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Autore: vannagio    01/04/2012    4 recensioni
Il gorgoglio dell'acqua che scorreva e riempiva la vasca da bagno era l'unico suono nella stanza. Santiago cominciò a sbottonarsi la camicia, felice di potersi liberare degli indumenti bagnati, ma un leggero fruscio e il tremolare delle ombre intorno a lui lo misero in allerta.
«Non ti ricorda qualcosa questa scena,
querida? È quasi come vivere un dèjà-vu».
[Dedicata a OttoNoveTre, perché mi ha trasformata in una fanghèl isterica e perché questo è un giorno da segnare sul calendario con un bel cerchietto rosso]
[Terza classificata al contest "Ricordi - only Quileute and Volturi", indetto da Palm]
[Il terzo capitolo partecipa all'iniziativa "Latin Lover" indetta dal Collection of Starlight]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Corin, Felix, Nuovo personaggio, Santiago
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn, Successivo alla saga
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Burian di aprile




Quel pomeriggio il Burian sembrava avere tutta l’intenzione di strappare il tetto della dacia. Soffiava arrabbiato, arruffava le chiome degli alberi spolverandole di bianco e faceva sbatacchiare le ante delle finestre.
Il fuoco scoppiettava allegro nel camino. Aveva un valore puramente ornamentale ovviamente, ma Leech trovava piacevole starsene sdraiato sull’enorme pelliccia di licantropo, mentre le fiamme tingevano di giallo i fogli sui quali stava disegnando.
«Leech, c’è puosta per te».
Tatiana gli sventolò una busta sopra la testa. Quando scorse il sigillo di Volterra, ci mancò poco che insieme alla lettera le portasse via la mano. Sotto lo sguardo stizzito di Tatiana, si mise seduto, fece a pezzi il sigillo di ceralacca e tirò fuori la lettera. La carta pergamenata era spessa e ruvida sotto le dita.
Tatiana sbirciò da sopra la sua spalla e sbuffò. «Guarda che calligrafia da educanda!».

Caro Leech,
non ho il diritto di chiedere il tuo aiuto dopo quello che è successo, ma non so a chi altro rivolgermi. Sono veramente disperata.
Santiago mi ha lasciata.

Se il cuore di Leech fosse stato ancora vivo, sarebbe sicuramente morto di infarto.
Per la felicità.

Due settimane fa è uscito dicendo che andava a comprare le sigarette, e non è più tornato. Ho sentito Felix e Demetri che ne parlavano. Pare che sia tornato in America da Malliouhana, la sua creatrice. In cuor mio ho sempre sospettato che Santiago non l’avesse dimentica.

Leech ringhiò. «Grandissimo figlio di puttana, lo sapevo che non ci si poteva fidare di te!».
Tatiana appoggiò il mento sulla sua spalla. «Mi piace quando diventi viulento, Leech. Mi eccita».

Aro mi ha concesso un periodo di vacanza, per riprendermi. Sostiene che la Siberia sia il luogo giusto per riflettere e dimenticare. E ho subito pensato a te.
So che è spaventosamente egoista da parte mia chiederti un così grande favore, e ti giuro che mi vergogno tantissimo, ma sento il bisogno di allontanarmi da Volterra per un po’, sento il bisogno di avere una persona amica al mio fianco.

«Mio dolcissimo blinis alla crema, devi dirmi qualcuosa?».
Leech sussultò.
Una volta Tatiana aveva usato un vezzeggiativo simile per rivolgersi a un vampiro che le aveva mancato di rispetto. Due secondi più tardi quello stesso vampiro si era ritrovato senza testa.
Leech sollevò lo sguardo dalla lettera per incontrare quello di Tatiana. Si scrutarono in silenzio per alcuni istanti, mentre fuori dalla dacia il Burian protestava e i vetri delle finestre tremavano di paura.
Leech deglutì a vuoto. «Ti ricordi di Corin, no? Te ne ho parlato, mi pare».
Tatiana annuì, seria, e incrociò le braccia sotto il seno prosperoso.
«Be’, lei…».
Leech riportò gli occhi sulla lettera, come per cercare le parole giuste.

Perciò se potessi ospitarmi per qualche tempo, te ne sarei grata per l’eternità.
In trepidante attesa di una tua risposta,
Santiago

Leech strabuzzò gli occhi.

P.S.: ti piacerebbe, eh? Pesce d’Aprile, huevonazo!

Leech imprecò in tutte le lingue che conosceva.
«Insuomma, che ti prende?».
Spazientita, Tatiana gli sfilò la lettera dalle mani e lesse velocemente.
Scoppiò in una risata così profonda e gutturale da far venire la pelle d’oca. Sembrava quasi che fosse il Burian a ridere di Leech.
«Com’è che si dice in Spagna, Leech? Estuo huombre me gusta mucho! Un giorno o l’altro devi farmelo conoscere».
Gli morse affettuosamente la spalla, lo spinse giù fin quando la schiena non aderì alla pelliccia di licantropo, e si mise a cavalcioni sul suo torace.
Le labbra rosse di Tatiana si distesero in un sorriso da predatrice.
«Aduesso te la faccio dimenticare sul serio, quella lì».







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Note autore:
Leech mi odia. Ormai è assodato. Però questa volta è colpa di OttoNoveTre, che stamattina mi ha fatto prendere un piccolo coccolone.
Leech è andato in Siberia e ha conosciuto Tatiana, che si sta impegnando parecchio per fargli dimenticare Corin. Tatiana storpia le parole, perché è russa (capitan ovvio).
Il Burian è un vento siberiano, la dacia è un’abitazione russa, il blinis è un dolce tipico della Russia. Si ringrazia il fratello di OttoNoveTre per quest’ultima informazione.
Per le altre cose, se c'è qualche russofilo e ho scritto castronerie, perdonatemi!
Detto ciò, vi saluto e vi auguro una buona domenica delle palme.
State attenti ai pesci d’aprile!
A presto, vannagio
   
 
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