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Autore: braver than nana    01/04/2012    6 recensioni
( Larry Stylinson make my heart race. Warning: Angst!Larry )
Affondò la testa tra i ricci del più piccolo, strinse la sua erezione tra le mani e iniziò a spingere con le lacrime agli occhi. Tremava dalla testa ai piedi e le ginocchia non lo reggevano, se non fosse stato per Harry sarebbe crollato tempo prima.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bitterness.

A esse. Thank you for the empathy.

Le lenzuola erano calde e umide, si incollavano alla schiena sudata e alle mani disperate, erano stropicciate dai troppi movimenti, erano sporche dello sperma di quella notte, forse anche di quella precedente.

Harry affondò la faccia sulla stoffa chiara prendendo un respiro profondo, mordendosi il polso per non gridare. Tra le dita lembi di lenzuolo venivano torturati, le nocche diventavano bianche e gli occhi verdi si riempivano di lacrime. Fare sesso era doloroso, fare sesso con un ragazzo era fottutamente doloroso ma quella sera, mentre Louis si faceva largo tra le sue carni, c’era qualcosa di diverso che lo feriva ancora di più. La sentiva, quella disperazione.

Il suo migliore amico, il suo amante, era dietro di lui, con metà cazzo dentro di lui e dai gemiti strozzati che gli sentiva uscire dalla gola poteva sentire solo una profonda tristezza. Quando con uno sforzo, quasi con violenza, entrò del tutto e si appoggiò alla sua schiena prendendo a massaggiargli il petto sospirarono contemporaneamente.

Louis era arrabbiato, aveva litigato ancora una volta con quegli idioti del management e si era fatto rovinare la serata dei Kids Choice Awards, e mentre quella sera camminava tra i fan, tra le telecamere, con Harry a pochi passi da lui eppure così distante, aveva pensato che era davvero stanco, non ce la faceva più, voleva smetterla. Non era più possibile sorridere quando tutto andava a puttane in quel modo, quando i soldi iniziavano a governare la tua vita, quando l’unica cosa importante della tua vita ti veniva allontanata in quel modo.

Affondò la testa tra i ricci del più piccolo, strinse la sua erezione tra le mani e iniziò a spingere con le lacrime agli occhi. Tremava dalla testa ai piedi e le ginocchia non lo reggevano, se non fosse stato per Harry sarebbe crollato tempo prima.

La voce resa roca dal sesso di entrambi era bassa, quasi impercettibile. Sembravano una canzone, i rumori umidi dei loro corpi che si univano, le parole sussurrate senza senso, le lenzuola sporche che strofinavano contro la pelle, le lingue, i morsi, i graffi. Louis non sentiva l’urgenza dell’orgasmo eppure iniziò a premersi più forte contro la prostata dell’altro, facendolo urlare, iniziò a piangere contro il collo sudato.

Movimenti frenetici, il dolore dell’anima, il piacere del corpo, le lacrime e il sudore. Il sangue. L’amarezza nel fondo della gola, sullo stomaco.

Harry gemeva a bocca aperta, tenendosi con i gomiti, con gli occhi chiusi. Sapeva che Louis stava soffrendo e che stava lottando, che lo stava facendo per lui, che se gli stringeva forte il cazzo era perché voleva fargli capire che si appartenevano e che quegli stronzi potevano dire quello che volevano, sarebbero rimasti insieme fino alla fine. Se stavano scopando in quel modo, Harry lo sapeva, era perché dentro avevano entrambi l’amara consapevolezza che ogni volta poteva essere l’ultima ma che non avevano nessuna intenzione di arrendersi, che avrebbero urlato ad ogni riunione, in ogni camera d’albergo.

Loro non erano spaventati. Ce l’avrebbero fatta, presto.

E allora avrebbero spaccato tutto, avrebbero sorriso veramente, avrebbero mandato a fanculo tutte quelle persone bigotte che avevano attorno, avrebbero fatto sesso senza quell’angoscia.

Louis venne con il nome del suo amante sulle labbra e le lacrime sulle guance, sporcandogli il sedere per l’ennesima volta, imprimendo ancora il suo essere fin dentro le viscere di quel ragazzo che aveva tra le labbra e che stava avendo un orgasmo urlando.

You've got the light to fight the shadows so stop hiding it away 

«Non ce la faccio più, Harry, non ce la faccio più.» diceva, sporco di sperma e sudore, piangendo perso tra le sue braccia come un bambino.

Fine.

 

Sappiate che ci sto di merda, che questa storia è stata scritta apposta per farmi stare di merda. L’ho scritta ascondo Read all about it di Emeli Sande, di cui è l’ultima frase in corsivo. La dedico a esse, perché ha sopportato i miei scleri ieri notte, dopo i KCA’s. Non ho altro da dire, recensite se vi va,

Peace and Stylinson, Nana.

   
 
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