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Autore: N a n n a    01/04/2012    3 recensioni
 ...“Perchè l'hai fatto? ”......
“Sei uguale a tutti gli altri!” disse con disprezzo
“non capisci che quella non ero io? La magia fa parte di me che vi piaccia o no. E non accetto di essere perseguitata per essere nata così!”...
...Vide la sua bocca aprirsi, come per dire qualcosa, e poi richiudersi immediatamente.
...“Non si può tornare indietro” concluse la strega voltandosi...
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Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Morgana, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ginevra stava passeggiando per il bosco che circondava la città. Era alla ricerca di alcune erbe da portare a Gaius e, visto che non aveva compiti urgenti da svolgere, aveva deciso di godersi la bella giornata almeno per un po’. Il sole era alto e i suoi raggi filtravano attraverso le foglie degli alberi illuminando i timidi fiorellini che cominciavano a sbocciare. Levò la testa verso il cielo azzurro e annusò l’aria e il profumo del bosco che tanto amava. Nel mentre il suo sguardo si posò sul castello di Camelot, così bello e perfetto. Sospirò e riprese la sua passeggiata.

Poi fu un attimo.

“Ehi dolcezza! Che ci fai tutta sola per il bosco?” si voltò nella direzione da cui era venuta quella voce alterata dal troppo bere e vide un uomo malvestito e barcollante. Il respiro si fece più corto, il suo cuore cominciò a battere a mille. Indietreggiò ma andò a sbattere contro un altro uomo. “Dai Piccola. Non avere paura” le disse con tono di scherno. Rise. Una risata che le fece venire i brividi. Lasciò cadere a terra il cestino e indietreggiò ancora. La paura che le attanagliava lo stomaco, il terrore che le si insidiava fino alle ossa. Si guardò intorno. C'erano altri tre uomini che ridevano e barcollavano, ma soprattutto che le si avvicinavano sempre di più.

Quello che era dietro di lei le cinse i fianchi, e l'uomo pelato (quello che le aveva parlato per primo) era ormai pericolosamente vicino, le luride mani tese in avanti, bramose di toccarla.

Gwen era ormai rassegnata alla disperazione. Nessun l'avrebbe salvata. Chiuse gli occhi, nella speranza che tutto finisse presto. Cercò in tutti i modi di estraniarsi da ciò che stava succedendo, vedeva solo il nero. Persino le voci erano diventate ovattate e lontane.

Ma un urlo squarciò la bolla che aveva creato intorno a sé. Aprì gli occhi di scatto e vide il pelato volare in alto, come spinto da una forza invisibile, per poi rovinare a terra, privo di sensi.

Gli altri uomini si guardavano intorno impauriti, ma la cosa non durò molto. Uno a uno furono spinti e sbattuti contro gli alberi.

Ginevra era ormai sola quando d'un tratto scorse una figura nell'ombra.

“Stai bene?” un sussurro. Una voce così familiare che mai avrebbe pensato avesse potuto dire quelle parole.

“Morgana.”

La strega avanzò e guardò quella che per lei era stata molto più di una serva.

“Perchè l'hai fatto? ”

“Oh. Noto con piacere che hai smesso di darmi del Voi. Da quanto questa piacevole novità? Ah già! Da quanto mi hai tradito!”

“Non avrei mai voluto tradirti. Ti avevo giurato fedeltà e sarò sempre fedele alla Lady Morgana di un tempo. La Morgana buona e generosa, che combatte per le persone più deboli. Non sarò mai fedele alla strega che desidera e brama solo morte e distruzione!”

“Sei uguale a tutti gli altri!” disse con disprezzo “non capisci che quella non ero io? La magia fa parte di me che vi piaccia o no. E non accetto di essere perseguitata per essere nata così!”

“Sei tu che non capisci! Forse se avessi usato la magia diversamente Arthur avrebbe potuto cambiare idea! Ma come può, come possiamo tutti noi credere che la magia possa fare del bene, se ti ha fatta diventare l'ombra di una persona consumata dall'odio?”

Gli occhi di Ginevra si riempirono di lacrime quando disse “Mancate a tutti mia signora. Mancano i vostri sorrisi, la vostra determinazione, il vostro coraggio. Mancate a me. Mi manca la vostra amicizia.”

E fu in quel momento che davanti a gli occhi di entrambe passarono tutti i bei momenti insieme. Le gioie, gli abbracci, le confessioni, le chiacchiere, le risate.

“Le cose sono cambiate, Gwen” forse fu solo un'impressione, ma a Ginevra sembrò di sentire la voce di Morgana inclinata dalle lacrime.

“Non è mai troppo tardi”

Gwen vide l'incertezza sul volto della vecchia amica. Vide la sua bocca aprirsi, come per dire qualcosa, e poi richiudersi immediatamente.

“Non si può tornare indietro” concluse la strega voltandosi.

“Aspetta! Non hai risposto alla mia domanda!”

Morgana si voltò, fece un piccolo sorriso e riprese a camminare. Sussurrò impercettibilmente “Grazie vecchia amica” e una lacrima le rigò la candida guancia.

Ginevra la guardò allontanarsi. Una lacrima le scese sul viso e sussurrò “Grazie Morgana”. Poi s'incamminò verso Camelot.

Entrambe si voltarono un'ultima volta, ma ormai erano troppo distanti e i loro occhi non riuscirono a incontrarsi.

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Desclaimer: i personaggi non mi appartengono bla bla bla;)

Angolo autrice: ciao lettore e grazie di essere arrivato fin qui! la mia one-shot è ambientata più o meno alla fine terza serie sicuramente, ma forse anche quarta. ho immaginato Arthur già re diciamo:) spero che ti sia piaciuta e se ti va lasciami qualche consiglio o commento;) un bacione

Nanna

  
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