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Autore: Revysmile    01/04/2012    4 recensioni
In una relazione, come nelle campagne militari, ci sono momenti di pace alternati a momenti bellici . Quello che stava attualmente vivendo Prussia corrispondeva certamente ad un raro momento di tranquillità, ovvero quando Romano seppelliva l'ascia di guerra ed imbracciava il suo fidato mandolino.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una mattina di musica e filosofia.

 

In una relazione, come nelle campagne militari, ci sono momenti di pace alternati a momenti bellici . Quello che stava attualmente vivendo Prussia corrispondeva certamente ad un raro momento di tranquillità, ovvero quando Romano seppelliva l'ascia di guerra ed imbracciava il suo fidato mandolino.

Era una mattina straordinariamente calda per essere fine marzo, anche per quelle terre del sud, ed il tutto spossava alquanto il prussiano, oberato di lavoro ed abituato a ben altri climi. Quando si accorse di star rileggendo per la quarta volta la stessa riga decise di prendersi una pausa e, scendendo in giardino, si concesse una breve passeggiata ristoratrice, accompagnata da una buona sigaretta. Tuttavia, proprio quando era sul punto di rincasare, venne distratto da una leggera musica che riempiva l'aria. Si guardò intorno, con fare perplesso, finchè non trovò la fonte del suono, ovvero Romano seduto per terra intento a suonare un vecchio mandolino. Sbuffando divertito capì perchè non aveva visto il ragazzo per tutta la mattina e, silenziosamente, si avvicinò all'italiano, il quale era girato di schiena rispetto a lui ed appoggiato ad un albero. L'erba scricchiolava appena sotto le scarpe di Gilbert, che avanzava facendo il meno rumore possibile, infatti Lovino non amava suonare in pubblico e, certamente, appena si fosse accorto della presenza dell'albino avrebbe interrotto la sua prestazione, trasformando il povero mandolino in un'arma impropria.

Con attenzione si sedette per terra sul prato morbido del giardino appartenente alla villa pugliese dei Vargas, evitando sempre di fare rumore, e, chiudendo gli occhi, si lasciò cullare dalla melodia nata dalle corde dello strumento, sapientemente pizzicate dalle dita dell'italiano. Conosceva il ragazzo da secoli e viveva bellicosamente con lui da tempo ma le volte in cui l'aveva sentito suonare poteva contarle sulle punte delle dita di una mano sola.

La musica ammaliante del mandolino creava un'atmosfera quasi surreale ma rilassante e conciliava piacevolmente il vagare della mente del prussiano verso quelle riflessioni empiriche che componevano la sua disciplina preferita: la filosofia.

Era in momenti come quelli che gli tornava in mente le parole dell'amico Arthur "la musica è l'immagine della volontà stessa. Il compositore ci manifesta l'intima consapevolezza del mondo". Un amaro sorriso increspò il viso di Gilbert nel ricordare il filosofo: l'ennesima persona cara a cui, durante la sua fin troppo lunga vita, aveva dovuto dire addio.

Il prussiano, tuttavia, era talmente assorto nei suoi pensieri che, quando la melodia si interruppe improvvisamente, si ritrovò a sobbalzare e stupito vide Romano voltarsi verso di lui.

-Sei una presenza sgradevole alle spalle.- disse con il suo solito timbro vocale acido.

-Comprensibile, la mia magnifica presenza può causare timore nei comuni mortali.- rispose l'albino con enfasi alzandosi in piedi e ripulendosi dall'erba, pronto a darsi alla fuga alle rimostranze dell'italiano, che quasi sicuramente si sarebbero mostrate da lì a poco.

-Come no! La minchia...- borbottò in risposta Lovino.

-Da quanto tempo ti sei accorto di me?-

-Da quando sei arrivato, idiota.- rispose Romano e inaspettatamente, senza manifestare particolari intenzioni belliche, rimase seduto a guardare con aria pensierosa il prato mentre Gilbert, a sua volta, osservava lui.

Il rapporto che si era costruito fra loro due andava oltre quello di essere due semplici amanti: spesso ragionavano come se fossero un'unica mente, nonostante le enormi differenze che sussistevano fra loro.

Nella loro quotidianità erano esuli qualsiasi tipo di smancerie e frivolezze: non un "ti amo" era mai uscito dalle loro bocche, una romantica carezza, niente cioccolatini o passeggiate mano nella mano al tramonto del sole: a loro bastavano pochi significativi gesti per capire quanto uno tenesse all'altro e, talvolta, uno sguardo era più eloquente di mille parole.

Questa era la regola che vigeva fra i due in seguito ad un tacito reciproco accordo, dopotutto nessuno dei due era tipo da sdolcinate romanticherie.

Gilbert fece per andarsene, memore del lavoro incompiuto, quando le parole dell'italiano lo richiamarono -Se stai in silenzio e non rompi i coglioni puoi rimanere.-

Il prussiano si voltò stupito e, cambiando celermente idea, fece ridacchiando il gesto scherzoso di chiudersi la bocca passando due candide dita sulle labbra, come se stesse chiudendo una lampo.

Raggiunse Lovino mandando al diavolo le burocrazie passandogli un braccio attorno alle spalle, dopo però avergli scoccato un veloce bacio a tradimento, che ebbe l'effetto di far imporporare le gote dell'altro. Chiuse gli occhi e si appoggiò al tronco, godendosi la leggera brezza mattutina, mentre soavemente la musica tornava a riempire l'aria.

Il comportamento distaccato che vigeva solitamente tra i due era la regola ed attimi come questi erano le piacevoli eccezioni che la confermavano, così come, per una volta, Gilbert poteva eccezionalmente dimenticarsi del lavoro, tanto ci avrebbe pensato West, per lasciarsi andare alla musica ed alla filosofia.

 

 

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Salve a tutti!

Era da tempo immemore che volevo scrivere una PruMano e, decisamente, ho scelto il momento peggiore! XD (l'esame è lì in agguato ed io dovrei studiare)

Beh, non ho molto da spiegare, solamente l'Arthur citato da Prussia è il filosofo Arthur Schopenhauer e non il nostro Arthur Kirkland. XD

Ho scritto di Gilbert come un appassionato di filosofia a causa della ricca cultura filosofica prussiana.

Forse i personaggi sono leggermente OOC e, per questo, chiedo venia!

Bene... Con ciò penso di aver detto tutto...

Vi prego lasciate una piccola recensioncina, anche piccina piccina!

Illuminerete la giornata ad una povera vittima dello studio!

Ciao a tutti e grazie anche solo di esservi fermati a leggere questa fic!

Rebecca.

  
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