amante di Martin.
Geloso, si vociferava che avesse incendiato per ben tre volte la casa di Martin perché non sopportava di non potervi più vivere dentro insieme al suo grande amore.
Comunque tutto rimase un mistero irrisolto dato che le indagini vennero abbandonate perché il buon Martin, stanco di quella vita, decise di prendere tutti i suoi pesci rossi e tutti i suoi fiori e di trasferirsi in un posto meno pericoloso.
Ricostruì la casa in Alaska ma vi apportò qualche modifica: mise tetto  e pavimento, visto che in inverno si toccavano i meno quaranta gradi, non invitò più nessuna ragazza, dato che i fiori di lillà non potevano crescere in quel luogo.
I suoi duecento tredici pesci  vennero messi nel congelatore della cucina, visto che decise di costruire anche quella, e smise di frequentare uomini psicopatici che si sarebbero potuti trasformare in futuri piromani.
Visse felice, per lo meno così si narra.

   
 
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