Fanfic su artisti musicali > Bullet for My Valentine
Segui la storia  |       
Autore: Eos BiancaLuna    02/04/2012    1 recensioni
“Lo sai che non si dovrebbe…” dissi interrompendo quel momento e maledicendomi per ciò. “Ti blocchi perché non vuoi o perché non puoi?” rispose fissandomi “adesso gradirei che non mi interrompessi più” aggiunse scherzando. Notò la mia espressione però e allentò la presa. Mi pentii subito per quello che avevo detto e lo guardai negli occhi, cosi maledettamente azzurri, “scusa” bisbigliai avvicinandomi di nuovo. Lui fece lo stesso e le sue braccia mi cinsero la vita poi le sue labbra furono sulle mie finalmente. Quando anche le nostre lingue si trovarono gli passai una mano fra i lunghi capelli dapprima lentamente poi mi ci aggrappai. Le mie ansie e le mie paure non c’erano più. Fu un bacio intenso come quello della mattina precedente nel suo letto solo che questa volta durò molto di più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 17

 

 

Non sentivo assolutamente nulla, o meglio, ero come cieca. Ma potevo avvertire la presenza di qualcosa vicino a me. I rumori poi, quelli li udivo debolmente e neanche del tutto. Era come quando suona la sveglia la mattina e tu richiudi gli occhi dopo esserti appena svegliato, ma sai che fra 5 minuti devi alzarti perché sennò fai tardi.

Mi sembrava che il tempo si fosse fermato dentro la mia mente…non avevo mai provato cosa volesse dire essere in coma. Un suono o meglio una voce, mi riportarono ad una qualche realtà. Sentii d’un tratto il bisogno di muovere le dita, le dita della mano e credo che qualcosa fosse a contatto con la mia mano.

“Liz se mi senti muovi le dita ti prego…”riuscii a sentire poi più nulla, il silenzio di tomba. L’idea che Matt fosse li dà qualche parte mi balenò in mente, ma non seppi perché, non ricordavo nulla di dove ero, perché mi trovavo in quello stato, niente. Era come se mi avessero scaraventato in un'altra dimensione e c’era ancora una sorta di mezzo di comunicazione con la realtà.

Riuscii a muovere le dita della mano destra e percepii l’altra mano che mi teneva poi di nuovo il vuoto; mi sembrò di dormire in quel momento, di essere caduta in un sonno che durò non so quanto finché non trovai la forza di aprire gli occhi.

Come quando avviene un risveglio da un sonno profondo li richiusi subito piano e li riaprii, le luci che entravano dalla finestra mi davano fastidio quindi doveva essere giorno. Mi accorsi delle pareti e soffitto bianchi quando realizzai che ero intubata in una stanza d’ospedale, mi tolsi una specie di mascherina per l’ossigeno e l’adagiai sul comodino. Non so dire perché ma mi immaginai lui al mio capezzale magari con i gomiti appoggiati sul letto…, o forse poco prima si trovava proprio cosi.

Mi staccai gli elettrodi collegati alla macchina del cuore ignorando il beep continuo, mi alzai lentamente e uscii sul corridoio a piedi nudi. Mi tenevo la camicia da notte che era aperta dietro, avevo una mano fasciata e un braccialetto con dei numeri, mi accorsi anche che il costato era fasciato…Vagai per un po’ finché non arrivai un una saletta d’attesa, ora gli sguardi della gente cominciavano a farsi sentire, ma io cercavo lui, quello era l’unico scopo della mia passeggiata.

Un’infermiera comparve dal nulla urlando “lei dove va? Torni immediatamente in camera!” e prese a trascinarmi da dove ero venuta proprio mentre mi accorgevo della presenza di Matt, lo vidi voltarsi per un attimo verso di me prima di sparire dal mio campo visivo.

Arrivate di fronte la porta della camera la costrinsi a lasciarmi il braccio e sbuffai “allora me lo dice o no cosa mi è successo?”, “non ho con me il registro perché non me lo dice lei?” rispose quella. Le risi in faccia “che razza di domanda è? Come posso saperlo io?” poi mi sentii chiamare, o meglio sentii pronunciare il mio nome ad alta voce con tono di sorpresa. 

Realizzai in un secondo l’immagine di Matt che mi correva letteralmente incontro e mi afferrava sollevandomi da terra poi mi baciò. Cosi. Senza preavviso. Lo lasciai fare ignorando l’infermiera che inveiva “e questo sarebbe il fratello?”. Quando ci staccammo lui stava quasi piangendo “Oddio sei viva! Sei uscita dal coma ancora non ci credo, sei viva!”.

La parola “coma” mi colse impreparata, riecheggiò nella mia mente finché non mi costrinsero a tornare a letto, Matt seduto vicino a me che non mi mollava la mano e Wolf che spuntato dal nulla si era letteralmente accomodato sui miei piedi.

“Che cosa mi è successo?” chiesi distrattamente mentre mi allungavo per accarezzare l’husky tra le orecchie. Matt si irrigidì “Non ti ricordi proprio niente?”, ci pensai su per un po’, era già tanto che non mi era venuta un’amnesia al mio risveglio!

La porta della camera si aprì ed entrò l’infermiera antipatica di prima il cui sguardo si posò all’istante su Wolf “lui non può stare qui” sibilò velenosa ma ad uno sguardo fulminante di Matt aggiunse “affari vostri, comunque ci sono visite”. Mia madre varcò la soglia della porta seguita da mio padre, mio fratello, mio nipote e Sharon.

Mi abbracciarono quasi tutti insieme mentre qualche lacrimuccia cominciava a scendermi, ero senza parole. Il primo a parlare fu mio fratello “ci hai fatto prendere un bello spavento eh?” sorrise, nel frattempo mia madre non la smetteva di accarezzarmi il viso e chiedermi come mi sentivo.

Lei e mio padre piangevano. Sapevo che nonostante l’allegria di mio fratello che era solo una maschera poi, tutti dovevano essere stati in uno stato di totale ansia per me.

Li rassicurai cercando di smettere di piangere, mio nipote salì sul letto tutto felice “zia zia che bello questo cane lo posso accarezzare?”, “ma certo” gli risposi sorridendo poi mi rivolsi a mio fratello “Chris hai fatto un bel viaggetto eh?”. Lui si chinò a baciarmi la fronte “Non ci pensare, adesso dobbiamo pensare a te”.

Sharon venne a posare un mazzo di rose sul comodino, poi mi abbracciò “lo sapevo che ce l’avresti fatta, che sei forte…” singhiozzò, “Oh basta un po’ con ste lacrime!” esclamai, poi guardai per un attimo i miei genitori poi Matt.

Lui mi lesse letteralmente nel pensiero “Sono stato io ad avvisare i tuoi…” disse come se fosse stata la cosa più normale di questo mondo, “si” continuò mia madre “aveva tenuto il tuo cellulare, se non fosse stato per lui non so chi ce l’avrebbe detto…” mi immaginai per un attimo la scena in cui il mio cantante preferito avvisava per telefono i miei genitori del fatto che fossi entrata in coma e mi trattenni dal ridere e alla fine abbassai la testa perché lo sguardo di lui mi stava perforando come un proiettile.

Il giorno seguente, anzi, il pomeriggio seguente mi svegliai da un lunghissimo riposo. Capii che era pomeriggio dall’ora sul mio cellulare che si trovava sul comodino, il giorno prima non c’era. Sorrisi. Poi mi girai dall’altro lato e cercai di riprendere sonno,chissà quanto avevo dormito ma essere pigra faceva parte di me.

Non sentii la porta aprirsi finché il lenzuolo si spostò dal mio corpo e rabbrividii sulla schiena per via della camicia aperta dietro. ”Liz” sussurrò Matt “svegliati ti porto via da qui”. Mi voltai lentissima verso di lui “Cosa?” sbadigliai “ma io ho sonno” chiusi gli occhi ma li riaprii subito. “D’accordo” dissi, tutt’ad un tratto mi sentii sveglia, lui mi prese in braccio all’istante senza fatica nonostante i miei 69 kili e uscimmo dalla stanza.

Una volta a casa i miei genitori e mio fratello avevano veramente insistito per farlo restare a cena, mio padre spiccicava bene qualche parola in inglese e mia madre e Chris non la smettevano di ringraziarlo per quello che aveva fatto per me (Sharon li aveva aggiornati), mio nipote sedeva vicino a me. 

Io li ascoltavo mentre ricomponevano la storia di ciò che mi era successo e della mia permanenza in ospedale. I pensieri affollavano la mia mente sempre di più quando emerse finalmente un ricordo…la forchetta mi cadde dal tavolo schiantandosi sul pavimento e gli sguardi si posarono su di me preoccupati.

Non avevano del tutto ricomposto la storia forse perché lui sapeva che non ricordavo chi fosse stato a spararmi. Il loro discorso era più che altro una serie di domande su quanto tempo fossi stata sotto osservazione, e sull’ambulanza che mi aveva raccolta in seguito ad una caduta…

Matt cercava le parole giuste ma ci stava girando intorno, stava omettendo la parte più importante del perché mi trovavo in quella situazione. Mi alzai di scatto ma un violento giramento di testa mi costrinse ad appoggiarmi al tavolo e 4 paia di mani che mi sorreggevano.

“No sto bene…”sussurrai, Matt mi toccò la fronte “sei pallida e scotti”. Gli scostati la mano senza guardarlo “lasciatemi in pace tutti per favore” risposi staccandomi dal tavolo. “Santo cielo Elizabeth che ti succede?” si preoccupò subito mia madre, “ce la fai a stare in piedi o è meglio se ti stendi?” chiese mio padre, “ti preparo qualcosa di caldo e misurati la febbre!” aggiunse mio fratello fuggendo in cucina.

 Io sbuffai più volte, mia madre si rivolse al ragazzo dei miei sogni “ti dispiacerebbe accompagnarla di sopra mentre le portiamo la cena a letto?” lui annui e riconobbi quella strana luce nei suoi occhi che si accendeva quando era particolarmente elettrizzato all’idea di stare da solo con me ma si spense subito, mi guardò serio e mi prese di nuovo in braccio, non avevo fatto in tempo a dire “a” che mi ritrovai seduta sulla sponda del mio letto.

Scostò le coperte e mi ci trascinò delicatamente sotto poi mi coprì per bene e si sedette al mio capezzale. Per un attimo mi mancò il matrimoniale dell’hotel ma anche una piazza e mezza non era male. Mi fissò senza dire niente, io stavo per esplodere. 

Mi tirai su “Perché non me l’hai detto? Mi nascondi sempre qualcosa…” mi zitti perché sulla soglia della porta apparvero mia madre e mio fratello che posò sulla scrivania il vassoio con il resto della cena “tutto ok sorellina?” guardò prima me poi lui.

Annui, mia madre mi si avvicinò “figliola come ti senti? È passato quel giramento di testa?”. Respirai profondamente, ero nervosa e cercavo inutilmente di nasconderlo “va tutto bene mamma, tranquilla”.

Chris tossì “io vi devo salutare ho l’aereo fra 1 paio d’ore” e chiamò Matteo per salutarci; mio nipote mi riempì di baci come suo solito poi si rivolse a Matt che gli sorrise. “Dai Matteo saluta Matt” dissi trattenendo una risata, ero arrabbiata in una situazione imbarazzante “ciao” disse lui, “ciao” rispose l’altro con una pronuncia accettabile.

Mio fratello mi abbracciò poi salutò nostra madre ed infine strinse la mano al ragazzo, avevano 6 anni di differenza e Chris era il più grande, questo voleva dire difesa doppia nei miei riguardi. Mio nipote lo stava ancora fissando poi cose da me e mi disse all’orecchio “zia mi piace questo qui…” gli accarezzai il mento “anche a me” sussurrai facendolo ridacchiare.

Ci lasciarono di nuovo soli e questa volta ero decisa a farmi sentire, mi alzai chiusi la porta e lo fronteggiai. “Si lo so che ti sono mancato” sorrise sfacciatamente come sempre poi mi guardò dalla testa ai piedi mentre mi avvicinavo “a me mancano le tue camicie da notte di seta nera”. Fortuna che avevo il megapigiama e ignorai quella frase “E’ stata lei a spararmi” dissi tutto d’un fiato.

La sua espressione divenne seria “adesso ricordi finalmente, non sapevo come dirlo alla tua famiglia….bene, ora puoi denunciarla”. Rimasi senza parole “ma come non stavi cercando di evitare questo discorso per paura…”, “paura di cosa?” quasi urlò “se non la denuncerai tu lo farò io, non è comprensibile ciò che ha fatto! Tu mi hai salvato la vita quel proiettile era per me, ti rendi conto che hai rischiato la tua vita per la mia? Non lo chiami amore questo?”, sbiancai del tutto. Deglutii a fatica. Il discorso stava prendendo una brutta piega.

Mi si avvicinò “ma… cosa… stai dicendo” sibilai mentre avanzava verso di me, indietreggiai fino a toccare l’anta dell’armadio con la schiena, lui appoggiò la sua fronte alla mia e sospirò “Ho temuto di averti persa per sempre…non puoi neanche immaginare quello che ho passato quando ti ho vista in un lago di sangue su quell’asfalto” i suoi occhi divennero lucidi e a me scese una lacrima.

Mi stavo trattenendo dall’abbracciarlo e quant’altro, leggevo nei suoi occhi tutta la sofferenza e il nervoso che aveva accumulato. Mi abbracciò lui “ti prego baciami” sussurrò una volta sola. Rimasi immobile fra le sue braccia per secondi che sembrarono secoli poi sciolsi l’abbraccio e gli toccai il collo, lui mi baciò la fronte.

Finalmente alzai il mento e posai le mie labbra sulle sue. Stava studiando le mie reazioni,aspettava che facessi io ogni primo passo. Dopo un casto e breve bacio mi staccai e lo guardai.

Occhi azzurri lucidi e delusi… Per un attimo pensavi che forse ero davvero un po’ stronza. Gli guardai la bocca mentre le mie dita si infilavano tra i suoi capelli e lo baciai di nuovo, sapevo che non aspettava altro. Mi strinse forte e io lo spinsi vero il letto. Ce lo buttai sopra e mi accomodai vicino a lui, mi abbracciò e le nostre bocche si riunirono.

Quando mi staccai perché avevo il cuore a 3000 sembrò essere meno triste “Liz” disse piano, lo guardai per incitarlo a finire la frase. Ci pensò un attimo “No niente”. Sapevo che non era cosi, che quelle parole tradotte erano invece “ti amo”.

Dopo qualche istante di silenzio in cui ero rimasta a fissarlo si alzò dal letto “adesso è ora di andare” disse molto controvoglia ma nascondendola con un breve sorriso. Capii che aveva dannatamente ragione, non potevo trattenerlo e avevo bisogno di stare anche con la mia famiglia.

Gli afferrai la mano “stanotte dormirò da sola” pronunciai triste, mi resi conto che ormai l’incoerenza faceva parte di me visto che mi contraddicevo ogni minuto. 

“No” mi rispose “io sono sempre con te, a domani, e sognami” si chinò a baciarmi sulla fronte poi si allontanò. Rimasi da sola a guardare la porta da dove era uscito rendendomi conto che già mi mancava tremendamente.

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bullet for My Valentine / Vai alla pagina dell'autore: Eos BiancaLuna