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Autore: SkyScraperI3    01/04/2012    17 recensioni
Lunghi capelli neri, occhi di un marrone cioccolato, un sorriso che fa invidia al sole, Janet era la nuova attesissima desiderata ragazza al Roundview Highs School di Londra. Tutti coloro che frequentavano quella scuola sapevano dell'arrivo di Janet, cugina di uno dei ragazzi più amati e stronzi del liceo.
E Janet odiava Londra.
Erano due persone che non si conoscevano ma che non trovavano compatibilità con l'altro, e quando si è testardi, orgogliosi e anche un po' acidi, non si lascia correre, ci si batte, si litiga. Ed è esattamente ciò che Janet e Liam facevano tutti i giorni, tutto il giorno.
**
Gli equilibri in una scuola sono precari, particolari ed intrecciati. E quella scuola di equilibri ne aveva tanti, pronti a crollare con un attimo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per tutti il primo giorno di scuola è un trauma.
È l'inizio di nuove seccature, di compiti, interrogazioni, discussioni con i professori, sospensioni, note, amore.. l'inizio di una vita nella vita.
Quanti studenti in tutto il mondo preferirebbero che questo giorno non arrivi?
Quanti studenti in Europa preferirebbero rimanere al mare?
Quanti nel Regno Unito preferirebbero continuare lo shopping? Tutti. Tutti eccetto Janet.
Un metro e settantadue per cinquantacinque chili di intelligenza e simpatia.
L'inizio di un nuovo anno di scuola le dava sollievo, eccetto quell'anno.
Lunghi capelli neri, occhi di un marrone cioccolato, un sorriso che fa invidia al sole, Janet era la nuova attesissima desiderata ragazza al liceo di Londra. Tutti coloro che frequentavano quella scuola sapevano dell'arrivo di Janet, cugina di uno dei ragazzi più amati e stronzi del liceo.
Come lei il cugino aveva capelli scuri, pelle olivastra e occhi cioccolato, un sorriso sghembo che avrebbe fatto sciogliere i cuori e tremare le gambe alle ragazze più dure dell'universo.
Il ragazzo in questione e Janet avevano uno di quei rapporti da far invidia a due amici che si conoscono dai tempi in culla eppure si vedevano una volta all'anno, se non di meno.

Il volo diretto da Parigi atterrò in un freddo, uggioso, noioso e grigio pomeriggio di inizio Settembre.
Janet mise piede sul territorio londinese con la convinzione che nulla, nulla, le sarebbe piaciuto di quella nuova vita.
Sbuffò non appena sua madre le rivolse un sorriso enorme e alzò gli occhi al cielo quando il padre le passò un braccio attorno alle spalla stringendola contento.
-Vedrai, piccola- disse l'uomo sulla quarantina che la stringeva – ti troverai bene- l'umore di Janet non migliorò, anzi contribuì a farla sbuffare una quarta volta da quando era scesa dall'aereo.
-Non capisco perchè non sono potuta rimanere a Lione, papà- disse con voce sconsolata la mora, il padre rise e scosse la testa
-Te l'ho già detto, piccola. Non sei abbastanza grande-
-Ma lo sono abbastanza per dovermi abituare a gente, scuola, professori, materie e lingue diverse una volta ogni sei mesi, papà?!- afferrò la sua valigia e si incamminò verso la macchina.
I suoi non capivano proprio per niente quanto lasciare Lione e tutte le persone che aveva conosciuto in quei due anni le avevano fatto male.
La verità è che Janet era stanca.
Stanca di dover cambiare casa, città e scuola una volta ogni due anni.
Stanca di doversi presentare davanti a una classe intera ogni volta che suo padre cambiava città.
Stanca di dover fingere di amare il nuovo posto, non lo amava.
Londra le era sempre stata antipatica. Cielo grigio, umidità, pioggia, gente antipatica.
L'unica cosa forse un po' carina potevano essere i negozi ma nulla paragonati a quelli in cui aveva fatto shopping quando suo padre era di servizio a Milano.
Si chiuse in macchina pochi secondi prima che un violento temporale iniziasse, borbottò un “perfetto” e affondò nel sedile aspettando che i suoi partissero.
Il cellulare vibrò e lentamente e svogliatamente Janet lo estrasse dalla tasca davanti dei jeans
“Siete arrivati?” sorrise. Una cosa positiva sicuramente c'era: Zayn.
-Mamma, passiamo subito a casa degli zii?- la mamma le lanciò uno sguardo dallo specchietto retrovisore e annuì, Janet sorrise e appoggiò la testa al finestrino.

-Com'è Londra?- chiese il cugino appoggiandosi alla scrivania
-Sinceramente, Zayn?! Devo essere onesta?- fece un segno positivo con la testa e lei scosse la sua
-Non mi piace. Voglio Lione-
-La scuola ti piacerà- scosse le spalle e tornò a sedere.

Odiava Londra.


erre's space
Ciao gente.
chi mi conosce (ma chi!? HAHAHAHA) sa che scrivo, okay senno non sarei qui... uhm dunque, allora chi mi conosce sa che ho appena finito una FF di be 35 capitoli, lalala che ne ho iniziata una (Cher) ma l'ho interrotta per mancanza di ispirazione, e quella di Ronnie che ho eliminato.
Però eccomi qui, perchè non vivo senza scrivere eridfjkcxl.
Quindi vi prego, recensite.<3

  
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